Notturne melodie

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'inverno 2022/2023.

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Laura Traverso
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Notturne melodie

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leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

La luna, ormai alta nel cielo, rischiarava il paesaggio circostante. La neve ghiacciata splendeva sotto quei riflessi argentei. Attorno alla casa, come ogni sera, gli amici di Caterina erano in statica attesa di vederla comparire.
Un crepitio di passi ne annunciò l’arrivo.
La bambina, coperta al meglio da un lungo e caldo cappotto, si guardò attorno e vide le solite lucine colorate che lampeggiavano a intermittenza rischiarando la sua abitazione al limitare del bosco. Erano state posizionate lì dal suo papà affinché lei potesse sempre avere un punto di riferimento senza mai smarrirsi.
L’altalena, posta nel giardino, era uno dei tanti passatempi preparati per lei. Come pure gli amichetti scolpiti nel legno; gnomi, caprioli, daini, cani e gatti facevano capolino, birichini, tra le aiuole.
Lì poteva correre e saltare, parlare con gli amici immobili ma dai tratti sorridenti, e spingersi così in alto con il dondolo da avere l’impressione di toccare il cielo e confondersi tra le stelle.
Il silenzio era solo apparente, tutt’attorno vi era un chiacchiericcio di voci notturne: erano gli amici non inanimati della bambina a parlare. Bastava mettersi in ascolto per riconoscere il canto del gufo, della civetta e anche del lupo in lontananza.
Pure il vento faceva udire la sua voce. Si insinuava tra le fronde degli alberi per poi adagiarsi sulle cataste di legna da ardere ricoperte di ghiaccio, per poi spostarsi rapidamente, come un ballerino irrequieto, da una parte all’altra sino a ritornare, dispettoso, a soffiare su ogni cosa incontrasse durante il percorso.
Il suo ondeggiare creava un incantevole effetto sonoro dando vita a una struggente melodia: ricordava alcuni delicati strumenti musicali, a volte pareva di ascoltare il suono di un' arpa, altre invece, sembravano note create dalle esperte e delicate mani di un violinista.
In inverno il vento sostituiva il canto delle ranocchie, dei grilli e delle cicale della stagione estiva dove i deliziosi animaletti orchestravano concerti assai diversi, quasi assordanti.
Il mondo di Caterina era delimitato attorno alla sua casa, ma non limitato. Quella sera, come quasi ogni altra, la ragazzina si spinse oltre la linea di confine. Era il suo segreto, nessuno lo doveva sapere, ma c’era un amico che l’aspettava. E lei era impaziente di poterlo incontrare.
Anche lui era costretto a vivere nella notte, non poteva farsi vedere, anche se per ragioni diverse da quelle di Caterina; ciò li accomunava maggiormente.
La bambina si guardò attorno pur sapendo che i suoi genitori dormivano tranquilli, si fidavano di lei e del fatto che non vi fossero pericoli nell’ ampio giardino a sua disposizione.
Aveva già superato la linea consentita, camminava a passo svelto in compagnia del rumore dei sui passi che facevano scricchiolare la neve ghiacciata.
Il buio era fitto adesso, e le lucine attorno alla casa non erano più visibili. La folta vegetazione del bosco faceva da barriera alla luce della luna, ma lei era pratica del luogo e procedeva con sicurezza.
A un cero punto lo percepì vicino e fu allora che si videro.
“Ciao, ti stavo aspettando. Dobbiamo giocare, temevo che questa sera non venissi”
“Ma no - rispose Caterina – volevo solo essere certa che i miei genitori dormissero prima di uscire di casa; per questo sono un po’ in ritardo”.
“Va bene, l’importante è che adesso sei qui con me. Questa notte vorrei proporti un nuovo gioco. Sino a ora sono sempre rimasto qui, nel tuo mondo. Mi piacerebbe farti vedere una piccola parte del mio”.
“ Che bello! ne sarei veramente contenta, sono curiosa e l’idea mi piace. Però devo ritornare a casa prima della nascita del nuovo giorno. Lo sai…”.
