Utopia
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Utopia
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Uso delle parole e frasario mi sembrano buoni. Trama e dinamismo direi al minimo ma ci può stare, in un pezzo più descrittivo e sentimentale che altro. Concludo che si lascia leggere.
- Laura Traverso
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Laura traverso
Forse come dici tu avrei dovuto appurare meglio il dettaglio ma ho preferito volutamente omettere il contesto per concentrarmi su loro due e sul come si sentivano entrambi in quel momento.
Ho preferito lasciar trasparire le varie emozioni che il contorno di fondo.
L’ho lasciato volutamente confuso per far capire la confusione della mente di lui... sul punto di morte.
Sicuramente in quei momenti non si comprende bene la realtà attorno e ho voluto farla trasparire così. Sfocata , confusionaria e non cronologica apposta , come se a lui non importasse altro che di rebe
Grazie per l’osservazione fatta.
- Fausto Scatoli
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punteggiatura alquanto rada e da rivedere quasi completamente.
qualche d eufonica da togliere.
descrizioni non chiarissime, forse volutamente.
di contro, la storia, pur risultando pesante, descrive una situazione tristemente plausibile e l'argomento viene affrontato discretamente.
però, ripeto, alla fine non risulta tutto ben chiaro.
onestamente non mi è piaciuto molto
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Marcello Rizza
Ho semplicemente voluto descrivere una situazione “ normale “ accentuandone il contesto ma soprattutto le sensazioni umane di questi due soggetti.
Cercando di far trasparire il che cosa significhi vivere una stanza di ospedale con chi sa che sta per andarsene e chi sa che deve rimanere. Nonostante tutto, nonostante il lerciume del mondo...
Abbiamo una Rebecca affranta e arrabbiata con la vita. Anzi oserei dire vinta nell’animo dalla vita stessa .
A sottolinearlo è il fatto che non riesce assolutamente a mantenere una costanza ( degna di essere definita tale ) nell’appoggiare ed assistere il suo , come diremmo oggi “ lover “ fino in fondo.
Infatti come si può intuire , anche se non l’ho descritto fino in fondo , continua dentro e fuori per la stanza . Fuma , torna , parla con l’infermiera alla porta della stanza.
Entra , si lascia ammirare ma non ne regge il peso di quello sguardo stanco , malato.. affamato degli ultimi sprazzi di vita che gli rimangono.
Ci vedo poca , se non quasi nulla , Divina Commedia in tutto ciò.
Una coppia moderna , con una vita banale e normale , i quali tentano ( anche se oramai disincantati dalla società e da qualsivoglia mito sull’amore eterni ) , inutilmente di “ vincere”.
Se proprio dovessi esprimermi si avvicinerebbero di più verso i Malavoglia che a Dante.
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Ti ringrazi infinitamente per averlo letto
Farò tesoro di ciò che hai detto ( specialmente nelle ultime righe).
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Re: Utopia
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Per quanto riguarda stile, punteggiatura e refusi, non mi sento all’altezza di dare giudizi in merito.
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- MattyManf
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Apprezzo il tuo gusto per la costruzione e la solennitá, ma il troppo stona.
Buono il flusso di coscienza del protagonista che usa il corpo materiale per riflettere su un amore che credeva appena un gioco, ma che è molto di più.
Non ho apprezzato invece il finale tragico e la scelta di concluderlo in una situazione così attuale. Il tormento finale non è reso bene quanto l'amore iniziale. Ma forse sono solo drogato dalla realtá che viviamo, in cui questo finale ci tormenta ogni giorno, quasi inducendomi ad una desensibilizata indifferenza.
Per il resto, con qualche correzione, fila bene . Ho trovato questo amore di carne e tocchi credibile e ben reso.
Gara d'Estate 2021 Sorriso di Rondine
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La Gara 30 - La verità è là fuori
A cura di Diego Capani e Luigi Bonaro.
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La Gara 4 - Ciak, si gira!
A cura di DaFank.
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La Gara 47 - Virus
A cura di Patrizia Chini (con la supervisione di Lodovico).
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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L'Animo spaziale
Tributo alla Space Opera
L'Animo Spaziale è un tributo alla space opera. Contiene una raccolta di racconti dell'autore Massimo Baglione, ambientati nella fantascienza spaziale. Un libro dove il concetto di fantascienza è quello classico, ispirato al Maestro Isaac Asimov. La trilogia de "L'Animo Spaziale" (Intrepida, Indomita e Impavida) è una storia ben raccontata con i giusti colpi di scena. Notevole la parentesi psicologica, in Indomita, che svela la complessa natura di Susan, elemento chiave dell'intera vicenda. "Intrepida", inoltre, ha vinto il primo premio nel concorso di letteratura fantascientifica "ApuliaCon 2006" (oggi "Giulio Verne"). I racconti brevi "Mr. Sgrultz", "La bottiglia di Sua Maestà" e "Noi, sorelle!" sono stati definiti dalla critica "piccoli capolavori di fantascienza da annoverare negli annali.
Di Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (1,68 MB scaricato 310 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Non spingete quel bottone
antologia di racconti sull'ascensore
Hai mai pensato a cosa potrebbe accadere quando decidi di mettere piede in un ascensore? Hai immaginato per un attimo a un incontro fatale tra le fredde braccia della sua cabina? Hai temuto, per un solo istante, di rimanervi chiuso a causa di un imponderabile guasto? E se dietro a quel guasto ci fosse qualcosa o qualcuno?
Trentuno autori di questa antologia dedicata all\'ascensore, ideata e curata da Lorenzo Pompeo in collaborazione col sito BraviAutori.it, hanno provato a dare una risposta a queste domande.
A cura di Lorenzo Pompeo
Introduzione dell\'antropologo Vincenzo Bitti.
Illustrazioni interne di Furio Bomben e AA.VV.
Copertina di Roberta Guardascione.
Contiene opere di: Vincenzo Bitti, Luigi Dinardo, Beatrice Traversin, Paul Olden, Lodovico Ferrari, Maria Stella Rossi, Enrico Arlandini, Federico Pergolini, Emanuele Crocetti, Roberto Guarnieri, Andrea Leonelli, Tullio Aragona, Luigi Bonaro, Umberto Pasqui, Antonella Provenzano, Davide Manenti, Mara Bomben, Marco Montozzi, Stefano D'Angelo, Amos Manuel Laurent, Daniela Piccoli, Marco Vecchi, Claudio Lei, Luca Carmelo Carpita, Veronica Di Geronimo, Riccardo Sartori, Andrea Andolfatto, Armando d'Amaro, Concita Imperatrice, Severino Forini, Eliseo Palumbo, Diego Cocco, Roberta Eman.