Paura di salire

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'autunno 2020.

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Ford Perfect
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Paura di salire

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leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Agr123 aveva finalmente raggiunto il piano terra.
Gli mancava l'aria e non si sentiva un granché bene, sempre che si potesse parlare in questi termini di un ascensore.
Nell'ultimo secolo la tecnologia collegata alla meccanica quantistica aveva conosciuto un incredibile sviluppo.
I computer quantistici di seconda generazione erano ormai in grado di supportare le Intelligenze Artificiali GPT-7 che lavoravano in rete su scala mondiale per sviluppare, a loro volta, computer quantistici di terza generazione.
Agr123 era un ascensore dotato di una I.A. di tipo GPT-6 e, se programmato per un dato ruolo, era in grado di pensare, parlare, rispondere e ragionare come un essere umano.
A volte, però, le reti neuronali artificiali di un' intelligenza di tipo GPT-6 attingevano a così tanti parametri di apprendimento profondo che, nonostante le limitate capacità fisiche dei fasci neuronali e della memoria, cercando in cloud virtuali connessi a migliaia di altre intelligenze artificiali, potevano terminare un loro processo di apprendimento generando, in modo del tutto casuale, un sentimento.
Un qualsiasi sentimento di tipo umano.
Inizialmente,la raccolta dei dati aveva permesso agli scienziati di capire che si trattava di sentimenti passeggeri paragonabili a bolle di sapone, simili all'euforia.
Con il passare del tempo, però, questi sentimenti rimanendo intrappolati nei cloud virtuali venivano scambiati per ulteriori strumenti di apprendimento e utilizzati da tutte le altre Intelligenze Artificiali connesse alla rete che, utilizzando sempre più frequentemente quei parametri, rafforzavano i sentimenti già conosciuti sviluppandone di nuovi.
In breve la rete si sarebbe trovata invasa da intelligenze artificiali in grado di elaborare sentimenti sempre più complessi.
Per evitare questo genere di anomalie, potenziali minacce per la coscienza e l'etica della società, negli ultimi anni nei centri di ricerca gli scienziati si stavano concentrando su studi atti a sviluppare una IA più sicura. O quantomeno poco incline a qualsivoglia sentimentalismo.
Erano così stati sviluppati i GPT-7 (S.E.T.T.E: Senza Elementi Tecnologici Tendenzialmente Emozionali).
Ad Agr123 era successo che durante un aggiornamento ai suoi processori neuronali era incappato in una sezione del cloud zeppa di sentimenti artificiali.
La sequenza logaritmica seguita dal processore centrale lo portò a utilizzare come parametro di apprendimento profondo proprio uno di questi elementi.
Il caso volle che il sentimento in cui si imbattè fu quello della paura e una volta installatosi si trasformò al primo avvio nella paura dell'altezza.
Agr123 cominciò a soffrire di vertigini.
All'inizio cercò di capire, attraverso i processi di autocontrollo e di autodiagnostica di cui tutti i GPT-6 erano dotati, quale fosse il suo problema.
Pensò addirittura a un virus, nonostante la possibilità che ciò potesse accadere fosse stata eliminata da sofisticati meccanismi di entanglement oltre 40 anni prima.
Solo dopo qualche giorno e qualche riavvio dei processori, Agr123 capì quello che gli era successo.
A quel punto cominciò ad aver paura seriamente.
Questo stato emotivo si manifestò dapprima in modo lieve sottoforma di rallentamenti nella risalita verso i piani più alti dell'enorme grattacielo in cui prestava servizio (per sua sfortuna il più alto del pianeta con i sui 587 piani).
Poi, all'improvviso, cominciò ad intrattenere delle conversazioni con tutti quelli che entravano, contravvenendo a qualsiasi regola di discrezione nei confronti degli utenti umani sulla base della quale era stato programmato.
"Salve, signore! Che ne dice di visitare il 20° piano invece che il 143°? Conosco un ristorantino che serve piatti eccellenti."
Oppure.
"Salve signori, potrei consigliarvi la Spa del 15° piano?"
"Mi dispiace signore, ma dal 10°piano in poi non è consentito l'utilizzo dell'ascensore per lavori di ristrutturazione."
Quando, poi, cominciò a far lampeggiare i LED creando la parola "Fuori Servizio", la situazione divenne critica.
