Freak brothers

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'inverno 2020/2021.

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Macrelli Piero
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Freak brothers

Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Freak brothers

"We have plenty of grass,
and as we all know,
dope will get you through time of no money
better than
money will get you through time of no dope"


Accidenti, ma perché è più facile ricordare quando le cose hanno avuto inizio e invece fai fatica a dire quando le cose hanno cominciato a cambiare o quando sei stato tu che hai cominciato a cambiare, che poi è la stessa cosa. Passa un po' di tempo e ti accorgi appena che non vai più negli stessi posti e poi magari ci pensi e dici perché è la musica che è cambiata e anche la gente è cambiata. Generalmente è vero, ma anche tu sei cambiato e poi quando ti dicono che lo "Slego" ha chiuso non ti fa tanto effetto, che tanto era già molto che non ci andavi più. Per carità, non sei mica morto, fai altre cose, magari anche più belle, ma quella cosa lì no, non ci pensi più. E magari una sera incontri l'amico che non vedi da un po' e ti dice che lui adesso va al “Velvet” che è quasi come lo “Slego”. Propri così dice: “Quasi come lo Slego”, e non contento aggiunge anche un: “Perché non vieni anche tu?”.
“Quasi come lo Slego”, ripeti e ti guardi la punta delle scarpe per cercare le parole giuste che diresti ad un venditore di auto usate che ti vuole rifilare un bidone e poi dici: “Magari ci penso un po' e poi decido”, ma dentro di te lo sai già che non te ne frega un cazzo e anche l'amico, se è un amico, se ne accorge e cerca di rimediare con un: “ Ma io vado solo ogni tanto per salutare il vecchio D.J. dello Slego”.
“Vecchio D.J. dello Slego.” dici tu.
“Due birre e ricordare i bei vecchi tempi dello Slego.” dice lui.
“I buon vecchi tempi?” ripeti tu senza pietà.
Oramai lui è nell'angolo e non gli resta altro da dire: “Cazzo, sei uno stronzo, un po' di pietà.”
E allora ci mettiamo a ridere e ci abbracciamo anche, sì, proprio ci abbracciamo.
Poi un giorno ti arriva la voce di un locale a Faenza, una roba alternativa, musica reggae. Già la musica reggae ti fa storcere il naso, ma ti sei sempre considerato un esploratore avanguardista e con gli amici e le poche indicazioni un sabato sera fai una macchinata e parti.
Quel sabato ci siamo persi e siamo finiti in una discoteca regolare a Brisighella, ma oramai era una questione di principio e il sabato sera successivo lo troviamo, il “ Rione Rosso Baiocco” nel quartiere Rione Rosso.


Avevano chiesto per le strade di Faenza a dei signori per bene che ci avevano messo in guardia sul locale, che lo avevano aperto dei negri ed era diventato un centro di raccolta dei disgraziati della città. Era quello che cercavamo. Il locale si trovava nel seminterrato di un vecchio imponente palazzo che, ma guarda un po' come lo "Slego", era stato la sede del partito Comunista e della Casa Del Popolo, anche se adesso non era più così, ma poco importa. Si scendeva una rampa di scale dove si faceva la fila per entrare in un portone in legno. Un cartello lungo la parete portava scritto che nel locale era vietato l'abuso di sostanze stupefacenti, ma non diceva nulla su un uso moderato e infatti davanti a noi c'era tutta una folla di "persi" della città e due tipi in attesa di entrare erano impegnati in una dotta discussione circa il pezzo di hashish che uno mostrava in bella vista sul palmo della mano ed erano indecisi se quello che avevano appena acquistato lo si dovesse considerare un semplice “caccolo” o un “bel troccolo”.

