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Spazio dedicato alla Gara stagionale d'estate 2020.

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Selene Barblan
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Messaggio da leggere da Selene Barblan »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Quella che preferisco somiglia vagamente ad un lombrico. È rosea, lucida, sembra quasi unta. La forma è perfetta, una lancia smussata coi bordi scuri, che danno il senso della profondità. È asimmetrica - odio tutto ciò che emula la perfezione - su un lato si allunga e con delicate volte si assottiglia fino a scomparire nel solco formato dai seni. Si trova lì dove più mi serve, contorna quello che è il luogo che nessuno mai dovrà toccare. Che osino anche solo avvicinarsi...
Potrei osservarla e ammirarla per ore, non mi stanca mai. Quando la sfioro con la punta delle dita mi dà un brivido, piacevole; la ruvida superficie e lo spessore, ... se chiudo gli occhi la posso immaginare come una radice che penetra e raggiunge gli strati più profondi della pelle.
Ciò che l’ha creata è impresso nei miei ricordi, come cucito, ricamato, ne posso osservare ogni punto, ogni sfumatura: amo veder fluire le immagini, proiettate sulla parte nascosta delle mie palpebre.
Una volta ero più attenta, sapevo di non dover esagerare; indulgere in questa sorta di meditazione mi fa perdere il senso della realtà e quando mi ritrovo nuovamente in mezzo alle persone faccio fatica a pensare ad altro.
Mi rendo conto che questa mia passione sta gradualmente prendendo possesso della mia vita. Tutto il tempo che trascorro in solitudine ne viene assorbito. Quasi non mangio più, dormire mi pare una cosa insensata. Le passo in rassegna tutte, una dopo l’altra, dalle più sottili a quelle più profonde e significative, per concludere immancabilmente con Lei.
Quando sono costretta ad uscire sembro ormai un automa, perché tutte le mie energie convergono nel desiderio di tornare a casa il prima possibile e ricominciare. Ancora e ancora.
Certo, lo so. Si avvicina il momento in cui tutto ciò non sarà più sostenibile. Ci sarà colui che deciderà per me, mi costringerà a smettere, mi strapperà a questa ossessione.
Sarà comunque un regalo per me, creerà un’altra, perfetta cicatrice. Un’altra ad aggiungersi alla mia collezione.
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Ida Daneri
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Messaggio da leggere da Ida Daneri »

Complimenti! Una brevissima storia scritta molto bene, con termini appropriati, studiati appositamente per evocare le immagini richiamate dal titolo, in un tripudio di aggettivazione che rallenta il ritmo. Davvero un ottimo stile, piacevole da leggere. Il finale è, volutamente, scioccante e induce a rileggere la storia che assume così tutto un altro significato.
Voto globale 4: mi è piaciuto più lo stile rispetto al contenuto.
Valerio Geraci
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Il testo è scritto davvero molto bene, complimenti. Concordo con il commento precedente sul fatto che lo stile superi il contenuto, ma ho l'impressione che per apprezzarlo al 100% ci voglia una particolare sensibilità femminile che forse non ho. Voto 3 per me.
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Ida-59 ha scritto: 21/06/2020, 10:59 Complimenti! Una brevissima storia scritta molto bene, con termini appropriati, studiati appositamente per evocare le immagini richiamate dal titolo, in un tripudio di aggettivazione che rallenta il ritmo. Davvero un ottimo stile, piacevole da leggere. Il finale è, volutamente, scioccante e induce a rileggere la storia che assume così tutto un altro significato.
Voto globale 4: mi è piaciuto più lo stile rispetto al contenuto.
Grazie Ida per il tuo commento e apprezzamento, mi fa in particolare piacere il fatto che ti sia presa il tempo di rileggerlo per comprenderlo ancor meglio.
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Valerio Geraci ha scritto: 21/06/2020, 11:19 Il testo è scritto davvero molto bene, complimenti. Concordo con il commento precedente sul fatto che lo stile superi il contenuto, ma ho l'impressione che per apprezzarlo al 100% ci voglia una particolare sensibilità femminile che forse non ho. Voto 3 per me.
Grazie Valerio, già aver scritto qualcosa di apprezzabile a livello stilistico è per me una soddisfazione. Riguardo il contenuto penso sia normale e comprensibile ciò che dici, leggere è un’attività molto personale, i gusti non si discutono :)
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La brevità e sintesi sono due aspetti di questo racconto che lo valorizzano lasciandoti con il piacevole dolore di non potere sapere di più. Cicatrice come innesto e ibridazione di cui purtroppo non ne vedremo la fioritura come ci preannuncia il finale.
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

