Tra grano e girasoli
Tra grano e girasoli
La luce del sole filtrava come lame infuocate attraverso le foglie dei pioppi. Sentivo il crepitio dei rametti secchi calpestati dalle suole dei sandali che interrompevano a tratti il frinire incessante delle cicale e il suo fiato che sapeva di aglio e morte. Riconobbi il bosco di tigli dall’acacia secolare che costeggiava la stradina polverosa di ghiaia. La polvere si insinuava nelle narici furtiva pizzicandomi le mucose, ma non riuscivo nemmeno a starnutire, nonostante lo stimolo. Subito dopo il boschetto smisurati ettari di appezzamenti di granoturco e splendidi campi di girasole. Era una meravigliosa giornata d’estate, un’esplosione di suoni e colori,una varietà di uccelli entusiasmante, soprattutto per il gran numero di falchi e poiane e il fastidioso ronzare degli insetti per me era pura melodia.
Il dolore alle gambe però era sempre più lancinante e il trascinamento sui sassolini rendeva tutto più insopportabile. Qualche volta chiudevo gli occhi e immaginavo la cucina soleggiata di casa, con mia madre che preparava la spremuta di arance e pompelmi mentre Nena dalla veranda brontolava su quanto la scuola le facesse schifo.
Ogni tanto uno scossone mi riportava sulla stradina polverosa, tra grano e girasoli. A tratti le ginocchia incrostate si sollevavano impedendomi per pochi benedetti istanti di evitare lo sfregamento con i sassolini.
Oramai non riuscivo più a sollevare la testa che ondeggiava a ciondoloni come un burattino. Ecco come dovevo apparire a un osservatore esterno: un vecchio burattino da gettare, con il vestito sgualcito e sporco, i capelli incollati tra loro dal fango e dal sangue ormai rappreso. Una bambola di pezza maleodorante sorretta e trascinata dal suo burattinaio verso l’epilogo della storia.
Lo sentivo ansimare per la fatica. Ero una donna esile, ma trascinarmi a peso morto sarebbe stato uno sforzo per chiunque, a poco servivano le cinghie di cuoio che mi aveva stretto sotto le braccia. Sentivo l’odore del suo sudore che si mescolava al mio diventando un tutt’uno con il profumo delle more selvatiche e dell’acqua salmastra dello stagno dei Manicardi. Non saprei dire per quanto avevamo camminato e non me ne importava. Ad un tratto ci fermammo, forse per prendere fiato. Avrei voluto tanto alzare la testa ma proprio non ce la facevo. Avrei dovuto correre via ma non erano le cinghie ad impedirmelo, bensì le gambe che non rispondevano più ai miei comandi. Riprendemmo la marcia e, guardando in basso, vidi che i sassolini venivano sostituiti dall’erba. Poi ci fermammo nuovamente, mi tolse le cinghie e mi adagiò a terra. Rimase lì a guardarmi per un tempo indefinito borbottando qualcosa come “mi dispiace”. Non volevo ascoltare le sue parole che mi giungevano lontane e sgradite, nessun suono riuscivo a percepire, solo un intenso profumo di arance. Finalmente ero in pace, il dolore era scomparso, gli occhi diretti verso la calda e accogliente luce del sole, le gambe poggiate sul terreno molle e una libellula che si posava sul seno sinistro.
In questi anni molte cose sono cambiate: il granoturco è stato sostituito da piantagioni di soia e i girasoli da ettari di vigneti. Molte zone sono state bonificate e coltivate, ma il bosco in cui mi trovo è sempre rimasto lì, intoccabile. Spesso chiedo aiuto e di notte piango, piango così tanto che poi mi riaddormento per lo sfinimento, ma nessuno riesce a udire le mie suppliche.
Mi chiamo Amalia Serraglio e sono scomparsa da casa il 19 luglio del 1976, uccisa e abbandonata il 27 luglio 1981. Avevo solo 19 anni.
Ultima modifica di Carol Bi il 20/07/2020, 16:04, modificato 2 volte in totale.
