L'angelo di legno
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Re: Commento
Grazie mille per il voto e il commento. In bocca al lupo per la gara.FraFree ha scritto: ↑24/03/2022, 12:25 I tuoi racconti riescono sempre a coinvolgermi, pur non amando quasi per nulla il fantasy. In questo ho gradito molto la prima parte, la descrizione del cimitero e del personaggio Yuvvi, meno la seconda parte. Mi ha riportato un po', negli accadimenti del viaggio, anche se in luoghi diversi, al racconto dell'altra volta. Bello il finale.
Ho notato dei refusi, ti consiglio di rileggerlo.
Fra
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Re: Commento
Domenico Gigante ha scritto: ↑26/03/2022, 20:38 Caro Giovanni! Non pensavo possibile mescolare Collodi con Saint-Exupéry e un po' di Dante. Una storia molto bella (anche più di quella di Vrimka) e ben raccontata. Hai doti di fantasia che ti invidio. Ti segnalo solo che nel testo ci sono alcuni refusi, che vale la pena correggere. Complimenti!
Buona sera
Grazie mille per il voto e per il commento bellissimo. Mi sono reso conto, dopo averlo scritto, di aver mescolato diverse cose che mi piacciono.
Chiedo a tutti una grande cortesia, per favore segnalatemi i refusi, io non riesco a vederli, neanche a leggerli più volte.
Comunque grazie ancora Domenico, complimenti per la storia che hai proposto e in bocca al lupo per la gara.
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la tua è una storia molto bella, un po' come una fiaba di quelle che mi piacciono tanto, e come quelle fiabe sembra mancare di un filo conduttore.
Voglio dire: sembra scritta di getto e scoprendo di volta in volta cosa accadrà nella scena seguente.
Il che ha molto senso per una fiaba che magari ha 300 anni e più, perché il senso di quelle fiabe si trova leggendole più e più volte, ma se il tuo racconto è stato scritto di getto, allora storco il naso.
E purtroppo ho la chiara impressione che ti sia lasciato trascinare dall'estro. La qual cosa ammiro, fino a un certo punto: salvami la consistenza della storia.
Che ce l'ha: è bello il capovolgimento di prospettiva con l'angelo che passa da portatore della luce a portatore dei bambini.
Ti ho raccontato come ho letto il tuo racconto, che trova quindi un mio parere assai favorevole.
Nondimeno, ti prego, rileggilo e accomoda la scrittura, questa volta non al tuo solito livello. Prendo un paragrafo ad esempio:
Le lettere di ferro, che raccontavano sullo sfondo di marmo qualcosa dei defunti, ormai piangevano ruggine imbrattando di rosso i marmi candidi come ossa. Il rosso ossido della ruggine veniva lavato via dalle piogge più aggressive, dando un idea di decoro ritrovato, ma quelle più leggere tornavano a far piangere le lettere forgiate in ferro, quasi a voler ricordare che il tempo e la natura ormai era diventati alleati indissolubili. Le fotografie, ormai quasi sbiadite, rendevano solo una vaga idea di chi si voleva ricordare.
"rosso" e "ruggine" ripetuti a distanza di meno di un rigo; "aggressive" è termine fuori posto nel tipo di narrazione che stai conducendo, se riferito alle piogge (volevi dire "acide" addirittura?); "un idea" senza apostrofo, in questo paragrafo e altrove; "il tempo e la natura ERA"... ho trovato altri esempi di questo refuso di numero; "quasi sbiadite", ma "sbiadite" è già "quasi sbiancate", togli quel "quasi"!
Insomma, si legge tutto l'entusiasmo per un racconto che ti ha preso per mano. Ora però tocca a te dare una pettinata a questo bravo discoletto.
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Re: Commento
Marino Maiorino ha scritto: ↑15/04/2022, 19:38 Giovanni,
la tua è una storia molto bella, un po' come una fiaba di quelle che mi piacciono tanto, e come quelle fiabe sembra mancare di un filo conduttore.