molto originale e ottimamente esposto, con descrizioni altamente efficaci, soprattutto alla seconda lettura.
finale a sorpresa ma non troppo, visto che dalla prima all'ultima riga lo prepari molto bene.
forse è breve, ma credo che più lungo sarebbe divenuto pesante.
bel lavoro, brava.
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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Messaggio da leggere da Letylety »

Un bel racconto-riflessione. Sentito, sudato, sofferto, curato con amore. Le cicatrici fanno parte della nostra vita e ne siamo legati a filo doppio. Nel bene e nel male come un fuoco che arde vivono dentro di noi
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Ogni racconto sempre più bello del precedente, Selene. La brevità in questo caso è un dono e nonostante la brevità sei riuscita a sostenere il climax e la chiave interpretativa del racconto fino alla fine. Che dirti di più? Continua così.
Quanto al tema, quell'ossessione la conosco, ci sono passato con una persona cara anche se per lei si trattava di una compulsione. Adoperava cioè il dolore per sfuggire a un'ossessione.
A ogni modo, hai saputo rendere l'angoscia e il lento incedere verso la propria autodistruzione, come fosse un percorso ineluttabile.
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Roberto
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Messaggio da leggere da Roberto »

Ciao, ben scritto, ma troppo involuto, a mio modesto avviso. A tal punto che si fatica a trovare il senso del racconto. Ma parlo per me, ovviamente.
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Teseo Tesei
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Messaggio da leggere da Teseo Tesei »

Una pentola a pressione è sul fuoco.
Al suo interno la pressione lentamente aumenta, poi cresce e cresce ancora e ancora più rapidamente.
Il rischio concreto è che continuando così la pentola esploda, invece d’un tratto qualcosa interviene.
Quando la pressione interna esercita sull’otturatore una spinta superiore al valore ritenuto pericoloso: si apre una valvola di sfogo.
Poco male, la pentola è salva e con lei la cena.
Questo sono quelle cicatrici.
Valvole di sfogo che fortunatamente evitano danni maggiori.
Sono anche un campanello d’allarme, molto chiaro.
Il soggetto non regge lo stress: questo vuole indicare quel campanello d'allarme.
Può esser, peraltro, anche segno premonitore di futuri tentativi di togliersi la vita.
Pare un controsenso: ci si procura del male per stare meglio.

Non tutti si procurano cicatrici solo con tagli o bruciature. Questo disagio induce nel farsi del male volontariamente anche con molteplici altre modalità più o meno subdole.

Ma perché?
Perché in definitiva ci si sente soli o morti dentro e per farla corta non in connessione con il proprio vero essere interiore. Così accade che il dolore fisico diventa nella testa del disagiato l’unico modo che trova per sentirsi vivo e percepire così tracce della presenza del proprio essere interiore.
E’ sempre bene interpretare questi comportamenti come una richiesta di aiuto che se trascurata può evolvere in qualcosa di assai peggio.

Il dono della fede aiuta molto a sintonizzarsi con il proprio essere interiore.
Anche passeggiare tra i boschi, navigare per diporto ad esempio può aiutare.
Scaricare periodicamente tutta la propria aggressività in allenamento o in certi contesti aiuta, specie se dopo averlo fatto cerchiamo un leale contatto con il nostro essere interiore.

In determinati ambiti lavorativi certi fenomeni vengono monitorati in continuo.
Ogni operatore riporta immediatamente qualsiasi segnale, che possa indicare anche solo lontanamente un simile disagio. Oltretutto i controlli medici sono settimanali e talvolta anche più ravvicinati.
Pur avendo a che fare con soggetti forti, selezionati ed in grado di resistere ad elevati livelli di stress.
Il coraggio non deve mai lasciare spazio ad incoscienza, questa può infatti mettere in pericolo tutti.
Eppure può capitare che la risposta psicofisica a compiti, di natura emotiva, cognitiva o professionale eccessivi, secondo lo stesso criterio delle cicatrici, possa sfogare in un agire poco lucido ed autolesionista, assai pericoloso sia per sé stessi che per i propri colleghi. Da qui l'esigenza di un controllo continuo.

