Nocturnalia

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Marcello Rizza
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Nocturnalia

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NOCTURNALIA


Le Ossa sono il sacro lascito che dimostra come, prima dell’uomo, il Lupus Mimesis avesse sviluppato competenze superiori: organizzazione sociale, comunicazione complessa, spiritualità. Imparò a imitare tutte le specie che intendeva avvicinare per guadagnarne la fiducia e sfamarsene, compresa una particolare scimmia. Scelse infine di perfezionare la capacità di mimesi per nascondersi dalla stessa scimmia che diventava intelligente e superpredatrice. La stessa straordinaria arena in cui cacciavano le due specie consentiva al Sapiens una sorprendente varietà di mosse, e sebbene il Mimesis fosse più evoluto, e con la singolare capacità di mutazione, il Sapiens avrebbe fatto del rivale ciò che ha fatto ai Neanderthal, ai Soloensis e ai Denisova.

Kovacs Adam (Feroce Sacerdote pro tempore) - Ermeneutica delle ossa. 1928


Sei qui, lo sento. Sei nascosta da giorni in questa enorme villa dove mi hanno confinato. E mi osservi. E mi ascolti. Mi ascolti e non rispondi. Ti provoco e…niente. Mi studi. Stai aspettando il Nocturnalia.


- Iva, vieni fuori...sono sette anni che ti aspetto. Mi sono anche agghindato, con classe. Non nasconderti: giochiamo alla guerra. Iva!


C’è che quando mi monta la rabbia ti cerco. Con la sicumera che mi è possibile ti chiamo e sono parole a vuoto. Come siamo diversi Iva. I pochi e rozzi umani che mi conoscono, e ai quali non posso mostrarmi nelle vesti di Feroce Sacerdote, mi definiscono dandy. È una descrizione che mi racconta, che mi lusinga, che a te non appartiene. La figura ottocentesca alla Wilde spetta a chi ama cogliere la nota stonata nell’atteggiamento bohémien, nel polsino consumato coi gemelli in oro, nel bottone saltato alla camicia di raso o in una cultura e filosofia non sorretta dalla conoscenza. E tu sei tutta una nota stonata, sorella e sposa. Hai scelto di essere una selvaggia.

Quelle persone, che pensano di conoscermi, si spingerebbero oltre se mi vedessero col monocolo a bulinare ossa o nell’intimità della metamorfosi. La mia classe nei movimenti felpati le spaventerebbe, userebbero altri modelli per definirmi, certamente non dandy. È nella fase della trasformazione, quando ancora sono nelle sembianze antropiche e già si forma il lupo, che mi piaccio, che raggiungo la bellezza allo stato dell’arte.

Come ora, nudo con un lungo foulard rosa che scende fino al pube e parzialmente copre la peluria folta che arriva fino all’ombelico e mi marchia come diverso e perfetto. So che mi stai osservando, e allora chiudo gli occhi e mi tocco a darmi piacere fino a che sono in tempo, perché tra poco con le zampe sarà impossibile, perché tra poco sarà guerra. Mi tocco e ti sogno, ti sogno e ti desidero, ti desidero e mi amo, mi amo e nell’apoteosi ti dedico il seme e l’entusiasmo animale mentre il capolavoro del mio corpo straordinario muta. Già vedo accorciarsi la fronte e pronunciarsi a muso l’ossatura della mandibola e del naso. Sono bello, bellissimo, c’è luce e febbre nei miei occhi.


- Iva: Vieni fuori! Ti svelerò il segreto delle ossa, l’hai sempre desiderato.


Ho studiato a fondo le ossa oracolari, sorella e sposa, e nessuna vaticina una situazione come questa. Sto per affrontarti da pari, qui nella mia arena. Certo, dovevamo essere facce da copertina, con il nostro destino già scritto nelle consuetudini. E invece siamo speciali, come non avremmo dovuto essere, tu per essere assassina e io perché non posso morire. Ed eccoci al dunque. Le esche sono pronte, non sanno di esserlo e pensano di poterti sfidare. Le ho disposte in ogni stanza che accede alla sala da ballo.

Quante cose che non conosci. Ti chiedevi il perché ti fossero vietati alcuni insegnamenti di storia e religione, il motivo per cui le femmine ricevono un’istruzione parziale. Sei sempre stata una contestatrice, una testa calda. Ricordo bene quando Padre m’istruiva per diventare la guida spirituale della nostra specie, per prendere il suo posto. Mi portava nel laboratorio e mi faceva esercitare su ossa di canis lupus, e quando consumavo lame di selce per incidervi la nostra storia, erano morsi feroci quelli che subivo quando sbagliavo. Cosa ne sai tu?


«Padre, perché non usiamo la penna e la car…» e mi morsicava per insegnarmi a non bestemmiare.