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Un racconto che mi ha fatto stare male; non fraintendermi, il racconto è bello, con buone descrizioni, un ritmo che accompagna la povera protagonista verso la terribile conclusione. È il tema che, forse perché sono un po’ troppo sensibile in questo periodo, mi ha angosciato particolarmente. Trovo sia anche importante parlarne, quindi ti faccio i miei complimenti sia per lo stile che per i contenuti, seppur così truci.
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Racconto che colpisce, trasportando lo sguardo dalla Natura che si apre intorno a quello che sta succedendo e a quello che non si può più cambiare. Nel bel panorama estivo iniziale, la nota sgradevole sul fiato si inserisce come un allarme e, lentamente la comprensione arriva, trascinata come il corpo della ragazza. C'è un'aria di malinconia che cala sui campi estivi, sulla pace dei boschi, e si riallaccia alla nota dolorosa del finale. La narrazione non nasconde la cattiveria della vicenda ma la svolge con delicatezza, quasi con riguardo verso la protagonista, lasciando immaginare la gran parte di ciò che è avvenuto, ma privilegiando un sentimento di pietà rispettosa.
Ti segnalo una ripetizione, all'inizio: "meravigliosi campi" e "meravigliosa giornata".
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non so se fai riferimento a un episodio realmente accaduto o meno, anche se credo di no.
le descrizioni sono buone e riescono a creare un'atmosfera particolare, che affascina il lettore.
però non sono del tutto convinto da questa prova.
secondo me ci sono espressioni e punti di vista che paiono artificiali, quasi gonfiati.
probabilmente è solo una mia cattiva interpretazione, in ogni caso non è male
le descrizioni sono buone e riescono a creare un'atmosfera particolare, che affascina il lettore.
però non sono del tutto convinto da questa prova.
secondo me ci sono espressioni e punti di vista che paiono artificiali, quasi gonfiati.
probabilmente è solo una mia cattiva interpretazione, in ogni caso non è male
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

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Carol, il tuo piccolo componimento mi ha messo in crisi. Questione di sensibilità ovviamente: mi accodo in questo al commento di Selene. E anche per me vale lo stesso discorso, cioè non fraintendere!
Brava, davvero brava per il modo in cui hai posto la storia. Io ci ho visto un chiaroscuro, tinte forti tanto nel male dell'uomo quanto nel bello della natura. Lo stile è particolarmente efficace nell'alternanza di questi due aspetti, questo è il mio modesto parere. Unico appunto, ma molto personale, è la chiusura che forse avrebbe meritato qualche riga in più visto il tocco delicato che hai saputo comunque elargire nelle tue righe a dispetto del crudo tema.
Scusa se ora mi "allargo", non dovrei ma al cuor non si comanda: alcune immagini - quelle belle ovviamente - mi hanno riportato a Sting nei suoi "Fields of Gold". Forse la gran voglia di fuggire da tutto questo… ma di nuovo perdona questo mio fluttuare gratuito. Spero di rileggerti presto.
Brava, davvero brava per il modo in cui hai posto la storia. Io ci ho visto un chiaroscuro, tinte forti tanto nel male dell'uomo quanto nel bello della natura. Lo stile è particolarmente efficace nell'alternanza di questi due aspetti, questo è il mio modesto parere. Unico appunto, ma molto personale, è la chiusura che forse avrebbe meritato qualche riga in più visto il tocco delicato che hai saputo comunque elargire nelle tue righe a dispetto del crudo tema.
Scusa se ora mi "allargo", non dovrei ma al cuor non si comanda: alcune immagini - quelle belle ovviamente - mi hanno riportato a Sting nei suoi "Fields of Gold". Forse la gran voglia di fuggire da tutto questo… ma di nuovo perdona questo mio fluttuare gratuito. Spero di rileggerti presto.
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Il testo affronta una tematica molto importante. Molte persone scompaiono nel nulla, rapite, inghiottite dalla terra, come la protagonista di questo brevissimo racconto. Mi ha colpito una cosa: la ragazza è stata così a lungo segregata che si entusiasma per il tripudio della natura. La cosa che mi è piaciuta di più è stata il finale perchè è drammatico, scioccante, proprio perchè a narrare è ancora la ragazza.