Ciò premesso, dunque con i sensi allenati a scandagliare in continuo la propria mente, e quella dei colleghi, ho letto lo scritto.

Il racconto descrive fin troppo bene questi segnali.
Ora, considerato che la scorsa stagione il racconto, a mio sentire, trattava di suicidi, sale naturale un tremendo dubbio. Tuttavia, spero di averne intuito la tranquillizzante ragione.
Probabilmente una valvola di sfogo personale riguardo disagi che toccano altri, così da mettere in guardia il prossimo da patologie che possono facilmente interessare chiunque.

Alla luce di questo ritengo il pezzo scritto bene. Descrive altrimenti bene gli stati d’animo ed i contorti pensieri della disagiata protagonista.
A dire il vero l’argomento mi piace ben poco, pur essendo utile a tutti sviscerare il processo per cui un essere umano riesca ad arrivare a tanto. Comunque per come scritto e per come riesce a descrivere lo stato d’animo della protagonista e le dinamiche che regolano certi pensieri malati il mio voto è 4.

Il male alla radice di tutto questo a mio vedere rimane, come sempre, la lontananza più o meno volontaria da Dio. Chi si trova dentro o vicino a queste situazioni, meglio farebbe a tenerne conto.

:smt006
Le stelle brillano soltanto in notte oscura.
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Questo testo ha uno stile che crea un senso di curiosità e di attesa. Il ritmo è incalzante, anche per il susseguirsi di aggettivi, sempre più precisi nella descrizione, sia della cicatrice che dello stato d'animo della voce narrante. Questo ritmo ben riproduce il senso di ossessione della donna che esprime le sue emozioni, come in un vortice.
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Macrelli Piero ha scritto: 22/06/2020, 10:21 La brevità e sintesi sono due aspetti di questo racconto che lo valorizzano lasciandoti con il piacevole dolore di non potere sapere di più. Cicatrice come innesto e ibridazione di cui purtroppo non ne vedremo la fioritura come ci preannuncia il finale.
Grazie per il tuo commento e per la lettura!
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Letylety ha scritto: 23/06/2020, 8:58 Un bel racconto-riflessione. Sentito, sudato, sofferto, curato con amore. Le cicatrici fanno parte della nostra vita e ne siamo legati a filo doppio. Nel bene e nel male come un fuoco che arde vivono dentro di noi
Grazie Letylety per l’apprezzamento e per le tue parole.
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Namio Intile ha scritto: 23/06/2020, 18:25 Ogni racconto sempre più bello del precedente, Selene. La brevità in questo caso è un dono e nonostante la brevità sei riuscita a sostenere il climax e la chiave interpretativa del racconto fino alla fine. Che dirti di più? Continua così.
Quanto al tema, quell'ossessione la conosco, ci sono passato con una persona cara anche se per lei si trattava di una compulsione. Adoperava cioè il dolore per sfuggire a un'ossessione.
A ogni modo, hai saputo rendere l'angoscia e il lento incedere verso la propria autodistruzione, come fosse un percorso ineluttabile.
Wow grazie Namio, mi fa molto piacere leggere queste tue parole.
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Francesco Pino ha scritto: 24/06/2020, 8:46 Per i miei gusti è eccessivamente corto. Mi sarebbe piaciuto leggere un accenno di storia alle spalle della cicatrice e forse anche la descrizione di una seconda per dar più forza al concetto di collezione. Su quel che invece è scritto il moi giudizio è senz'altro positivo.
Ciao, grazie per il tuo commento; riguardo la brevità capisco il tuo punto di vista, ne prendo atto.
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Roberto ha scritto: 24/06/2020, 18:58 Ciao, ben scritto, ma troppo involuto, a mio modesto avviso. A tal punto che si fatica a trovare il senso del racconto. Ma parlo per me, ovviamente.
Ciao, capisco, ... quando si legge anche il lettore ha un ruolo importante, coi propri gusti e aspettative. È normale quindi che ci siano persone a cui un testo del genere non piace troppo, sono comunque felice che l’hai trovato ben scritto.
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Teseo Tesei ha scritto: 27/06/2020, 1:01 Una pentola a pressione è sul fuoco.
Al suo interno la pressione lentamente aumenta, poi cresce e cresce ancora e ancora più rapidamente.
Il rischio concreto è che continuando così la pentola esploda, invece d’un tratto qualcosa interviene.
Quando la pressione interna esercita sull’otturatore una spinta superiore al valore ritenuto pericoloso: si apre una valvola di sfogo.
Poco male, la pentola è salva e con lei la cena.
Questo sono quelle cicatrici.
Valvole di sfogo che fortunatamente evitano danni maggiori.
Sono anche un campanello d’allarme, molto chiaro.
Il soggetto non regge lo stress: questo vuole indicare quel campanello d'allarme.
Può esser, peraltro, anche segno premonitore di futuri tentativi di togliersi la vita.
Pare un controsenso: ci si procura del male per stare meglio.