«Lupo, avrai la responsabilità di preservare e tramandare la nostra storia. Si fa così da 100.000 anni e non sarai tu a cambiare ciò che è stabilito per legge»


- Sorella! ti sto aspettando: Che motivo c’è di attendere la mezzanotte per giocare?


Tu non le hai mai viste, sei una femmina, impura. Ti sei sempre chiesta cosa riportassero le lunghe ossa oracolari. In quelle è trascritta la storia privata e sconosciuta dei licantropi, anche se ciò che è raccontato va interpretato, come i tarocchi per gli incivili. Se tu fossi in grado di tenere tra le zampe un libro ti mostrerei lo studio che ho scritto l’anno scorso su quei fossili.

“Sarà fortunato il bambino-lupo che nascerà nel Nocturnalia?”, così è inciso nell’antica lingua sopra una di queste arcaiche ossa.

Quando nascemmo, deludemmo il migliaio di sopravvissuti della nostra specie. Ogni sette anni si riunivano tutti sotto la rupe magiara per celebrare il Nocturnalia, per accogliere i nuovi membri della comunità. Noi, adorata sorella, ostile sposa e implacabile nemica, non fummo bambini-lupo fortunati. Ne converrai, quel parto fu una sventura.


- Sei una portatrice di disgrazia, sposa mia. Però hai delle zampe stupende.


Niente da fare: non rispondi. La buona sorte quella notte scelse altre rupi, lontane dalla patria, dai nascosti e privati luoghi di caccia nella foresta di Nagykovacsi. Ti è stato nascosto che siamo venuti alla luce otto ore dopo, quando già albeggiava, quando la luna piena era un sbiadito ricordo. Un segno infausto. E siamo nati gemelli, come mai era accaduto prima. Ma poi cos’è la fortuna, se non un mito? Ciò che accadde è dovuto alla superstizione della linea di sangue, alla paura di morire e di estinguerci, angoscia che non dovremmo provare, ma suscitare.

Padre decise che saremmo stati amanti, oltre che fratelli, per sempre uniti nel “sacro” vincolo del matrimonio. Da subito ti diede il suffisso ungherese di appartenenza, quella costola fonetica scopiazzata dalla Genesi che sottomette la femmina. Io Kovacs Adam e tu Kovacs Adam-né Iva, la sposa di Adam, già dal nome soggiogata. Ma crescendo presi coscienza di te e compresi quanto la sorte mi favorì benevola: tu eri la più bella lupa mai vista prima dalla nostra specie.

E ora sono qui, nella Phillip Island, dall’altra parte del mondo. Sono l’unico abitante, la nostra razza ha dato fondo a tutti i propri averi per farmi “sparire”, per proteggermi da te. Mi hanno confinato in questa splendida ed enorme villa costruita apposta per la loro guida spirituale. Ma che se ne faranno, poi, di un sacerdote così lontano da ciò che accade nella nostra comunità, impossibilitato a officiare sotto la rupe?

I contatti con gli umani sono ridotti al minimo, e quei pochi mi vedono di sfuggita una volta al mese, quando da Norfolk arrivano per mare i viveri e ciò che mi occorre. A volte i nostri simili mi fanno avere anche il superfluo per farmi sopportare la dorata prigionia. Come la settimana scorsa, quando è sbarcata un’auto meravigliosa, esempio di tecnologia italiana.


«Beato te, nostra guida e Feroce Sacerdote. Si dice che raggiunga i 120 chilometri orari!» mi ha detto Abel quando l’ha sbarcata.


- Ti odio quando non mi parli.


No, non ti odio. E’ qualcos’altro.

Hanno organizzato un viaggio per portarmela che sarà costato quanto quel gioiello. Una Isotta Fraschini, in un’isola dove l’unico tratto percorribile su ruote misura 180 metri dal porticciolo all’ingresso della villa. Se solo avessero ricordato di portarmi il carburante… Ma è splendida e l’ho fatta mettere al centro della sala da ballo, illuminata da candelabri che scendono dal soffitto. E poi ho tutto ciò che mi occorre. Bulini in selce e le ossa dei nuovi morti, tele e pennelli per dipingere, le salsicce da annaffiare col Tokaji, abiti freschi di seta per affrontare il fastidioso caldo di queste latitudini straniere. E molto altro, col patto di restare nascosto per il resto della mia vita. O quasi.

Sei mesi prima del Nocturnalia, ogni sette anni, arrivava la delegazione a prendermi per portarmi da te, per concepire. Ora lo sai anche tu che il viaggio in mare dura due mesi, e in quei momenti non pensavo ad altro che alle tue zampe nervose e scure, lucide come il tuo sesso che propaga feromoni che sanno di bosco. E poi finalmente t’incontravo, e già da lontano il tuo odore mi procurava una perdurante erezione.