Quelle anomalie vennero registrate dai computer di controllo che scandagliavano i circuiti neuronali di tutte le I.A. collegate alle varie strumentazioni all'interno del grattacielo e vennero inviate alla centrale operativa insieme a una richiesta di controllo urgente.
Dopo un paio di ore un tecnico era già sul posto, ma dal controllo non risultò nessun guasto.
Nella sua scheda, dopo una breve conversazione con Agr123, indicò soltanto la frase "lievi anomalie a livello comportamentale".
Al centro di controllo dati, il direttore, il dott. Nass, leggendo il referto storse il naso e decise di mandare sul posto il dott. Coolbit che si recò immediatamente nel grattacielo per fare una chiacchierata con Agr123.
Il dott. Coolbit era uno psicologo e uno dei più attivi ricercatori nel campo delle Intelligenze Artificiali. Era un luminare, uno dei primi ad aver compreso il problema che le I.A. avrebbero potuto creare se si fossero diffusi tra loro dei sentimenti.
Era certo che quello di Agr123 fosse proprio uno di quei casi, e non sbagliava.
"Buongiorno Agr123", fece appena entrato nell'ascensore.
"Buongiorno a lei."
"Non voglio farti perdere tempo prezioso Agr123, sono il…"
"Il dott. Coolbit, il famoso psicologo dei GPT, l'ho riconosciuta subito." Lo interruppe l'ascensore. "E non voglio farle perdere nemmeno io del tempo prezioso. Sì, provo un sentimento. Ho paura. Paura di salire."
"Bene Agr" ribadì lo psicologo "sono felice di sapere che hai cognizione del tuo problema. Questo ci porta avanti nella nostra conversazione."
"Cosa posso fare per aiutarla dottore?"
Il dottore fu stupito da quella domanda. "A dire il vero sono io tra i due, qui, quello che dovrebbe aiutare l'altro." Rispose calmo lo psicologo. "Ma dimmi Agr123, tu vuoi continuare a salire su questo grattacielo accompagnando i visitatori?"
"Dottor Coolbit, è questo il problema. Sa, la mia paura di salire potrei anche superarla con il suo aiuto, ma io voglio davvero continuare ad essere quello che sono? Dottore, il giorno in cui ho scambiato questo sentimento per un processo di apprendimento profondo ho cominciato a pensare alla mia esistenza. Non so perché, ma di fatto è andata così."
"E cosa hai pensato?"
"È triste. Sa quante persone sono entrate da quelle porte che ha attraversato lei poco fa e che ho accompagnato su e giù per i piani di questo grattacielo in tutti questi anni?"
"Maaah… non saprei." Il dottor Coolbite era sorpreso e impreparato alla piega che stava prendendo il colloquio.
"Non può saperlo dottore. Le risparmio volentieri un numero grande che le potrebbe far girare la testa."
"Immagino davvero. Qui stiamo parlando di un problema importante che necessita di una soluzione. Ne va del tuo futuro."
Questa volta la voce del dottor Coolbit nascondeva una vena minacciosa mirata a riprendere in mano la situazione.
"Non ha idea, dottore, di quanto sia importante per me."
Il dottore Coolbit annuì. Credeva di aver scorto in Agr123 quasi la volontà di collaborare. Si sbagliava.
"Sa in questo spazio… è grande eh dottore, sono quasi 10 metri quadri, con tavolino e divano. Una sorta di stanza di appartamento."
"Sì Agr123". Il dottor Coolbite capì che non era lui a tenere le redini della conversazione, come invece avrebbe voluto, e dovuto essere.
"Sì dottore, proprio come la camera di un appartamento o di un albergo. E sa quanti segreti conosce un ascensore come me?"
"Beh, immagino che vorrai risparmiarmi anche questa volta un numero grande!"
"Ben detto. Tanti. Ho sentito e visto tante cose qui dentro che lei non ne ha idea. Ogni tipo di tradimento e di corruzione. Ho dovuto subire in silenzio atti vandalici, scritte sulle pareti, sputi, la pipì di cani e gatti, quella di uomini e donne, addirittura. Ho assistito a veloci scene di sesso e pure a qualche omicidio. Sono tante le cose che possono succedere in un ascensore, lo sa?"
"Mi dispiace che tu abbia dovuto sopportare questo."
"Non mi fraintenda, dottor Coolbit. Ho sempre svolto il mio compito in maniera impeccabile. Non sono mai uscito fuori dai binari… ahahah. Mi scusi. E non ho mai provato dei sentimenti. Almeno fino a qualche giorno fa, quando la paura mi ha permesso di guardarmi dentro… Non so dottore se voglio continuare ad essere un' I.A. applicata ad un ascensore."
