Un giorno diverso in tribunale

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'autunno 2021.

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Sondaggio concluso il 22/12/2021, 23:00

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Marino Maiorino
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Re: Un giorno diverso in tribunale

Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Però Alberto mi ha dato un'idea: e se scrivessi una storia fantasy piena di LGBTQ+? :D
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

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Fausto Scatoli
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

devo dire che non mi ha fatto impazzire, però mi ha divertito.
una bella satira verso il mondo attuale, così compesso e, a tratti, anche incomprensibile.
avrei delle osservazioni da fare sui dialoghi, ossia il fatto che dopo la frase riparti sempre col maiuscolo.
secondo me non serve, ma è una scelta personale.
non male davvero, nel complesso
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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Temistocle
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Scritto bene, divertente e senza una parola fuori posto!
Mi sembra, Vostro Onore, che non ci sia altro da dire!
Solo un'osservazione sulla questione (generale) del linguaggio inclusivo che è saltata fuori. A me hanno insegnato, 50 anni fa a scuola, che il linguaggio è divisivo di per sé, e deve esserlo, altrimenti finiremo per chiamare 'forchetta' il 'cucchiaio' perché a qualcuno va bene così e saremo costretti a tentare, inutilmente, di sorbire il brodo con un aggeggio con le rebbie e di infilzare un trancio di pizza margherita con un 'coso' concavo. Ma per la pizza possiamo ovviare usando le mani…
Andr60
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Selene Barblan ha scritto: 14/11/2021, 15:29 Ciao, avevo già letto tempo fa questo racconto, poi ho lasciato sedimentare (lo ammetto, anche per una certa pigrizia che mi ha preso nell'ultimo periodo), e oggi lo riprendo in mano. E me lo ricordavo, anche molto bene. Già questo è sintomo, secondo me, di buona riuscita di un opera. Poi, cercando di "studiarlo", coi miei mezzi chiaramente, mi sembra che abbia tutte le caratteristiche per essere considerato una buona opera. È molto scorrevole, l'ironia è ben riuscita, né forzata né banale, i dialoghi sono genuini e inseriti bene nel contesto. Anche i personaggi sono ben caratterizzati. Fa pensare, e questo si vede anche dai commenti che mi precedono. Per quel che riguarda i contenuti non mi esprimo, non è, mi sembra, il contesto giusto. Credo che comunque l'autore abbia voluto in primis "stuzzicare" piuttosto che voler far passare un proprio pensiero (e questo mi avrebbe dato fastidio), ma forse mi sbaglio.
Tenendo conto di tutto questo per me è un buon lavoro, non mi "entusiasma" magari come altri, quindi assegno un 4.
Segnalo solo che qui:

- Oddio, di nuovo, non ci posso credere... - Noemi erǝ decisamente scandalizzatǝ.
La giudice lǝ congedò, e si ritirò, avendo il quadro completo della situazione.

Quel'"erǝ" non dovrebbe rimanere era? Dato che non si deve declinare al femminile/maschile?
Cara Selene, hai ragione, mi sono fatto prendere dalla fogǝ...
Grazie del commento
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Selene Barblan ha scritto: 14/11/2021, 15:29 Ciao, avevo già letto tempo fa questo racconto, poi ho lasciato sedimentare (lo ammetto, anche per una certa pigrizia che mi ha preso nell'ultimo periodo), e oggi lo riprendo in mano. E me lo ricordavo, anche molto bene. Già questo è sintomo, secondo me, di buona riuscita di un opera. Poi, cercando di "studiarlo", coi miei mezzi chiaramente, mi sembra che abbia tutte le caratteristiche per essere considerato una buona opera. È molto scorrevole, l'ironia è ben riuscita, né forzata né banale, i dialoghi sono genuini e inseriti bene nel contesto. Anche i personaggi sono ben caratterizzati. Fa pensare, e questo si vede anche dai commenti che mi precedono. Per quel che riguarda i contenuti non mi esprimo, non è, mi sembra, il contesto giusto. Credo che comunque l'autore abbia voluto in primis "stuzzicare" piuttosto che voler far passare un proprio pensiero (e questo mi avrebbe dato fastidio), ma forse mi sbaglio.
Tenendo conto di tutto questo per me è un buon lavoro, non mi "entusiasma" magari come altri, quindi assegno un 4.
Segnalo solo che qui:

- Oddio, di nuovo, non ci posso credere... - Noemi erǝ decisamente scandalizzatǝ.
La giudice lǝ congedò, e si ritirò, avendo il quadro completo della situazione.

