La follia del tiranno

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Giampiero
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La follia del tiranno

Messaggio da leggere da Giampiero »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Di lavorio mentale è questa fatale
Teatralità, di una smorfia atroce
che s’incarna all’incipit del nostro
secolo, di un’entalpia del pensiero
lucido, di un mettere la mano avanti
e annettere, distribuire guerre e crudeltà

Lui parla, ma in fondo nemmeno pensa
Del volto in ragionamento, è già stato
detto “mostro”
E con quell’aria tutta criminale, alla ricerca
di parole bomba, t’introduce il fiele
in bocca, e boccheggia e si
sfarina ogni resistenza

Ora tutto risiede in quella mente storta,
che nel rosso tinta contiene il mostro
ragioniere in una coppa di follia
E se i pugni in cielo ciondola inveendo,
non è certo per la pace ad arte declamata,
tenuta in freddo per rinfocolare guerre.
La paura è un cavallo con le ali: una volta lanciato al galoppo perde il contatto con il suolo e incomincia a volare.
Gabriele Pecci
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Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

La poesia è sicuramente ben scritta, risulta compatta nel suo incedere. Non condivido però la tua conclusione, tutto mi appare se così fatta fin troppo semplicistica la tua riflessione. Quello che viene definito "mostro" è un essere umano, è una persona pensante e quindi a noi comprensibile, il punto è che per essere compresa bisognerebbe anche ammettere di essere noi come Occidente corresponsabili alla venuta in essere di questa stessa situazione, non estranei, non immacolati, non innocenti e puri di fronte ad essa, perché a nostro modo risultiamo invece noi, altrettanto visti e percepiti come "mostri" a minaccia dei suoi confini, questo almeno ai suoi occhi, e quindi visti anche a giustificazione delle sue eventuali azioni, come i veri colpevoli.

Questo è il punto non ci sono mostri e non ci sono innocenti, ci sono solo persone, quindi stati emozionali di odio, invidia, vendetta, prevaricazione sull'altro, tutto questo applicati sul detentore al potere di una supremazia nucleare e altrettanto validi e applicabili anche al suo oppositore storico.

Starei molto attento quindi a porre tutte le colpe solo su di esso, ad etichettare solamente, senza prima comprendere ed ammettere anche i propri di errori, questo per giungere quanto meno ad un compromesso, perché altrimenti così facendo non faremmo altro che aiutarlo a schiacciare o superare quella determinata linea di confine che consente poi la sopravvivenza di tutti, e ne saremmo perciò ad ogni modo e comunque vada anche noi colpevoli.

nonostante questo la poesia è buona nella forma quindi il mio voto è un 3.
Giampiero
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Messaggio da leggere da Giampiero »

Grazie, Gabriele, delle tue interessanti riflessioni. Non scrivo moltissime poesie, eppure questa, che sembra scritta per i nostri giorni drammatici, in realtà l’ho scritta moltissimi anni fa (nel 2015 se non ricordo male), cioè quando il quadro storico drammatico era altro e dove il “tiranno” non era affatto quello che forse tu ti sei immaginato. Mentre la componevo avevo in mente “un tiranno”. Poi lungi da me dal voler entrare in questioni politiche o punti di vista di schieramento. Non mi piace schierarmi. E pertanto il tuo commento lo condivido in pieno, solo che il mio testo è dedicato a “tutti” i tiranni.
La paura è un cavallo con le ali: una volta lanciato al galoppo perde il contatto con il suolo e incomincia a volare.
Gabriele Pecci
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Re: La follia del tiranno

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

in questo caso ammetto di essere stato influenzato dal momento storico presente per l'attribuzione sul personaggio personificante la figura del tiranno (non che non lo sia intendiamoci) ma le riflessioni da me fatte rimangono tali e appropriate anche a qualsiasi figura di tiranno poi posta, o su cui come giustamente dici si riflette la tua poesia. Ripeto a parte la personificazione specifica da me in questo caso erroneamente posta come il protagonista del tuo testo, siamo tutti al contempo in qualche modo e misura mostri, e innocenti, siamo cioè persone che sanno più o meno comprendere se stesse, e su cui poi le nostre azioni possono o meno, a seconda di questa comprensione che abbiamo, ricadere, cambia cioè solo la portata sulle altre persone che possiamo direttamente o indirettamente coinvolgere con le nostre scelte ed azioni ad esse seguenti, ma che vanno però sapute comprendere per potere essere poi capite e definite come tali.
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

I tuoi versi non li ho intesi come poetici, mi è parso di più un pensiero in prosa. La terminologia usata non mi ha raggiunto in modo tale da creare empatia col tuo narrare, così come l'argomento "guerra", con mostri e tiranni: comuni a tutti i conflitti bellici esistenti e esistiti. Questo è il mio pensiero sincero. Ciao, a rileggerti volentieri
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Eleonora2
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Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Questo testo non mi convince e spiego i miei motivi di lettrice. Lo devo ribadire. Non sono un critico ed esprimo la mia opinione personale. A me questa poesia è sembrata uno sfogo, una invettiva. Un 'arrabbiatura verso qualcuno o qualcosa. Molto personale, quindi. Non condivisibile sia nella struttura sia nel contenuto. Ho votato 2. Un caro saluto.
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Domenico Gigante
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Ciao Gianpiero! Mi sembra di capire che il riferimento non è all'attualità e questo mi fa piacere, perché rende la tua lirica un prodotto non di occasione. Lo sforzo è decisamente interessante, ma forse un po' insistito per i miei gusti. Nella ricerca del "poetico" perdi un po' l'opportunità di esprimere con chiarezza il tuo pensiero. Io ho trovato grande difficoltà a comprendere e certi versi - permettimi - mi risultano oscuri come riferimento. C'è qualcosa che vuoi dire che va ben oltre le mie capacità. Per cui non concordo con chi definisce retorica la tua poesia, perché per me non ha nulla di retorico. Anzi, mi nasconde qualcosa che sento indecifrabile e che potrebbe essere molto profondo. Un abbraccio!
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
Paola Tassinari
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Messaggio da leggere da Paola Tassinari »

La poesia non mi convince nella stesura, traballante e scomposta e peggio ancora nel tema, col mostro, il tiranno ecc. Perdonami se dico che non mi è piaciuta perché non sono fredda e razionale sono di parte quindi per nulla razionale… e palesemente contro ogni guerra che nessuna è giusta per me
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