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Una storia forte per una tematica forte. E' ben costruita, il lettore si aspetta qualcosa di idilliaco tra grano e girasoli, e inceve sta accadendo una cosa tremenda. Solo un piccolo indizio all'inizio, che non quadra con tutto il resto (il fiato che sa di aglio e di morte). Poi la scena cambia, ma grano e girasoli rimangono, a intermittenza, come i ricordi, ad alleggerire la cupezza del racconto.
Il finale m lascia molto perplessa: è ancora narrato dalla voce della protagonista, laddove l'io narrante è morto da anni e quindi non dovrebbe più parlare, salvo una sua presenze soprannaturale, che mi sembra però incongruente con il contesto del racconto. Avrei preferito magari un foglio di giornale che vola nell'aria e riporta astrattamente l'informazione, ovviamente senza il riferimento ai cambiamenti avvenuti nel bosco. Sembra quasi un voler attirare l'attenzione su un dolore e disperazione che erano già stati mostrati in modo molto più incisivo nel resto del racconto e qui perdono invece di nerbo.
Il finale m lascia molto perplessa: è ancora narrato dalla voce della protagonista, laddove l'io narrante è morto da anni e quindi non dovrebbe più parlare, salvo una sua presenze soprannaturale, che mi sembra però incongruente con il contesto del racconto. Avrei preferito magari un foglio di giornale che vola nell'aria e riporta astrattamente l'informazione, ovviamente senza il riferimento ai cambiamenti avvenuti nel bosco. Sembra quasi un voler attirare l'attenzione su un dolore e disperazione che erano già stati mostrati in modo molto più incisivo nel resto del racconto e qui perdono invece di nerbo.
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Ciao Carol! Bel racconto che arriva, scritto davvero bene. Ho seguito parecchi docu-film a riguardo e devo dire che hai inquadrato al meglio la situazione. Molto lontano dal mio modo di approcciarmi ad un racconto in quanto solitamente mi faccio prendere da ciò che mi da spunti riflessivi nuovi, qui non ne ho trovati. Detto questo è una ben riuscita fotografia di quei momenti. Voto 4, solo perché mi è mancato quello spunto in più
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Il fatto che alcuni lettori siano rimasti sconvolti dalla storia indica la tua abilità nel coinvolgere emotivamente, quindi io lo vedrei come un fattore positivo.
Ho letto per tutto il tempo con la curiosità di scoprire cosa stava per accadere, immaginando bellissimi scenari estivi. Il finale poi mi ha riportato alla realtà, ovvero che possono accadere cose terribili anche in una splendida giornata estiva.
Mi trovo quindi d'accordo con il commento di @Ida-59 (anche per sviluppo, forma e tutto il resto)
In bocca al lupo!
Ho letto per tutto il tempo con la curiosità di scoprire cosa stava per accadere, immaginando bellissimi scenari estivi. Il finale poi mi ha riportato alla realtà, ovvero che possono accadere cose terribili anche in una splendida giornata estiva.
Mi trovo quindi d'accordo con il commento di @Ida-59 (anche per sviluppo, forma e tutto il resto)
In bocca al lupo!
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Il racconto ha un impatto emotivo indubbio, e la narrazione riesce a creare in modo efficace una tensione che tiene il lettore con il fiato sospeso. Come hanno detto già altri prima di me, però, c'è una caduta di tono nel finale, che è troppo brusco e non coerente con il fatto che la protagonista è morta. Dovresti trovare una soluzione alternativa per chiudere il racconto senza fare crollare il pathos narrativo.
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E' un racconto forte che propone un tema drammatico. Il contrasto fra la bellezza della natura e l'orrore di quanto sta accadendo è un'idea davvero ben riuscita. L'unica cosa che non mi è piaciuta molto è il fatto che la protagonista - già morta - parli in prima persona.
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Hai parlato di fatti tristemente noti, e lo hai fatto con molta maestria nel senso di aver saputo alleggerire la drammaticità della storia con i colori e i profumi della natura circostante. Sembra, leggendo il tuo racconto, di assistere ad una delle tante brutture umane mandate in onda dal noto programma "Chi l'ha visto?" Brava!