Quel'"erǝ" non dovrebbe rimanere era? Dato che non si deve declinare al femminile/maschile?
Cara Selene, hai perfettamente ragione ma mi sono fatto prendere dalla fogǝ...
Grazie del commento.
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Selene Barblan ha scritto: 14/11/2021, 15:29 Ciao, avevo già letto tempo fa questo racconto, poi ho lasciato sedimentare (lo ammetto, anche per una certa pigrizia che mi ha preso nell'ultimo periodo), e oggi lo riprendo in mano. E me lo ricordavo, anche molto bene. Già questo è sintomo, secondo me, di buona riuscita di un opera. Poi, cercando di "studiarlo", coi miei mezzi chiaramente, mi sembra che abbia tutte le caratteristiche per essere considerato una buona opera. È molto scorrevole, l'ironia è ben riuscita, né forzata né banale, i dialoghi sono genuini e inseriti bene nel contesto. Anche i personaggi sono ben caratterizzati. Fa pensare, e questo si vede anche dai commenti che mi precedono. Per quel che riguarda i contenuti non mi esprimo, non è, mi sembra, il contesto giusto. Credo che comunque l'autore abbia voluto in primis "stuzzicare" piuttosto che voler far passare un proprio pensiero (e questo mi avrebbe dato fastidio), ma forse mi sbaglio.
Tenendo conto di tutto questo per me è un buon lavoro, non mi "entusiasma" magari come altri, quindi assegno un 4.
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- Oddio, di nuovo, non ci posso credere... - Noemi erǝ decisamente scandalizzatǝ.
La giudice lǝ congedò, e si ritirò, avendo il quadro completo della situazione.

Quel'"erǝ" non dovrebbe rimanere era? Dato che non si deve declinare al femminile/maschile?
Cara Selene, hai perfettamente ragione. E' che mi sono fatto prendere eccessivamente dalla fogǝ...
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Re: Commento

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Selene Barblan ha scritto: 14/11/2021, 15:29 Ciao, avevo già letto tempo fa questo racconto, poi ho lasciato sedimentare (lo ammetto, anche per una certa pigrizia che mi ha preso nell'ultimo periodo), e oggi lo riprendo in mano. E me lo ricordavo, anche molto bene. Già questo è sintomo, secondo me, di buona riuscita di un opera. Poi, cercando di "studiarlo", coi miei mezzi chiaramente, mi sembra che abbia tutte le caratteristiche per essere considerato una buona opera. È molto scorrevole, l'ironia è ben riuscita, né forzata né banale, i dialoghi sono genuini e inseriti bene nel contesto. Anche i personaggi sono ben caratterizzati. Fa pensare, e questo si vede anche dai commenti che mi precedono. Per quel che riguarda i contenuti non mi esprimo, non è, mi sembra, il contesto giusto. Credo che comunque l'autore abbia voluto in primis "stuzzicare" piuttosto che voler far passare un proprio pensiero (e questo mi avrebbe dato fastidio), ma forse mi sbaglio.
Tenendo conto di tutto questo per me è un buon lavoro, non mi "entusiasma" magari come altri, quindi assegno un 4.
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- Oddio, di nuovo, non ci posso credere... - Noemi erǝ decisamente scandalizzatǝ.
La giudice lǝ congedò, e si ritirò, avendo il quadro completo della situazione.

Quel'"erǝ" non dovrebbe rimanere era? Dato che non si deve declinare al femminile/maschile?
Cara Selene, hai pienamente ragione: forse mi sono fatto prendere troppo dalla fogǝ...
Grazie del commento, a rileggerti
Selene Barblan
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Andr60 ha scritto: 22/11/2021, 22:03 Cara Selene, hai pienamente ragione: forse mi sono fatto prendere troppo dalla fogǝ...
Grazie del commento, a rileggerti
Ciao Andr60, come mai hai risposto tante volte? 😅
Andr60
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Andr60 »

Selene Barblan ha scritto: 14/11/2021, 15:29 Ciao, avevo già letto tempo fa questo racconto, poi ho lasciato sedimentare (lo ammetto, anche per una certa pigrizia che mi ha preso nell'ultimo periodo), e oggi lo riprendo in mano. E me lo ricordavo, anche molto bene. Già questo è sintomo, secondo me, di buona riuscita di un opera. Poi, cercando di "studiarlo", coi miei mezzi chiaramente, mi sembra che abbia tutte le caratteristiche per essere considerato una buona opera. È molto scorrevole, l'ironia è ben riuscita, né forzata né banale, i dialoghi sono genuini e inseriti bene nel contesto. Anche i personaggi sono ben caratterizzati. Fa pensare, e questo si vede anche dai commenti che mi precedono. Per quel che riguarda i contenuti non mi esprimo, non è, mi sembra, il contesto giusto. Credo che comunque l'autore abbia voluto in primis "stuzzicare" piuttosto che voler far passare un proprio pensiero (e questo mi avrebbe dato fastidio), ma forse mi sbaglio.
Tenendo conto di tutto questo per me è un buon lavoro, non mi "entusiasma" magari come altri, quindi assegno un 4.
Segnalo solo che qui:

- Oddio, di nuovo, non ci posso credere... - Noemi erǝ decisamente scandalizzatǝ.
La giudice lǝ congedò, e si ritirò, avendo il quadro completo della situazione.