Il locale era stato aperto, in effetti, da un gruppo di senegalesi che avevano stile, erano acculturati, una élite ben integrata e non avevano niente a che fare con i “vu cumprà” rintronati e con la sveglia al collo che ti capitava di vedere in giro a vendere accendini. Il leader, più anziano, era claudicante e ciò aumentava l'autorevolezza del gruppo sotto la ormai debole ala protettrice del partito comunista nell'epoca appena prima della caduta del muro di Berlino. Il locale aveva un gran stile e la scelta musicale era, devo ammetterlo, di gran livello e quel ritmo in levare ti metteva voglia di ballare e aveva azzerato tutte le mie diffidenze.
C'erano tre navate a volta in pietra antica che correvano parallele: una era chiusa, una per la pista e l'ultima per tavoli e sedie. In fondo il baretto, dove davano vino e pane toscano con mortadella. Cazzo,vino trebbiano e due fette di toscano con la mortadella, già le coincidenze cominciavano ad accumularsi rispetto al vecchio "Slego". Non so se quei senegalesi si erano resi conto che aveva raccolto tutti i persi di Faenza, bianchi e nostrani; completamente incontrollabili, borderline e, se non culturalmente, legalmente indifendibili e che il locale non sarebbe durato più di una piccola serie di fantastici sabati invernali. Le serate erano indimenticabili e a volte succedeva che ti sembrava di vivere un momento più vero del vero; che l'energia fluisse in maniera speciale e che eri fortunato di essere lì in quel momento, piuttosto che in qualsiasi altra parte del mondo. Si avvertiva un confluire di energia, non so se riesco a spiegarmi, e se non riesco è inutile che continui su questo argomento. O ci credi o non ci credi.

La notte di capodanno la passammo lì e nelle ore precedenti il mattino eravamo fuori dal locale che stava per chiudere in strada, sul marciapiede fra tanta gente a gruppetti, ma tranquilla, silenziosa. Inconsciamente tutti sapevamo che stava per accadere qualcosa di magico e nessuno voleva andare via; un accumularsi di energia che avrebbe dato origine ad una epifania unica e irripetibile. O stavi lì in quel momento o te la saresti persa per sempre. Sembravamo un coro greco in silenziosa attesa dell'elemento risolutore, dell'attore, dell'agente indispensabile perché quel atto, qualunque esso fosse stato, si sarebbe compiuto sicuramente. C'era energia nell'aria e la stessa realtà stava mutando: stavamo diventando la tavola di un fumetto; decidete voi chi vi piace di più: Andrea Pazienza, Edika oppure Gilbert Shelton, quello dei “Freak Brothers”.
Cominciò con l'arrivo di una due cavalli “Charleston” furgonata da cui scesero due tipi stile “Blues Brothers” con in mano un enorme bottiglione di vino rosso che cominciò a girare di bocca in bocca e che venne subito chiamato “ Il Formato Chianti Magnum”. Dalla macchina dei carabinieri, che aveva stazionato tutta la serata nella via a discreta distanza, scesero due agenti, ma a parte calarsi bene in testa il cappello di ordinanza e aggiustarsi la bandoliera non fecero nulla.