Voglio dire: sembra scritta di getto e scoprendo di volta in volta cosa accadrà nella scena seguente.
Il che ha molto senso per una fiaba che magari ha 300 anni e più, perché il senso di quelle fiabe si trova leggendole più e più volte, ma se il tuo racconto è stato scritto di getto, allora storco il naso.
E purtroppo ho la chiara impressione che ti sia lasciato trascinare dall'estro. La qual cosa ammiro, fino a un certo punto: salvami la consistenza della storia.
Che ce l'ha: è bello il capovolgimento di prospettiva con l'angelo che passa da portatore della luce a portatore dei bambini.
Ti ho raccontato come ho letto il tuo racconto, che trova quindi un mio parere assai favorevole.
Nondimeno, ti prego, rileggilo e accomoda la scrittura, questa volta non al tuo solito livello. Prendo un paragrafo ad esempio:
Le lettere di ferro, che raccontavano sullo sfondo di marmo qualcosa dei defunti, ormai piangevano ruggine imbrattando di rosso i marmi candidi come ossa. Il rosso ossido della ruggine veniva lavato via dalle piogge più aggressive, dando un idea di decoro ritrovato, ma quelle più leggere tornavano a far piangere le lettere forgiate in ferro, quasi a voler ricordare che il tempo e la natura ormai era diventati alleati indissolubili. Le fotografie, ormai quasi sbiadite, rendevano solo una vaga idea di chi si voleva ricordare.
"rosso" e "ruggine" ripetuti a distanza di meno di un rigo; "aggressive" è termine fuori posto nel tipo di narrazione che stai conducendo, se riferito alle piogge (volevi dire "acide" addirittura?); "un idea" senza apostrofo, in questo paragrafo e altrove; "il tempo e la natura ERA"... ho trovato altri esempi di questo refuso di numero; "quasi sbiadite", ma "sbiadite" è già "quasi sbiancate", togli quel "quasi"!
Insomma, si legge tutto l'entusiasmo per un racconto che ti ha preso per mano. Ora però tocca a te dare una pettinata a questo bravo discoletto.
Buongiorno Marino
intanto grazie mille per il bellissimo commento e per il voto, ma sopratutto per i suggerimenti e le critiche che giudico molto costruttive.
In effetti questa storia è nata così, di getto, costruita un pezzo alla volta e poi demolita per essere riscritta totalmente.
Purtroppo, momentaneamente, è l'ultima del mio filone fantastico, dalla prossima gara riproporrò storie molto più "reali".
Grazie mille, leggerò volentieri la tua storia ora che è uscita, ma senza dare pettinate, solo giudizi che possano essere costruttivi.
auguri di buona pasqua.
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Nessuna impressione horror, un'atmosfera tutto sommato tranquilla e l'inaspettata trasformazione e umanizzazione di quello che era solo un totem religioso: interessante.
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Re: Commento
grazie mille, no per fortuna non voleva essere un horror, più un racconto fantastico scritto di getto e ricostruito.
grazie mille per avergli dedicato tempo.
- Tiziano Legati
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La storia di un angelo di legno, scolpito con passione da un ragazzo con un preciso scopo, illuminare il buio della morte al suo fratellino e a tutti i bambini del piccolo cimitero.
La fiaba di un angelo di legno che, come Pinocchio, prende vita per magia e desidera che tutti i bambini abbiano la luce e smettano finalmente di avere paura.
Grazie per avercelo proposto.
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Re: L'angelo di legno
grazie mille Tiziano per il bellissimo commentoTiziano Legati ha scritto: ↑19/04/2022, 9:28 Bellissimo racconto, una fiaba reinventata e ben scritta.
La storia di un angelo di legno, scolpito con passione da un ragazzo con un preciso scopo, illuminare il buio della morte al suo fratellino e a tutti i bambini del piccolo cimitero.