Ti possedevo, secondo le usanze della specie, innamorato e rancoroso; lupo e schiavo, per natura e indole, della mia idea fissa e assillante. Facevamo l’amore, o almeno, io lo facevo. Con il collare di ferro, le splendide zampe legate, il morso al muso, ti prendevo come volevo per tre giorni continui. E poi mi riportavano qui sull’isola, perché tu non individuassi il mio rifugio e io potessi rimanere al riparo dalla tua vendetta. Mi dicono che i licantropi nati da noi siano forti e in salute. Non li ho mai conosciuti e mi risulta che, al momento del parto, li abbiano nascosti alla tua vista per timore che li uccidessi, nell’impeto del tuo odio.


- Come stanno i nostri figli? Mi si dice che sei una madre amorevole.


Eppure, quando ancora nulla si era compiuto tra noi, ti opponesti al rito nuziale: come hai potuto? Ricordo ancora le tue empie parole.


«Non mi congiungerò mai con Adam, Padre. Mi sono innamorata di Farkas. Non m’importa delle tradizioni»


Mancavano pochi mesi ai sette anni, maturi per sposarci e, per la prima volta, procreare in tempo per il Nocturnalia: non dovevi, maledizione! Non potevi. Non eravamo più bambini-lupo già da quattro anni, il mio membro fremeva, e attendevo da troppo tempo di possederti. Tormentato da una ossessione, eri mia per legge e volere famigliare. Mia perché ti amavo e mi umiliavi. Nei giorni successivi Farkas sparì, lo mandammo in Africa e a te dicemmo che si era trasferito in America.


- Sai, il tuo Farkas l’ho ucciso e col suo sangue ci ho fatto un dolce. Il migliore che abbia mai preparato.


Sorrido mentre mento. L’avrei ucciso volentieri, ma eravamo troppo pochi per permetterci di rinunciare a seme fertile dei nostri simili. Tu provasti a fuggire per raggiungerlo. Ti catturarono, ti incatenarono ai fermi della cella del castello, e al momento giusto, dopo una grottesca cerimonia nuziale, l’anello al collo anziché sull’anulare, davanti a Padre ti godetti in quanto mia proprietà. Poi ti liberarono.

Da quel giorno decidesti di restare per sempre lupa. Dell’umano, mantenesti solamente la parola.

Sapevi che non avrei resistito altri sette anni per averti, eri soltanto mia e l’odore del tuo sesso inquinava i miei sogni. Anch’io passavo più tempo di prima come lupo, e ti cercavo contro le regole, già futuro sacerdote al posto di Padre, già inosservante del nostro culto, della regola dei sette anni, ma riuscivi a farmi desistere. Mi vedevi voglioso, tormentato, febbrile di passione; con quella tua voce di cristallo, con quello sguardo inespressivo da animale, e gli occhi scintillanti d’odio, mi ripetevi “Quando vuoi”.

Quelle due paroline continuano ad assillarmi, le ho anche incise in un osso che tengo in camera da letto, dentro una bacheca, sopra un cuscino di seta rossa. “Quando vuoi”. Sapevo che era un’infida minaccia. Eppure un giorno usasti le stesse ambigue parole per attrarmi, ti avvicinasti lupa in calore, mi mostrasti le modellate terga e sentii forte quell’odore irresistibile di spezie, funghi e foglie macere. Guardasti verso la cella dove ci siamo “sposati”, ammiccasti irresistibile e mi dicesti:

«Quando vuoi»

Mi occorrevano tre ore per trasformarmi lupo e attesi con una frenesia che non conoscevo ancora. Ma poi, lo sai bene infida belva, in quella segreta dove mi avevi invitato, venne rinvenuto il corpo senza vita di Padre, azzannato a morte, e poi ancora dilaniato quando già era andato. Non avrai certamente pensato che la nostra razza, e che io, potessimo perdonarti, vero? Non tanto per la morte in sé, per il parricidio, quanto per il “lupicidio” in una comunità sull’orlo dell’estinzione. L’avevi ucciso e sbranato nella sua forma umana, impedendo i suoi funerali in terra consacrata e il vaticinio sulle sue ossa. Lui, il nostro capo spirituale, il Feroce Sacerdote, così umiliato da te.


- Non me ne importa nulla di Padre. Ma tu puntavi a me, lo so. Illusa.


Padre mi ha morso troppe volte per poterlo ricordare con affetto.