A quel punto entrò in scena il “deus ex machina” che tutti inconsciamente aspettavamo, l'essere perfetto nella forma e nella sostanza per il momento che era arrivato. Naturalmente neppure lui sapeva il ruolo che il destino gli aveva preparato. Era un puro. Era sbucato dal sottosuolo lungo la rampa delle scale del locale. Era completamente sballato e a camminare faceva fatica a tenere il marciapiede.
Il tempo si fermò e anche il bottiglione di vino smise di girare e rimase sospeso sulle labbra dell'ultimo bevitore. Il silenzio era totale, noi tutti, il coro, muti in attesa di una cosa di cui non sapevamo nulla. L'unico che si muoveva sulla scena era lui che, accortosi della presenza dei carabinieri, cercava di darsi un contegno, ma il "fumato" quando va in paranoia comincia a toccarsi e fa tutto il contrario di quello che dovrebbe fare per passare inosservato. Non poteva più tornare indietro e sarebbe dovuto passare per forza a fianco dei carabinieri e così cominciò a tenere una andatura indifferente, ma frettolosa, forse più preoccupato per quello che aveva in tasca piuttosto di quello che aveva in corpo.
Tutti eravamo in attesa di come sarebbe andata a finire nel momento che sarebbe arrivato a tiro dei carabinieri, che avevano cominciato a guardarlo. Ma il destino e il caso, i più abili registi della nostra vita, fecero la loro mossa. Dalle inferriate di un cortile lungo il marciapiede sbucava un grosso ramo di un enorme oleandro che ingombrava metà del marciapiede ad altezza uomo. Il tipo, perso come era, non lo vide e lo colpì in pieno con la fronte con un colpo tremendo che produsse un suono secco e potente come quello di un fuori campo in una partita di baseball. Venne rimbalzato all'indietro e cadde lungo steso, ma il dio o demone che lo proteggeva lo fece rialzare di scatto come un gatto e cominciò a dire a gran voce che non si era fatto niente e che non aveva bisogno di niente. Lo diceva a tutti noi evitando di guardare i carabinieri: “Non mi sono fatto niente, non mi sono fatto niente. Va tutto bene, va tutto bene”.
La folla esplose in una risata potentissima che scaricò tutta l'enorme energia che si era accumulata e cominciò una festa di salti e grida irrefrenabili. Lui sorpassò i carabinieri che a quel punto decisero di non intervenire e il tipo scomparve dietro l'angolo.
Il locale chiuse per sempre quella notte stessa.
Ultima modifica di Macrelli Piero il 02/01/2021, 14:04, modificato 4 volte in totale.
Macrelli Piero
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Re: FREAK BROTHERS

Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

Accidenti, non riesco a capire come mai la formattazione non mi mantiene lo spazio fra epigramma e inizio testo, ma questo lo vedrò con calma.
Volevo proporre un racconto che uscisse dal tema che ho usato nei miei precedenti, ma questo racconto premeva e ho ceduto.
Buona lettura.
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Massimo Baglione
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Re: FREAK BROTHERS

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Macrelli Piero ha scritto: 22/12/2020, 10:24 Accidenti, non riesco a capire come mai la formattazione non mi mantiene lo spazio fra epigramma e inizio testo, ma questo lo vedrò con calma.
Mea culpa.
Sistemerò appena possibile :P
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Re: Freak brothers

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

OK, ora va meglio.
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Fausto Scatoli
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

la storia è splendida, nulla da eccepire, e meritevole.
però devo segnalare che ci sono refusi.
ci vorrebbe una bella revisione anche per i tempi verbali, visto che parti col presente ma poi diventa tutto al passato.
se la cosa è voluta, non ne comprendo il senso
se non è voluta, meglio sistemare.
peccato, perché alcune descrizioni sono davvero ottimali.
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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Messaggio da leggere da Selene Barblan »

Uno spaccato di vita descritto con un linguaggio simile al parlato che crea un senso di vicinanza e aiuta il lettore a vivere il momento. Come negli altri racconti proposti il tuo stile mi piace e mi sembra efficace a ricreare l’atmosfera di quegli anni. Andrebbe sistemato un po’, ne vale la pena. Globalmente lo trovo godibile ma mi ha coinvolto meno rispetto a altri precedentemente proposti.
Lucia De Falco
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Messaggio da leggere da Lucia De Falco »

Personalmente questo genere non mi attira, perché leggo, leggo, aspettando che si arrivi a qualcosa di significativo, ma non accade. Ogni volta mi sembra di leggere una pagina di diario, che resta in sospeso, un episodio che fa parte di un libro più ampio, che deve essere completato. Apprezzo lo sfondo musicale che connota i tuoi racconti. Il linguaggio è rapido, quasi frenetico.
Macrelli Piero
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Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

Lo so che il testo andrebbe attentamente revisionato, ma come dico sempre cercate di sopportarmi perché è un lavoro che faccio con fatica solo dopo che il testo a riposato a lungo in un cassetto. nel frattempo faccio tesoro delle critiche. Ad esempio, quella del cambio del tempo verbale che nel mio caso è voluta, mi piace molto, ma è difficile da fare. Formattando il testo ho sbagliato a dividere la "premessa" al tempo presente dal corpo del racconto che si svolge al passato. Per adesso ho staccato la frase in un paragrafo a parte per evidenziare la partenza della seconda parte. vediamo se funziona.