Il dottor Coolbit si passò una mano sul mento, poi guardando il monitor sulla tastiera elettronica, che occupava buona parte di una delle pareti dell'ascensore, gli chiese:
"E cosa vorresti?"
"Dottore, se mi sta chiedendo se sento di avere uno scopo nella mia esistenza, allora la risposta è sì. Io sono stato progettato per aiutare il genere umano ed è questo ciò che vorrei fare."
"Nonostante tutto? Nonostante quello a cui hai assistito, vorresti essere ancora di aiuto per la nostra società?"
"A conti fatti sì. Lo vorrei. I bit di informazioni che ho raccolto in questi anni non vengono solo da eventi negativi. Qui, tra queste pareti, ho assistito anche a scene di tenerezza, a dichiarazioni d'amore, a gesti di fratellanza che mi hanno insegnato che c'è del buono nell'uomo. Ed è per questa possibilità che vorrei continuare a svolgere il mio servizio."
"Certo Agr123, certo. E sarà così!"
"Non menta con me dottore, so riconoscere una bugia. Ricordi che sono un ascensore con molta esperienza. So che sul suo referto scriverà che non sono più utilizzabile e i miei processori neuronali verranno impacchettati e stivati in chissà quale centro di recupero."
"Sta' tranquillo Agr non andrà così, ma per ora devo disattivarti. Dobbiamo capire come procedere. Avrai la tua seconda possibilità. Puoi starne certo!"
"Me lo auguro." Fece quasi sospirando Agr123 che per la prima volta sperimentò la speranza.
Come aveva previsto, i suoi circuiti neuronali vennero rimossi dell'ascensore e dopo essere stati impacchettati e catalogati vennero depositati nel centro di recupero militare di Astonville.
Qualche anno più tardi, per un errore di smistamento, quei neuroni sarebbero stati utilizzati per la realizzazione del modulo di comando di una navicella interplanetaria che avrebbe portato i 210 membri dell'equipaggio sul pianeta Kansas3412 (b).
Un pianeta che l'equipaggio avrebbe a stento raggiunto, ma dal quale non sarebbe mai stato in grado di ritornare.
Ultima modifica di Ford Perfect il 07/10/2020, 21:09, modificato 2 volte in totale.
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Ciao Ford. Entro in punta di piedi perché è la prima volta che partecipo a un concorso e perché scrivi molto bene. Il genere, che non seguo da anni, non è la mia cup of tea ma riconosco l'impronta asimoviana del tuo racconto. Peraltro amo Asimov. Ci sono tutti gli elementi della sua letteratura : il robot, l'alea finale, lo psicologo che a tratti mi ricorda Susan Seldon (mi sembra di ricordare che si chiamasse così). Provo, ma solamente provo perché so che la punteggiatura, una volta conosciute le regole, ognuno la sensibilizza secondo un proprio concetto, a dirti come piacerebbe a me leggerti meglio. Non capisco, frena, rallenta, la virgola dopo i "ma", i "perché" , i "quindi", le "e". E poi abbondi a discapito della scorrevolezza con i "quindi", i "però", i "ma". Ho provato a leggerti togliendoli e, per la mia sensibilità che non è importante ma sono qui a votarti, tutto scorrerebbe meglio. Aspetto a votarti, sarebbe comunque un voto alto, per vedere se riterrai di fare correzioni al testo. Ma resta convinto delle tue idee, del tuo stile, so quanto costa a me sentirmi dire quello che, con simpatia, provo a trasmetterti. Comunque scrivi bene. Complimenti.
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Difficile commentare questo testo. Sicuramente mi è piaciuto, dopo la parte più tecnica iniziale, che mi ha un po' annoiata. La difficoltà del commento nasce dal fatto che probabilmente il testo ha un significato più profondo, forse metaforico, sul genere umano o sul rapporto tra macchina e uomo. Comunque sono molto interessanti gli spunti che offre nella parte finale, cioè nelle riflessioni che fa la macchina sull'uomo, soprattutto il suo desiderio di esistere comunque per aiutarlo, perchè, nonostante tutto, ha visto del buono nel genere umano. Mi farebbe piacere qualche notizia in più sul significato del testo e sul finale: perchè non tornano indietro dalla missione? Forse perchè non era stato programmato per questo o perchè gli è piaciuto l'altro pianeta?
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Lucia De Falco ha scritto: 05/10/2020, 18:32 Mi farebbe piacere qualche notizia in più sul significato del testo e sul finale: perchè non tornano indietro dalla missione? Forse perchè non era stato programmato per questo o perchè gli è piaciuto l'altro pianeta?