La fiaba di un angelo di legno che, come Pinocchio, prende vita per magia e desidera che tutti i bambini abbiano la luce e smettano finalmente di avere paura.
Grazie per avercelo proposto.
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racconto molto dolce e poetico. Mi ha colpito soprattutto la prima parte, con delle descrizioni ambientali davvero efficaci e incisive (complimenti!), e il finale, un pochino meno la parte centrale. Ho trovato azzeccata la scelta di separare le battute dei dialoghi con una riga vuota, il racconto non è breve, e questo espediente ne alleggerisce la lettura.
Ti segnalo un refuso: "Ogni notte il fratelli piangeva a causa del buio"
Bella storia, piaciuta.
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Re: Commento
Grazie mille per il commento e per il voto. La prima volta che ho scritto questo racconto ero deluso proprio dalla mancanza di elementi visivi, l ambiente era piatto e non mi piaceva. Nel riscriverlo mi so o concentrato su quello che il lettore avrebbe visto leggendolo.Messedaglia ha scritto: ↑24/04/2022, 9:30 Ciao Giovanni,
racconto molto dolce e poetico. Mi ha colpito soprattutto la prima parte, con delle descrizioni ambientali davvero efficaci e incisive (complimenti!), e il finale, un pochino meno la parte centrale. Ho trovato azzeccata la scelta di separare le battute dei dialoghi da una riga vuota, il racconto non è breve, e questo espediente ne alleggerisce la lettura.
Ti segnalo un refuso: "Ogni notte il fratelli piangeva a causa del buio"
Bella storia, piaciuta.
Grazie ancora.
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Re: Commento
Bravoautore ha scritto: ↑08/05/2022, 18:18 Che bel racconto Giovanni, davvero bello!
L' idea é buona, l'ambientazione é serena, l' angelo ricorda alla lontana un' altra trasformazione, quella di Pinocchio in bambino reale!
Ben scritto, l'ho letto volentieri davvero e timetto un 4!
Grazie mille sia per il voto che per il commento.
Mi fa piacere che ti sia piaciuta l idea, è un racconto dove si spazia tanto nella fantasia quindi è facile che non possa piacere.
Grazie per avergli dedicato tempo
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Molto molto bene, Giovanni. Non so se l'idea è originale, ma se lo è vale il massimo dei voti.
La forma lascia invece a desiderare. Moltissimi i refusi, molti gli errori ripetuti (salti sempre la virgola ai vocativi ad esempio), parecchie anche le sviste nei tempi verbali. Il trapassato è necessario quando adoperi il passato come verbo di riferimento e descrivi avvenimenti già trascorsi.
Dovresti perdere un po' di tempo per rivedere la forma insomma.
E poi perché quei discorsi indiretti sono chiusi dai segni grafici di maggiore minore? Per i caporali tastierino numerico e ALT 174 e 175, ma esistono anche altre combinazioni. E poi non separarli come fossero paragrafi a parte.
Un buon lavoro, a rileggerti.