Non tutti si procurano cicatrici solo con tagli o bruciature. Questo disagio induce nel farsi del male volontariamente anche con molteplici altre modalità più o meno subdole.

Ma perché?
Perché in definitiva ci si sente soli o morti dentro e per farla corta non in connessione con il proprio vero essere interiore. Così accade che il dolore fisico diventa nella testa del disagiato l’unico modo che trova per sentirsi vivo e percepire così tracce della presenza del proprio essere interiore.
E’ sempre bene interpretare questi comportamenti come una richiesta di aiuto che se trascurata può evolvere in qualcosa di assai peggio.

Il dono della fede aiuta molto a sintonizzarsi con il proprio essere interiore.
Anche passeggiare tra i boschi, navigare per diporto ad esempio può aiutare.
Scaricare periodicamente tutta la propria aggressività in allenamento o in certi contesti aiuta, specie se dopo averlo fatto cerchiamo un leale contatto con il nostro essere interiore.

In determinati ambiti lavorativi certi fenomeni vengono monitorati in continuo.
Ogni operatore riporta immediatamente qualsiasi segnale, che possa indicare anche solo lontanamente un simile disagio. Oltretutto i controlli medici sono settimanali e talvolta anche più ravvicinati.
Pur avendo a che fare con soggetti forti, selezionati ed in grado di resistere ad elevati livelli di stress.
Il coraggio non deve mai lasciare spazio ad incoscienza, questa può infatti mettere in pericolo tutti.
Eppure può capitare che la risposta psicofisica a compiti, di natura emotiva, cognitiva o professionale eccessivi, secondo lo stesso criterio delle cicatrici, possa sfogare in un agire poco lucido ed autolesionista, assai pericoloso sia per sé stessi che per i propri colleghi. Da qui l'esigenza di un controllo continuo.

Ciò premesso, dunque con i sensi allenati a scandagliare in continuo la propria mente, e quella dei colleghi, ho letto lo scritto.

Il racconto descrive fin troppo bene questi segnali.
Ora, considerato che la scorsa stagione il racconto, a mio sentire, trattava di suicidi, sale naturale un tremendo dubbio. Tuttavia, spero di averne intuito la tranquillizzante ragione.
Probabilmente una valvola di sfogo personale riguardo disagi che toccano altri, così da mettere in guardia il prossimo da patologie che possono facilmente interessare chiunque.

Alla luce di questo ritengo il pezzo scritto bene. Descrive altrimenti bene gli stati d’animo ed i contorti pensieri della disagiata protagonista.
A dire il vero l’argomento mi piace ben poco, pur essendo utile a tutti sviscerare il processo per cui un essere umano riesca ad arrivare a tanto. Comunque per come scritto e per come riesce a descrivere lo stato d’animo della protagonista e le dinamiche che regolano certi pensieri malati il mio voto è 4.

Il male alla radice di tutto questo a mio vedere rimane, come sempre, la lontananza più o meno volontaria da Dio. Chi si trova dentro o vicino a queste situazioni, meglio farebbe a tenerne conto.

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Ciao Teseo, che dire, i tuoi commenti fanno quasi impressione per la sensibilità e attenzione che impieghi.
Ti ringrazio per il giudizio positivo nonostante l’argomento.