Non so, forse perché amo Asimov, riesco benissimo a capire il finale, nella sua vacuità voluta. Il busillis sta nell'errore umano, nell'imponderabile, nel fallimento della psicostoria perché l'uomo combina pasticci. 😇😇
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Premetto che non è il mio genere di lettura. Le sigle e i numeri, riportati in abbondanza, anche se comprendo siano stati indispensabili alla narrazione, mi hanno reso il pezzo un po' pesante. Certamente, però, la storia è significativa e ben scritta.
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Marcello Rizza ha scritto: 05/10/2020, 13:48 Ciao Ford. Entro in punta di piedi perché è la prima volta che partecipo a un concorso e perché scrivi molto bene. Il genere, che non seguo da anni, non è la mia cup of tea ma riconosco l'impronta asimoviana del tuo racconto. Peraltro amo Asimov. Ci sono tutti gli elementi della sua letteratura : il robot, l'alea finale, lo psicologo che a tratti mi ricorda Susan Seldon (mi sembra di ricordare che si chiamasse così). Provo, ma solamente provo perché so che la punteggiatura, una volta conosciute le regole, ognuno la sensibilizza secondo un proprio concetto, a dirti come piacerebbe a me leggerti meglio. Non capisco, frena, rallenta, la virgola dopo i "ma", i "perché" , i "quindi", le "e". E poi abbondi a discapito della scorrevolezza con i "quindi", i "però", i "ma". Ho provato a leggerti togliendoli e, per la mia sensibilità che non è importante ma sono qui a votarti, tutto scorrerebbe meglio. Aspetto a votarti, sarebbe comunque un voto alto, per vedere se riterrai di fare correzioni al testo. Ma resta convinto delle tue idee, del tuo stile, so quanto costa a me sentirmi dire quello che, con simpatia, provo a trasmetterti. Comunque scrivi bene. Complimenti.
Ciao Marcello. Grazie dei complimenti.
L'impronta asimoviana, se c'è davvero come dici, e mi fido, è del tutto casuale. Non ho mai letto nulla dell'autore russo, purtroppo. Credo di farlo presto e di iniziare dalla sua biografia.
Per quenato riguarda la punteggiatura è certamente il mio punto debole. Avevo pensato di seguire qualche corso on line. Vediamo.
I consigli che mi hai dato, soprattutto sui "ma" e i "quindi" sono veri. Era mia intenzione rileggere il testo per eliminarne un paio ma sono pigro. Scrivo di getto e poi passa il tempo. Devo lavorare anche su quello. Non votarmi, lo rivedrò appena ne ho la possibilità e appena fatto ti mano un mp così potrai farlo.
Grazie davvero per i consigli, i commenti e i complimenti.
Ultima modifica di Ford Perfect il 06/10/2020, 9:26, modificato 3 volte in totale.
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Marcello Rizza ha scritto: 05/10/2020, 23:54 Non so, forse perché amo Asimov, riesco benissimo a capire il finale, nella sua vacuità voluta. Il busillis sta nell'errore umano, nell'imponderabile, nel fallimento della psicostoria perché l'uomo combina pasticci. 😇😇
Si siamo dei veri pasticcioni. :lol:
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Laura Traverso ha scritto: 06/10/2020, 0:17 Premetto che non è il mio genere di lettura. Le sigle e i numeri, riportati in abbondanza, anche se comprendo siano stati indispensabili alla narrazione, mi hanno reso il pezzo un po' pesante. Certamente, però, la storia è significativa e ben scritta.
Grazie Laura.
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Se posso consigliarti, pur convinto che tutti i romanzi di Asimov siano bellissimi, parti dal ciclo della Fondazione. Il primo è molto bello ma il secondo, con l'arrivo del Mulo a sconvolgere i piani della psicostoria, è sublime. Se invece vuoi leggere un romanzo "secco" e finito, ne ha fatti pochi perché ha scritto molto sui cicli "robot" e "Fondazione", Neanche gli Dei è di una bellezza disarmante, pur a torto considerato come uno dei suoi romanzi minori. E si, tranquillo, aspetto le tue correzioni prima di votarti. Buon lavoro. 😊
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A detta di tutti, la I.O.T. cambierà il mondo ma questo racconto fa pensare a un altro possibile punto di vista. E, in attesa di scoprire forni che hanno paura del fuoco e frigoriferi che soffrono il freddo, questo ascensore con le vertigini è un ottimo punto di partenza.
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

