La luna inutile

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'inverno 2018/2019.

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Gabriele Ludovici
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La luna inutile

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leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

[url=https://ibb.co/GQ6NJNr][img]https://i.ibb.co/chBVvVs/lunainutile.jpg[/img][/url]

– Brindisino?
– Lalà lalà lalààà!
Si respirava un’atmosfera piuttosto euforica nella sede dell’associazione culturale “StraLunati” di Coldelmonte. Alterigio Qualunquelli, presidente del direttorio generale dei comitati periferici dell’associazione, aveva da poco annunciato una notizia di quelle “bomba”. Ebbene sì, il loro spettacolo teatromusidanzante — ancora senza nome, senza trama e senza programma — aveva ottenuto il patrocinio della Provincia. In altre parole, degli ingenti fondi a disposizione da spendere a piacimento e senza dover rendere conto a nessuno, eccezion fatta per il poco esigente pubblico coldelmontano.
– In alto i calici!
L’impatto tra la ventina di bicchieri causò una leggera pioggia di prosecco misto ai residui dello Chardonnay e delle Ceres bevute nelle due ore precedenti. In sede erano attrezzati con un ben rifornito baretto, nelle occasioni importanti ingaggiavano persino un barman ma per quell’incontro improvvisato si era deciso di optare per qualcosa di più facilmente mescibile.
Dopo la breve riunione conclusasi con un salomonico vabbè poi al limite ci si aggiorna dopo le feste, il variegato gruppo di artistintellettuali si era addentrato già da qualche minuto nelle lande delle chiacchiere senza costrutto. Qualunquelli, ridendo sotto i baffi, si soffermò ad ammirare la propria creatura: un manipolo di inetti disposti a poco per mettere in scena il nulla. Personaggi ibridi, sfuggenti ma ancorati a delle necessità di cui non avevano mai fatto virtù: il dover sostenere le ormai defunte aspettative di genitori e insegnanti. Dell’arte lì non importava niente a nessuno, l’avevano messa da parte prima di impararla; era il mezzo per raggiungere un fine francamente ignoto a tutti.
Rotte ufficialmente le righe con l’ultimo brindisi, i presenti si divisero in capannelli. Alcuni improvvisarono una tragedia greca sull’imminente sessione d’esami universitari, curiosamente senza contemplare l’ipotesi di mettersi a studiare per superarli ma prodigandosi, in un secondo momento, nella presa in giro di professori e matricole. A dirla tutta i primi iniziavano a essergli coetanei e i secondi potenzialmente figli, ma oramai dieci-quindici anni fuori corso equivalevano, accademicamente parlando, a un quarto d’ora di ritardo. Boccheggiavano come pesci sazi, ingurgitando patatine e birre come se gli avessero installato un meccanismo all’altezza delle mascelle.
Poco più in là stavano i veterani, appesi ai loro drummini spenti e rispenti. Dalle loro micronuvole di tabacco si propagavano blandi temporali di esternazioni unidirezionali, piccoli comunicati stampa per un pubblico inesistente. Il leitmotiv era “dimostro la mia apertura mentale fingendomi intollerante”. Il menu presentava etero che parlavano male gay, gay che insultavano neri, neri che inneggiavano ai partiti xenofobi, donne che contestualizzavano stupri in presenza di abbigliamenti femminili troppo succinti e uomini che lamentavano la scarsa copertura mediatica degli episodi di violenza contro i loro pari sesso, evidenziato dalla mancanza di un termine come “uominicidio”.
Verso le ventitré molti membri degli StraLunati si resero conto di trovarsi nel limbo di metà settimana e che l’indomani si sarebbero dovuti alzare a un orario decente, come promesso a loro stessi. Con una certa flemma, iniziò il valzer della ricerca di cappotti, sciarpe, borse e tascapane.
Nello stesso momento il signor Donato imboccò il vicolo in cui si trovava la sede dell’associazione culturale. L’anziano uomo era uno dei pochi invisibili di quella cittadina piuttosto benestante. Sulla settantina, costantemente avvinazzato, indossava un logoro cappotto blu scuro stretto stretto, a evidenziare una pancia colma più di vizi che di pane. La sua testa era nuda, calva e tonda, imperlata di sudore a dispetto del clima rigido; sul volto si scorgevano appena dei lineamenti arrossati dal freddo e contratti in una smorfia rassegnata. A Coldelmonte nessuno ricordava più perché si fosse ridotto in quel modo: la disoccupazione, un incidente, un divorzio, psicofarmaci o tutto questo insieme.
Non era silenzioso il signor Donato, aveva molto da dirsi in quelle lunghe notti da trascorrere passando da un androne all’altro, alla ricerca di portoni semichiusi e condòmini compiacenti. Quella sera però si era trincerato in un silenzio causato dall’incessante battere dei propri denti. La temperatura si stava rapidamente abbassando, una robusta tramontana aveva già fatto pulizia di nubi nel cielo.
Nella penombra di quel vicolo male illuminato, l’anziano scorse il gruppetto di persone che sostava davanti all’associazione. Si avvicinò seguendo l’istinto di cercare punti riparati in prossimità di luoghi frequentati. Nessuno si curò di lui, gli artistintellettuali erano impegnati in una discussione sulla figura della settimana bianca nella cinematografia di Vanzina.
Il signor Donato era molto miope e per altri motivi ci vedeva persino doppio, ma sull’insegna listata in oro scorse nitidamente “…Luna…” e “culturale”, quindi si sentì come in dovere di dare il proprio contributo. Gli piaceva comporre dei semplici versi, riusciva così a memorizzarli facilmente. Non si considerava di certo un poeta ma, in fondo, non si considerava proprio nulla e ormai aveva perso da tempo l’abitudine di interrogarsi sulla propria esistenza. Certo, le poche volte in cui si era arrischiato a recitare versi in pubblico era divenuto oggetto di scherno e battute sul suo stato, come dire?, lievemente alterato. Tuttavia, rassicurato dalla lettura delle parole luna e culturale, si fece coraggio e prese a declamare:
– Freddo è l’oblio in cui sono immerso, triste e beffardo è il destino perverso…
Erano lì, erano in venti. Dalle vacanze vanziniane passarono, del tutto indifferenti alle parole dell’anziano, a caldeggiare l’eventualità di una vegan week di gruppo per riprendersi dai cenoni e presentarsi all’appuntamento di Capodanno in forma smagliante. Avrebbero documentato la loro impresa attraverso delle stories da pubblicare sul profilo Instagram dell’associazione; l’hashtag sarebbe stato #felicevegannonuovo.
Donato, confuso da quei discorsi pieni di parole a lui ignote, proseguì:
– Dimenticato da questo universo, prendo soltanto… il che m’è concesso…
Bocciata la vegan week per paura di perdere eventuali follower vegani suscettibili, i membri dell’associazione affrontarono la spinosa questione di come organizzare la cena-raccolta fondi per la carestia in Niger evitando che la loro sede si riempisse di immigrati. Venne proposta una selezione di massimo cinque esponenti del centro di accoglienza locale, purché venissero già mangiati.
– Luna che ascolti ogni mio turbamento, pronta tu accogli il mio vuoto lamento…
L’anziano uomo pronunciò questo passaggio con un tono di voce elevato, esalando un umile effluvio di Tavernello enfatizzato dall’assenza forzata di igiene orale. Di tacito ma comune accordo, gli artistintellettuali si salutarono in una girandola di goliardiche bestemmie, gridolini, notifiche e altri suonini indistinguibili che si ovattavano con l’accelerare dei loro passi.
– Questi che vedo saranno un po’ umani?…
La domanda dell’anziano svanì nei vapori del suo fiato. Le sagome di quei tizi erano già lontane, claudicavano verso le invitanti luci del centro.
– Possiate morì tutti quanti domani – concluse il signor Donato.
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Gabriele Ludovici
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Re: La luna inutile

