Columbine School
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Columbine School
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comunque il testo è, secondo me, da rivedere. ci sono tempi verbali che non combaciano, un po' al passato e un po' al presente.
c'è qualche refuso, ma credo siano errori di battitura.
buone le descrizioni.
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Re: Columbine School
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Re: Columbine School
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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Re: Commento
Ciao Fausto, grazie per il commento. Hai ragione sono stato superficiale nella gestione dei tempi verbaliFausto Scatoli ha scritto: ↑28/06/2020, 8:16 beh, la storia, presa da un episodio vero, finisce con un cinismo che non mi aspettavo proprio. sono rimasto maluccio.
comunque il testo è, secondo me, da rivedere. ci sono tempi verbali che non combaciano, un po' al passato e un po' al presente.
c'è qualche refuso, ma credo siano errori di battitura.
buone le descrizioni.
Francesco
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Re: Columbine School
Ciao EdmondoEdmondo ha scritto: ↑28/06/2020, 14:12 Interessante ma il presente storico, per rendere la drammaticità del fatto, non va mescolato con altri tempi o si perde ogni effetto. Quanto ai personaggi non sono abbastanza credibili: troppo manichea la divisione tra apocalittici e integrati. L'insegnamento è un'altra cosa e la vita è assai più complessa. Comunque tu ci hai provato a darne una versione; non mi hai convinto ma brava lo stesso. Sarà forse perché mi tocca di fare l'insegnante per vivere.
grazie per il commento. In effetti ho sbagliato a mescolare i tempi verbali.
Ho una mia visione sul mondo della scuola, visione condizionata, come è normale che sia, dell'esperienza diretta vissuta come genitore. Dalle medie in poi devo dire che ho trovato, non in tutti i professori, una capacità di interagire con i ragazzi veramente bassa. Ma nel racconto non era mia intenzione dare una visione da bianco nero. Ho volutamente cercato gli estremi (gli apocalittici, gli integrati e il preside che assolda il commando di sbandati) per raccontare la storia. Tutto qui.
A rileggerci
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Re: Commento
ho usato il paradosso proprio per parlare del concetto di come alcune persone si attendano, come una cosa scontata, l'ordine e la disciplina dai ragazzi, e da questo criterio derivino poi delle classificazioni opinabili.
Grazie del commento
Francesco
Roberto Paradiso ha scritto: ↑08/07/2020, 9:32 Mi ha lasciato perplesso. Tralasciando l'aspetto grammaticale-sintattico, il cinismo del finale arriva come uno schiaffone in faccia. Ma, forse, è quello che l'autore voleva. Stigmatizzare il concetto che l'ordine e la disciplina possono essere ristabiliti solo con un'atto violento. Se letto così allora ha centrato nel segno.
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Re: Commento
grazie della recensione.
Francesco
Selene Barblan ha scritto: ↑11/07/2020, 15:04 Personaggi estremi, situazioni estreme, reazioni e soluzioni ancora più estreme. Quello che è successo alla Columbine è purtroppo solo un esempio degli orrori che ci circondano, lontani e vicini, alcuni palesi, altri più nascosti. Trovo interessante questa trasformazione del fatto in un racconto. Trovo meglio riuscita la parte dove vengono descritti i due professori, la fase d’”azione” mi convince meno, mi sembra meno realistica, meno messa a fuoco. La conclusione invece è, come dicevo, interessante. Si legge globalmente volentieri nonostante il tema.
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Re: Commento
grazie della recensione.
Il mio intento era di parlare, con l'uso evidente del paradosso, delle opinabili, a mio avviso, aspettative degli adulti sui ragazzi. trovo che a volte guardiamo al mondo di oggi con il nostro paio di occhiali che non sempre è adeguato. Quante volte ci capita di sentire, o di dire: "Io alla tua età...", " Ai miei tempi non mi sarei mai permesso di...".
Il mio racconto non voleva essere il ritratto del mondo scolastico, ma un semplice focus su un modo di pensare che a volte si può rilevare. La mia esperienza di genitore con la scuola è stata, come è normale che sia, caratterizzata da alti e bassi. Ho conosciuto, alle scuole medie, professori che per tre anni non hanno trovato nulla di meglio da dire che mio figlio parlava e non stava attento, che la classe era turbolenta, e altri invece che hanno adottato strategie per catturare l'attenzione, per farla sbocciare. Alla fine ho comunque un ricordo positivo di quegli anni.
A rileggerci
Andrepoz ha scritto: ↑10/08/2020, 8:48 Confesso di essere poco obiettivo nel commentare questo racconto, perchè anche io insegno e non mi riconosco per nulla nel ritratto che emerge del mondo della scuola. Detto questo, l'estremo cinismo del finale ha condizionato la valutazione complessiva che riesco a dare di questo racconto, non mi riesce proprio di cogliere il lato "positivo" di una tragedia come quella della Columbine School (ahimè, non l'unico episodio di questo tipo che si è verificato negli ultimi anni). Se si voleva dare un ritratto negativo del mondo scolastico, forse si potevano trovare altri modi, rispetto a quello di sfruttare un evento che ha causato tanto dolore a molte persone.
Commento
Il dialogo iniziale tra i professori sarebbe da sviluppare meglio.
Penso di aver capito il tuo intento e la scelta di usare il paradosso la condivido. Però quant'è risultato cinico il tutto!!
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è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
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La spina infinita
"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
Di Mario Stallone
A cura di Massimo Baglione.
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