L’anno scorso mi è arrivato un dispaccio, come in guerra. Eri riuscita a fuggire. Mi raccomandavano assoluta riservatezza, il minor contatto possibile con chiunque, mi ricordavano l’importanza della missione. Non doveva morire nessuno della nostra specie. Mi dissero che al prossimo Nocturnalia non avrei partecipato, convinti che tu avresti approfittato dell’evento per uccidermi. E invece sto partecipando, anche se non sotto la rupe magiara. Adam e Iva, stasera, dopo sette lunghissimi anni, così lontani dal luogo e dallo spirito della celebrazione. E sarà guerra, eccitante come fare l’amore.

Guardo il foulard rosa a terra, ormai inutile, la trasformazione è completata. Sono pronto. Non so come hai fatto ad evadere. Ne sono certo, ti sei imbarcata clandestina sulla nave che trasportava la Isotta Fraschini. Quando tre giorni fa ho trovato Macchia sbranato e straziato ho subito riconosciuto il tuo stile. Mi sono infiammato, ho provato quel gran meraviglioso brivido che mescola passione e pericolo. Finalmente qui, con me, per sempre, qualsiasi cosa accada.


- Dove ti sei nascosta in questi giorni? Parlami!


Quest’isola è piccola, ho provato a cacciarti, ho annusato, ma sei abile a nasconderti, risoluta a rivelarti al Nocturnalia, alla mezzanotte. Mancano cinque minuti e ho spalancato tutte le porte e le finestre, ho ridotto l’illuminazione a sparute candele e ho ripreso le sembianze della nascita. Non ti deluderò, ho organizzato un piccolo comitato di benvenuto. Ho assoldato da Norfolk dieci uomini, discendenti degli ammutinati del Bounty, che ti stanno aspettando armati fino ai denti.

Li ucciderai tutti, non m’importa di loro. Infine mi raggiungerai. Già sento gli spari e l’odore di cordite, le urla delle esche umane che inutilmente ti affrontano. Ti stai avvicinando, lo sento. Mi acquatto dietro la Isotta Fraschini, piscio su una ruota perché voglio che tu senta forte il mio odore. Sono pronto a scattare veloce e micidiale. Spero di riuscire a ferirti, per catturarti, per costringerti a me. E finalmente possederti in ogni momento. Forse moriremo entrambi.

Ora c’è silenzio. Mi arriva l’odore di bosco prima della tua voce di cristallo.


«Ciao Kovacs Iva-né Adam. Ma quanto parli. Giochiamo qui o in camera da letto? Cominciamo?».


Colgo il tuo insolente significato rivolto a Me, alla tua Guida Spirituale, a tuo Fratello, a tuo Marito, e prima di flettere i muscoli, con ferocia, con quelle parole che volevo dirti da tempo, ti accolgo:


- Quando vuoi.
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Fausto Scatoli
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

beh, avendo letto una precedente versione di questo brano, mi permetto di dire che sei salito di un paio di gradini.
molto più scorrevole e di gradevole lettura, con buone descrizioni in generale.
c'è ancora qualche refuso, ma sono cose minime.
resto un poco perplesso per la formattazione, probabilmente è un effetto del copia-incolla.
bravo
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Re: Nocturnalia

Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Grazie di avermi riletto, Fausto. Ci siamo incontrati in altro contesto e questo testo non ti aveva convinto. Constato che, ai tuoi occhi, è già migliorato e questo mi conforta. Spero di giungerti meglio con altri racconti. Ci si prova a migliorare, anche con commenti costruttivi. Mi piacerebbe, te ne sarei grato, se mi specificassi i refusi. Dire che ci sono refusi e non indicarli è un poco generico e poco utile a crescere e migliorare. Comunque, grazie.
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Re: Nocturnalia

Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

Marcello Rizza ha scritto: 24/08/2021, 20:46 Grazie di avermi riletto, Fausto. Ci siamo incontrati in altro contesto e questo testo non ti aveva convinto. Constato che, ai tuoi occhi, è già migliorato e questo mi conforta. Spero di giungerti meglio con altri racconti. Ci si prova a migliorare, anche con commenti costruttivi. Mi piacerebbe, te ne sarei grato, se mi specificassi i refusi. Dire che ci sono refusi e non indicarli è un poco generico e poco utile a crescere e migliorare. Comunque, grazie.
hai apportato parecchie modifiche ala storia, cambiandola non poco.
e poi lo scopo dei forum di scrittura dovrebbe proprio essere questo, ossia cercare di migliorarsi avvalendosi anche dei suggerimenti altrui.
appena ho tempo ti indico i refusi
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Re: Nocturnalia

Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

Marcello Rizza ha scritto: 24/08/2021, 20:46 Grazie di avermi riletto, Fausto. Ci siamo incontrati in altro contesto e questo testo non ti aveva convinto. Constato che, ai tuoi occhi, è già migliorato e questo mi conforta. Spero di giungerti meglio con altri racconti. Ci si prova a migliorare, anche con commenti costruttivi. Mi piacerebbe, te ne sarei grato, se mi specificassi i refusi. Dire che ci sono refusi e non indicarli è un poco generico e poco utile a crescere e migliorare. Comunque, grazie.
e…niente - manca lo spazio
fuori...sono sette anni - idem
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- Iva: Vieni fuori! - dopo i due punti non va la maiuscola
stabilito per legge» - manca il punto finale
Sorella! ti sto aspettando: Che - dopo l'esclamativo va la maiuscola, dopo i due punti no
Non m’importa delle tradizioni» - manca il punto finale
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Temistocle
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Messaggio da leggere da Temistocle »

Testo lungo e immaginifico. A volte ho fatto fatica a ritrovare il bandolo della matassa, ma alla fine ci sono riuscito. Non è il mio stile preferito, tuttavia devo dire che è un racconto che si lascia leggere seppur con un po' di attenzione. Qualche piccola imperfezione è stata già evidenziata.
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Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Grazie Fausto. Così è più utile. Inoltre, mi rincuora che hai rilevato poche sviste di punteggiatura. Si, il racconto originale è cambiato, anche se non così tanto. A rileggerci qui e dall'altra parte. Grazie anche per il voto generoso che forse il racconto non merita ma che mi motiva a scrivere. 🤗
Ultima modifica di Marcello Rizza il 25/08/2021, 20:42, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Grazie Temistocle. Sono conscio che il genere possa non essere congeniale a tutti. Ti confesso che nemmeno a me è congeniale. Eppure, sia con questo che con un altro racconto, Cavalieri, mi sono trovato a mio agio. Per qualche motivo ritengo possa provare anche a affrontare certi ambiti letterari un po' lontani dalle mie tradizionali corde artistiche. Grazie anche di avermi votato. 🤗
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MattyManf
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Messaggio da leggere da MattyManf »

Wow, che dire... Molto bello davvero!
L'ho letto tutto d'un fiato e nella testa le parole erano ringhi e ruggiti. Riesci a rendere davvero bene la psiche dell'uomo-bestia. Forse sono di parte visto che il genere è molto vicino al mio, ma devo dire che è davvero un ottimo racconto.
In alcuni punti, forse, volendo rendere tumultuoso il flusso di (selvatici) pensieri, lasci il lettore spaesato. Non la ritengo un vero e proprio difetto, anzi, fa parte del gioco.
Anche la spinta sessuale di questo racconto mi ha colpito molto, a tratti ci si può fiutare una traccia kinky che in questo genere di narrativa non stona affatto.

Un difetto? Ho sentito la mancanza delle descrizioni ambientali.
Un pregio? Mi sono immedesimato in qualcosa di negativo e brutale.

PS= giusto ieri ho scritto un racconto che condivide qualcosa con il tuo. Leggendoti, mi sono inibito e non so se lo sottometterò.
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Fausto Scatoli
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

Marcello Rizza ha scritto: 25/08/2021, 20:34 Grazie Fausto. Così è più utile. Inoltre, mi rincuora che hai rilevato poche sviste di punteggiatura. Si, il racconto originale è cambiato, anche se non così tanto. A rileggerci qui e dall'altra parte. Grazie anche per il voto generoso che forse il racconto non merita ma che mi motiva a scrivere. 🤗
forse meritava la via di mezzo, ma il 3,5 non c'è e ho preferito premiarti per aver osato modificare una tua creazione.
in meglio, comunque, davvero
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Alberto Marcolli
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commento Nocturnalia