Ho però una domanda: quando parli del tema “suicidio” nel racconto della stagione precedente cosa intendi? Ognuno giustamente interpreta a proprio modo ciò che legge ma né in questo né nel mio precedente racconto si tratta/trattava di questo argomento.
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Lucia De Falco ha scritto: 27/06/2020, 19:20 Questo testo ha uno stile che crea un senso di curiosità e di attesa. Il ritmo è incalzante, anche per il susseguirsi di aggettivi, sempre più precisi nella descrizione, sia della cicatrice che dello stato d'animo della voce narrante. Questo ritmo ben riproduce il senso di ossessione della donna che esprime le sue emozioni, come in un vortice.
Grazie Lucia per l’attenta lettura e per il tuo commento!
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Selene Barblan ha scritto: 28/06/2020, 19:03 Ho però una domanda: quando parli del tema “suicidio” nel racconto della stagione precedente cosa intendi? Ognuno giustamente interpreta a proprio modo ciò che legge ma né in questo né nel mio precedente racconto si tratta/trattava di questo argomento.
Il presente racconto non tratta infatti, in modo diretto, di quell'argomento.
Come specificato certi segnali possono essere avvisaglie che poi, non per forza, possono trasformasi proprio in quel crimine.

Nel racconto precedente Fosco, causa il suo comportamento, per una serie di figure retoriche impiegate, per certe descrizioni, e causa alcuni indizi, oltre che per tante altre ragioni mi pareva indicare proprio quell'argomento in modalità "subconscio".
Felice di essermi sbagliato, se non è così. :-D

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Ultima modifica di Teseo Tesei il 28/06/2020, 22:40, modificato 2 volte in totale.
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Re: La collezione

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Re: La collezione

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Argomento veramente tosto, che colpisce il lettore non appena capisce di cosa si tratta. Non sembra esserci nessun compiacimento da parte dell'autrice che procede spedita nella narrazione. Come sempre in questi casi, la brevità aggiunge drammaticità ed incisività al testo
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Se ho capito bene (ma c'è il rischio concreto che non sia così), la protagonista è una seguace della moda Emo, nella quale ci si tagliuzza braccia, gambe, ecc., per manifestare il proprio disagio psicologico.
Il racconto, seppur breve, lo descrive bene e merita un voto superiore alla media.
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Re: La collezione

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Ricordatevi di specificare esattamente "Commento" come titolo del messaggio usato per commentare le opere in Gara (senza prefissi come "Re:" o altri suffissi), altrimenti non verranno conteggiati dal sistema, grazie!
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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Re: La collezione

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Mariangela ha scritto: 14/07/2020, 14:24 Argomento veramente tosto, che colpisce il lettore non appena capisce di cosa si tratta. Non sembra esserci nessun compiacimento da parte dell'autrice che procede spedita nella narrazione. Come sempre in questi casi, la brevità aggiunge drammaticità ed incisività al testo
Grazie Mariangela per aver letto e commentato il mio racconto!
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Andr60 ha scritto: 14/07/2020, 15:25 Se ho capito bene (ma c'è il rischio concreto che non sia così), la protagonista è una seguace della moda Emo, nella quale ci si tagliuzza braccia, gambe, ecc., per manifestare il proprio disagio psicologico.
Il racconto, seppur breve, lo descrive bene e merita un voto superiore alla media.
Grazie Andr60 per le tue parole e per il favorevole riscontro; riguardo l’interpretazione... trovo interessante lasciare il più possibile la libertà al lettore di darsi un significato, quello da te esposto è sicuramente pertinente.
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Roberto Virdo' ha scritto: 04/07/2020, 18:54 Meraviglioso scritto, a mio parere. Uno stile raffinato per dei contenuti estremamente profondi. L'autrice ha conquistato la mia ammirazione per aver sviscerato delle sensazioni tanto intime quanto complesse da rappresentare. Permettetemi una menzione sull'unica "divagazione" del racconto (se non erro il solo inciso e per questo ancor più bella): odio tutto ciò che emula la perfezione. Piccola perla in un forziere pieno di monete d'oro.
Grazie Roberto, le tue parole mi fanno molto piacere 🙂
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Messaggio da leggere da Lodovico »