“Certo, vieni, non perdiamo altro tempo. Andiamo...”.
I fanciulli si incamminarono e poco lontano da dove si erano incontrati, nascosta tra gli arbusti, c’era lei: si trattava di una piccola “casa” tondeggiante e luminosa. Pareva che li aspettasse. Infatti, al segnale dell’amico, si fece ben visibile su di essa una porticina dalla quale, quasi per magia, ne fuoriuscì una scala.
Caterina era emozionata ma non spaventata. Aiutata dall’amico si avviò. Dopo aver oltrepassata la piccola porta si ritrovò in un ambiente bellissimo e colorato.
Alle pareti vi erano tanti disegni e sul pavimento giochi di ogni genere. Ma la cosa più straordinaria non era ancora incominciata. L’amichetto azionò un aggeggino e dopo un po’ di vibrazioni e un modesto rumore la casa si mise in movimento.
In poco tempo la Terra fu lontana e si trovarono immersi nell’atmosfera, vicino e tra le stelle.
“E’ meraviglioso” disse Caterina all’ amico.
“Questo è il mio mondo. Da ora in avanti sarà anche il tuo. Ogni volta che vorrai ti condurrò con me nello spazio. Qui sarai protetta da tutto ciò che sul tuo Pianeta può farti del male”.
Il tempo quella notte passò in un attimo tra l’estasi della tante nuove scoperte. La bambina si trovò immersa nell'Universo dove si potevano ammirare tutte insieme le cose che esistono: pianeti, stelle e galassie.
"Guarda - disse all'amico - mi pare di intravedere la Via Lattea, la galassia a forma di un fiume. L'ho studiata recentemente e secondo le descrizioni avute sembra essere proprio lei". Poi, sempre più meravigliata, vide avvicinarsi, con l'aspetto di un iridescente ricamo, alcune Costellazioni; in esse riconobbe i suoi amici inanimati: osservò le figure immaginarie del Cane, della Fenice e anche del Gatto.
Rimase incantata da Sirio, la stella più luminosa della notte. La divertì moltissimo guardare lo schema dei 12 segni zodiacali: si mostravano chiaramente in lontananza per poi disgregarsi e confondersi in una miriade di stelle man mano che ci si avvicinava a essi.
Riconobbe anche i "Gemelli", il segno di nascita che la rappresentava, dove si ritrovava completamente essendo assai curiosa e perspicace.
A un certo punto, però, Caterina ebbe un sussulto. La sua realtà ebbe il sopravvento anche di fronte alla tanta bellezza e straordinarietà che la circondava; fu colta dall’angoscia.
Si rivolse supplice al suo amichetto: "ti prego, portami a casa. Non voglio che nulla possa adombrare quanto visto e vissuto sino a ora...".
Sapeva quanto fosse importante rientrare in tempo, non poteva permettere alla luce del giorno di arrivare prima di lei. L’avrebbe pagata cara una simile distrazione. Il suo corpo avrebbe manifestato violente reazioni allergiche se esposto alla luce solare: eritemi, congiuntiviti, prurito, fino a riempirsi di piaghe.
"Certo, facciamo subito ritorno, non ti preoccupare, non ti succederà nulla...".
A tutta velocità la dimora volante fu orientata verso la casa di Caterina. La bambina arrivò in tempo.
Appena entrò nella sua cameretta si sentì accolta dai suoi disegni appesi alle pareti; fatti di stelle, di luna, di fiori e neve, ma mai di sole.
Caterina era condannata al buio e a esso si era abituata, non sapeva, ne ricordava come fosse il sole.
Era stata allevata nella notte e da essa aveva imparato la bellezza, fatta anche di melodie uniche e di costellazioni splendenti, non solo di tenebre.
All’età di due anni la rara malattia genetica che l'affliggeva si era manifestata, e da allora i suoi giorni erano diventati notti, e di anni così ne erano trascorsi già sette; al momento non esisteva cura e neppure via d’uscita a quella terribile patologia.
Lei viveva al contrario degli altri, costretta all’ isolamento dai suoi simili, di cui tanto sentiva la mancanza.
Ma aveva trovato un amico altrettanto speciale. Era il suo segreto e la sua consolazione: poteva vivere con lui esperienze negate agli altri. Avventure straordinariamente emozionanti; in fondo si sentiva fortunata.
Dalla cucina arrivarono i rumori consueti di ogni mattina.