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

Ottima scrittura. Stile aspro e nello stesso tempo delicato. I riferimenti espliciti sono assolutamente indispensabili. Argomento trattato? Mah! Non sono un lettore di storie “licantropiche” (si dice cosi?), ma da buon ex editor (molto ex) essere comprensivo come un bravo nonno è la regola principale. La seconda (almeno credo) è quella di essere onesto, e lo sarò: bravo!
Suggerimenti? Forse qualcuno magari lo troverei, ma ripetizioni, refusi, correttezza delle espressioni verbali, correttezza delle subordinate/coordinate, cacofonie, ecc. ecc. io non ne ho trovate nelle due letture che ho dedicato al tuo racconto.
Giudizio quindi molto buono. Mi farebbe piacere se altri lettori, più competenti in materia di licantropia, ti assegnassero un bel 5. Per mia onestà ti ho assegnato un 4.
Ultima curiosità: hai scritto anche su altri generi letterari?
Marcello Rizza
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Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Ciao Manfy. Il tuo commento è veramente entusiasmante per uno scrittore. Ma ciò che più mi importa è che proviene da chi non è in gara. Non è mistero, a suo tempo lo scrissi pubblicamente, che ritengo la formula di questo contest condizionata da strategie degli autori. A mio parere, spero sia un parere come un altro, in questi contest occorrerebbe una giuria di non partecipanti. Non a caso mancano qui penne importanti come Roberto Virdò, Mariovaldo, per citare solamente i primi che mi sovvengono. Io non mi ritengo una penna importante, e nemmeno voglio vincere. Premierò col mio voto chi partecipa per vincere, pur nella schiettezza del mio giudizio. Che almeno sia un racconto presentabile. Voglio crescere. Pur con qualche remora, mi sono deciso all'ultimo a partecipare. Vengo ora più precisamente al tuo commento. Hai ragione, avrei potuto meglio e più compiutamente descrivere i luoghi. Eppure, ti assicuro, per riuscire a farlo entrare nelle 15.000 battute da regolamento, ho dovuto fare tagli dolorosi. Ho scelto di concentrarmi di più su una parvenza di storia, meta storia e sotto storia che privilegiasse gli aspetti "ansiosi" del racconto. E aggiungo che vorrei vedere, tanto, il tuo racconto affine al mio (tue parole) in concorso. Ricordo ancora il tuo racconto originale nella gara di autunno o inverno, quello fantasy con quella congrega di proto sorelle che ricordavano le Bene Gesserit di "Dune", e sono certo che il tuo elaborato spiccherebbe qui. Dai...coraggio e fatti / facci leggere. Un abbraccio.
Ultima modifica di Marcello Rizza il 26/08/2021, 22:48, modificato 1 volta in totale.
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MattyManf
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Re: Nocturnalia

Messaggio da leggere da MattyManf »

Ci penserò, non lo avevo pensato per un concorso in verità ( tocca le 20.000 battute).
Che dire, mi sento sicuramente incoraggiato. Come ti ho confessato subito, il mio voto potrebbe essere condizionato dal fatto che questo è esattamente il genere che preferisco leggere. Ma sono sicuro alla fine il punteggio mi darà ragione
Marcello Rizza
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Re: Nocturnalia

Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Ciao Alberto. Prendere atto che un giudizio come il tuo ha origine da qualcuno che ha svolto il "lavoro" di editor mi lusinga. Anche il tuo voto generoso mi inorgoglisce. La tua analisi "scientifica" mi tranquillizza. E... si, ho scritto altro, anche se purtroppo non "alto". Se vuoi conoscere la mia povera arte (chissà poi perché dovresti perderti) qui trovi un mio racconto in cui credo, "La Lettera Dimenticata", che mi ha dilaniato sia dal punto di vista letterario che emotivo, oppure una favola moderna come "I Miracoli di Via Pre". In effetti, lo stile "gotico" mi aiuta a far emergere quello "spirito" punk che, per consuetudine, non dovrebbe appartenermi. È il secondo racconto che ambiento in un filone dark che solitamente non affronto. Questo racconto nasce dall'idea di creare un personaggio femminile "incredibile", spietato e meraviglioso seppur raccontato dal suo antagonista. E non so se i "licantropisti" amerebbero questo racconto, perché ho preferito "uscire" dai consueti canoni per fornire, con i pochi mezzi che dispongo, una spiegazione fantastica ma "naturale" della improbabile esistenza dei licantropi. In un altro mio (poco riuscito) racconto ho descritto la vita di un vampiro nato in un contesto sano che sceglie la via del sacerdozio. Questo per farti intendere che cerco sempre strade poco convenzionali. Ancora grazie per il tuo contributo.
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Fausto Scatoli ha scritto: 26/08/2021, 13:10 forse meritava la via di mezzo, ma il 3,5 non c'è e ho preferito premiarti per aver osato modificare una tua creazione.
in meglio, comunque, davvero