Non posso permettermi di dare un voto inferiore al massimo a questo racconto che, per quanto mi riguarda, rappresenta l'essenza del racconto brevissimo che vuole far cadere in fallo il lettore, di cui sono un assoluto estimatore. Poche parole pochi fronzoli, ma un mistero: che sarà questa collezione? E lo si scopre, come da copione solo all'ultima riga, all'ultima frase per stupire il lettore come d'obbligo. Se posso darti un solo consiglio scarseggia ancora di più con gli indizi che permettano di intuire quale sia l'argomento del racconto, avrei forse evitato " si assottiglia fino a scomparire nel solco formato dai seni." un po' troppo esplicita. Comunque bravissima! (p:s: spero che il racconto sia di pura fantasia e non legato a storie di vita vissuta)
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Lodovico ha scritto: 16/07/2020, 20:20 Non posso permettermi di dare un voto inferiore al massimo a questo racconto che, per quanto mi riguarda, rappresenta l'essenza del racconto brevissimo che vuole far cadere in fallo il lettore, di cui sono un assoluto estimatore. Poche parole pochi fronzoli, ma un mistero: che sarà questa collezione? E lo si scopre, come da copione solo all'ultima riga, all'ultima frase per stupire il lettore come d'obbligo. Se posso darti un solo consiglio scarseggia ancora di più con gli indizi che permettano di intuire quale sia l'argomento del racconto, avrei forse evitato " si assottiglia fino a scomparire nel solco formato dai seni." un po' troppo esplicita. Comunque bravissima! (p:s: spero che il racconto sia di pura fantasia e non legato a storie di vita vissuta)
Wow, grazie per l’apprezzamento :) sono felice di leggere le tue parole.
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Messaggio da leggere da Simone_Non_é »

Ciao Selene! Partiamo subito dal voto per me è 4, mi è piaciuto molto forse avrei spinto un attimo di più sull'introspezione del personaggio, detto questo il sapore della solitudine mista alla voglia di cambiamento mi è arrivata in tutte le sue sfumature. Complimenti per la sensibilità e bel lavoro!
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256K

256K

256 racconti da 1024 Karatteri

Raccolta delle migliori opere che hanno partecipato alla selezione per l'antologia 256K. Ci sono 256 racconti da non più di 1024 battute. A chiudere l'antologia c'è un bellissimo racconto del maestro della fantascienza italiana Valerio Evangelisti. Ogni pagina, è corredata da una cronologia dei vecchi computer dagli anni '50 agli '80. A ogni autore è stato inoltre assegnato un QR Code. Da non perdere!
A cura di Massimo Baglione e Massimo Fabrizi
con la partecipazione di: Alessandro Napolitano e Paolo Oddone.