Messaggio da leggere da Gabriele Ludovici »

Grazie per l'apprezzamento, Giacomo!

Posso dirti che questa storia prende spunto da un episodio a cui ho assistito, e si sposa con quel comportamento ricorrente - un po' snob - che hanno alcune persone. C'è chi pensa di essere artista solo basandosi sulle proprie velleità, guardando addirittura con sospetto e commiserazione coloro che si impegnano per ottenere risultati.

Sulla punteggiatura c'è sempre da imparare, di punti e virgola ne ho messi pochi ma di solito abbondo... :) Lavoro come editor e posso confermarti che lo si usa di rado, mentre è utilissimo perché scandisce i tempi dei periodi alla perfezione.
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Mi è piaciuto molto questo racconto: ironico, divertente, non banale, "asciutto", nel senso che è scritto in maniera svelta ma chiara. Insomma, è scritto bene e non annoia. Tenera è la figura di Donato, il poeta inascoltato, che ha molto da dirsi (davvero ok il fatto che abitualmente parli da solo...). Ne emerge un personaggio un po' sfigato ma che ispira simpatia, al contrario degli altri che risultano antipatici, boriosi e da nulla. Con leggerezza hai saputo tratteggiare assai bene l'umanità, perchè non è poi cosi insolito trovare nel reale personaggi così, vuoti e superficiali come i tipi dell'associazione culturale da te descritti. Voto 5, che qui è il massimo.
Ultima modifica di Laura Traverso il 16/01/2019, 14:33, modificato 1 volta in totale.
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Gabriele Ludovici
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Re: La luna inutile

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@Laura

Grazie per il 5 :) Mi fa piacere che tu abbia colto l'essenza di questo racconto.

