Cosa posso dirti?

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Letylety
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Cosa posso dirti?

Messaggio da leggere da Letylety »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Uomo bianco,
hai smarrito la strada
dei tuoi giorni migliori,
insegnando ai tuoi figli
che eri il più forte,
mostrando il muscolo
più tornito.
Cosa posso dirti amico mio,
io che sono bianco come te?
Un giorno ti sei alzato,
c'era una nuova storia da scrivere
su libri che non saprai leggere.
I tuoi figli
saranno i primi a soccombere,
anestetizzati dall’antico benessere.
Non lascerai nulla,
se non l’eredità vuota
dell’uomo che afferra la mano tesa
in cerca di elemosina.
Ora il tuo giorno
scorre tra rabbia
e lamenti.
Le tue bandiere
sbattono nel vento
di questa notte senza stelle.
Diritti calpestati.
Pensieri emarginati.
Dolori levigati.
Cosa posso dirti amico mio,
io che sono bianco come te?
Non senti.
Non pensi.
Non speri.
Rincorri il Barnum di turno,
che ti sorride leggero
prendendoti alle spalle.
Cosa posso dirti amico mio,
io che sono bianco come te?
Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Re: Cosa posso dirti?

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Alla lettura, fin dai primi versi ci si trova di fronte ad un sermone poetico o meglio ad una invettiva scritta con rabbia che si chiude con un disarmante interrogativo e che, in ogni caso, per il tema affrontato, porta a meditare e che suscita profonde riflessioni. In un altro contesto letterario il giudizio sarebbe stato decisamente superiore ma che in agone squisitamente poetico viene purtroppo penalizzato. Voto 3.
Ultima modifica di Giuseppe Gianpaolo Casarini il 30/03/2023, 16:24, modificato 1 volta in totale.
Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Alla lettura, fin dai primi versi ci si trova di fronte ad un sermone poetico o meglio ad una invettiva scritta con rabbia che si chiude con un disarmante interrogativo e che, in ogni caso, per il tema affrontato, porta a meditare e che suscita profonde riflessioni. In un altro contesto letterario il giudizio sarebbe stato decisamente superiore ma che in agone squisitamente poetico viene purtroppo penalizzato. Voto 3.
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Contiene una amara riflessione il tuo brano. E certo, l'uomo, bianco o no, è costretto a seguire i teatranti di turno, che ben sappiano non promettono certo ne divertimento ne benessere da lasciare in eredità. E pertanto arranca, l'uomo odierno, tra rabbia e lamenti... Insomma, non stai certo parlando di fantascienza... Voto 4
Ultima modifica di Laura Traverso il 30/03/2023, 17:36, modificato 2 volte in totale.
Gabriele Pecci
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Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Concordo con la tua analisi poetica di una situazione sociologica ben radicata soprattutto in occidente, ma la realtà è che non è certo il colore della pelle ad attribuire o processare tutto questo. Succederebbe lo stesso anche a "colori" invertiti. È per un fatto di sentita storica stupida supremazia che il "bianco" ha prevalso storicamente, ma già su certi aspetti inizia a latitare in realtà, sul nero, o rosso, o giallo che sia. Sinceramente mi fa tristezza anche solo descrivere e dividere le diverse etnie culturali in base a questi stupidi pregiudizi razziali. Ciò che ci accomuna e distingue tutti e non solo per i pezzi "bianchi" sulla scacchiera, è solo l'occasione, le possibilità che abbiamo di prevalere o meno singolarmente e quindi anche come insieme di singolarità, sull'altro singolo, o insieme di singolarità.
Ma dove tutti però necessitiamo anche sul nostro piccolo orticello di farlo, nessuno escluso. Lo necessitiamo per continuare ad avere, mantenere o almeno sentire, percepire, questo piccolo orticello come una proprietà ben definita, spesso possibilmente tendente all'espansione di ciò che già sentiamo e percepiamo come proprietà del nostro individuale "IO" che si lega benissimo poi a ciò che attribuiamo con prevalsa di diritto, a quello che arbitrariamente consideriamo appunto come un "PROPRIO" diritto, di scelta o di occasione ( persone o beni materiali che siano), o alla meno peggio, se siamo già bravi che "condividiamo" anche solo in minima parte come un sentimento di appartenenza sociale, coniugandolo così sul termine di "NOSTRO" diritto, occasione, o scelta.

