Distopia alimentare
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Distopia alimentare
- Alberto Marcolli
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Commento : Distopia alimentare
Secondo periodo troppo lungo:
“La cosa comprendeva anche una pesante tassa di concessione governativa, ma che potevo affrontare tranquillamente e quindi non mi perdono di aver accettato di partecipare alla trasmissione televisiva "Only The Braves" che mi avrebbe coperto le spese e aggiunto anche qualche privilegio esclusivo da V.I.P. con la licenza "Totally Omnivorous".”
In un corto letterario che si rispetti le frasi sono brevi.
"Green Pass" e passaporto sanitario non sono la stessa cosa?
“ come quando l'ingresso dei trovavi un tipo che giudicava se eri abbastanza elegante o figo per entrare. La frase zoppica: serve una revisione.
C’è dell’altro ma per ora basta così.
Il racconto merita veramente quindi per ora non voto. Attendo una nuova versione.
I commenti per questo racconto mi hanno schiarito le idee. In particolare mi ritrovo molto nel commento di Roberto Bonfanti.
Sono combattuto tra tre e quattro. Come sempre arrotondo al 4.
Commento: Distopia alimentare
Lì per lì ho pure pensato -Diamine, sarebbe figo se davvero prendessero il potere i Vegetariani Radicali, visto chi sembra proprio destinato a salire al Governo con le prossime elezioni-; ma alla fine l'Estremismo è sempre maledettamente sbagliato, in ogni sua forma.
Non appartengo al filone estremista ma sono animalista e limito al massimo il consumo di carne e, non riuscendo a mangiare qualsiasi cosa sanguini o abbia chiare fattezze da creatura che un tempo era vivente, nel mondo che hai immaginato io in quell'arena non ci entrerei di certo. Ancora complimenti: una storia davvero originale!
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Re: Distopia alimentare
Ho seguito i consigli del primo commento e ho spezzato i periodi lunghi.
A me i periodi lunghi piacciono, ma sono difficili da scrivere bene.
Per chi ama le "Short Story" dell'epoca d'oro della fantascienza non farà a meno di notare un po' di Matheson, Brown e, spero, il mio amatissimo Sheckley.
Noto che alla pubblicazione non viene rispettata la formattazione che avevo scelto, in particolare i rientri che non avevo fatto.
Pazienza, proverò a modificarli.
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Trovo il racconto molto interessante e originale, di grandissima attualità: bella l'idea di richiamare il Green Pass per ambientarlo in un futuro non molto remoto. A chiunque, penso, una forzatura del genere è venuta in mente almeno una volta ma il politically correct ci costringe a legarci le mani, quindi l'autore merita la massima stima anche solo per il coraggio.
Se proprio devo evidenziare un piccolo difetto, forse, trovo la parte relativa al "suin pass" un po' troppo corposa in relazione alla narrazione, che avrebbe potuto essere leggermente più lunga e sviluppata pur senza perdere di incisività. Si tratta proprio di una sciocchezza però! Buona bistecca (o tofu) a tutti!
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L'idea non è nuovissima (ma che ci può essere di nuovo nel campo della distopia? O nella letteratura in generale?) però è resa contemporanea dagli accenni all'attualità.
Certo che imbracciare un fucile non mette il protagonista alla pari con il cinghiale, queste cose vanno fatte a mani nude, poi vediamo chi la spunta.
Ciononostante la carne (ops…) c'è, quindi il racconto merita un buon voto.
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Re: Distopia alimentare
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Detto questo trovo che ci siano degli aspetti interessanti nel racconto e altri che funzionano così così. La prima parte è troppo spiegata, non credo che nei momenti concitati poi descritti il pensiero vaghi sul perché e per come si è arrivati a quel punto. In secondo luogo non vedo il nesso tra green pass e animalisti radicali, posso capire alla lontana che in breve si passi a un controllo sempre più invasivo, ma mi sembra un po’ troppo presentato così, in poche righe.
La parte finale è secondo me la più riuscita, diretta, cruda e sentita.
Voto 3 per me
- Maria Spanu
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Re: Distopia alimentare
A livello di racconto, però, è un pò frammentario. Ci si inciampa alcune volte sulle frasi ma l'idea è buona. Lavoraci su, la base di partenza c'è, mancano un pò di bulloni e viti qua e la.
Voto 3
- Marino Maiorino
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La scrittura è buona, fluida, narrativa, coinvolgente, e lo spunto buono per realizzare tutta una distopia, in molto più spazio. L'unica pecca che gli trovo è proprio la brevità. È vero, molti racconti brevi (e brevissimi) fanno così, ma la compressione dei tempi alle volte è troppo forte, artificiosamente, perché tutto poi si risolve nella climatica scena finale incompiuta.
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Purtroppo leggendolo non mi sono sentita attratta o incuriosita dalla storia e questo per me è un elemento importante al fine della votazione. Mi spiace, a rileggerti.
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l'idea è apprezzabile e lo spunto del green pass mi piace.
così come i vegetariani al potere, cosa che non vedo possibile in alcun modo.
non mi piace invece il finale, dove imbracci il fucile per far fuori una mamma cinghiala... crudele epilogo.
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Io ho apprezzato la parte finale del racconto il faccia a faccia con il cinghiale. Non so tu dove vivi, ma da me terrorizzano parecchio, nelle zone vicino casa mia si è sempre a rischio di ritrovarseli dietro l'angolo!
Per il resto, a me l'idea piace e sicuramente la cosa che trovo più originale è il pass per cacciare gli animali.
Ben fatto.
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Il racconto è breve quanto basta per farsi leggere d'un fiato. Forse però, come già suggerito, qualche riga in più non avrebbe guastato, anche perché il tema si presta sicuramente.
Placet iuxta modum…
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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Vivere con 500 euro al mese nonostante Equitalia
la normale vita quotidiana cosí come dovrebbe essere
Vi voglio dimostrare come con un po' di umiltà, di fantasia e di buon senso si possa vivere in questa caotica società, senza possedere grandi stipendi e perfino con Equitalia alle calcagna. Credetemi: è possibile, ed è bellissimo!
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B.A.L.I.A.
Buona Alternativa alla Lunga e Illogica Anzianità
Siamo nel 2106. BALIA accudisce gli uomini con una logica precisa e spietata, in un mondo da lei plasmato in cui le persone nascono e crescono in un contesto utopico di spensieratezza e di bel vivere. BALIA decide sul controllo delle nascite e sulle misure sanitarie da adottare per mantenere azzerato l'incremento demografico e allungare inverosimilmente la vita di coloro che ha più a cuore: gli anziani.
Esiste tuttavia una fetta di Umanità che rifiuta questa utopia, in quanto la ritiene una distopia grave e pericolosa.
BALIA ha nascosto il Passato ai suoi Assistiti, ma qualcuno di questi ha conservato i propri ricordi in un diario e decide di trascriverli in una rischiosa autobiografia. Potranno, questi ricordi, ripristinare negli Assistiti quell'orgoglio di vivere ormai sopito? E a che prezzo?
Di Ida Dainese e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.