@Giacomo
Colosio Giacomo ha scritto: 16/01/2019, 13:34 Allora ritiro la critica...a questo punto credo bene che tu conosca il punto e virgola, e mi f piacere. ciaociao
Figurati... le critiche sono importantissime invece, non basta una vita per imparare tutto ciò che serve per padroneggiare bene la lingua italiana :)
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Re: La luna inutile

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Gabriele Ludovici ha scritto: 16/01/2019, 14:31 @Laura

Grazie per il 5 :) Mi fa piacere che tu abbia colto l'essenza di questo racconto.
@Gabriele:
Dimenticavo... carinissimo anche il disegno di " Donato e gli altri"

@Giacomo
Figurati... le critiche sono importantissime invece, non basta una vita per imparare tutto ciò che serve per padroneggiare bene la lingua italiana :)
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Gabriele Ludovici
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Re: La luna inutile

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@Laura

Grazie! L'espressione di Donato dice tutto :)
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Roberto Bonfanti
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Messaggio da leggere da Roberto Bonfanti »

Racconto divertente, sarcastico e leggero, ma non banale. Un’efficace presa in giro di certi circoli culturali, snob, inconcludenti e autoreferenziali, come ne ho visti tanti, eh se ne ho visti! L’invettiva finale di Donato è da applausi.
Niente da segnalare se non questa frase: “Il menu presentava etero che parlavano male gay…”. Mi suonerebbe meglio così: “Il menu presentava etero che parlavano male dei gay…”
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
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Re: La luna inutile

Messaggio da leggere da Gabriele Ludovici »

Grazie Roberto!

La frase "incriminata" ha un refuso, grazie per la segnalazione. Prima di pubblicarlo qui l'ho leggermente modificato e non mi sono accorto dell'errore :)
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Ida Dainese
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Messaggio da leggere da Ida Dainese »

Un racconto che fa sorridere amaro, puntando la luce su chi pensa di sapere tutto e su chi viaggia inascoltato. La narrazione fila via sciolta, si legge con facilità, "vedendo" le scene e "sentendo" voci e schiamazzi, i personaggi sono tratteggiati ottimamente. Sono colpita (ma neanche tanto conoscendoti :)) da come hai sviluppato il racconto: l'originalità di inventare una tale situazione, l'armonia con cui fai convivere la dissonanza tra i soci del circolo e l'uomo solitario, tra le vocine strombettanti e il triste declamare dei versi. Si sorride con un pò di disprezzo alle proposte del circolo, si sorride con empatia all'ultimo verso del poeta, si sorride amaramente alzando gli occhi verso il titolo perfetto che hai scelto.
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Daniele Missiroli
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Messaggio da leggere da Daniele Missiroli »

Idea: Originale per la ricerca della serietà in un racconto palesemente ironico.
Trama: Una serata fra persone stra-lunate che finisce con i versi di un poeta-accattone.
Personaggi: Sono tanti e tutti simili tra loro. Perfetto il signor Donato.
Argomento: Simpatico.
Lettura: Divertente e scorrevole.
Grammatica e Sintassi: Praticamente nulla da segnalare. Strano solo un ? seguito da una virgola.
Giudizio: Carino, sembra quasi la descrizione di un evento vissuto, solo un po' romanzato per esigenze di copione.
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Gabriele Ludovici
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Messaggio da leggere da Gabriele Ludovici »

@Ida

Grazie :) Mi fa piacere che tu lo apprezzi.

@Daniele

Daniele Missiroli ha scritto: 19/01/2019, 18:45 Strano solo un ? seguito da una virgola.
Giudizio: Carino, sembra quasi la descrizione di un evento vissuto, solo un po' romanzato per esigenze di copione.
Sì, è un po' insolito il ? seguito da una virgola, a volte lo preferisco a una interruzione netta della frase o agli incisi :)

Si tratta in effetti di un episodio a cui ho assistito, un po' romanzato per marcare la differenza... tra le due parti in causa!
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Stefano Giraldi Ceneda
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Messaggio da leggere da Stefano Giraldi Ceneda »

Linguaggio corposo e vivo; taglio spigliato; buona caratterizzazione; sapido descrittivismo sociale; evocativo e invitante il titolo.
Per le potenzialità che ho notato tra le righe, lo stile dell'autore si adatterebbe molto bene anche a un racconto più lungo, perché il linguaggio incalza gli eventi e ne veicola con levità il succedersi. L'originalità dell'idea è indiscussa e indiscutibile.
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Gabriele Ludovici
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Re: La luna inutile

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Grazie Stefano :)
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Draper
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A Giacomo

Messaggio da leggere da Draper »