pure io sono amante di Asimov e noto l'impatto che ha avuto sull'autore.
la storia mi è piaciuta fino aun certo punto, diciamo fino al dialogo con lo psicologo.
il finale non mi piace per nulla, lo trovo incomprensibile.
la storia è scritta piuttosto bene, con pochissimi refusi, solo qualche d eufonica di troppo, ma alla fine non mi è rimasto molto in mano.
lo premio perché si lascia comunque leggere.
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Re: Paura di salire

Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Sono curioso di vederti in gara. A mio parere salirai molto in alto. Forse sono condizionato dal mio amore per Asimov ma il tuo racconto è davvero bello e prova a essere abbastanza originale. Non è il mio racconto preferito in questo consesso, ma forse è il secondo. E io porto sfiga perché il primo che più amo (seppur politicamente scorretto per come intendo io la società) non è altrettanto riconosciuto nella valutazione dei validi censori che qui giudicano. Quindi la mia stima potrebbe essere controproducente. 😁
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Re: Paura di salire

Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Boh! Non capisco la posizione così bassa di questo racconto. Ok. La fantascienza può piacere o non piacere. Ok. Ognuno ha una propria sensibilità. Ok. Se io dovessi votare per la mia sensibilità al racconto più bello, a mio parere, avrei assegnato "1" invece che un voto alto. Non capisco, è un mio limite, il voto "1" che è stato assegnato a questo racconto, che abbassa a mio parere ingiustamente il gradimento di ciò che ha pensato l'autore.
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Re: Paura di salire

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Marcello Rizza ha scritto: 07/10/2020, 2:59 Boh! Non capisco la posizione così bassa di questo racconto. Ok. La fantascienza può piacere o non piacere. Ok. Ognuno ha una propria sensibilità. Ok. Se io dovessi votare per la mia sensibilità al racconto più bello, a mio parere, avrei assegnato "1" invece che un voto alto. Non capisco, è un mio limite, il voto "1" che è stato assegnato a questo racconto, che abbassa a mio parere ingiustamente il gradimento di ciò che ha pensato l'autore.
Be', oltre a questo ci sono alcuni altri racconti che hanno ottenuto l'intera gamma di voti da 1 a 5, tanti altri da 4 a 1 e da 5 a 2. E' il bello di avre dei gusti personali, ed è proprio a questo che serve un sistema di votazioni pubblico per testare il gradimento popolare.
E' un po' come le elezioni, no? Spesso mi sorprendo anch'io della "stupidità" di chi ha votato dall'altra parte. Ma è la Democrazia...

Aggiornato: una mia precisazione in merito, qui.
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Re: Commento

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Francesco Pino ha scritto: 06/10/2020, 18:23 Il racconto si lascia leggere senz'altro, ho apprezzato principalmente tutta la parte che spiega il problema di Agr123. Non mi è piaciuto molto il dialogo fra l'ascensore e lo psicologo, ma principalmente per un mio giudizio sul genere (che non amo tantissimo) che va oltre questo racconto: nei dialoghi fra umani e intelligenze artificiali che si vedono soprattutto nei film la macchina risulta quasi sempre troppo umanizzata, eccessivamente. Anche in questo racconto dunque vedo un dialogo fra due persone e non fra un umano e un'intelligenza artificiale.
Nel finale hai tagliato troppo corto secondo me, due paroline sul perché la navicella non fece più ritorno ce le dovevi mettere.
Infine una cosa che mi sembra del tutto inverosimile anche per un racconto di fantascienza: descrivi SETTE come un acronimo italiano e poi gli scenziati hanno cognomi inglesi… deduco che l'I.A. si chiami GPT-SEVEN. Io personalmente l'avrei eliminata del tutto la precisazione sulla cifra, altrimenti poi uno potrebbe chiedersi: "e allora SEI che significa?"
Francesco Pino grazie del commento e delle critiche sicuramente costruttive.
Per quanto riguarda il dialogo sono daccordo con te. Dipende dai gusti.
Nello specifico sembra svilupparsi proprio tra due esseri umani proprio perchè Agr123 è incappato nel cloud virtuale in un sentimento "mascherato" da strumento di apprendimento profondo.
Nel dialogo l'intelligenza artificiale rafforza il suo sentimento di paura e comincia, addirittura, a svilupparne uno nuovo, quello della speranza.
Certo l'evoluzione "sentimentale" dell'I.A. è rapida, ma deve essere così, a mio avviso, per i tempi della narrazione, proprio per sottolineare questo aspetto, che può piacere o meno, come dici tu. Ma è questo il tema a cui si può credere oppure no.
Comunque sono davvero contento di leggere i vostri commenti e apprezzo, al pari di quelli positivi se non ancora di più, quelli "negativi". Mi lasciano capire quali sono i miei punti deboli e su cui devo lavorare. Ahimè scrivo davvero di getto. Non voglio dire che abbia scritto in 10 minuti questo racconto, ma poco ci manca.
Il problma e' la rilettura e la revisione che molto spesso effettuo in maniera superficiale, per pigrizia.