"...perché leggo, leggo, aspettando che si arrivi a qualcosa di significativo, ma non accade..."
Questo invece è un commento che mi piace molto, perché amo i racconti in cui non succede niente, ma se in questo niente sono contenute delle emozioni il racconto (non dico i miei) è riuscito. Un po' come nei racconti di Carver, se posso osare.
Marcello Rizza
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Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Rispetto al tuo solo testo precedente che ho letto (non conosco gli altri tuoi ma dai commenti esistono) questo mi ha divertito molto di più. Ho ritrovato nel tuo scritto quel mix di funzionale e piacevole scrittura con refusi che potrebbero essere evitati con una rilettura a freddo, come tu stesso hai scritto. Il consiglio che mi sento di darti, se me lo consenti, è di non avere fretta di pubblicare, visto che il concorso prevede tre mesi di tempo. Questo perché un bel racconto può anche essere aggiustato in corso d'opera ma nel frattempo, nel gioco dei commenti e voti, raccogli si consigli ma anche un voto o due in meno di quello che il racconto meriterebbe. Facciamo così, che per stavolta ti commento solamente e il voto, che se aggiustato il testo sarebbe "4", lo metterò tra una settimana dopo che l'avrai rivisto. 🤗
Letylety
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Messaggio da leggere da Letylety »

Un bel racconto ingiallito dal tempo. A me ricorda certi film di Pupi Avati accompagnati dalle canzoni del Liga. Sono ricordi che ti fanno sorridere perché ricordano un tempo che non c'è più. Ci fate caso che gli strani, i mezzi pazzi, gli originali sono spariti dalla circolazione, inglobati dalla modernità e mimetizzati in qualche coda in fila alle casse di un negozio di marca.
Macrelli Piero
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Re: Freak brothers

Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

Seguendo i vostri preziosi consigli ho rivisto un po' il testo. Non escludo ulteriori interventi. Grazie.
RobediKarta
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Messaggio da leggere da RobediKarta »

Per vissuto personale anche, mi piacciono molto questi racconti di provincia con un'ambientazione legata ai locali popolari e alla musica, un po' Tondelli un po' Radio Freccia. É la prima volta in vita mia che leggo qualcuno che cita Edika, complimenti ! Mi hai incuriosito molto e mi piacerebbe leggerne di più. Per esempio davvero i senegalesi hanno aperto un locale a Faenza alla fine degli anni '80 ? Ma era tutto abusivo ? Però ci sono aspetti negativi: innanzitutto il cambio dei tempi verbali, anche se ti piace, te lo sconsiglio perché confonde e frustra il lettore. Poi ci sono dei refusi che saltano un po' all'occhio: buon vecchi DJ, deux ex machina, vucomprà (è vucumprà). Se riesci a farle capire dal contesto, potresti mettere anche qualche parola dialettale in più, danno un bel colore. Poi potresti cominciare ad approfondire qualche personaggio, per il momento sono tutte delle "figurine" nell'album dei ricordi. Ultima domanda: ma quanti anni avevi all'epoca ? Mi ha un po' sorpreso l'assenza di figure femminili, anche sullo sfondo. Dal racconto sembra che questi locali non fossero affatto frequentati dal gentil sesso. Ma se non è così dovresti chiarirlo, credo sia un'ambiguità non voluta.
Macrelli Piero
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Re: Freak brothers

Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

Grazie per l'aiuto sui refusi che a testo caldo non riesco a vederli neppure dopo diverse letture.
rimango convinto della legittimità del cambio dei tempi verbali che divide premessa e racconto, ma forse non l'ho fatta bene.
Il locale è esistito, mi pare sorretto da un circolo arci. La brevissima vita è dovuta dal fatto che una Faenza "Bianca" non poteva permettere una cosa così alternativa. Avevo, forse, 25 anni. donne poche. la storia completamente reale.
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Roberto Bonfanti
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Messaggio da leggere da Roberto Bonfanti »

I Freak Brothers, me lo ricordo il fumetto, come pure quelli di Edika su Totem e, soprattutto, le storie di Andrea Pazienza.
Ecco, questo racconto (come gli altri dei tuoi che ho letto) aderisce perfettamente a quell’immaginario, a quel periodo e a quel mondo che ricordo bene per anagrafe e frequentazioni giovanili.
Nulla da dire, lo stile è adeguato e per me è un altro capitolo di quel libro che immagino tu stia scrivendo sulla scena alternativa di provincia negli anni ’80.
Ho visto che hai corretto, rimangono solo alcuni difettucci di formattazione, qualche spazio in più o mancante, e borderline lo scriverei tutto attaccato.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Macrelli Piero
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

Roberto Bonfanti ha scritto: 29/12/2020, 10:56 I Freak Brothers, me lo ricordo il fumetto, come pure quelli di Edika su Totem e, soprattutto, le storie di Andrea Pazienza.
Ecco, questo racconto (come gli altri dei tuoi che ho letto) aderisce perfettamente a quell’immaginario, a quel periodo e a quel mondo che ricordo bene per anagrafe e frequentazioni giovanili.
Nulla da dire, lo stile è adeguato e per me è un altro capitolo di quel libro che immagino tu stia scrivendo sulla scena alternativa di provincia negli anni ’80.
Ho visto che hai corretto, rimangono solo alcuni difettucci di formattazione, qualche spazio in più o mancante, e borderline lo scriverei tutto attaccato.


Per ragioni che non mi so spiegare questi racconti sono nati tutti in uno-mesi e all'appello ne mancano due o tre, ma forse sono ripetizioni. Lì ho pubblicati qui sporchi per poter ricevere indicazioni di migliorie, anche perché le mie capacità sono limitate. Sì, è vero, mi piacerebbe raccoglierli in un lavoro unitario, ma non so fare un lavoro di editing degno. Se in questo gruppo c'è qualcuno disposto ben venga, sono disposto a rinunciare a ogni diritto pur di vedere un bel testo curato e confezionato.
Stefyp
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Messaggio da leggere da Stefyp »

Averlo letto dopo la revisione che ti hanno consigliato l'ha reso sicuramente scorrevole e ben scritto. Riesci a rendere molto bene il contesto e il vissuto dell'epoca che non conosco e non mi appartengono. L'attesa per capire cosa sarebbe successo alla fine è stata ben gestita, ma poi il tizio che sbatte contro un ramo m'è sembrato un po' banale. Ma se è successo realmente questo, il finale ce lo teniamo e basta perché nella vita mica ci sono sempre colpi di scena. A rileggerti.
Nando71
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Messaggio da leggere da Nando71 »

A mio giudizio la storia raccontata è particolarmente intrigante anche se delle volte sembra che resti in sospeso come fatto notare già da qualcuno. Nel complesso lo trovo scorrevole e piacevole con un buon finale.
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Liliana Tuozzo
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Messaggio da leggere da Liliana Tuozzo »

Quasi un pezzo di diario. La vita giovanile di un epoca raccontata nella sua quotidianità, i locali frequentati, gli amici, quel senso di noia da annegare in una birra o altro, lo rendono molto realistico. Simpatico il finale anche la risata per uno che va a sbattere contro il ramo di albero può riempire un vuoto. Un buon lavoro.
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Ida Dainese
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Messaggio da leggere da Ida Dainese »

