Il giacobino
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Il giacobino
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- Roberto Bonfanti
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Ben scritto, complimenti.
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Il testo è organizzato come un racconto breve con il capovolgimento finale che si riallaccia al titolo.
L'unico difetto, se così si può dire, è l'assenza di dialoghi, ma anche quella dei pensieri del protagonista, sovrastati dalla voce narrante che avvolge l'intero testo.
Gli aforismi di Robespierre poi sono inseriti come fossero i pensieri del protagonista stesso, e questa è una chicca.
Gradevole la lettura, il racconto ha, è evidente, un piglio umoristico e ironico.
Di Robespierre ho letto molto tempo addietro un volume in cui erano racchiusi i discorsi e la sua corrispondenza. Non ricordo se fosse proprio il tuo nel titolo, e io, come al solito, il libro non lo trovo. Dalla lettura ho il ricordo di una persona sensata, con un impianto ideologico che condivido in massima parte. La rappresentazione della storiografia corrente è naturalmente incentrata sul Terrore, da cui per analogia il terrorismo. E quindi pensando a Robespierre viene in mente l'Allah u akbar di turno. E i giacobini sono serviti, il termine è diventato spregiativo pure quello. E infatti già solo a leggere il tuo titolo sembra pure il tuo giacobino personcina proprio a modo sembra di
primo acchito non possa essere.
- Marino Maiorino
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Mentre lo leggevo avevo pensato a un paio di diversi finali (il twist farà scoprire che il potente è un amico o parente che ha avuto serie ragioni per parcheggiare così, o un potente vero come un politico, o un malavitoso), e altri si sono affacciati mentre leggo dell'omino che parcheggia lui fuori posto (vendetta del potente? Che farebbe un omino così se lo multassero, e quindi lui si trovasse di fronte alla giustizia vera?), fino alla scoperta finale (fin lì pensavo che avrebbe applicato a sé stesso la punizione comminata al padrone del SUV).
Tra i tanti, quello da te scelto mi ha deluso un po'. Se ci pensi bene, sarebbe stato straziante fargli applicare a sé stesso la punizione comminata al proprietario del SUV. Invece tu lo sollevi da questa pena, lo premi addirittura: la lezione sta cominciando a diffondersi! Dopo tanto Robespierre...
Altra nota che vorrei osservare e che in realtà è positiva (giacché sei riuscito a descrivere perfettamente la mente di tanti "fissati" con un minimo di cultura), riguarda la fissazione per Robespierre. Spesso ce li ritroviamo tra i piedi, personaggi simili, che assorbono letture di un tempo passato e le prendono come un Vangelo, un Verbo Sacro da seguire per dare un senso alla loro vita (che, purtroppo, non ne dà molti). In realtà, ognuno ha la sua, di fissazione, in questo senso, ma alcuni personaggi (Robespierre è proprio un tipino...) sono meno indicati di altri, secondo la mia personalissima opinione. Il problema sta nel fatto che essi sono il frutto unico ed esplosivo di una condizione puntuale nella storia umana. Mi spiego meglio.
La società vive in uno stato di "equilibrio" quasistatico tra diverse forze: istanze delle masse, necessità del potere, evoluzione dei concetti, etc. Alcune di queste forze diventano in alcuni momenti soverchianti, intollerabili. Si genera così una tensione nella società un po' come un terremoto non è altro che energia elastica che si è accumulata nel sottosuolo e viene rilasciata di botto quando il terreno non riesce più ad assorbirla. Robespierre (la Rivoluzione Francese) è uno di questi terremoti sociali, ma siccome nel mio modello la società è comunque in uno stato di "equilibrio" quasistatico, nel quale ciò che accade è coerente con principi di azione e reazione, anche le idee di Robespierre sono figlie di quel tempo e di quelle condizioni sociali.
Credo sia chiara la mia critica: va bene fissarsi sulle idee di un Robespierre per cultura personale, ma oggi manca alla maggior parte di noi la capacità di attualizzare quel pensiero, la capacità di prendere quel pensiero, non saltare alle conclusioni, ma ripercorrere invece un'analisi di ciò che ha condotto a quelle parole, espungerlo da anacronismi (oggi non esistono classi o ceti e non esiste almeno sulla carta la schiavitù), e arrivare così a un pensiero che sarà sì ispirato a Robespierre, ma non arriverà necessariamente alla ghigliottina.
Mi si potrà obiettare: ma infatti il personaggio non entra nel ristorante a ghigliottinare il proprietario del SUV. Neanche Robespierre lo faceva, aveva il popolo con sé, e i tribunali del popolo. Quindi il personaggio del racconto va nella pratica al di là del suo idolo, si fa più papista del Papa (alle volte le nostre lingue colgono così tanto in così poco... ).
Ciò detto, un paio di errori che ho notato: nel primo paragrafo, sotto la citazione, usi "imponente" due volte, di seguito; nel secondo paragrafo andrebbe "sé stessi", con l'accento.
Ovviamente, non mi sarei speso tanto se non mi fosse piaciuto.