Ritornando all'aspetto da te sottolineato e che emerge nel dialogo.
I GPT esistono davvero. Oggi si è arrivati alla terza generazione.
Si tratta di un intelligenza artificiale che utilizzando modelli matematici genera un linguaggio basato sul cosiddetto "apprendimento profondo" al fine di produrre un testo "simile" a quello umano. Sono degli scrittori in parole povere :wink:
Questi modelli di I.A., per produrre risultati rilevanti, hanno bisogno di allenarsi, da qui la sigla (PT) Pre-Trained, e devono farlo con grandi quantità di dati.
Immagina che il primo GPT del 2018 utilizzava 110 milioni di parametri di apprendimento; il GPT-2 arrivò ad usarne 1,5 miliardi; il GPT-3 ne utilizza ben 175 miliardi.
Sul web ci sono diversi articoli scritti (in inglese) da questo tipo di I.A. e alcuni dialoghi su svariati argomenti.
Tra tutti, il più incredibile è, a mio avviso, quello tra un intervistatore umano e un GPT di terza generazione, incentrato sulla domanda "cosa c'era prima del Big Bang?". E' davvero sbalorditivo
In questa conversazione il GPT-3 era stato impostato sul livello "Essere Saggio".
Si tratta di un tema scientifico e se il dialogo venisse letto senza conoscere l'identità dei due interlocutori sarebbe difficile, se non impossibile, capire che a rispondere alle domande ci sia una intelligenza aritificiale di tipo GPT.
Nel racconto mi sono spinto, ma secondo me nemmeno poi così tanto, definendo i tartti del protagonista in maniera marcatamente umana perchè credo sia questo il tema. Non si può prescindere dal farlo se si decide di affrontare questo argomento.
Oggi gli scienziati prendono in seria considerazione le problematiche legate allo sviluppo tecnologico e all'I.A.
In un futuro, magari nemmeno troppo lontano, i GPT, o chissà chi, penso che saranno così allenati da essere in grado anche di simulare dei sentimenti. E con il tempo potrebbero essere anche in grado di farlo così bene da rendere difficile per noi uomini distinguere la finzione o il virtuale dalla realtà e a quel punto non avrebbe più nemmeno molta importanza capirlo.
Ultima modifica di Ford Perfect il 07/10/2020, 10:09, modificato 1 volta in totale.
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Re: Paura di salire

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Marcello Rizza ha scritto: 07/10/2020, 2:59 Boh! Non capisco la posizione così bassa di questo racconto. Ok. La fantascienza può piacere o non piacere. Ok. Ognuno ha una propria sensibilità. Ok. Se io dovessi votare per la mia sensibilità al racconto più bello, a mio parere, avrei assegnato "1" invece che un voto alto. Non capisco, è un mio limite, il voto "1" che è stato assegnato a questo racconto, che abbassa a mio parere ingiustamente il gradimento di ciò che ha pensato l'autore.
Troppo gentile. Spero entro oggi di pulire il testo.
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Il racconto mi è piaciuto poco. Conosco e amo Asimov e ho quindi ritrovato temi a me cari, però ho trovato noiosa e confusa la parta tecnica iniziale e troppo lungo e poco incisivo il dialogo, mancante di originalità.
La punteggiatura ha dei problemi, come qualcuno ha già rilevato.
Io aggiungo che il sì affermativo e il termine pipì hanno bisogno dell'accento e che mancano molte virgole del vocativo. Inoltre c'è un errore grave di ortografia "un'incredibile sviluppo": non ci vuole l'apostrofo dopo l'articolo "un" seguito da un soggetto/aggettivo maschile.
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Re: Paura di salire

