Harry's bar

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'estate 2022.

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1
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Voti totali: 14

Macrelli Piero
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Harry's bar

Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Ecco arrivare la prima cazzata.
-Vedi, io ho tanti amici omosessuali (dice proprio omosessuali, non gay). Che poi sono gli amici migliori...
Io faccio finta di niente e continuo ad ascoltarla. Che poi questa moda che hanno le donne di dire di avere amici gay, chi cazzo l'ha inventata? Invece delle lesbiche non dicono niente, non c'è nessuna che dice che ha molte amiche lesbiche. Si vede che non fa figo.
-Forse perché sono un po' donne (dice donne, non femmine) nel loro intimo e allora si parla meglio, ti capiscono meglio quando hai un problema.
Ecco che la prima cazzata viene ampiamente superata dalla seconda. Allora prendo una bustina di zucchero e la uso con il poco caffè che è rimasto nella tazzina. Di solito non uso mai lo zucchero, ma in questo caso faccio finta che sia un antidepressivo, effetto placebo si potrebbe dire. Mentre giro il cucchiaino nella tazza lei continua a parlarmi dei suoi amici omosessuali, ma io penso alla boccetta di En in gocce che sta nel mio comodino. Penso a venti gocce, lei parla dei suoi amici finocchi e io vorrei avere qui con me venti gocce del mio ansiolitico. Il pensiero mi sfugge di mano e mi trovo a dire ad alta voce, venti.
-Venti cosa, mi chiede lei che si è interrotta.
A me capita spesso che mi faccia sfuggire ad alta voce parole o frasi di miei dialoghi interiori. Con il passare del tempo capita sempre più spesso e così sono diventato abbastanza bravo a riparare in qualche modo se ho gente attorno che se ne accorge.
-Dicevo, saranno una ventina i tuoi amici gay...
Lei ride.
-Ma sì, dài, non li conto mica.
E allora se hai così tanti amici gay che sanno capirti, perché adesso stai qui con me a rompermi i coglioni sul tuo senso della vita?
Naturalmente questo non glielo ho detto, l'ho solo pensato, ma siccome è una bella battuta mi scappa da ridere.
-Perché ridi?
-Niente, è la terza volta che ci vediamo per un caffè e a questo punto non so se dirti che sono gay o che ho voglia di fare l'amore con te.
Ora è lei che abbassa lo sguardo e si concentra sul suo caffè, anche lei prende una bustina di zucchero dalla ciotola che è fra noi sul tavolino assieme al contenitore a molla dei tovagliolini.
È calato il silenzio fra noi e come per incanto si è alzato il volume degli altri avventori del bar che è affollato.
C'è silenzio fra noi ma non tensione però lei si riposiziona sulla sedia come per confermare una decisione che doveva aver già preso almeno dall'incontro precedente. Il mio arrocco però l'ha sbilanciata e mi chiede,
- Ma sei omosessuale?
Dentro di me sorrido e non penso più alle gocce di antidepressivo.
-Vedi, io ho tante amiche lesbiche, che poi sono le amiche migliori, forse perché sono un po' maschi nel loro intimo e sembra che ti capiscano meglio quando gli parli.

Quando siamo usciti dal bar abbiamo passeggiato per un po' sotto i portici e lì ho cercato di baciarla. Lei è rimasta impassibile dietro i suoi grandi occhiali da sole che aveva indossato fuori dal bar e poi mi ha chiesto perché ho voluta baciarla, ma io non ho saputo cosa rispondere e allora sono stato zitto. Di lei avevo solo avvertito un vago sapore della sua pelle e della sua bocca chiusa. in compenso io avevo la nuca che mi scottava.
Ci eravamo fermati davanti alla vetrina di un negozio di scarpe femminili e allora per cerco di cambiare discorso.
-Belle quelle décolleté, ma il laccetto alla caviglia è un rischio altissimo; se non hai la gamba lunga e la caviglia perfetta ti ammazzano. Molto meglio il laccetto a "t" che poi è anche molto elegante.
-Perché hai voluto baciarmi?
Mi ripete di nuovo la domanda, ma io non rispondo. Pensavo mi chiedesse come le stessero a lei le scarpe tacco alto con il laccetto alla caviglia, visto che ne indossava proprio un paio simili in quel momento. Non me l'ha chiesto per orgoglio, credo, ma forse perché è sicura di sé e sa che le stanno bene. Io però ho fatto finta di finta di niente. Il calore alla nuca non era ancora scomparso e avevo la sensazione di star camminando sulle uova. Allora continuo:
-Comunque le scarpe più eleganti in assoluto sono le "Belle de Jour", quelle con la fibbia. Ogni donna ne dovrebbe possedere un paio. Spero che anche tu ne abbia uno.
-Certo che ce l'ho- sbuffa.
Ma io non credo che sia stata sincera.
-Non cambiare discorso sulle scarpe,-dice-perché mi volevi baciare?
Allora le ho tolto gli occhiali e le ho detto che la sua bocca mi ha detto di no, ma prima nel bar i suoi occhi mi dicevano di sì.
Lei si è rimessa gli occhiali e io ho avuto paura di averla persa, ma poi abbiamo cambiato discorso.
Forse anche lei mi ama un po'. Molto meno di me, comunque.
Ultima modifica di Macrelli Piero il 06/07/2022, 16:41, modificato 2 volte in totale.
Letylety
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Messaggio da leggere da Letylety »

