Il regalo di Romualdo
Il regalo di Romualdo
- Alberto Marcolli
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Commento Il regalo di Romualdo
Avrei anche dato 5, ma considerato il tutto, chiedendo perdono all’autore, darò 4.
Elenco dei suggerimenti che mi sento di proporre:
rivedere l’uso della d eufonica
Rivedrei la punteggiatura, in particolare le virgole
“esaltante” – propongo: eccitante
“affianco all’anziano” - propongo: accanto all’anziano
“magari ci saremmo rivisti dopo le feste natalizie, ecco il libro poteva portarlo con calma al mio rientro, magari l’avrei letto e poi glielo avrei reso.”
Ci sono due “magari” – uno è da sostituire. Propongo – probabilmente
“divenuta un punto di riferimento per i lettori della città, ed egli era diventato un libraio”
diventato - propongo – considerato
“in esso era contenuto un libro” – propongo – conteneva un libro
“ivi qui il tuo racconto...” presumo sia una frase importante, cosa significa?
Aspetto qualche tuo commento agli altri racconti, altrimenti non ti fanno partecipare.
Re: Il regalo di Romualdo
ok commento vedo di commentare altri racconti
- Alberto Marcolli
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Re: Il regalo di Romualdo
Invece si può senza problemi sia al racconto che al commento relativo.
Buon lavoro.
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La storia mi sembra alquanto scontata, con personaggi letti e riletti e una trama molto prevedibile.
La scrittura invece scorre bene e va a coprire le lacune (secondo me!) della narrazione.
Buona l'ambientazione.
Il mio voto è 3, ma mi piacerebbe leggerti in qualcosa di più 'originalè: sicuramente sarà molto migliore.
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Una sola domanda: come mai si usa il passato prossimo anziché il passato remoto?
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Oltre alle cose già segnalate credo che ci sia qualcosa da sistemare nei tempi verbali (l'alternanza di passato e trapassato prossimo, per esempio), poi alcune cifre le avrei scritte in lettere piuttosto che in numeri.
Si parla di opere e autori che apprezzo molto e nel complesso l'ho trovata una lettura gradevole.
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Re: Commento Stefano
Stefano M. ha scritto: ↑05/10/2021, 11:29 Devo ammettere che, sarò sincero, la narrazione non mi ha fatto impazzire, specialmente per la parte centrale troppo lunga e un po' ripetitiva. Detto questo, però, ho trovato molto gradevole l'insieme in quanto la descrizione del bar e del personaggio riesce a mettere perfettamente a proprio agio nonostante lo squallore sostanziale che accompagna la sequenza.
Una sola domanda: come mai si usa il passato prossimo anziché il passato remoto?
Re: Commento
Roberto Bonfanti ha scritto: ↑05/10/2021, 18:49 Un racconto malinconico, una storia di solitudine dove spicca la figura del vecchio libraio e del suo regalo, una sorta di riconoscimento per aver trovato un'anima affine, in quella particolare sintonia che, talvolta, si instaura anche fra sconosciuti.
Oltre alle cose già segnalate credo che ci sia qualcosa da sistemare nei tempi verbali (l'alternanza di passato e trapassato prossimo, per esempio), poi alcune cifre le avrei scritte in lettere piuttosto che in numeri.
Si parla di opere e autori che apprezzo molto e nel complesso l'ho trovata una lettura gradevole.
Re: Commento
Temistocle ha scritto: ↑04/10/2021, 10:07 Divido in due il mio commento.
La storia mi sembra alquanto scontata, con personaggi letti e riletti e una trama molto prevedibile.
La scrittura invece scorre bene e va a coprire le lacune (secondo me!) della narrazione.
Buona l'ambientazione.
Il mio voto è 3, ma mi piacerebbe leggerti in qualcosa di più 'originalè: sicuramente sarà molto migliore.
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Poi il racconto l'ho letto e lo trovo lineare senza gloria e senza infamia come tutti i lavori ben svolti Il che significa che non è un capolavoro. E non è una colpa.
Quando leggo i racconti cerco sempre di applicare le teorie della scrittura immersiva, del flusso di coscienza, del "show don't tell", mostra non raccontare. Quindi pochi aggettivi, pochi. Dimenticarsi degli avverbi specialmente quelli che terminano in "mente". La teoria e bella, ma non so se funziona sempre; e poi a me aggettivare e avverbiare piace. Quindi? Non lo so. Però mi piacerebbe rileggere questa storia come se l'avesse scritta Carver.