Un racconto che parla di tempi giovanili, di allegria e folle sconsideratezza ma allo stesso tempo di malinconia. Si narra di locali che hanno chiuso e di volti che sono cambiati, di una sensazione di dispiacere per il tempo che continua ad andare avanti, appannando le memorie. Una malinconia che si coglie all'inizio in quel guardarsi la punta delle scarpe per concentrarsi a trovare una risposta, e che ristagna perfino nel finale, nel raccontare la scena divertente e pazza dell'ubriaco. Perché è come una musica che improvvisamente si abbassa di volume, che continua a risuonare piano tanto da farsi cogliere in sottofondo e che alla fine non riesce più a farsi sentire.
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Alcuni esempi di nostri libri autoprodotti:


Dieci

Dieci

antologia di opere ispirate dal numero dieci, in omaggio al decimo compleanno dell'associazione culturale BraviAutori.it

Non amiamo l'auto-celebrazione, tuttavia ci è piaciuto festeggiare il nostro decimo compleanno invitando gli autori a partecipare alla composizione di un'antologia di opere di genere libero che avessero come traccia il numero 10. Ventidue autori hanno accettato l'invito e ciò che ci hanno regalato è stato confezionato in queste pagine.
Con la presente antologia abbiamo voluto ringraziare tutti i collaboratori, gli autori e i visitatori che hanno contribuito a rendere BraviAutori.it ciò che è oggi, e che continuerà a essere finché potrà.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Giuseppe Gallato.

Contiene opere di: nwFerruccio Frontini, nwGiuseppe Gallato, Mirta D, nwSalvatore Stefanelli, nwGabriella Pison, nwAlberto Tivoli, Massimo Tivoli, Francesca Gabriel, Francesca Santucci, nwEnrico Teodorani, nwGabriele Ludovici, Martina Del Negro, nwAlessandro Borghesi, nwCristina Giuntini, nwUmberto Pasqui, nwMarezia Ori, nwFausto Scatoli, Arcangelo Galante, nwGiorgio Leone, nwFabio Maltese, nwSelene Barblan, nwMarco Bertoli.

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I sette vizi capitali

I sette vizi capitali

antologia AA.VV. di opere ispirate alle inclinazioni profonde, morali e comportamentali dell'anima umana

A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwMarco Bertoli, Federico Mauri, nwEmilia Pietropaolo, nwFrancesca Paolucci, nwEnrico Teodorani, nwUmberto Pasqui, Lidia Napoli, nwAlessandro Mazzi, Monica Galli, nwAndrea Teodorani, nwLaura Traverso, nwNicolandrea Riccio, nwF. T. Leo, Francesco Pino, nwFranco Giori, Valentino Poppi, Stefania Paganelli, nwSelene Barblan, Caterina Petrini, nwFausto Scatoli, nwAndr60, Eliana Farotto.

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Raccolta delle migliori opere che hanno partecipato alla selezione per l'antologia 256K. Ci sono 256 racconti da non più di 1024 battute. A chiudere l'antologia c'è un bellissimo racconto del maestro della fantascienza italiana Valerio Evangelisti. Ogni pagina, è corredata da una cronologia dei vecchi computer dagli anni '50 agli '80. A ogni autore è stato inoltre assegnato un QR Code. Da non perdere!
A cura di Massimo Baglione e Massimo Fabrizi
con la partecipazione di: Alessandro Napolitano e Paolo Oddone.