Ecco di veramente "propria" o in minor possibilità "nostra" , sono convinto che possiamo invece avere solo una ottimale, o più, o meno spiccata, comprensione di e su noi stessi, e quindi conseguentemente anche su quello che è più inerente e in interazione con noi stessi. Solo questo al fine a voler essere sinceri ci rimane o ci appartiene veramente fino al nostro ultimo respiro su questa unica e sola vita, tutto il resto invece, è solo contorno, sono solo orpelli, orpelli su cui poi però decretiamo e pretendiamo di fondare e costruire società, sistemi, burocrazie, privilegi, sotterfugi, menzogne, illusioni, status Quo di diritto guadagnato, e quindi di un diritto equivalentemente a questo "nostro" singolo, od in minima parte, condiviso e distribuito guadagno, automaticamente per altri uguali , ma "diversi" da noi , diversi da "IO" viene negato, o sottratto.

Ho apprezzato lo sfogo ma anche quel tuo non saperti e non volerti però escludere da tutto questo, il tuo non sentirti esente, ma anche nel tuo piccolo partecipe seppur con questa tua più alta consapevolezza ( la comprensione, a cui mi riferivo prima) su tutto questo baraccone di orpelli inutili (ma fin troppo comodi al fine) che chiamiamo società moderna. Società che per quanto denigriamo comprendendone l'ipocrisia nemmeno troppo velata, ci permette al contempo però proprio per questo suo marcato ipocrita ed egoistico modus operandi, tutti i nostri privilegi e comodità, privilegi e comodità, o possibilità futura di essi, a cui nessuno al fine però pensa, vuole, spera, o si permette di rinunciare più o meno consapevolmente se questo andasse poi inesorabilmente a suo diretto e proprio discapito.

Voto 4.
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Maria Spanu
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Messaggio da leggere da Maria Spanu »

Molti interrogativi e molte problematiche sollevate, tanto dolore e molto da dire.(ci hanno pensato i colleghi, soprattutto Gabriele che trova sempre le giuste parole)
Sul significato sono d'accordo con i commenti precedenti. La forma mi convince meno, non so, forse per il modo un po' troppo didascalico. Scorre poco ma non è questo l'importante.
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Passworld
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Messaggio da leggere da Passworld »

Mi sono chiesto da che cosa derivi il colore bianco dell'uomo bianco.
Poi ho capito una cosa:il miglior travestimento per qualcuno di oscuro è sembrare chiaro.
Quindi sono d'accordo con quanto scrivi però penso che
le caratteristiche che rimproveri al bianco si ritrovano anche negli altri.Forse il bianco è quello più sfacciato
e impudente, per questo, poi al mare si abbronza.
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La Gara 58 - A volte ritornano

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(marzo/aprile 2016, 18 pagine, 500,19 KB)

Autori partecipanti: nwGiorgio Leone, nwPatrizia Chini, nwNunzio Campanelli, nwLaura Chi, nwAlberto Tivoli, nwAnnamaria Vernuccio,
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L'Animo Spaziale è un tributo alla space opera. Contiene una raccolta di racconti dell'autore Massimo Baglione, ambientati nella fantascienza spaziale. Un libro dove il concetto di fantascienza è quello classico, ispirato al Maestro Isaac Asimov. La trilogia de "L'Animo Spaziale" (Intrepida, Indomita e Impavida) è una storia ben raccontata con i giusti colpi di scena. Notevole la parentesi psicologica, in Indomita, che svela la complessa natura di Susan, elemento chiave dell'intera vicenda. "Intrepida", inoltre, ha vinto il primo premio nel concorso di letteratura fantascientifica "ApuliaCon 2006" (oggi "Giulio Verne"). I racconti brevi "Mr. Sgrultz", "La bottiglia di Sua Maestà" e "Noi, sorelle!" sono stati definiti dalla critica "piccoli capolavori di fantascienza da annoverare negli annali.
Di Massimo Baglione.

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è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
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A cura di Roberto Virdo' e Annamaria Ricco.

Contiene opere di: Silvia Saullo, Sandro Ferraro, Luca Cenni, nwGabriele Pagani, Paolo Durando, Eliana Farotto, nwMarina Lolli, nwNicolandrea Riccio, nwFrancesca Paolucci, nwMarcello Rizza, nwLaura Traverso, nwNuovoautore, nwIda Daneri, Mario Malgieri, nwPaola Tassinari, nwRemo Badoer, nwMaria Cristina Tacchini, Alex Montrasio, Monica Galli, nwNamio Intile, nwFranco Giori.

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