Racconti alla Luce della Luna
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bel racconto, complimenti! Mi è piaciuta molto l'idea, questi corsi e ricorsi storici, per cui cambiano le modalità di comportamento, ma l'uomo rimane sempre lo stesso. E così, molto spesso, ora come ai tempi della rivoluzione francese, le belle parole e i bei pensieri servono solo a mascherare le nostre frustrazioni interiori. Mi è piaciuto anche il finale, che sarebbe stato ancora migliore (parlo del mio gusto personale ovviamente, nulla di più) se alla fine si fosse scoperto che il protagonista aveva danneggiato proprio la sua auto, che magari non aveva riconosciuto a causa di un'amnesia temporanea o in preda ai fumi dell'alcool.
A rileggerti, ciao.
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Forse qualche dettaglio sensoriale in più sul luogo e/o personaggio non sarebbe stato male.
- Domenico Gigante
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Al di là delle riflessioni devo essere sincero: il racconto non mi ha entusiasmato: un po' lungo e ossessivo. Lo alleggerirei un po' e lo renderei più scorrevole con frasi brevi. Il finale non mi convince: sei dalla parte del tuo personaggio o contro? Nel primo caso il tuo finale lo esalta; nel secondo lo assolve. E, in una parabola sulla Giustizia come contrappasso, lo vedo comunque troppo buonista.
In ogni caso il tuo è certamente un buon lavoro, che denota coscienza e conoscenza. Complimenti!
- Alberto Marcolli
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Commento: Il giacobino
Un paio di ‘d’ eufoniche da sistemare.
‘se stessa’ manca l’accento -- ripetizione 'imponente'
A questo punto della storia umana, io toglierei gli asterischi alle parolacce. In questo turpiloquio generalizzato una in più o una in meno non fa più la differenza. E anche perché sull’auto la scritta sarà stata senza asterischi, credo.
Per i miei gusti le frasi sono spesso troppo lunghe e finiscono con il rendere la lettura meno scorrevole. Poco male, se lo ritieni utile non sarà certo un problema dividerle con qualche punto.
Hai scomodato il povero Robespierre, pace all’anima sua, per giustificare due comportamenti incivili, anzi tre, perché sia chiaro, qui tutti hanno sbagliato e di grosso. Tanto è vero che pure Robespierre finì la sua vita sulla ghigliottina.
Con gli anni ho imparato, mio malgrado, che anche per un amante della scrittura non basta aver imparato a scrivere bene, conta molto di più la scelta degli argomenti su cui scrivere. Non ti dico quante volte mi sono visto rifiutare dei miei lavori con un commento più o meno sempre lo stesso: la scrittura è buona, le storie molto meno. Manca questo, manca quello, non hai ben sviluppato i sentimenti che animano i tuoi personaggi, ecc.
A mio modesto parere, nel tuo caso per la scrittura ci siamo abbastanza. Come ti ho detto accorcerei le frasi e ridurrei l’uso del ‘che’. In quanto all’argomento trattato è ovvio che in un breve racconto non ci si può aspettare la luna. Non sappiamo quasi niente dell’incauto parcheggiatore. Per lui prima parla la sua auto e poi i giudizi espressi dall’uomo “che sul comodino in camera da letto teneva gli Scritti di Robespierre”.
A rileggerti
Un lavoro Fantastico
Antologia di opere ispirate a lavori inventati e ai mestieri del passato riadattati al mondo attuale.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Gabriele Laghi, Alessandro Mazzi, Isabella Galeotti, Marco Bertoli, Carlo Ragonese, Stefania Paganelli, Elegant Stork, Selene Barblan, Domenico De Stefano, Andrea Teodorani, Eliana Farotto, Andrea Perina, Gabriella Pison, F. T. Leo, Ida Dainese, Lisa Striani, Umberto Pasqui, Lucia De Falco, Laura Traverso, Valentino Poppi, Francesca Paolucci, Gianluca Gemelli.
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Antologia visual-letteraria (Volume tre)
Questa antologia a tema libero è stata ispirata dalle importanti parole di Sam L. Basie:
Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello, che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che patiscono quell'arrogante formicolio che, dalle loro budella, striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani. A voi, astanti ed esteti dell'arte.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Iunio Marcello Clementi, Noemi Buiarelli, Marco Bertoli, Liliana Tuozzo, Alessandro Carnier, Martina Del Negro, Lodovico Ferrari, Francesca Gabriel, Pietro Rainero, Fausto Scatoli, Gianluigi Redaelli, Ilaria Motta, Laura Traverso, Pasquale Aversano, Giorgio Leone, Ida Dainese, Marino Maiorino.
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Carosello
antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura
Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone, Enrico Teodorani, Cristina Giuntini, Maria Rosaria Spirito, Francesco Zanni Bertelli, Serena Barsottelli, Alberto Tivoli, Laura Traverso, Enrico Arlandini, Francesca Rosaria Riso, Giovanni Teresi, Angela Catalini.
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La Gara 40 - La musica è letteratura
A cura di Antonella Pighin.
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La Gara 62 - La famiglia
A cura di Massimo Tivoli.
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La Gara 18 - Brividi a Natale
A cura di Mastronxo.
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