Contiene opere di: Alberto Tristano, nwRoberto Guarnieri, Ramona Cannatelli, nwSer Stefano, Giorgio Aprile, Gianluca Santini, Matteo Mancini, Giorgia Rebecca Gironi, nwMariella Vallesi, Tommaso Chimenti, Diego Salvadori, Giulia Conti, Beatrice Traversin, Maria Cristina Biasoli, Massimiliano Campo, Il Cazzaro di 6502, Polissena Cerolini, Patrizia Birtolo, Paolo Capponi, Paolo Cavicchi, nwLuca Romanello, Igor Lampis, Diego Di Dio, Leonardo Boselli, David Parronchi, VS, Antonella Tissot, nwSam L. Basie, nwAnnamaria Trevale, Bruno Ugioli, Ilaria Spes, nwBruno Elpis, nwMassimiliano Prandini, Andrea Marà, Riccardo Fumagalli, Joshi Spawnbrød, Daniele Picciuti, Gian Filippo Pizzo, Flavio Valerio Nervi, Ermanno Volterrani, nwManuela Costantini, nwMatteo Carriero, Eva Bassa, nwLorenzo Pompeo, nwAndrea Andreoni, Valeria Esposito, Stefano Caranti, Riccardo Carli Ballola, Stefano Pierini, Giuseppe Troccoli, Francesco Scardone, Andrea Cavallini, Alice Chimera, nwCosimo Vitiello, Mariaeleonora Damato, Stefano Mallus, Sergio Oricci, Michele Pacillo, Matteo Gambaro, nwAngela Di Salvo, Marco Migliori, Pietro Chiappelloni, Sergio Donato, Ivan Visini, Ottavia Piccolo, Ester Mistò, Alessandro Mascherpa, Gianmarco Amici, Raffaella Munno, Michele Campagna, nwDiego Bortolozzo, Lorenzo Davia, Marco Solo, Gianluca Gendusa, Caterina Venturi, Lorenzo Crescentini, Silvia Tessa, Simona Aiuti, Chiara Micheli, nwAnna Tasinato, Valentina Giuliani, Giulio D'Antona, Maria Francesca Cupane, Veruska Vertuani, Giacomo Scotti, Chiara Zanini, nwLorenzo Fontana, Tiziana Ritacco, Margherita Lamatrice, Aurora Torchia, nwLuigi Milani, Maurizio Brancaleoni, Gloria Scaioli, Filomena, Piergiorgio Annicchiarico, Morik Chadid, Chiara Perseghin, Massimo Ferri, nwSimone Messeri, Davide Dotto, Serena M. Barbacetto, Roberto Bernocco, Anthony Strange, Cristian Leonardi, Fabiola Lucidi, nwRoberto Bommarito, Antonio Russo De Vivo, Giacomo Gailli, Giovanni Duminuco, Federico Pergolini, Fabrizio Leonardi, Amigdala Pala, Natale Figura, nwCeleste Borrelli, Francesca Panzacchi, Andrea Basso, nwGiacomo Inches, nwUmberto Pasqui, Mario Frigerio, nwLuigi Bonaro, nwLuca Romani, Anna Toro, Giuseppe Varriale, nwMaria Lipartiti, Marco Battaglia, Arturo Caissut, Stefano Milighetti, Davide Berardi, Paolo Secondini, nwSusanna Boccalari, Andrea Indiano, Alexia Bianchini, Penelope Mistras, Anna Grieco, Samantha Baldin, Serena Bertogliatti, nwValentina Carnevale, Gloria Rochel, nwAndrea Leonelli, James Carroll Wish, Marco Ferrari, Giovanni Ferrari, nwMew Notice, Maurizio Vicedomini, nwParide Bastuello, Alessandra Lusso, Mirko Giacchetti, Francesco Manarini, Massimo Rodighiero, nwDaniela Piccoli, Alessandro Trapletti, nwMarco Tomasetto, nwConrad, Giovanni Sferro, nwMorgana Bart, Omar Spoti, Massimo Conti, Andrea Donaera, Roberto Alba, Libeth Libet, Angela Rosa, Valentina Coscia, Antonio Matera, Fabio Brusa, nwStefano Olivieri, nwIsabella Galeotti, Chiara de Iure, Ilaria Ranieri, Lorenzo Valle, Francesco Fortunato, Valentina Tesio, Elena Pantano, Maria Basilicata, Antonio Costantini, Riccardo Delli Ponti, Giovanna Garofalo, nwEliseo Palumbo, Federica Neri, nwAlessandro Napolitano, Stefano Valente, Linda Bartalucci, nwLuisa Catapano, nwDiego Cocco, Riccardo Sartori, nwDario Degliuomini, nwGianni Giovannone, Nicola Fierro, Federico Marchionni, Romeo Mauro, Francesco Azzurli, Filippo Pirro, Luca Marinelli, Triptil Pazol, Marco Sartori, nwIunio Marcello Clementi, Maria Lucia Nosi, Valentina Vincenzini, Jacopo Mariani, Diletta Fabiani, Lodovico Ferrari, Paolo Franchini, nwTullio Aragona, Davide Corvaglia, Davide Figliolini, Beniamino Franceschini, Roberto Napolitano, Valeria Barbera, Federico Falcone, Stefano Meglioraldi, Eugenia Bartoccini, Andrea Gatto, Sonia Galdeman, Filomena Caddeo, Dario D'Alfonso, Chantal Frattini, Viola Cappelletti, Maria Stella Rossi, Serena Rosata, Francesco Di Mento, Giuseppe Sciara, Mario Calcagno, Tanja Sartori, Andrea Giansanti, Lorenzo Pedrazzi, Alessio Negri Zingg, Ester Trasforini, Daniele Miglio, Viola Killerqueen Lodato, Delos Veronesi, Giuseppe De Paolis, nwDiego Capani, Stefano Colombo, Aislinn, nwMarco Marulli, Sanrei, Emanuele Crocetti, Andrea Borla, Elena Noseda, Anna Notti, Andreea Elena Stanica, Marina Priorini, Lucia Coluccia, nwSimone Babini, Fiorenzo Catanzaro, Francesco Mastinu, Cristina Cornelio, nwRoberto Paradiso, Andrea Avvenengo, Maria Boffini, Mara Bomben, Alex Panigada, Federico Iarlori, Marika Bernard, Alessandra Ronconi, Francesco Danelli, Gabriele Nannetti, Salvatore Ingrosso, Paolo Oddone, Valerio Evangelisti.