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Re: Commento
Buona seraNamio Intile ha scritto: ↑16/05/2022, 15:57 Una fiaba complessa. All'inizio parte come il racconto edificante di un fratello che procura la luce al fratellino morto che ha paura del buio (della morte, del nulla, dell'assenza di luce): e lo fa costruendo un angelo di legno che regge una fiammella. Alla morte del fratello (e di tutti gli uomini) la luce si spegne. Già questa contrapposizione tra vita e morte, luce e oscurità basterebbe a dare un senso alla fiaba, ma a partire da questo momento l'angelo di legno del titolo si anima e recupera un nome e inizia il suo viaggio. Inizio a cui, a mio parere, difetta un passaggio logico in quanto a Marco si aggiungono anche gli altri bambini, quasi che quello fosse un cimitero di bambini. Nel suo viaggio per trovare la luce Yuvvi si imbatte in Virgilio e il defunto lo guida nel mondo delle Ombre. Come l'hai descritto pare infatti un Ade piuttosto che un luogo d'oltretomba delle religioni rivelate, un luogo di ombre appunto. E qui l'angelo fa numerosi incontri: il serpente, che ha una valenza simbolica differente da quella giudaico cristiana a cui siamo addestrati, una valenza positiva (e questo è già abbastanza strano). E ancora Pesaho il traghettatore, una sorte di Caronte, e Lucero anche qui con la valenza positiva originaria di portatore di luce, un Prometeo più che un Lucifero. Alla fine l'abnegazione e il disinteressato desiderio di prendersi cura dei bambini risolve la situazione e seppure l'angelo non riuscirà più ad accendere la fiamma per la notte accadrà che i bambini si trasformino in stelle e dunque saranno loro stessi dei portatori di luce. Una fiaba che ha dunque molti significati simbolici e anche un potente messaggio morale finale. I bambini come speranza o i bambini che riescono a crescere grazie all'aiuto di un adulto che si prende cura di loro e così via.
Molto molto bene, Giovanni. Non so se l'idea è originale, ma se lo è vale il massimo dei voti.
La forma lascia invece a desiderare. Moltissimi i refusi, molti gli errori ripetuti (salti sempre la virgola ai vocativi ad esempio), parecchie anche le sviste nei tempi verbali. Il trapassato è necessario quando adoperi il passato come verbo di riferimento e descrivi avvenimenti già trascorsi.
Dovresti perdere un po' di tempo per rivedere la forma insomma.
E poi perché quei discorsi indiretti sono chiusi dai segni grafici di maggiore minore? Per i caporali tastierino numerico e ALT 174 e 175, ma esistono anche altre combinazioni. E poi non separarli come fossero paragrafi a parte.
Un buon lavoro, a rileggerti.
Intanto ti ringrazio di cuore per il bellissimo commento che per me vale più di un 10 in una scala da 1 a 5.
Il racconto nasce in maniera casuale, unendo più personaggi che ho immaginato. Ognuno di questi personaggi ha per me un valore simbolico e affettivo altissimo.
Grazie inoltre per il voto. Avrei però una cortesia da chiedere e cioè se puoi segnalarmi i refusi, dato che sono molti e non riesco a vederli. La mia tecnica di scrittura è ancora acerba, ma con un po' di aiuto posso migliorare.
Grazie mille domani cercherò di leggere il tuo racconto aspettandomi il massimo.
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Il messaggio finale di speranza dedicato ai bambini è tanto più apprezzabile oggi, che l'infanzia (anche più degli adulti) è sotto attacco, da molti punti di vista.
Attenzione ai refusi (già evidenziati dagli altri commentatori) e a rileggerti.
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Re: Commento
Grazie mille per il voto e il bellissimo commento.Andr60 ha scritto: ↑25/05/2022, 14:15 Ho apprezzato i riferimenti a Collodi e Saint-Exupéry (già evidenziati da chi mi ha preceduto), oltre al "classico" viaggio nell'Oltretomba. La prima parte, con la descrizione minuziosa di come la Natura si reimpossessi del paesaggio antropico, fosse anche un cimitero, mi ha fatto venire in mente quei documentari in cui si mostra la Terra dopo anni, o secoli, dalla scomparsa dell'Uomo. Poco alla volta, il segno della nostra presenza svanirebbe e, con essa, anche il nostro ricordo; "Tutto è vanità", direbbe qualcuno.
Il messaggio finale di speranza dedicato ai bambini è tanto più apprezzabile oggi, che l'infanzia (anche più degli adulti) è sotto attacco, da molti punti di vista.
Attenzione ai refusi (già evidenziati dagli altri commentatori) e a rileggerti.
A presto
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Commento : L'angelo di legno
forse mi ripeto, ma come dicevano i latini, "Melius abundare quam deficere"
refusi
dando un idea di decoro – manca l’apostrofo
dando un idea di dignitosa – idem c.s.