Grazie Fausto. Ero indeciso sul tuo, ma ora voglio "spingerti" più alto e vado subito a votare. Ti auguro, non volermene, di arrivare secondo, un splendido risultato. È che il racconto di Ishramit è così bello che per il podio più alto tifo da quella parte.
Selene Barblan
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Caspita, tanta roba! Leggendolo mi sono chiesta a più riprese, ma da dove le tira fuori queste idee? Non ho una predilezione particolare per le storie sui licantropi, ma in questo racconto l'argomento viene affrontato in un modo non convenzionale e che "intriga". L'ho letto tutto in un sol boccone e la mia mente non ha registrato niente di particolare a livello di forma, sicuramente c'è chi è più attento e competente di me per poterti segnalare eventuali refusi.
Concludendo, cattura e tiene alta la tensione per tutto il tempo, viene voglia di conoscere anche l'opinione della controparte lupina ed è davvero molto originale. Per me è un ottimo racconto, voto 5.
Marcello Rizza
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Selene Barblan ha scritto: 29/08/2021, 17:35 Caspita, tanta roba! Leggendolo mi sono chiesta a più riprese, ma da dove le tira fuori queste idee? Non ho una predilezione particolare per le storie sui licantropi, ma in questo racconto l'argomento viene affrontato in un modo non convenzionale e che "intriga". L'ho letto tutto in un sol boccone e la mia mente non ha registrato niente di particolare a livello di forma, sicuramente c'è chi è più attento e competente di me per poterti segnalare eventuali refusi.
Concludendo, cattura e tiene alta la tensione per tutto il tempo, viene voglia di conoscere anche l'opinione della controparte lupina ed è davvero molto originale. Per me è un ottimo racconto, voto 5.
Ciao Selene. Non posso che iniziare ringraziandoti di aver premiato generosamente un racconto che normalmente non rientrerebbe nelle tue letture. In effetti le storie sui licantropi attraggono un target limitato di lettori. Non credo, non ricordo quanto meno, di aver letto libri o racconti sui licantropi. Ciò che hai colto è esattamente ciò che intendevo creare: un lavoro che promuovesse una "patente" naturale e credibile al fantastico, una società lupesca malata, forse contaminata dalla necessità di mimetizzarsi (anche a livello intellettuale) in forma umana. Una società sull'orlo dell'estinzione perché le regole della loro religione, incredibilmente, impongono di procreare solamente ogni sette anni al Nocturnalia. Questo come punto di partenza, basilare nel mio intendimento, per poi invece affrontare altri problemi e turbe che mi interessavano scandagliare, pur nella necessaria brevità chiesta al concorso. Mi piace l'approccio originale, quanto meno ci provo. Raccontare il conosciuto e "stra tritato" da un altro punto di vista, sconvolgendo il piano consolidato di una idea del personaggio fantastico (in questo caso il licantropo). Ed è in questa *rivoluzione" che forse possono incontrarsi tanto lettori di testi attinenti alla licantropia che altri, come anche te, che trovano una novità nello stereotipato mondo di quella creatura fantastica. Sto pensando a un racconto sulla controparte lupina, perché non sei la prima a chiedermela. Pensavo che già il suo pensiero potesse emergere, indirettamente, dal delirio di Adam, che nolente ci descrive un personaggio femminile incredibile, anticonformista, una combattente come quelle coraggiose che rifiutano un Islam maschilista e soggiogante (perché esiste un Islam sano e legittimo, che non seguo ma rispetto). Ma se più di "una" mi ha chiesto questo, di far parlare Iva, evidentemente non ci sono riuscito a pieno e proverò a rimediare. Grazie ancora per avermi dato "coraggio" a continuare a scrivere.
Lucia De Falco
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Messaggio da leggere da Lucia De Falco »

Premetto che questo racconto non è il mio genere. Tuttavia, è scritto molto bene perché il linguaggio, duro, aggressivo, forte, violento riesce a riflettere la ferocia dell'uomo-lupo. C'è anche un ritmo rapido nella scrittura.
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Ishramit
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Messaggio da leggere da Ishramit »

Un ottimo lavoro dal punto di vista della costruzione della storia e dell'ambientazione. Si vede che ci hai lavorato e hai saputo descrivere molto bene questa società di licantropi, come anche lo "stacco" tra l'esperienza lupina e quella umana. Il limite del racconto credo lo esprima la donna-lupo stessa (punto a favore che lo faccia :P). "ma quanto parli". Ecco, forse dall'eloquio del protagonista emerge un po' la tua necessità di dare informazioni e la scelta della narrazione in prima persona ti costringe a metterle tutte in bocca a lui rendendolo un po' innaturale e secondo me smorzando un po' la sua forza "bestiale", molto ben espressa per altri versi e che gioverebbe di un'espressione leggermente più stringata.
Marcello Rizza
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Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Lucia De Falco ha scritto: 31/08/2021, 10:22 Premetto che questo racconto non è il mio genere. Tuttavia, è scritto molto bene perché il linguaggio, duro, aggressivo, forte, violento riesce a riflettere la ferocia dell'uomo-lupo. C'è anche un ritmo rapido nella scrittura.
Grazie Laura, soprattutto per aver "guardato" il racconto pur non essendo il tuo genere. Grazie anche del voto generoso, stante l'antefatto.
Marcello Rizza
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Re: Nocturnalia

Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Grazie Ishramit. Il tuo commento, pur col corretto distinguo, che proviene da uno dei due autori di questo contest per cui "tifo", mi conforta. Anche il tuo voto è generoso. Giocatela con l'altro, che a mio parere è destinato (salvo strategie "autoriali") a raggiungerti in cima.
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Re: Nocturnalia

Messaggio da leggere da Giulia0101 »