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Dal mio modesto punto di vista il racconto è ben articolato e scorre bene. Le descrizioni sono molto belle e coinvolgono il lettore in quello che è l'ultimo viaggio della sventurata ragazza. Ho dato 4 e non 5, perchè a mio gusto avrei preferito intuire "più tardi" il finale crudo del racconto. Tolto questo, secondo me un buonissimo lavoro.
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Racconto leggermente disturbante che porta ad immedesimarsi e sentire per un attimo sulla propria pelle una storia davvero tetra e inquietante. I dettagli come i profumi ed i fugaci ricordi ne accentuano l'effetto mettendo ulteriormente a nudo la fredda tragedia che si consuma.
- Umberto Pasqui
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Una prova interessante nella sua tragicità. Si fa leva sui sensi in un ultimo fiotto di consapevolezza prima della fine, vista come liberazione in tutti i sensi, dal rapitore (?), dal dolore, dalla lunga e orribile prigionia. Si eccede, forse, nel descrittivo ma pare che la vista flebile della ragazza si appigli a quanto vede a quanto sente come ultimo inebriarsi di vita. Certe espressioni mi suonano un po' barocche ("la polvere si insinuava furtiva pizzicandomi le mucose", l'avrei reso con "s'insinuava di tanto in tanto polvere irritante" o simili) e il titolo non merita, avrei preferito "Mi dispiace".
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Non so davvero come commentare questo racconto. È ben scritto, con immagini evocative che aiutano il lettore ha penetrare l'animo della donna. Il non sapere niente di quanto le è successo però a me personalmente ha disturbato un pochino. Parere personale il mio, però il finale così senza un prima e un dopo (anzi un dopo sì visto il finale) mi ha lasciato un po' di rammarico. Rispetto allo stile però niente da dire è ben fatto.
Alcuni esempi di nostri libri autoprodotti:
Antologia visual-letteraria (Volume due)
Antologia dedicata agli animali
Questo libro è una raccolta dei migliori testi che hanno partecipato alla selezione per la seconda antologia di BraviAutori.it. I ricavati saranno interamente devoluti al sostentamento di una comunità felina abbandonata sita nei pressi del Nucleo industriale di Longarone, Belluno, a poche centinaia di metri dalla diga del Vajont.
A cura di Massimo Baglione e Alessandro Napolitano.
Contiene opere di: Paolo Maccallini, Gianluca Gendusa, Pia Barletta, Angela Di Salvo, Miriam Mastrovito, Alessandro Napolitano, Valentina Margio, Gilbert Paraschiva, Enrico Arlandini, Elena Piccinini, Stefano di Stasio, Eugenio De Medio, Celeste Borrelli, Luisa Catapano, Anna Maria Folchini Stabile, Giovanni Minio, Gemma Cenedese, Antonio Giordano, Rodolfo Vettorello, Cosimo Vitiello, Damiano Giuseppe Pepe, Patrizia Birtolo, Pietro Rainero, Roberto Stradiotti, Anna Giraldo, Maria Rizzi, Vittorio Scatizza, Paolo Frattini, Matteo Mancini, Piergiorgio Annicchiarico, Fabrizio Siclari, Emanuela Cinà, Laura Maria Rocchetti.