Credo che questo racconto sia ambientato negli anni '80 per le dinamiche dei discorsi e per lo slang. E per chi ha vissuto quegli anni ricorda quel senso di leggerezza e d'ingenuità che ci rendevano la vita sognante. M'immagino la ragazza con i folti capelli ricci e una camicetta con le spalline. Colore marrone a fiori. Ora i generi sono molti di più ed è tutto molto più complicato.
Giovanni p
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Messaggio da leggere da Giovanni p »

Buongiorno

ci sono cose che mi sono piaciute ed altre un po' meno.
Mi sono piaciuti i dialoghi, il protagonista fa filtro di quello che sente in maniera importante dimostrandosi attivo e non trasportato dalla storia.
Mi sono piaciute meno le digressioni messe fra parentesi, i dialoghi sono ottimi e secondo me non c'è bisogno che ci si rivolga al lettore in maniera troppo diretta.
Nel complesso, attraverso il protagonista, si ascolta tanto ma si vede poco.
Pochi sono i dettagli sensoriali, ma non giudicherò in base a questo perchè sarrebbe dare un giudizio personale e non mi piace ragionare così.
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Alberto Marcolli
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Commento Harry's bar

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

Secondo me lo spirito del torneo è ben interpretato in questo corto.
Solitamente le femmine non amano apparire nel modo in cui dipingi questa lei, e in questo corto la critica è abbastanza esplicita. Cosa tocca fare a noi ometti, pur di piacere. Scherzi a parte, a me è piaciuto. È un quadretto di dialogo dei nostri tempi, efficace quanto basta.
“Ma sì, dài, non li conto mica” - la a di dai va accentata? Chiedo lumi.
Alla fine compare questa :idea: (Emoticon) che non saprei se voluta. Oltretutto il programma non lo traduce in faccina.
Qui l’uso del che è veramente massiccio. Ce ne sono ben 23 in 43 righe. È pur vero che sono dialoghi, quindi più comprensibili in un discorso diretto, ma eliminarne qualcuno aiuta, secondo il mio parere.
Mi aspetto qualche ritocco, poi voterò. Comunque mi è piaciuto anche così.
Maria Cristina Tacchini
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Messaggio da leggere da Maria Cristina Tacchini »

La cosa che ho maggiormente apprezzato di questo tuo corto è l'atteggiamento diretto dell'uomo che si contrappone a questa donna che, in base al mio recepire, appare ostentata a fare la donna evoluta, ma mi sembra costruita e un pò antipatichina. Schietto lui, mascherata per meglio apparire lei, ovvero come le donne spesso riescono benissimo a non essere sè stesse. Detto da una donna, diamo la colpa al curriculum di esperienze accumulate, per fortuna e purtroppo...
Mi ha generato questa riflessione di vita.
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Domenico Gigante
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Ciao Piero! Veramente gustoso il tuo racconto. Hai uno stile beat che nel poetico non mi convince molto, ma sul narrativo risulta avvincente. Devo dire che trovo un po' frustrante la brevità di certi racconti, sento che la fantasia viene in qualche modo frenata dall'intuizione iniziale. Il tuo racconto, ad esempio, avrebbe molto ancora da dire e sono convinto che potresti benissimo ampliarlo oltre la battuta finale. A mio giudizio puoi fare molto di più di così, perché lo stile c'è ed è solo questione di immaginazione, che non ti manca. Cmq molto bravo. Un abbraccio!
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
Lifespray
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Messaggio da leggere da Lifespray »

A me non è piaciuto granchè,un po' perchè l'argomento non mi interessa.Per me uno è quello che è e senza "patenti" ed etichette, distribuiti da questo mondo
a chi gli conviene.Non me ne volere,io dico quello che penso.
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Roberto Bonfanti
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Messaggio da leggere da Roberto Bonfanti »

Come ti ho detto altre volte, il tuo stile è riconoscibile e personale, e questo è un pregio.
Venendo al racconto, trovo che sia un po’ meno efficace di altri che hai presentato in passato, forse dipende dalla brevità, non so.
Comunque è sempre apprezzabile l’ironia e la schiettezza che metti nei tuoi scritti, anche in questo caso dosi bene i dialoghi e le riflessioni, affrontando con leggerezza un tema che oggi privilegia una correttezza talvolta eccessiva.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
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Stefano M.
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Messaggio da leggere da Stefano M. »

Racconto breve simpatico, dallo stile asciutto e colorito il giusto. Mi permetterei di dire che tratta con la dovuta leggerezza un tema che sta diventando ormai ampolloso e pesante in qualsiasi trattazione, do perfettamente ragione all’autore! Anche la descrizione di qualche particolare apparentemente inutile (la bustina di zucchero, il caffè) aiutano a dare i giusti tempi ad un dialogo che, anche nella realtà, risulterebbe goffo e un po’ impacciato.
Namio Intile
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Messaggio da leggere da Namio Intile »