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La Gara 23 - Pochi istanti prima del sogno

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(agosto/settembre 2011, 85 pagine, 1,87 MB)

Autori partecipanti: nwMarco Marulli, nwSilvia Marulli, nwLicetti, nwTania Maffei, Polissena e Sabina, nwLucia Manna, Erania Pinnera, nwNathan, nwRitavaleria, nwCordelia, nwDaniela Piccoli, nwElisar, nwAlessandro, nwConrad, nwMorgana Bart, nwAleeee76, nwSkyla74, nwMastronxo, nwAngela Di Salvo, nwNevestella, nwGiosep, nwParolina, nwSkyla74,
A cura di Ser Stefano.
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Gara d'inverno 2018-2019 - La soffitta, e gli altri racconti

Gara d'inverno 2018-2019 - La soffitta, e gli altri racconti

(inverno 2018 - 2019, 45 pagine, 781,63 KB)

Autori partecipanti: Stefano Giraldi, nwTeseo Tesei, nwNamio Intile, nwDaniele Missiroli, nwMarco Daniele, nwFabrizio Bonati, nwFausto Scatoli, nwNunzio Campanelli, nwSeira Katsuto, nwAngelo Ciola, nwCarol Bi, nwLaura Traverso, nwIda Dainese, nwDraper, nwGabriele Ludovici, nwRoberto Bonfanti,
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 26 - Sulle note di una canzone

La Gara 26 - Sulle note di una canzone

(dicembre 2011, 69 pagine, 438,74 KB)

Autori partecipanti: nwCazzaro, Kutaki Arikumo, nwArditoeufemismo, nwSer Stefano, nwMariadele, nwTriptilpazol, Judith_Star, nwStillederNacht, Jane90, nwUnanime Uno, nwMaria92, nwNathan, nwLodovico, nwTania Maffei, nwCordelia, nwRitavaleria, nwTuarag, nwManuela, nwDiego Capani, nwLucia Manna,
A cura di Nathan.
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