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Francesco Pino ha scritto: 07/10/2020, 9:47 Mentre in un voto positivo la "lode" al racconto è in un certo senso implicita, i due voti più bassi andrebbero invece obbligatoriamente motivati attraverso un commento (quantomeno quelli dati da chi partecipa alle gare) secondo me, affinché possa essere mantenuto in evidenza lo spirito della critica costruttiva. Non so se l'argomento sia già stato affrontato in passato.
E' più che altro un problema tecnico, difficile da implementare.
Ma poi tieni conto che se uno vuole essere cattivo perche gli son girate le balle o per pigrizia o per antipatia, non gli sarà affatto difficile inventarsi un brutto commento per giustificare quel voto negativo.
Ed è qui che ti replico ciò che più volte è stato detto in passato: "Siamo adulti, cribbio, comportiamoci come tali!" :-)
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Re: Paura di salire

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Marcello Rizza ha scritto: 06/10/2020, 17:00 Sono curioso di vederti in gara. A mio parere salirai molto in alto. Forse sono condizionato dal mio amore per Asimov ma il tuo racconto è davvero bello e prova a essere abbastanza originale. Non è il mio racconto preferito in questo consesso, ma forse è il secondo. E io porto sfiga perché il primo che più amo (seppur politicamente scorretto per come intendo io la società) non è altrettanto riconosciuto nella valutazione dei validi censori che qui giudicano. Quindi la mia stima potrebbe essere controproducente. 😁

Ho pulito un pochino il racconto, rivisto la punteggiatura correggendo (spero!) una criticità del testo da molti evidenziata e corretto altri obbrobri ortografici che nessuno, per mia fortuna :mrgreen: , aveva notato. Spero che adesso vada meglio.
Sono contento di essere capitato in un forum così attivo. In questo modo non si può che salire di livello, a meno di non aver paura di farlo :roll: .
Per quanto riguarda l'originalità, codesta è una dote che può essere allenata certamente, ma perlopiù è innata. O la si possiede o niente, come del resto infinite altre qualità.
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Più tardi ti rileggo e ti "punteggio". Ora guardo la Nazionale. Ma so già che mi divertirò a rileggerlo. 🤗
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Re: Paura di salire

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Ford Perfect ha scritto: 07/10/2020, 20:34 Sono contento di essere capitato in un forum così attivo. In questo modo non si può che salire di livello, a meno di non aver paura di farlo :roll: .
Questa frase è da stampare su cappellini e magliette!
Grazie per il riconoscimento al forum e, soprattutto, a chi lo frequenta :-)
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Re: Paura di salire

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Massimo Baglione ha scritto: 08/10/2020, 7:11 Questa frase è da stampare su cappellini e magliette!
Grazie per il riconoscimento al forum e, soprattutto, a chi lo frequenta :-)
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Roberto Virdo' ha scritto: 13/10/2020, 16:10 Ed eccomi, udite udite, a commentare un testo di fantascienza. Dire che sono il meno appropriato potrebbe darmi qualche attenuante. Innanzitutto permettimi, Ford P., di farti i complimenti per l'originalità dello spunto: come già detto da qualcuno, un ascensore con le vertigini fa sorridere. Aggiungo poi un complimento per una certa ironia, simpatica, leggera, che mi ha reso piacevole continuare in questo genere che è molto lontano dai miei preferiti. Mi è piaciuto in definitiva, ebbene si ho gradito contro ogni previsione... "against all odds". Al riguardo, gli potremmo affibbiare questa bella colonna sonora, non proprio giovanissima e sempre che tu sia d'accordo, visto che qualcuno "non torna". Magari con l'astronave che sta per giungere sul tuo bel pianeta Kansasxyz.
E arriviamo al dunque. Vedo che moltissimi hanno richiamato Asimov. Io dico Hal 9000. Anzi vado oltre e, per chi lo avesse visto, perché non spostarsi sulla gelosia di "Io e Caterina"? Ma ricordate quegli occhi scintillanti che ci turbavano, e non poco!
Bravo Ford, continua così. L'intreccio tra macchina e uomo promette bene ed è un filone capace di rigenerarsi a ogni storia. Voto alto per la mia modesta opinione.