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Come già rimarcato, attenzione a non mischiare i tempi verbali: io preferisco usare sempre il passato poiché l'uso del presente è insidioso, è molto facile volgere al passato delle frasi composte quasi senza accorgersene.
Re: Commento
RobertoBecattini ha scritto: ↑10/10/2021, 23:34 Storia malinconica, ben scritta, che coinvolge soprattutto nella seconda parte, proprio perché fa presagire un finale amaro. A suo modo commovente, l'incontro di due solitudini, una più giovane quindi ancora speranzosa, l'altra più in là con gli anni e inevitabilmente rassegnata. Niente male.
Re: Commento
Selene Barblan ha scritto: ↑07/10/2021, 13:03 A parere mio in questo racconto c’è un potenziale che non viene completamente espresso; la struttura/la trama ci sono ma nell’esposizione manca qualcosa che renda più partecipe il lettore. Provo a spiegarmi meglio, le descrizioni mi sembrano un po’ a “elenco”, “lui è così, così e così”, “è successo così, così e così”, e così via… A livello formale mi sembra che scorra abbastanza agevolmente, eviterei i numeri in cifre e alcune ripetizioni. Detto questo è una lettura che scorre ma che non mi ha coinvolto come il tema potrebbe far sperare. Voto 3 calante.
Re: commento
Macrelli Piero ha scritto: ↑08/10/2021, 18:49 Pensa che ho saltato più volte la lettura di questo racconto perché il nome Romualdo mi faceva pensare a un racconto sul calcio. Quindi io cambierei il nome del protagonista (risata allegra).
Poi il racconto l'ho letto e lo trovo lineare senza gloria e senza infamia come tutti i lavori ben svolti Il che significa che non è un capolavoro. E non è una colpa.
Quando leggo i racconti cerco sempre di applicare le teorie della scrittura immersiva, del flusso di coscienza, del "show don't tell", mostra non raccontare. Quindi pochi aggettivi, pochi. Dimenticarsi degli avverbi specialmente quelli che terminano in "mente". La teoria e bella, ma non so se funziona sempre; e poi a me aggettivare e avverbiare piace. Quindi? Non lo so. Però mi piacerebbe rileggere questa storia come se l'avesse scritta Carver.
Re: Commento
Andr60 ha scritto: ↑11/10/2021, 17:55 Un racconto malinconico che parla dell'incontro di due solitudini ma che diventa commovente nel finale, con l'ultimo regalo, postumo, del libraio che riconosce nell'avventore incontrato per caso in un bar una persona meritevole di condividere delle piacevoli letture.
Come già rimarcato, attenzione a non mischiare i tempi verbali: io preferisco usare sempre il passato poiché l'uso del presente è insidioso, è molto facile volgere al passato delle frasi composte quasi senza accorgersene.
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Alcune cose sono inutili e appesantiscono, ad un esempio: "praticando una politica di sconti molto aggressiva", bastava dire che aveva aperto una libreria di catena senza aggiungere altro, chi legge sa sicuramente cosa succede ad una piccola libreria quando ne arriva una grande.
"per una malattia incurabile dal rapido decorso." lascerei malattia incurabile, il resto sa di necrologio.
Hai la tendenza a voler puntualizzare e descrivere ogni particolare, non è necessario, qualcosina il lettore dovrà immaginarsela. Taglia e sfoltisci e vedrai che alla fine filerà meglio.
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Sulla tecnica (punteggiatura, consecutio temporum, coerenza di stile), devo dire che va curata di più: stai raccontando un fatterello o narrando una storia? È un passato prossimo o remoto? E se prossimo, quanto prossimo? La coerenza dei tempi serve anche a dare un'idea del quando senza dover usare una sola volta un avverbio di tempo. Qui definisci date e luoghi "con precisione", ma ci si perde lo stesso! E virgolette, caporali o quel che sia, indicherebbero meglio i dialoghi. Tra l'altro, il regolamento dà suggerimenti su come organizzare questi dettagli puramente tecnici.
Però c'è sugo, c'è messaggio, e alla fine è questo che merita: anche i quadri non vanno giudicati dalla cornice.