Delicati profumi di caffe e torta di mele si espandevano per la casa. Avrebbe dormito e al suo risveglio anche per lei ci sarebbe stato il dolce alle mele, accompagnato da una deliziosa cioccolata calda.
E poi, con l’aiuto della mamma come maestra, diventata ormai assai esperta nel seguire e insegnare il programma scolastico, avrebbe studiato.
Rumori e odori annunciavano l’inizio del nuovo giorno che i genitori si apprestavano a vivere.
Lei invece aveva appena finito la sua “giornata”: era stata, però, emozionante e unica.
Quanto aveva appena vissuto, ne era certa, era solo l'inizio di una serie di scoperte incredibili pronte a essere svelate ai suoi occhi. Ciò la rendeva immensamente appagata.
L’amico l’avrebbe condotta chissà a quali altre meraviglie, non aveva dubbi.
Una grande stanchezza la colse, adesso aveva solo necessità di dormire.
Ultima modifica di Laura Traverso il 22/01/2023, 15:10, modificato 5 volte in totale.
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Francesco Pino ha scritto: 04/01/2023, 16:44 Mischiando realtà e fantasia ci ricordi che esistono anche casi del genere, persone che vivono "al contrario" a causa di queste rare malattie che condizionano irrimediabilmente la loro vita e quella dei familiari.
Come vive la realtà Caterina è descritto abbastanza chiaramente, ma, dal momento che le hai fatto fare un viaggio tra le stelle per tutta una notte, a quel fantastico volo ti ci dovevi dedicare di più. Le descrizioni così ben riuscite dall'inizio del racconto fino al decollo latitano proprio nella parte in cui servivano maggiormente. "Guarda Sirio, guarda l'Orsa! Lo vedi Orione?" E via con le piccole descrizioni astronomiche e con le emozioni e i sogni di questa bambina immersa nello spettacolo del cielo notturno. Nel testo scrivi di avventure straordinariamente emozionanti... vorrei incoraggiarti ad aggiungerle al testo per farle vedere anche a noi.
Perfetta la tua osservazione! Ho provveduto ad aggiungere le descrizioni che in effetti ci stanno... completano certamente il racconto. Grazie per l'attenta analisi al mio scritto, alla valutazione e al tempo dedicato alla lettura, Ciao
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Ormai vivere a contatto con la natura è da considerarsi quasi un privilegio, più che una condanna. Caterina, pur nella sfortuna della sua condizione, in fondo è più fortunata di tanti suoi coetanei che non riconoscono alcun verso degli animali, poiché gli unici rumori che sentono sono quelli del caos cittadino, e manco vedono le stelle notturne, il cui chiarore è soffocato dall'inquinamento luminoso.
E poi, sospeso tra sogno e realtà, c'è l'incontro di Caterina con un amico misterioso, che la porta a spasso tra le costellazioni. Una storia piacevole, una favola non della buonanotte ma del buongiorno :)
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Andr60 ha scritto: 05/01/2023, 9:19 Ormai vivere a contatto con la natura è da considerarsi quasi un privilegio, più che una condanna. Caterina, pur nella sfortuna della sua condizione, in fondo è più fortunata di tanti suoi coetanei che non riconoscono alcun verso degli animali, poiché gli unici rumori che sentono sono quelli del caos cittadino, e manco vedono le stelle notturne, il cui chiarore è soffocato dall'inquinamento luminoso.
E poi, sospeso tra sogno e realtà, c'è l'incontro di Caterina con un amico misterioso, che la porta a spasso tra le costellazioni. Una storia piacevole, una favola non della buonanotte ma del buongiorno :)
Ciao Andr60, certo che sì, Caterina nonostante tutto è fortunata a vivere a contatto con la natura, piuttosto che in grigie e tristi città come la maggior parte dei suoi coetanei. Carino e arguto, come sempre, il tuo commento che concludi con un buongiorno. Grazie per la valutazione e per aver letto il mio racconto. Un caro saluto e, già che ci siamo: Buon Anno! :-)
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Alberto Marcolli
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Commento Notturne melodie