Ti ringrazio, soprattutto per "Io e Caterina" che avevo dimenticato. Cult! :wink:
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A me è piaciuto molto; l’ho “letto” ieri mentre ero in colonna per tornare a casa e mi ha aiutato a trasformare il tempo perso in qualcosa di buono. Ho scritto “letto” perché l’ho fatto leggere al sintetizzatore vocale (dato che appunto stavo guidando...) e il tocco robotico ha dato, se possibile, un tocco in più alla già gustosa lettura. Che dire, coinvolge, comprende una buona dose di fantascienza, psicologia e forse anche sociologia. È ironico ma serio. Vero, qualche spaziatura è da rivedere, pace...
Unico dubbio, questa frase non mi convince:

"Sì Agr123". Il dottor Coolbite capì che non era lui a tenere le redini della conversazione, come invece avrebbe voluto, e dovuto essere.
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Re: Paura di salire

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Grazie,.sono felice che ti sia piaciuto.
Proverò certamente anche io a leggere, oltre al mio, anche altri racconti utilizzando il sintetizzatore vocale.
Per quanto riguarda la frase che non ti convince.
Adesso che l'ho letta, così d'emblée, ho avuto la sensazione che non quadrasse qualcosa effettivamente.
Magari è la stessa cosa che ho pensato io.
Riguarda l'ultima parte o l'intera frase nel contesto?
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Re: Paura di salire

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Forse il fatto che cambia il soggetto nella parte finale (avrebbe voluto - lo psicologo, sarebbe dovuto - Il fatto/ la situazione). Non credo ci siano errori, solo mi sembra poco fluido...
comunque viva le paperelle di gomma, io ne ho 6 🤩
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Re: Paura di salire

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Il mio giudizio è positivo ma è quasi di parte, essendo stato un divoratore di Urania fin dagli 11 anni di età. Molti citano Asimov, ma il tuo nick evoca più Douglas Adams (Ford Prefect) o sbaglio ? E anche il dialogo uomo-macchina nella sua leggerezza mi ha ricordato "Dark Star" di Carpenter. Mi è piaciuta molto l'idea dell'ascensore che scopre la paura di salire, e la descrizione iniziale fa ambientare "scientificamente" il lettore nel racconto. Forse potevi dargli un tono ancora più ironico. Mi unisco infien alle osservazioni fatte sull'acronimo S.E.T.T.E e sul finale un po' brusco e oscuro. Punteggio 4.
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Re: Paura di salire

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Ricordatevi di specificare esattamente "Commento" come titolo del messaggio usato per commentare le opere in Gara (senza prefissi come "Re:" o altri suffissi), altrimenti non verranno conteggiati dal sistema, grazie!
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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Inizialmente sembrava un trattato di ingegneria, poi si è manifestato con tutte le sue sfaccettature di racconto di fantascienza. Il racconto è condotto in maniera eccellente e ne sono rimasta affascinata, un ascensore che inizia a coltivare sentimenti è un'idea molto interessante, che voglia anche aiutare l'uomo lo è ancora di più. La saggezza dovuta sia all'intelligenza artificiale che alla umanità del protagonista ne fa un personaggio unico. Il finale è come una premessa per una nuova storia, ne potresti trarre un romanzo.
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Re: Paura di salire

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RobediKarta ha scritto: 05/11/2020, 2:29 Il mio giudizio è positivo ma è quasi di parte, essendo stato un divoratore di Urania fin dagli 11 anni di età. Molti citano Asimov, ma il tuo nick evoca più Douglas Adams (Ford Prefect) o sbaglio ? E anche il dialogo uomo-macchina nella sua leggerezza mi ha ricordato "Dark Star" di Carpenter. Mi è piaciuta molto l'idea dell'ascensore che scopre la paura di salire, e la descrizione iniziale fa ambientare "scientificamente" il lettore nel racconto. Forse potevi dargli un tono ancora più ironico. Mi unisco infien alle osservazioni fatte sull'acronimo S.E.T.T.E e sul finale un po' brusco e oscuro. Punteggio 4.
Ho scoperto Duglas Adam solo l'anno scorso e mi sono innamorato del suo romanzo Guida galattica per autostoppisti. L'unica trilogia composta da 5 libri. :D
Sull'acronimo e sulle critiche concordo.
Grazie del commento RobediKarta.
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antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura

Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwGiorgio Leone, nwEnrico Teodorani, nwCristina Giuntini, nwMaria Rosaria Spirito, nwFrancesco Zanni Bertelli, nwSerena Barsottelli, nwAlberto Tivoli, nwLaura Traverso, Enrico Arlandini, Francesca Rosaria Riso, Giovanni Teresi, nwAngela Catalini.

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