Quel'"erǝ" non dovrebbe rimanere era? Dato che non si deve declinare al femminile/maschile?
Cara Selene, hai ragione, quell'erǝ era decisamente di troppo: si vede che mi sono fatto trascinare dalla fogǝ...
Grazie del commento
Andr60
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Andr60 »

Selene Barblan ha scritto: 14/11/2021, 15:29 Ciao, avevo già letto tempo fa questo racconto, poi ho lasciato sedimentare (lo ammetto, anche per una certa pigrizia che mi ha preso nell'ultimo periodo), e oggi lo riprendo in mano. E me lo ricordavo, anche molto bene. Già questo è sintomo, secondo me, di buona riuscita di un opera. Poi, cercando di "studiarlo", coi miei mezzi chiaramente, mi sembra che abbia tutte le caratteristiche per essere considerato una buona opera. È molto scorrevole, l'ironia è ben riuscita, né forzata né banale, i dialoghi sono genuini e inseriti bene nel contesto. Anche i personaggi sono ben caratterizzati. Fa pensare, e questo si vede anche dai commenti che mi precedono. Per quel che riguarda i contenuti non mi esprimo, non è, mi sembra, il contesto giusto. Credo che comunque l'autore abbia voluto in primis "stuzzicare" piuttosto che voler far passare un proprio pensiero (e questo mi avrebbe dato fastidio), ma forse mi sbaglio.
Tenendo conto di tutto questo per me è un buon lavoro, non mi "entusiasma" magari come altri, quindi assegno un 4.
Segnalo solo che qui:

- Oddio, di nuovo, non ci posso credere... - Noemi erǝ decisamente scandalizzatǝ.
La giudice lǝ congedò, e si ritirò, avendo il quadro completo della situazione.

Quel'"erǝ" non dovrebbe rimanere era? Dato che non si deve declinare al femminile/maschile?
Mi scuso per il ritardo nella risposta, l'ho vista solo ora. Ovviamente hai ragione, quel "erǝ" è di troppo, ma mi sono fatto prendere la mǝno :)
Saluti
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La Gara 64 - L'amore e le sue sfumature

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(maggio/giugno 2017, 45 pagine, 924,70 KB)

Autori partecipanti: nwIda Dainese, nwLodovico, nwSer Stefano, nwAlberto Tivoli, nwMirtalastrega, nwFabrizio Bonati, nwMastronxo, nwDaniele Missiroli, nwAngela Catalini, nwSkyla74, nwAngelo Manarola, nwPatrizia Chini, nwDavid Cintolesi, nwManuel Crispo,
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La Gara 65 - Viaggi, amici, bagagli

La Gara 65 - Viaggi, amici, bagagli

(luglio/agosto 2017, 30 pagine, 676,30 KB)

Autori partecipanti: nwSer Stefano, Massimo Tivoli, nwDaniele Missiroli, nwAngela Catalini, nwNunzio Campanelli, nwEnrico Gallerati, nwAngelo Manarola,
A cura di Ida Dainese.
Scarica questo testo in formato PDF (676,30 KB) - scaricato 94 volte.
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La Gara 11 - Parole in padella

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Autori partecipanti: nwAlessandro Napolitano, nwArditoeufemismo, Mario, Stefy, nwMassimo Baglione, Dino, nwCosimo Vitiello, Bonnie, nwNembo13, Giacomo Scotti, nwErika, nwManuela, nwCarlocelenza, nwCMT, nwSphinx, nwGiuseppe, Miriam, nwRita Di Sano, Abigail,
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Attraverso il concorso "L'Altro - antologia sulle diversità del Genere Umano", gli autori erano stati chiamati a esprimersi sulle contrapposizioni fra identità, in conflitto o meno, estendibili anche a quelle diversità in antitesi fra di loro come il terreste e l'alieno, l'Uomo e l'animale, l'Uomo e la macchina, il normale e il diversamente abile, il cristiano e il musulmano, l'uomo e la donna, il buono e il cattivo, il bianco e il nero eccetera. La redazione cercava testi provocatori (purché nei limiti etici del bando), senza falsi moralismi, variegati, indagatori e introspettivi. Ebbene, eccoli qua! La selezione è stata dura e laboriosa, ma alla fine il risultato è questo ottimo libro.
A cura di Massimo Baglione.
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Contiene opere di: Furio Bomben, nwAntonio Mattera, Maria Letizia Amato, Massimo Tivoli, nwVespina Fortuna, nwThomas M. Pitt, nwLaura Massarotto, Pasquale Aversano, nwIda Dainese, nwIunio Marcello Clementi, Federico Pavan, nwFrancesca Paolucci, nwEnrico Teodorani, nwGiorgio Leone, Giovanna Evangelista, nwAlberto Tivoli, nwAnna Rita Foschini, nwFrancesco Zanni Bertelli, nwGabriele Ludovici, nwLaura Traverso, Luca Valmont, nwMassimo Melis, Abraham Tiberius Wayne, nwStefania Fiorin.

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Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
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