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della tante - - - delle tante
limiterei l’uso degli aggettivi, lasciando più spazio alla fantasia del lettore. Spiegare meticolosamente a volte ottiene l’effetto opposto.
Esempi:
“un lungo e caldo cappotto con cappuccio, berretto, sciarpa e guanti calzati al meglio,” - - - qui c’è proprio tutto, forse troppo?
“circondando e rischiarando la sua abitazione” - - - ne basta uno di gerundio
In alcuni periodi c’è una densità di “che”, facilmente eliminabile.
Esempio:
“Pure il vento faceva udire la sua voce che si insinuava tra le fronde degli alberi per poi adagiarsi …” - - Pure il vento faceva udire la sua voce. Si insinuava tra le fronde degli alberi per poi adagiarsi …

“Bastava mettersi in ascolto per udire il canto…” verbo udire già usato due righe sotto. - - - Bastava mettersi in ascolto per riconoscere il canto…

“gli amichetti scolpiti nel legno che facevano capolino, birichini, tra le aiuole: rappresentavano gnomi, caprioli, daini, cani, gatti e altri animali.” - - -
gli amichetti scolpiti nel legno. Gnomi, caprioli, daini, cani e gatti facevano capolino, birichini, tra le aiuole.

In conclusione: servirebbe un bel lavoro di “pettinatura” dall’inizio alla fine del testo.
A me il racconto piace. Rimando il voto a “revisione avvenuta” se lo giudichi necessario, naturalmente.
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Re: Commento Notturne melodie

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Alberto Marcolli ha scritto: 20/01/2023, 17:49 della tante - - - delle tante
limiterei l’uso degli aggettivi, lasciando più spazio alla fantasia del lettore. Spiegare meticolosamente a volte ottiene l’effetto opposto.
Esempi:
“un lungo e caldo cappotto con cappuccio, berretto, sciarpa e guanti calzati al meglio,” - - - qui c’è proprio tutto, forse troppo?
“circondando e rischiarando la sua abitazione” - - - ne basta uno di gerundio
In alcuni periodi c’è una densità di “che”, facilmente eliminabile.
Esempio:
“Pure il vento faceva udire la sua voce che si insinuava tra le fronde degli alberi per poi adagiarsi …” - - Pure il vento faceva udire la sua voce. Si insinuava tra le fronde degli alberi per poi adagiarsi …

“Bastava mettersi in ascolto per udire il canto…” verbo udire già usato due righe sotto. - - - Bastava mettersi in ascolto per riconoscere il canto…

“gli amichetti scolpiti nel legno che facevano capolino, birichini, tra le aiuole: rappresentavano gnomi, caprioli, daini, cani, gatti e altri animali.” - - -
gli amichetti scolpiti nel legno. Gnomi, caprioli, daini, cani e gatti facevano capolino, birichini, tra le aiuole.