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Antologia visual-letteraria (Volume uno)
Collage di opere grafiche e testuali pubblicate sul portale www.BraviAutori.it
Il libro è un collage di opere grafiche e testuali pubblicate sul portale www.BraviAutori.it e selezionate tenendo conto delle recensioni ricevute, del numero di visualizzazioni e, concedetecelo, il nostro gusto personale. L'antologia non segue un determinato filone letterario e le opere sono state inserite volutamente in ordine casuale.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Dino Licci, Annamaria Trevale, Sara Palladino, Filippo C. Battaglia, Gilbert Paraschiva, Luigi Torre, Francesco Vespa, Luciano Somma, Francesco Troccoli, Mitsu, Alda Visconti Tosco, Mauro Cancian, Dalila, Elisabetta Maltese, Daniela Tricarico, Antonella Iacoli, Jean Louis, Alessandro Napolitano, Daniela Cattani Rusich, Simona Livio, Michele Della Vecchia, Giovanni Saul Ferrara, Simone De Foix, Claudia Fanciullacci, Giorgio Burello, Antonia Tisoni, Carlo Trotta, Matteo Lorenzi, Massimo Baglione, Lorenzo Zanierato, Riccardo Simone, Monica Giussani, Annarita Petrino, Luigi Milani, Michele Nigro, Paolo Maccallini, Maria Antonietta Ricotti, Monica Bisin, Gianluca Gendusa, Cristiana, Simone Conti, Synafey, Cicobyo, Massimiliano Avi, Daniele Luciani, Cosimo Vitiello, Mauro Manzo.
A cura di Massimo Baglione.
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L'Altro
antologia AA.VV. sulle diversità del Genere Umano
Attraverso il concorso "L'Altro - antologia sulle diversità del Genere Umano", gli autori erano stati chiamati a esprimersi sulle contrapposizioni fra identità, in conflitto o meno, estendibili anche a quelle diversità in antitesi fra di loro come il terreste e l'alieno, l'Uomo e l'animale, l'Uomo e la macchina, il normale e il diversamente abile, il cristiano e il musulmano, l'uomo e la donna, il buono e il cattivo, il bianco e il nero eccetera. La redazione cercava testi provocatori (purché nei limiti etici del bando), senza falsi moralismi, variegati, indagatori e introspettivi. Ebbene, eccoli qua! La selezione è stata dura e laboriosa, ma alla fine il risultato è questo ottimo libro.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Furio Bomben.
Contiene opere di: Furio Bomben, Antonio Mattera, Maria Letizia Amato, Massimo Tivoli, Vespina Fortuna, Thomas M. Pitt, Laura Massarotto, Pasquale Aversano, Ida Dainese, Iunio Marcello Clementi, Federico Pavan, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Giorgio Leone, Giovanna Evangelista, Alberto Tivoli, Anna Rita Foschini, Francesco Zanni Bertelli, Gabriele Ludovici, Laura Traverso, Luca Valmont, Massimo Melis, Abraham Tiberius Wayne, Stefania Fiorin.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Furio Bomben.
Contiene opere di: Furio Bomben, Antonio Mattera, Maria Letizia Amato, Massimo Tivoli, Vespina Fortuna, Thomas M. Pitt, Laura Massarotto, Pasquale Aversano, Ida Dainese, Iunio Marcello Clementi, Federico Pavan, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Giorgio Leone, Giovanna Evangelista, Alberto Tivoli, Anna Rita Foschini, Francesco Zanni Bertelli, Gabriele Ludovici, Laura Traverso, Luca Valmont, Massimo Melis, Abraham Tiberius Wayne, Stefania Fiorin.
Alcuni esempi di nostri ebook gratuiti:
La Gara 65 - Viaggi, amici, bagagli
(luglio/agosto 2017, 30 pagine, 676,30 KB)
Autori partecipanti: Ser Stefano, Massimo Tivoli, Daniele Missiroli, Angela Catalini, Nunzio Campanelli, Enrico Gallerati, Angelo Manarola,
a cura di Ida Dainese.
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Gara d'Autunno 2018 - Lettera a Giovanni, e gli altri racconti
(autunno 2018, 35 pagine, 707,65 KB)
Autori partecipanti: Fausto Scatoli, Ida Dainese, Nunzio Campanelli, Carol Bi, Lodovico, Roberto Bonfanti, Liliana Tuozzo, Daniele Missiroli, Laura Traverso, Tiziano Legati, Draper,
a cura di Massimo Baglione e Laura Ruggeri.
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La Gara 53 - Metamorfosi
(luglio 2015, 26 pagine, 662,06 KB)
Autori partecipanti: Patrizia Chini, Gloria D. Fedi, Giorgio Leone, Aurora Cecchini, Alberto Tivoli, Angela 73,
a cura di Laura Chi (con la supervisione di Giorgio Leone).
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