Contiene opere di: Alberto Tristano, nwRoberto Guarnieri, Ramona Cannatelli, nwSer Stefano, Giorgio Aprile, Gianluca Santini, Matteo Mancini, Giorgia Rebecca Gironi, nwMariella Vallesi, Tommaso Chimenti, Diego Salvadori, Giulia Conti, Beatrice Traversin, Maria Cristina Biasoli, Massimiliano Campo, Il Cazzaro di 6502, Polissena Cerolini, Patrizia Birtolo, Paolo Capponi, Paolo Cavicchi, nwLuca Romanello, Igor Lampis, Diego Di Dio, Leonardo Boselli, David Parronchi, VS, Antonella Tissot, nwSam L. Basie, nwAnnamaria Trevale, Bruno Ugioli, Ilaria Spes, nwBruno Elpis, nwMassimiliano Prandini, Andrea Marà, Riccardo Fumagalli, Joshi Spawnbrød, Daniele Picciuti, Gian Filippo Pizzo, Flavio Valerio Nervi, Ermanno Volterrani, nwManuela Costantini, nwMatteo Carriero, Eva Bassa, nwLorenzo Pompeo, nwAndrea Andreoni, Valeria Esposito, Stefano Caranti, Riccardo Carli Ballola, Stefano Pierini, Giuseppe Troccoli, Francesco Scardone, Andrea Cavallini, Alice Chimera, nwCosimo Vitiello, Mariaeleonora Damato, Stefano Mallus, Sergio Oricci, Michele Pacillo, Matteo Gambaro, nwAngela Di Salvo, Marco Migliori, Pietro Chiappelloni, Sergio Donato, Ivan Visini, Ottavia Piccolo, Ester Mistò, Alessandro Mascherpa, Gianmarco Amici, Raffaella Munno, Michele Campagna, nwDiego Bortolozzo, Lorenzo Davia, Marco Solo, Gianluca Gendusa, Caterina Venturi, Lorenzo Crescentini, Silvia Tessa, Simona Aiuti, Chiara Micheli, nwAnna Tasinato, Valentina Giuliani, Giulio D'Antona, Maria Francesca Cupane, Veruska Vertuani, Giacomo Scotti, Chiara Zanini, nwLorenzo Fontana, Tiziana Ritacco, Margherita Lamatrice, Aurora Torchia, nwLuigi Milani, Maurizio Brancaleoni, Gloria Scaioli, Filomena, Piergiorgio Annicchiarico, Morik Chadid, Chiara Perseghin, Massimo Ferri, nwSimone Messeri, Davide Dotto, Serena M. Barbacetto, Roberto Bernocco, Anthony Strange, Cristian Leonardi, Fabiola Lucidi, nwRoberto Bommarito, Antonio Russo De Vivo, Giacomo Gailli, Giovanni Duminuco, Federico Pergolini, Fabrizio Leonardi, Amigdala Pala, Natale Figura, nwCeleste Borrelli, Francesca Panzacchi, Andrea Basso, nwGiacomo Inches, nwUmberto Pasqui, Mario Frigerio, nwLuigi Bonaro, nwLuca Romani, Anna Toro, Giuseppe Varriale, nwMaria Lipartiti, Marco Battaglia, Arturo Caissut, Stefano Milighetti, Davide Berardi, Paolo Secondini, nwSusanna Boccalari, Andrea Indiano, Alexia Bianchini, Penelope Mistras, Anna Grieco, Samantha Baldin, Serena Bertogliatti, nwValentina Carnevale, Gloria Rochel, nwAndrea Leonelli, James Carroll Wish, Marco Ferrari, Giovanni Ferrari, nwMew Notice, Maurizio Vicedomini, nwParide Bastuello, Alessandra Lusso, Mirko Giacchetti, Francesco Manarini, Massimo Rodighiero, nwDaniela Piccoli, Alessandro Trapletti, nwMarco Tomasetto, nwConrad, Giovanni Sferro, nwMorgana Bart, Omar Spoti, Massimo Conti, Andrea Donaera, Roberto Alba, Libeth Libet, Angela Rosa, Valentina Coscia, Antonio Matera, Fabio Brusa, nwStefano Olivieri, nwIsabella Galeotti, Chiara de Iure, Ilaria Ranieri, Lorenzo Valle, Francesco Fortunato, Valentina Tesio, Elena Pantano, Maria Basilicata, Antonio Costantini, Riccardo Delli Ponti, Giovanna Garofalo, nwEliseo Palumbo, Federica Neri, nwAlessandro Napolitano, Stefano Valente, Linda Bartalucci, nwLuisa Catapano, nwDiego Cocco, Riccardo Sartori, nwDario Degliuomini, nwGianni Giovannone, Nicola Fierro, Federico Marchionni, Romeo Mauro, Francesco Azzurli, Filippo Pirro, Luca Marinelli, Triptil Pazol, Marco Sartori, nwIunio Marcello Clementi, Maria Lucia Nosi, Valentina Vincenzini, Jacopo Mariani, Diletta Fabiani, Lodovico Ferrari, Paolo Franchini, nwTullio Aragona, Davide Corvaglia, Davide Figliolini, Beniamino Franceschini, Roberto Napolitano, Valeria Barbera, Federico Falcone, Stefano Meglioraldi, Eugenia Bartoccini, Andrea Gatto, Sonia Galdeman, Filomena Caddeo, Dario D'Alfonso, Chantal Frattini, Viola Cappelletti, Maria Stella Rossi, Serena Rosata, Francesco Di Mento, Giuseppe Sciara, Mario Calcagno, Tanja Sartori, Andrea Giansanti, Lorenzo Pedrazzi, Alessio Negri Zingg, Ester Trasforini, Daniele Miglio, Viola Killerqueen Lodato, Delos Veronesi, Giuseppe De Paolis, nwDiego Capani, Stefano Colombo, Aislinn, nwMarco Marulli, Sanrei, Emanuele Crocetti, Andrea Borla, Elena Noseda, Anna Notti, Andreea Elena Stanica, Marina Priorini, Lucia Coluccia, nwSimone Babini, Fiorenzo Catanzaro, Francesco Mastinu, Cristina Cornelio, nwRoberto Paradiso, Andrea Avvenengo, Maria Boffini, Mara Bomben, Alex Panigada, Federico Iarlori, Marika Bernard, Alessandra Ronconi, Francesco Danelli, Gabriele Nannetti, Salvatore Ingrosso, Paolo Oddone, Valerio Evangelisti.