In conclusione: servirebbe un bel lavoro di “pettinatura” dall’inizio alla fine del testo.
A me il racconto piace. Rimando il voto a “revisione avvenuta” se lo giudichi necessario, naturalmente.
Ciao Alberto e grazie per la tua attenta analisi, come sempre, al mio racconto (e a tutti quelli in gara che analizzi).
Ho condiviso i tuoi suggerimenti, ritenendo fossero maggiormente appropriati alla stesura del racconto e li ho inseriti nel testo.
Lieta che il racconto ti sia piaciuto. Ciao, alla prossima
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Alberto Marcolli
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Re: Notturne melodie

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Bene le sistemazioni, ma la “pettinatura” era dall’inizio alla fine del testo. Lo so, già mi immagino la tua risposta: "Che pizza. A questo non gli basta mai!"
Cosa vuoi farci? Noi ex editor amatoriali, inaciditi con l'età, siamo proprio dei noiosi!
Namio Intile
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Io sono piuttosto diurno, chissà com'è vivere di notte. Un racconto piacevole, scritto in punta di piedi, senza esagerare, e che a tratti sembra una fiaba. Ben costruita la protagonista Caterina e splendidamente descritto il suo mondo. Mi è piaciuto quel delimitato ma non limitato. Mi sa che te lo rubo. Meno quell'adombrare messo in bocca a Caterina. È pur sempre una bambina.
Lavoro di buon livello, a rileggerti.
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Ciao Namio e grazie per la tua attenta valutazione. Verissimo sì circa l'adombrare, a fine gara lo toglierò modificandolo. Mi fa piacere avere avuto il tuo consenso. Lieta davvero che il racconto ti sia piaciuto, grazie anche per l'alta valutazione espressa. A rileggerci volentieri, ciao
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Namio Intile ha scritto: 27/01/2023, 15:28 Io sono piuttosto diurno, chissà com'è vivere di notte. Un racconto piacevole, scritto in punta di piedi, senza esagerare, e che a tratti sembra una fiaba. Ben costruita la protagonista Caterina e splendidamente descritto il suo mondo. Mi è piaciuto quel delimitato ma non limitato. Mi sa che te lo rubo. Meno quell'adombrare messo in bocca a Caterina. È pur sempre una bambina.
Lavoro di buon livello, a rileggerti.
Ciao Namio e grazie per la tua attenta valutazione. Verissimo sì circa l'adombrare, a fine gara lo toglierò modificandolo. Mi fa piacere avere avuto il tuo consenso. Lieta davvero che il racconto ti sia piaciuto, grazie anche per l'alta valutazione espressa. A rileggerci volentieri, ciao
Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Dopo un inizio dal grande potere evocativo le melodie notturne, voci particolari degli animali del bosco, e in particolare quelle create da suggestivi movimenti del vento, questa vanno a perdersi, così come sfumano altre melodie richiamate in altre stagioni dell’anno, poi inizia così l’avventura nel buio di Caterina nel bosco. L’attesa, l’incontro con un amico particolare che tra realtà e fantasia la trasporterà fuori dal mondo in un fantastico mondo dove domina e si estende l’universo…belle anche se succinte e rapide le visioni che incantano Caterina. La sua particolare condizione fisica dove è possibile una sola vita notturna la richiamano alla realtà…il ritorno a casa, il letto, i genitori,
il risveglio, la colazione quei profumi che se anche caldi e familiari non portano a dimenticare quel viaggio e quella avventura notturna. Bella favola ma con affrettata conclusione dopo quella, come detto, introduzione dal grande potere evocativo. Con rammarico voto 3.
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Giuseppe Gianpaolo Casarini ha scritto: 31/01/2023, 17:47 Dopo un inizio dal grande potere evocativo le melodie notturne, voci particolari degli animali del bosco, e in particolare quelle create da suggestivi movimenti del vento, questa vanno a perdersi, così come sfumano altre melodie richiamate in altre stagioni dell’anno, poi inizia così l’avventura nel buio di Caterina nel bosco. L’attesa, l’incontro con un amico particolare che tra realtà e fantasia la trasporterà fuori dal mondo in un fantastico mondo dove domina e si estende l’universo…belle anche se succinte e rapide le visioni che incantano Caterina. La sua particolare condizione fisica dove è possibile una sola vita notturna la richiamano alla realtà…il ritorno a casa, il letto, i genitori,
il risveglio, la colazione quei profumi che se anche caldi e familiari non portano a dimenticare quel viaggio e quella avventura notturna. Bella favola ma con affrettata conclusione dopo quella, come detto, introduzione dal grande potere evocativo. Con rammarico voto 3.
Grazie per la lettura e per la valutazione. Circa il tuo dire sull' affrettata conclusione del mio racconto, non sono d'accordo, per me andava bene così, non c'era da aggiungere altro. Ma siamo qui per esprimere la nostra opinione, sempre e assolutamente rispettabile anche se non condivisa. Ancora grazie, ciao
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Re: Notturne melodie