Tutto sommato è un buon corto, con il sapiente capovolgimento finale. Un racconto umoristico, anche dissacrante se vuoi, a mio avviso però la ridotta lunghezza del testo e il tema leggero trattato rischiano di trasformarlo in una barzelletta. Se non avessi inserito un io narrante che riflette su quanto sta accadendo ci saresti andato vicino. Ma ti sei sapientemente tirato d'impaccio.
Quanto all'io narrante, ma perché adoperare quelle parentesi per non interrompere il discorso diretto?
"Ecco arrivare la prima cazzata.
-Vedi, io ho tanti amici omosessuali (dice proprio omosessuali, non gay). Che poi sono gli amici migliori..."
Per me avresti dovuto chiudere il discorso diretto, proporre la riflessione dell'io narrante e poi riprenderlo. O al limite fare la considerazione alla fine del discorso diretto, visto che nel seguito introduci di nuovo l'io narrante.
Questa scorciatoia l'hai adoperata in un'altra occasione ancora.
Ti segnalo poi la ripetizione di silenzio e quella virgola nel finale che andrebbe sostituito con un due punti, al limite anche con un punto fermo.
È calato il silenzio fra noi e come per incanto si è alzato il volume degli altri avventori del bar che è affollato.
C'è silenzio fra noi ma non tensione però lei si riposiziona sulla sedia come per confermare una decisione che doveva aver già preso almeno dall'incontro precedente. Il mio arrocco però l'ha sbilanciata e mi chiede,

Un buon corto, Piero, a rileggerti.
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Macrelli Piero
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Re: Harry's bar

Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

Raccogliendo i commenti ho allungato un po' il racconto e magari lo allungherò ancora.
Lo avevo tenuto così corto perché mi era sembrata una fotografia di un attimo venuta abbastanza bene e che si completasse nella sua brevità-
RobertoBecattini
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Messaggio da leggere da RobertoBecattini »

Strano, la prima volta che l'ho letto non mi aveva detto molto, invece rileggendolo mi è piaciuto assai. Innanzitutto la spontaneità, anche l'autenticità dei dialoghi, traspare vita vissuta. Sembra una scena da un film di Truffaut se Truffaut fosse stato italiano. Lo stile mi piace, però ci sono alcuni refusi o frasi migliorabili.

e allora per (?) cerco di cambiare discorso.
C'è silenzio fra noi ma non tensione però lei si riposiziona sulla sedia - Metterei una virgola dopo tensione oppure spezzerei la frase in due, eliminando il "però", che vicino al "ma" imbruttisce il testo
A me capita spesso che mi faccia sfuggire - Meglio "Mi capita spesso di farmi sfuggire"

Per il resto, un bel 4 (già, ma avevo votato prima, mi pare 3, adesso come faccio a cambiare il voto?)
RobediKarta
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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Mi piace.
Perché "non tantissimo"? Perché dopo aver fatto tanto il maschio alfa che sta a sottilizzare tra "omosessuali", "gay" e "finocchi", quando lei gli chiede perché voleva baciarla lui continua a nascondersi parlando di scarpe...
No, caro, se la ami non parli di scarpe, ma glielo dici: "Ti amo!" Forse vi amate alla stessa maniera.
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

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Macrelli Piero
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Re: Harry's bar

Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

Il pezzo aggiunto ha un po' sbilanciato i ruoli dei personaggi e forse va ricalibrato.
Nella mia intenzione il protagonista è un uomo in crisi (ma guarda un po'!) che si difende con antidepressivi e l'ironia. Le puntualizzazioni fra parentesi (che forse toglierò) volevano sottolineare con che cura il protagonista prende le misure da questa donna che ama e che teme perché si sente fragile.
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Eleonora2
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Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Nonostante l'argomento - i rapporti uomo-donna - e la retorica, il testo è ben fatto e i dialoghi sono efficaci. Uno spaccato di situazione ben riuscito, tratteggiato da te e dalla tua penna. Non ho letto la versione più corta, ma visto solo questa. Ho votato 3 per il modo in cui hai riportato l'episodio. La parte femminile non ci fa una bella figura e, forse, se lo merita. Non il migliore dei tuoi testi, come già evidenziato in un commento più sopra.
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Certamente si lascia leggere il tuo breve racconto. Dei piccoli refusi hanno già detto... Per quanto riguarda la storia è carina e anche abbastanza divertente ma non poi così tanto originale: affronta le eterne incomprensioni tra le due, etero, categorie umane, e lo fa con dialoghi, e pensieri, ironici. Preciso una cosa, ma ovviamente non fa testo in quanto ognuno è bene che faccia ciò che più gli aggrada, ma gli inglesismi (mi riferisco al titolo) mi piacciono poco. Questione di gusti.
Stefano M.
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Re: Harry's bar

Messaggio da leggere da Stefano M. »

L'ho riletto e mi sono deciso sul voto: un bel 5.
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