Ogni notte il fratelli piangeva a causa del buio. – fratello
I muschio – Il
E’ vero che esiste – È vero che esiste
a trovare un soluzione – una
qua era enormi – erano
non aveva un direzione – una
ascoltare solo la sue paure – le sue paure
belle le pioggia – piogge
Yuvvi rispose di si. – sì
Yuvvi dei andare. – devi
« - digita ALT + 0171
» - digita ALT + 0187
Commenti e voto alla storia la prossima volta. Devo prima rileggerlo ancora un paio di volte.
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Re: Commento : L'angelo di legno
Alberto Marcolli ha scritto: ↑28/05/2022, 16:30 ho visto che molti commentatori ti hanno già dato tanti utili suggerimenti.
forse mi ripeto, ma come dicevano i latini, "Melius abundare quam deficere"
refusi
dando un idea di decoro – manca l’apostrofo
dando un idea di dignitosa – idem c.s.
Ogni notte il fratelli piangeva a causa del buio. – fratello
I muschio – Il
E’ vero che esiste – È vero che esiste
a trovare un soluzione – una
qua era enormi – erano
non aveva un direzione – una
ascoltare solo la sue paure – le sue paure
belle le pioggia – piogge
Yuvvi rispose di si. – sì
Yuvvi dei andare. – devi
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Commenti e voto alla storia la prossima volta. Devo prima rileggerlo ancora un paio di volte.
Grazie mille come sempre Alberto!
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Re: L'angelo di legno
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Re: L'angelo di legno
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Leggerò volentieri gli altri tuoi lavori.
Ti auguro una buona serata,
Marina
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Re: Commento
Marina Lolli ha scritto: ↑11/08/2022, 19:11 Che dire… è stato un bellissimo viaggio in quel fantastico mondo che ci incanta e ci fa sognare, e ti assicuro che io ho sognato ad occhi aperti.Ogni immagine da te descritta l'ho vista scorrere vivida davanti ai miei occhi, e questo è stato possibile grazie alle descrizioni precise ma mai stucchevoli dei personaggi e degli ambienti. L'angelo, i piccoli del cimitero, e tutti gli altri, li ho amati davvero, e sono felice di aver letto questo tuo lavoro.Bravissimo
Leggerò volentieri gli altri tuoi lavori.
Ti auguro una buona serata,
Marina
Buona sera Marina,
Grazie mille per aver letto la mia storia e per il bellissimo commento.
Mi farebbe veramente piacere sapere cosa ne pensi delle mie storie, ti ringrazio tanto.
Gara d'estate 2019 - La madre del prescelto, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 63 - Treni e stazioni
A cura di Ida Dainese.
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Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2019 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
Vedi ANTEPRIMA (941,40 KB scaricato 125 volte).
Antologia visual-letteraria (Volume tre)
Questa antologia a tema libero è stata ispirata dalle importanti parole di Sam L. Basie:
Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello, che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che patiscono quell'arrogante formicolio che, dalle loro budella, striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani. A voi, astanti ed esteti dell'arte.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Iunio Marcello Clementi, Noemi Buiarelli, Marco Bertoli, Liliana Tuozzo, Alessandro Carnier, Martina Del Negro, Lodovico Ferrari, Francesca Gabriel, Pietro Rainero, Fausto Scatoli, Gianluigi Redaelli, Ilaria Motta, Laura Traverso, Pasquale Aversano, Giorgio Leone, Ida Dainese, Marino Maiorino.
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Vivere con 500 euro al mese nonostante Equitalia
la normale vita quotidiana cosí come dovrebbe essere
Vi voglio dimostrare come con un po' di umiltà, di fantasia e di buon senso si possa vivere in questa caotica società, senza possedere grandi stipendi e perfino con Equitalia alle calcagna. Credetemi: è possibile, ed è bellissimo!
Vedi ANTEPRIMA (108,61 KB scaricato 228 volte).