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Intervista a Namio Intile

Inviato: 06/06/2019, 10:10
da Isabella Galeotti
Buon giovedì, anche questa settimana sta terminando.
L'autore di oggi ha un profilo singolare, amante della libetà dell'anima e di pensiero.
Oggi vi presento: Namio Intile.

Per chi scrivi?

Come il moto del mare varia nel corso di una giornata, a seconda dell’intensità del vento, così motivi personali e ragioni contingenti mutano da individuo a individuo e si modificano col tempo; la loro conoscenza non aggiunge nulla di nuovo a quanto ognuno immagina. Sotto la superficie altre forze agitano le acque. Tra queste il desiderio di proiettarsi all’esterno di se stessi per svelare qualcosa di sé.

Come classifichi il tuo modo di scrivere?

A esser sincero non ci ho mai pensato. Ordinare, raggruppare, sviluppare categorie, semplificare è spesso utile, ma porta in sé il rischio di far scivolare il pensiero dalle classificazioni alle classifiche, ossia in un mondo popolato da sconfitti e vincitori. Da parte mia, come siciliano il mio modo di scrivere è legato al vivere qui, al mio rapporto con la terra che ha prodotto il Mito, col regno del Paradosso popolato da gente diffidente e sottile, e soprattutto a quel particolare sentire lo scorrere del tempo.

Quando scrivi dove ti rifugi?

Scrivo sempre a casa, di fronte al mare e con alle spalle le montagne. Però più che un luogo scrivere è uno stato emotivo: di tranquillità assoluta e assenza di preoccupazioni. Al medesimo stato di quiete è legato il leggere.

Domandazza: sopravvivi con la scrittura, oppure fai altro?

Sciascia faceva l’insegnante, come Bufalino, Brancati, Capuana. Consolo faceva il giornalista. Vittorini s’era dato un po’ a tutto, mentre il cognato Salvatore Quasimodo lavorava al genio civile. Pirandello e Verga erano ricchi di famiglia. Tanto per citare i siciliani più noti. Se non riuscivano due premi Nobel a sopravvivere con la scrittura, chi potrebbe farlo?

Come hai trovato BA, e perché ci rimani?

L’ho trovato da pochissimo in realtà. Dopo la chiusura di quelli in cui scrivevo ero alla ricerca di un luogo condiviso; ormai non ne sono rimasti molti, schiacciati dagli a-social network. Pessima l’esperienza in un blog, simile nei modi, credo, agli a-social. Nello spirito i forum letterari somigliano molto alle riviste letterarie del tempo che fu.

Nel tempo è cambiato il tuo modo di scrivere? Credi di aver perso qualche cosa, oppure l'hai guadagnato?

La domanda presuppone che qualcuno vinca o perda. Ci stiamo abituando ad attribuire un valore venale a ogni azione, a quantificare sentimenti ed emozioni, viviamo la nostra esistenza accerchiati da obiettivi e risultati da raggiungere dentro un universo costituito unicamente da cause ed effetti; senza rendercene conto sottoponiamo noi stessi e tutto ciò che ci circonda a un continuo processo di reificazione.
Io sono diverso, tutto qui. Non si perde o guadagna qualcosa vivendo la propria vita e rappresentando gli archi che la compongono.


Domandazza: se tu fossi un'isola, come saresti?

Sarei come la Sicilia. In equilibrio tra nord e sud, in mezzo a due continenti e lontana da entrambi, in bilico tra il desiderio di oblio e la voglia di esserci, stretta tra un passato glorioso e un futuro fumoso, sommersa da un presente affannoso e mediocre eppure viva.

Quali autori ti hanno formato e con quale percorso sei arrivato a loro?

Ho vagato senza meta per moltissimi anni e, a un certo punto, a guidarmi è stato soltanto il desiderio di complessità e di molteplicità, che fan sempre rima con leggerezza. Ogni artista, qualunque sia la forma d’arte, prova a penetrare la cortina delle illusioni e tenta di ca(r)pire il mondo, e di spiegarlo; attraverso i suoi occhi e ciò che essi vedono. Solo che gli artisti sono molto pochi e confusi tra mille, a volte anche bravi, artigiani.
Assecondo il tuo desiderio di classifiche con due titoli per l’estate: Retablo, di Vincenzo Consolo, e L’Armada, di Franz Zeise.


Ora la classica che pongo a tutti: se ti dicessero: "Namio, hai 5 minuti di tempo per raccogliere le tue cose." Cosa porteresti via?

Certo ami le graduatorie, Isabella. Direi tutto quello che mi circonda e di cui mi sono circondato in queste lunghe decadi di vita: persone, umane e non, oggetti, luoghi, praticamente tutto. Per portare via me e le mie cose ci vorrebbe un intero sistema solare.

Namio ti ringrazio per la tua disponibilità.

Isabella. :smt006

Re: intervista a Namio Intile

Inviato: 06/06/2019, 10:32
da Namio Intile
Grazie a te, Isabella.
E un grazie a Bravi Autori.

Re: intervista a Namio Intile

Inviato: 06/06/2019, 14:05
da Ida Dainese
Persona affascinante il nostro Namio. :smt039

Re: Intervista a Namio Intile

Inviato: 06/06/2019, 14:23
da Massimo Baglione
...ormai non ne sono rimasti molti, schiacciati dagli a-social network
Amen, fratello :-(
Sì, non ne sono contento, perché quando i siti come il nostro erano più numerosi, ci si divertiva reciprocamente con scambi di iniziative e quant'altro. Oggi purtroppo non è più possibile, tutti presi e gelosi del loro "mi piace" su quelli che giustamente hai identificato con "a-social".
Vabè dai, noi siamo qui e siamo felici di essere trovati e di essere utili.

Re: Intervista a Namio Intile

Inviato: 06/06/2019, 18:26
da Namio Intile
È la corrente che corre in quella direzione e ormai manca persino l'educazione, l'abitudine a confrontarsi.
Ma per chi volesse approfondire il significato della parola forum, magari un giorno di questo gli dedichiamo un forum.

Re: Intervista a Namio Intile

Inviato: 07/06/2019, 6:59
da Massimo Baglione
Namio Intile ha scritto: 06/06/2019, 18:26 Ma per chi volesse approfondire il significato della parola forum, magari un giorno di questo gli dedichiamo un forum.
Accomodati, c'è la sezione "Pensieri sparsi".