Racconti alla Luce della Luna
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tanti errori e refusicoronano un modo di esporre il testo che non mi prende.
la storia in sé, pur se trita e ritrita, potenzialmente è interessante, ma lo sviluppo lascia a desiderare.
rivedrei un poco anche i tempi verbali, che non mi sembrano del tutto corretti
http://scrittoripersempre.forumfree.it/
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Personalmente avrei preferito entrare meglio nella psiche dei personaggi, percepire le loro intenzioni e i loro sentimenti per avere una maggiore possibilità di calarmi nella storia.
Sottolineo anche io che il discorso diretto senza virgolette o caporali che siano è meglio evitarlo o al massimo sostituirlo con un discorso indiretto, nel caso in cui non si vogliano usare segni di punteggiatura di quel tipo.
Penso però che la base sia buona, ritoccandolo con qualche accorgimento potrebbe essere molto promettente.
77, le gambe delle donne
ovvero: donne in gamba!
Antologia di 77 opere e 10 illustrazioni per esplorare, conoscere e rappresentare la complessità e la varietà dell'universo femminile. Ognuno dei testi presenti in questa antologia riesce a cogliere tanti aspetti, anche contrastanti, di questa creatura affascinante e sorprendente che assieme agli uomini per millenni ha contribuito, nell'ombra o sul palco della storia, all'evoluzione della civiltà così come la conosciamo oggi. è inutile aggiungere che 77 opere soltanto non hanno la presunzione di fornire una rappresentazione esaustiva, ma lasciamo che la parte di questo "iceberg" femminile ancora sommerso rimanga pronto per emergere in prossime indagini e, perchì no, per costituire ancora la materia prima di altre future opere di ingegno.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Tullio Aragona, Maria Basilicata, Mara Bomben, Alessandro Borghesi, Emanuela Bosisio, Nunzio Campanelli, Paolo Caponnetto, Alessandro Carnier, Gino Centofante, Polissena Cerolini, Antonio Ciervo, Luigi Andrea Cimini, Giacomo Colosio, Cristina Cornelio, Marika Davoli, Stella Demaris, Maria Rosaria De Simone, Cetta de Luca, Cristoforo De Vivo, Roberta Eman, Luca Fadda, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Raffaella Ferrari, Virginia Fiorucci, Anna Rita Foschini, Franco Frainetti, Manuela Furlan, Nicola Gaggelli, Isabella Galeotti, Rebecca Gamucci, Lucilla Gattini, Michela Giudici, Antonino R. Giuffrè, Alessandro Kabon, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Greta Leder, Silvia Leuzzi, Yuleisy Cruz Lezcano, Libero, Marina Li Volsi, Rosalia Maria Lo Bue, Diego Luci, Sandra Ludovici, Verdiana Maggiorelli, Marino Maiorino, Angelo Manarola, Myriam Mantegazza, Germana Meli (geMadame), Roberta Michelini, Samuele Mocellin, Maurizio Nequio, Teresa Pace, Marina Paolucci, Roberto Paradiso, Umberto Pasqui, Viviana Picchiarelli, Daniela Piccoli, Anna Pisani, Luciano Poletto, Monica Porta, Pietro Rainero, Gianluigi Redaelli, Maria Rejtano, Stefania Resanfi, Franca Riso, Massimo Rosa, Francesca Santucci, Libera Schiano Lomoriello, Daniele Schito, Veronica Sequi, Salvatore Stefanelli, Stella Stollo, Paola Tomasello, Sonia Tortora, Liliana Tuozzo, Alessandro Zanacchi.
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Un lavoro Fantastico
Antologia di opere ispirate a lavori inventati e ai mestieri del passato riadattati al mondo attuale.
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antologia di opere scritte a più mani
Una collaborazione, di qualunque natura essa sia, diventa uno stimolo, la fusione di peculiarità ben definite, la concretizzazione di un'intesa, la meraviglia di scoprire quel qualcosa che individualmente non si sarebbe mai potuta fare. È una prova, una necessità di miglioramento, il superamento dei propri limiti stilistici o di quei blocchi creativi che sovente ci pongono di fronte a un disarmante "foglio bianco". Gli autori di questa antologia ci hanno voluto provare.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Antonio Abbruzzese.
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A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 41 - Tutti a scuola!
A cura di Antonella Pighin.
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