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I sette vizi capitali

I sette vizi capitali

antologia AA.VV. di opere ispirate alle inclinazioni profonde, morali e comportamentali dell'anima umana

A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwMarco Bertoli, Federico Mauri, nwEmilia Pietropaolo, nwFrancesca Paolucci, nwEnrico Teodorani, nwUmberto Pasqui, Lidia Napoli, nwAlessandro Mazzi, Monica Galli, nwAndrea Teodorani, nwLaura Traverso, nwNicolandrea Riccio, nwF. T. Leo, Francesco Pino, nwFranco Giori, Valentino Poppi, Stefania Paganelli, nwSelene Barblan, Caterina Petrini, nwFausto Scatoli, nwAndr60, Eliana Farotto.

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Blue Bull

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Poliziesco ambientato a Chicago e Nuovo Messico

Un poliziesco vecchio stile, cazzuto, ambientato un po' a Chicago e un po' in New Mexico, dove un poliziotto scopre di avere un figlio già adulto e, una volta deciso di conoscerlo, si accorgerà che non sarà così semplice. Una storia dura e forse anche vera.
Frank Malick, attempato sergente della polizia di Chicago, posto finalmente di fronte alle conseguenze d'una sua mancanza commessa molti anni prima, intraprende un viaggio fino in Nuovo Messico alla ricerca di qualcosa a metà tra il perdono delle persone che aveva fatto soffrire e la speranza di un'improbabile redenzione.
Di Massimo Baglione e Cataldo Balducci.

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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.






Alcuni esempi di nostri ebook gratuiti:


La Gara 14 - Storie di Storia

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(giugno 2010, 68 pagine, 1,17 MB)

Autori partecipanti: VecchiaZiaPatty, Hellies, nwMagasulla, Jane90, Muirne, nwLudo78, Gigliola, nwEnzo Milano, nwArianna, Robbstark85, nwManuela, nwTitty Terzano, Tetsu, nwGloria, nwArditoeufemismo, nwMichele, nwPamelas, nwStefy71, nwBludoor, nwVit, nwMastronxo, nwGiacomo mass, Barbara g,
A cura di Ser Stefano.
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La Gara 11 - Parole in padella

La Gara 11 - Parole in padella

(febbraio 2010, 50 pagine, 904,84 KB)

Autori partecipanti: nwAlessandro Napolitano, nwArditoeufemismo, Mario, Stefy, nwMassimo Baglione, Dino, nwCosimo Vitiello, Bonnie, nwNembo13, Giacomo Scotti, nwErika, nwManuela, nwCarlocelenza, nwCMT, nwSphinx, nwGiuseppe, Miriam, nwRita Di Sano, Abigail,
A cura di Pia.
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La Gara 37 - Il trinomio Fantastico

La Gara 37 - Il trinomio Fantastico

(aprile/maggio 2013, 50 pagine, 1,25 MB)

Autori partecipanti: nwNunzio Campanelli, nwMarino Maiorino, nwLodovico, nwPatrizia Benetti, Antares, nwMonica Porta may bee, nwLicetti, nwYendis, nwCarlocelenza, Scrittore97, nwAnto Pigy, nwPardan, nwFreecora, nwLorella15, nwPolly Russell, nwLeggEri,
A cura di Mastronxo e Ser Stefano.
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