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Gentile Signora Laura ,
mi spiace che si sia adombrata per il mio giudizio: una parte iniziale non da 5 ma da 10 ed un finale piuttosto scarno e frettoloso.
Una piccola osservazione: i giudizi critici o suggerimenti particolari di altri lettori vedo che li ha sempre condivisi.
In ogni caso la mia stima nei suoi confronti non viene per nulla sminuita anche se giudicato cattivo censore : cordialmente e buona giornata.
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Re: Notturne melodie

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Giuseppe Gianpaolo Casarini ha scritto: 01/02/2023, 9:41 Gentile Signora Laura ,
mi spiace che si sia adombrata per il mio giudizio: una parte iniziale non da 5 ma da 10 ed un finale piuttosto scarno e frettoloso.
Una piccola osservazione: i giudizi critici o suggerimenti particolari di altri lettori vedo che li ha sempre condivisi.
In ogni caso la mia stima nei suoi confronti non viene per nulla sminuita anche se giudicato cattivo censore : cordialmente e buona giornata.
Buongiorno Giuseppe,
guardi che non mi sono adombrata, mi sono solo limitata a rispondere sinceramente come faccio sempre, a volte provocando stizza (è già successo). Ho accettato di buon grado i suggerimenti degli altri al mio racconto in quanto li ho ritenuti pertinenti. Mi perdoni ma il suo commento non lo ho ritenuto condivisibile. Mi spiego, al rientro dalla notte/giorno, Caterina era stanca, nonostante ciò entrando nella sua cameretta ha osservato i disegni alle pareti, ha ascoltato i "rumori" del giorno (descritti) ha ripercorso mentalmente con gioia e gratitudine le emozioni vissute con l'amico...e mi fermo, non è il caso che mi dilunghi ancora.
Pertanto davvero, non c'era da aggiungere altro, dal mio punto di vista. Ma non siamo tutti uguali e come già detto non mi permetto di discutere sul parere degli altri. Certo però mantengo, educatamente, la facoltà di condividere oppure no, le varie recensioni. Buona giornata
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Re: Notturne melodie

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Nessuna stizza, gentil Signora ma semplice riflessione. Messaggio in ogni caso recepito e ben chiavato nella mente e chiudo.
Sempre cordiali saluti!
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Messaggio da leggere da Roberto Bonfanti »

Come fai spesso questo tuo racconto è giocato su emozioni delicate: il mondo di Caterina, anche se notturno a causa della sua rara condizione, è bucolico e fiabesco. Il viaggio fra le stelle insieme al suo misterioso amico – forse potresti spendere qualche parola in più sulla sua natura – lascia il dubbio che sia in realtà un sogno, forse un modo per evadere dalla sua malattia, ma in fondo il racconto va accettato per quello che è, una fiaba, appunto.
Sempre apprezzabile il tuo stile, poetico anche nella prosa.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
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Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Roberto Bonfanti ha scritto: 07/02/2023, 18:38 Come fai spesso questo tuo racconto è giocato su emozioni delicate: il mondo di Caterina, anche se notturno a causa della sua rara condizione, è bucolico e fiabesco. Il viaggio fra le stelle insieme al suo misterioso amico – forse potresti spendere qualche parola in più sulla sua natura – lascia il dubbio che sia in realtà un sogno, forse un modo per evadere dalla sua malattia, ma in fondo il racconto va accettato per quello che è, una fiaba, appunto.
Sempre apprezzabile il tuo stile, poetico anche nella prosa.
Ciao Roberto, mi fa piacere il tuo apprezzamento al mio racconto fiaba. Nel mio intento il vissuto di Caterina non voleva essere un sogno, ma la sua obbligata realtà. Certo sì che l'aggiunta dell'amico è tutta un'invenzione dettata dalla fantasia, tanto per dare un po' di mistero alla storia. Nel mio intento non volevo che l'incontro con l'amico extraterrestre fosse un sogno di Caterina ma una realtà...fantastica. Comunque la tua interpretazione è molto valida, avrebbe potuto essere... Grazie per le belle parole con cui hai recensito il mio scritto e per la gratificante valutazione. Ciao.
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Messaggio da leggere da Roberto Di Lauro »

