Il quadro completo
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Il quadro completo
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Invidio che riesce a scrivere qualcosa di buono usando così pochi caratteri, io non ci riesco, ancora.
Voto 4
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Quando hai scritto "Non era attirato da quello che vedeva, ma da quello che non vedeva." ho pensato ad una rivelazione. Ed invece mi hai stupito: la cosa che mancava era proprio il protagonista. E adesso i colleghi hanno il quadro completo. Ma anche per loro non sarà mai completo, perché sentiranno anche loro la propria assenza. Non si può essere osservatori e osservati allo stesso tempo. Non si può essere paesaggio e sguardo contemporaneamente. Non si può Essere e Vivere nel medesimo istante. Forse è questa presenza - assenza che poteva dire di più.
Ma è solo una mia opinione.
Complimenti!
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Re: Il quadro completo
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Stilisticamente il racconto è perfetto, con le giuste inquadrature (forse il sopracciglio del megadirettore che si muove è un po' grottesco, ma che fa?), e il finale è molto azzeccato.
Un voto alto te lo meriti!
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L'uomo non è necessariamente un animale sociale e si può essere eremita anche all' interno della società e praticare ogni tanto un atto liberatorio è legittimo e sano.
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Il racconto completa il quadro ma lo fa in un modo usuale:io mi aspettavo qualcosa di interessante e inaspettato, visto l'accento posto sull'esterno dall'autore.
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Ma non so se davvero "quelli là dentro" stanno guardando il quadro: per guardare il quadro bisogna avere occhi particolari!
Ma Luca lo guarderebbe, e mi viene da farti una domanda: il quadro come lui lo desiderava era proprio con QUELLA coppia al tavolino del bar? Diventerebbe una gradevole storia d'amore (almeno il principio).
Racconti alla Luce della Luna
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Menzione particolare per il finale. All’inizio sono rimasto un po’ male per la semplicità del finale, ma dopo qualche secondo di riflessione ho cambiato totalmente idea! Finale che mi piace tantissimo e che trovo originale anche nel suo andare in qualche modo “controcorrente”. Nella retorica dell’abbandonare un buon lavoro per inseguire un proprio sogno mi ha sempre un po’ infastidito la pressione che (in)consapevolmente viene scaricata sul sogno, come se allontanarsi da qualche cosa che non ci piace sia una scelta auspicabile solo quando bilanciata da una missione di vita. La forza del finale secondo me sta proprio in questo: Luca non era spinto da grandi ideali o ambizioni, voleva solo stare tranquillo, seduto al tavolino di un bar che lo riparasse dal sentire il peso del mondo sulle spalle. Un’epifania che mi ha ricordato un po’ Drugo de Il Grande Lebowski, mio film preferito! Sono rimasto solo con un piccolo dubbio, stimolato da un commento che ora non ritrovo: a vedere il quadro completo sono solo i colleghi (a patto abbiano uno sguardo che consenta loro di vederlo), o sia i colleghi che Luca?
Se posso dare un consiglio, ma è solo la mia opinione, forse avrei approfondito di più l’effettivo lavoro che svolgeva Luca. Impiegato dello stato è piuttosto generico e copre un ventaglio super eterogeneo di lavori; questo mi ha un po’ disorientato all’inizio nell’entrare nella storia (e quindi empatizzare col protagonista).
Altra cosa davvero minima: in una delle due volte che utilizzi il termine sussiego utilizzerei un sinonimo.
In ogni caso, Complimenti!
- Tiziano Legati
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Bravo
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Bel racconto
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Voto 4
- Alberto Marcolli
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commento: Il quadro completo
"che c'è una cosa che" – due che in 5 parole, io eviterei. Es. Non lo farò perché ho scoperto una cosa proprio in questo momento, vi sembrerà strano ma è così, e devo assolutamente farla adesso.
"mise a sedere su un tavolino sul marciapiedi" - non ho capito bene: lui si siede su una sedia o proprio sul tavolino? Nel primo caso io direi: si sedette a un tavolino sul marciapiedi.
Uso della d eufonica. Per me le eccezioni sono poche. Es. ad eccezione di; ad esempio; tu ed io; ad ogni modo e poco altro che adesso non ricordo.
Usi “sussiego” due volte.
Concordo con le considerazioni sul contenuto degli altri Bravi Autori. In particolare mi ha incuriosito il commento di Macrelli Piero sul finale, ottimo suggerimento direi, perché non seguirlo?
Aggiungo una mia amara riflessione: cosa succederebbe se i suoi colleghi decidessero anche loro di abbandonare il direttore e sedersi tutti ai tavolini dei bar? Alienazioni della vita moderna: io ricordo un certo Calindri seduto a un tavolino nel bel mezzo del traffico cittadino. Contro il logorio delle vita moderna, era il "tormentone". Già ma lui si beveva il Cyn.. spritz, mica una gazzosa!
Conclusione: a parte le mie solite lagnanze, il corto è molto bello. Per me il voto è 5
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In effetti, tante persone vivono percorrendo quotidianamente, rassegnate o magari inconsapevoli, la famosa "ruota del criceto", facendo cose per uniformarsi o per piacere ad altre persone alle quali non importa niente di loro.
Così si vende il proprio preziosissimo tempo per acquistare oggetti inutili che ci danno un piacere effimero, perchè in tal modo ci si sente realizzati nel confronto con amici e conoscenti.
La scelta del protagonista è coraggiosa e, secondo me, illuminata. Alla fine, è il cuore che deve sempre guidare le nostre scelte, poi la ragione interverrà per ottimizzarle, questo è il mio pensiero condiviso con altri.
Complimenti, un tema che sicuramente genera riflessioni, dibattiti e invita chi vuole farlo a scandagliare dentro sè stesso.
Complimenti.
La Gara 63 - Treni e stazioni
A cura di Ida Dainese.
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La Gara 18 - Brividi a Natale
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La Gara 6 - Un racconto in una fotografia
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Antologia visual-letteraria (Volume due)
Antologia dedicata agli animali
Questo libro è una raccolta dei migliori testi che hanno partecipato alla selezione per la seconda antologia di BraviAutori.it. I ricavati saranno interamente devoluti al sostentamento di una comunità felina abbandonata sita nei pressi del Nucleo industriale di Longarone, Belluno, a poche centinaia di metri dalla diga del Vajont.
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Human Take Away
Umani da asporto
"Human Take Away" è un racconto corale dove gli autori Alessandro Napolitano e Massimo Baglione hanno immaginato una prospettiva insolita per un contatto alieno. In questo testo non è stata ideata chissà quale novità letteraria, né gli autori si sono ispirati a un particolare film, libro o videogioco già visti o letti. La loro è una storia che gli è piaciuto scrivere assieme, per divertirsi e, soprattutto, per vincere l'Adunanza letteraria del 2011, organizzata da BraviAutori.it. Se con la narrazione si sono involontariamente avvicinati troppo a storie già famose, affermano, non era voluto. Desiderano solo che vi gustiate l'avventura senza scervellarvi troppo sul come gli sia venuta in mente.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.