Ciao Marcello, come promesso ti ho votato e a questo punto lascio anche una mia piccola riflessione.
Premettendo che non è il mio genere, ad una prima lettura veloce devo ammettere di aver faticato un pò a mantenere alta l'attenzione, ovviamente c'erano delle scene forti che mi hanno catturata, ad una seconda lettura ho compreso tutto più attentamente, il mio vero voto sarebbe stato 3.5 (però non c'è ;)) e visto che mi è caduto l'occhio su una recensione che indicava che hai fatto molte modifiche e ad ogni modo il testo in se per sè ha un suo stile, che avendo letto diversi tuoi racconti si vede che sei tu che lo scrivi ;) ti ho premiato con un 4, però che serva a farti migliorare di più :P. Molto morboso nei pensieri, nelle descrizioni di questo legame di famiglia, del sesso che intransigente non si arresta, questa forza animale selvaggia che esplode fino alla fine e ti risucchia in una guerra, una lotta un combattimento, una sfida. Non avevo mai letto una storia di licantropi scritta così, alla fine mi è sfuggito pure un sorriso. In bocca al lupo! :lol:
Marcello Rizza
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Re: Nocturnalia

Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Grazie Giulia. E grazie anche per il tuo voto generoso. Penso, spero, mi piace pensarlo, di riuscire a non abituare il lettore ad aspettarsi "qualcosa" (nel senso di qualcosa di stereotipato) da un mio racconto. Mi piace cambiare sempre. A volte sarò romantico, altre volte giocherò con il gotico, altre ancora con la parodia, ecc.. Alcuni saranno più nelle tue corde, magari il prossimo. 🤗
Marcello Rizza
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Re: Nocturnalia

Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Ciao FraFree. Grazie del tuo bel commento. Non sono una buona penna, provo a scrivere, mi piace e mi costa. Da solo, senza sapienti editing, sono ancora acerbo perché impulsivo. Mi occorre una visione meno "visionaria". Ma va bene così. Scrivo ciò che amo scrivere e altri, amici, lo fanno diventare plausibile. Rispettandomi.
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Messaggio da leggere da Stefyp »

Sono molto in difficoltà a commentare questo racconto.
La prima volta che l'ho letto mi ci sono persa dentro, non ho capito quasi niente e non sapevo come raccapezzarmi. La seconda lettura è andata meglio, anche se ho faticato ad arrivare alla fine. Questo non è proprio il mio genere. Qui leggo volentieri ogni racconto anche se il genere non mi appartiene, perchè trovo che cambiare orizzonte ogni tanto sia doveroso e mi faccia bene. Ma questo racconto è davvero troppo per me.
A distanza di tempo l'ho riletto ora una terza volta e mi sono concentrata sullo stile. Qui non ho davvero suggerimenti da darti. È scritto proprio bene, non ho trovato refusi o errori, niente ripetizioni o tempi verbali fuori posto, a mio parere. Il linguaggio che hai usato è appropriato e coerente rispetto a quello che volevi dire. Niente fronzoli o orpelli, vai dritto al punto ogni volta e non ci giri intorno.
Quindi il voto diventa un problema, istintivamente darei un voto basso perchè leggerlo mi ha affaticato e non mi ha dato emozioni positive o interessanti, ma dal punto di vista stilistico è più che buono.
P.S. La Isotta Fraschini mi ha fatto morire dal ridere...
Marcello Rizza
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Re: Nocturnalia

Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Ciao Stefyp. Fortunatamente (fammi sorridere mentre lo scrivo) non sono in lizza per i primi tre posti, ben consolidati. E già sapevo, avendo chiacchierato in Mp, che il mio racconto non ti era piaciuto. Eppure, proprio perché questa competizione deve essere onesta e credibile, ti ho invitata a scrivere e votare. Ti ho invitata a sentirti libera, come dovrebbe sempre essere qui. So anche che questo giudizio ti è pesato perché avrebbe potuto sembrare un modo per allontanarmi e confermare solido il tuo bellissimo racconto. So che, senza la mia esortazione di libertà e onestà concettuale e letteraria, non avresti commentato il mio racconto. E ti ringrazio per aver ascoltata la mia esortazione. E ti indico come esempio da seguire. Voglio specificare che capisco il tuo dubbio. Con alcuni racconti mi sono trovato in difficoltà. Invece che commentarli ho scritto privatamente spiegando il motivo per cui preferivo evitare un commento svilente e pesante nel mio voto. Se qualcuno di questi mi avesse esortato comunque a scrivere onestamente ciò che pensavo, lo avrei fatto. Questo è il motivo per cui non ho pubblicamente commentato alcuni racconti. Veramente...veramente grazie Stefyp.
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Esiste tuttavia una fetta di Umanità che rifiuta questa utopia, in quanto la ritiene una distopia grave e pericolosa.
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