È un racconto che si sviluppa piano piano, con descrizioni mai noiose. L'aggiunta delle osservazioni astronomiche abbellisce il racconto. Il finale rattrista un po' per la malattia, ma tutto sommato è un bel racconto. Il tuo stile, non so perché, mi piace. Voto 4.
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Roberto Di Lauro ha scritto: 09/02/2023, 17:35 È un racconto che si sviluppa piano piano, con descrizioni mai noiose. L'aggiunta delle osservazioni astronomiche abbellisce il racconto. Il finale rattrista un po' per la malattia, ma tutto sommato è un bel racconto. Il tuo stile, non so perché, mi piace. Voto 4.
Ciao Roberto, mi ha fatto molto piacere la tua positiva opinione. Ti ringrazio tanto per la recensione e la buona valutazione al mio racconto. A rileggerci
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Messaggio da leggere da Anto58 »

Bello questo racconto fantastico, lo proporrei senz'altro come una fiaba, una fiaba magica che ci porta lassù, dove ogni bimbo ha sognato di andare. Lo stile è a tratti poetico, a tratti realistico, come l'ultima parte, che ci fa velocemente risprofondare nella quotidianità; quotidianità non di tutti, ma solo di chi non ha fantasia!
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Anto58 ha scritto: 17/02/2023, 18:30 Bello questo racconto fantastico, lo proporrei senz'altro come una fiaba, una fiaba magica che ci porta lassù, dove ogni bimbo ha sognato di andare. Lo stile è a tratti poetico, a tratti realistico, come l'ultima parte, che ci fa velocemente risprofondare nella quotidianità; quotidianità non di tutti, ma solo di chi non ha fantasia!
Grazie Anto, che bella la tua recensione che ha assai bene considerato realtà e fantasia. E sì, certamente potrebbe essere inserito come una fiaba, con voli in alto, dove ogni bimbo ha sognato di andare. Grazie molte ancora. Ciao
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Domenico Gigante
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Cara Laura! Storia raccontata in modo assai delicato. Effettivamente si sente un po' lo stacco di stile tra la prima parte e il finale, da una parte, in cui trovi una vena poetica estremamente efficace (descrizioni in punta di penna), e la parte centrale, dall'altra, che suona più "prosaica" (non in senso dispregiativo, ma intesa letteralmente come prosa, più che poesia). Però ci sta! E' la parte in cui il racconto prende il sopravvento sulla descrizione. Buon lavoro! Un abbraccio!
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
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Laura Traverso
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Domenico Gigante ha scritto: 10/03/2023, 20:17 Cara Laura! Storia raccontata in modo assai delicato. Effettivamente si sente un po' lo stacco di stile tra la prima parte e il finale, da una parte, in cui trovi una vena poetica estremamente efficace (descrizioni in punta di penna), e la parte centrale, dall'altra, che suona più "prosaica" (non in senso dispregiativo, ma intesa letteralmente come prosa, più che poesia). Però ci sta! E' la parte in cui il racconto prende il sopravvento sulla descrizione. Buon lavoro! Un abbraccio!
Ciao Domenico, grazie per la tua attenta recensione. Mi fa piacere aver ricevuto il tuo parere positivo. Grazie ancora e, al prossimo giro... ciao
Giovanni p
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Messaggio da leggere da Giovanni p »

Buonasera Laura,

Il tuo racconto, come la poesia del gradprix, è di una sensibilità unica. Non starò a fare l'analisi tecnica del racconto, ancora non sono abbastanza bravo per farlo, ti dirò che hai messo si carta dei sentimenti forti e questo cale molto.

Voto 5 complimenti
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Giovanni p ha scritto: 12/03/2023, 20:54 Buonasera Laura,

Il tuo racconto, come la poesia del gradprix, è di una sensibilità unica. Non starò a fare l'analisi tecnica del racconto, ancora non sono abbastanza bravo per farlo, ti dirò che hai messo si carta dei sentimenti forti e questo cale molto.

Voto 5 complimenti
Grazie Giovanni per la tua gentilezza e per la sensibilità che sempre dimostri nei commenti. Mi fa piacere davvero che il mio racconto ti sia piaciuto, grazie anche per la massima valutazione assegnata, un caro saluto, ciao
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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Nel suo saggio sulla critica, Tolkien osserva che uno dei tratti della fiaba è la "consolazione".
Questo tuo scritto, Laura, ne trasuda: una bambina che poi scopriremo sfortunata perché afflitta da una grave patologia (quella che ha generato alcune leggende sui vampiri) ha un amico notturno che le fa visitare mondi speciali durante la notte.
Dapprima giochi col lettore e induci il timore delle reali intenzioni dell'alieno (rompere i divieti per credere a malintenzionati sconosciuti è uno dei motivi fondamentali delle fiabe), e poi tutto si risolve con una situazione da sogno, fantastica, ET!
Addirittura, introduci la malattia di Caterina DOPO che tutto è accaduto, di fatto privando il racconto dell'elemento che dà senso a tutta la narrazione!
È un modo di raccontare e non sono nessuno per criticarlo, però mi sembra il racconto che si può creare quando in realtà il problema è già presente tutti i giorni nella vita del lettore. Solo così mi spiego tante precauzioni nel creare un mondo fatato e sicuro per le avventure notturne di Caterina.
Se questa è la situazione (scrivi per un pubblico già toccato da un male), mi spiego tutto e apprezzo in toto gesto e modi. Non ti difettano certo delicatezza, garbo, fantasia e allegria.
A rileggerti.
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Marino Maiorino ha scritto: 19/03/2023, 9:26 Nel suo saggio sulla critica, Tolkien osserva che uno dei tratti della fiaba è la "consolazione".
Questo tuo scritto, Laura, ne trasuda: una bambina che poi scopriremo sfortunata perché afflitta da una grave patologia (quella che ha generato alcune leggende sui vampiri) ha un amico notturno che le fa visitare mondi speciali durante la notte.
Dapprima giochi col lettore e induci il timore delle reali intenzioni dell'alieno (rompere i divieti per credere a malintenzionati sconosciuti è uno dei motivi fondamentali delle fiabe), e poi tutto si risolve con una situazione da sogno, fantastica, ET!
Addirittura, introduci la malattia di Caterina DOPO che tutto è accaduto, di fatto privando il racconto dell'elemento che dà senso a tutta la narrazione!
È un modo di raccontare e non sono nessuno per criticarlo, però mi sembra il racconto che si può creare quando in realtà il problema è già presente tutti i giorni nella vita del lettore. Solo così mi spiego tante precauzioni nel creare un mondo fatato e sicuro per le avventure notturne di Caterina.
Se questa è la situazione (scrivi per un pubblico già toccato da un male), mi spiego tutto e apprezzo in toto gesto e modi. Non ti difettano certo delicatezza, garbo, fantasia e allegria.
A rileggerti.
Ma grazie Marino per la tua bellissima recensione, come bene hai notato si, ho scelto di introdurre la malattia di Caterina quasi all'ultimo, proprio per i motivi che hai evidenziato. Ho imparato, grazie al tuo commento, una cosa che non sapevo, che il male di Caterina avesse generato le leggende sui vampiri. Grazie per tutto. Ciao
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