Colosio Giacomo ha scritto: 16/01/2019, 10:26 Una sorta di storia nonsense
Giacomo, ti assicuro che nel racconto di Gabriele di nonsense non ce n'è, purtroppo. Per quanto l'ironia possa far apparire esagerato il contesto o le reazioni dei presenti, in moltissimi luoghi della "cultura" odierna c'è puzza di riciclo, pigrizia mentale e inettitudine. Si è avverato quello che Foucault e Debord avevano previsto già un cinquantennio fa, e molti dei sedicenti intellettuali di oggi - soprattutto certi universitari, non tutti - più che sfoggio di cultura fanno sfoggio di erudizione, erudizione e nozionismo fini a se stessi, che vanno bene solo per vincere un quiz televisivo. Imparano senza apprendere e sentono senza ascoltare, ripetendo a pappagallo il sapere stampato e parlando per aforismi come dei Baci Perugina. Questa storia è un ritratto fin troppo fedele dei risultati prodotti dall'estinzione del senso critico.
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Draper
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Ciao Gabriele. Per quel che concerne il tuo racconto, oltre a quanto ho voluto condividere con Giacomo, nel commento precedente, penso che non cambierei una virgola. Penso sia un testo lucido e soprattutto coraggioso, che non scade nell'invettiva e che riesce a far riflettere intrattenendo. Ho riempito gli spazi di quelle facce vuote, fra l'altro, con parecchi velleitari che ho incontrato in questi anni. E lì stanno bene. Grazie per avercelo presentato.
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Gabriele Ludovici
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Re: La luna inutile

Messaggio da leggere da Gabriele Ludovici »

Grazie a te, Draper, per averlo letto, apprezzato e impreziosito con le tue osservazioni :) Purtroppo di troppi velleitari, termine quanto mai azzeccato, si stanno riempiendo certi ambienti dove dovrebbe regnare semmai la passione...
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Draper
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Re: La luna inutile

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Condivido tutto.
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Messaggio da leggere da Angelo Ciola »

Racconto scritto e con molta ironia, spesso i circoli culturali, soprattutto nei paesini, sono come vengono descritti in queste righe. Anche le descrizioni e i commenti sono spesso ironici, quasi umoristici e il racconto si legge volentieri.
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eh, comprendo benissimo l'ultima frase del signor Donato e non dico che la faccio mia, però...
faccio parte di una associazione culturale no profit, quindi afferro bene quanto vuol dire il racconto che, purtroppo, è l'immagine sin troppo reale di molte situazioni.
non è semplice far rimanere culturale una associazione, ma se ci si tiene si eliminano determinati personaggi già in partenza, mettendo dei bei paletti.
a parte questo, storia ben scritta e piuttosto scorrevole. apprezzata
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AACiola ha scritto: 07/02/2019, 23:06 Racconto scritto e con molta ironia, spesso i circoli culturali, soprattutto nei paesini, sono come vengono descritti in queste righe. Anche le descrizioni e i commenti sono spesso ironici, quasi umoristici e il racconto si legge volentieri.
Grazie!
Fausto Scatoli ha scritto: 09/02/2019, 18:27 eh, comprendo benissimo l'ultima frase del signor Donato e non dico che la faccio mia, però...
faccio parte di una associazione culturale no profit, quindi afferro bene quanto vuol dire il racconto che, purtroppo, è l'immagine sin troppo reale di molte situazioni.
non è semplice far rimanere culturale una associazione, ma se ci si tiene si eliminano determinati personaggi già in partenza, mettendo dei bei paletti.
a parte questo, storia ben scritta e piuttosto scorrevole. apprezzata
Grazie, chiaramente il racconto non è una frecciata alle associazioni culturali in generale perché so bene che la maggior parte di esse nascono e vivono grazie alla sincera passione di chi se ne occupa :)
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Messaggio da leggere da Isabella Galeotti »

Mi era scappato questo racconto.
Profondo e veritiero. Ho frequentato haime...centri culturali, ma ben pochi erano concreti. Purtroppo la maggior parte erano come tu li hai descritti in questa ironica storia. Il passo del brano è incalzante. Il personaggio del clohard è perfetto, tra un tavernello ed uno stornello, ha fatto più bella figura lui che non tutti quei perditempo.
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Re: La luna inutile

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Grazie Isabella!
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Penso che questo racconto possa essere più vero di quanto una seppur sfrenata immaginazione potrebbe mai pensare. Quello dei centri pseudo-culturali, pseudo-artistici e pseudo - tutto , sia una delle realtà più vuote e ahimè più frequenti, specie in Italia. Ben scritto, ben congegnato. Ben fatto.
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Re: La luna inutile

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Grazie, Fabrizio!
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Carosello

antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura

Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwGiorgio Leone, nwEnrico Teodorani, nwCristina Giuntini, nwMaria Rosaria Spirito, nwFrancesco Zanni Bertelli, nwSerena Barsottelli, nwAlberto Tivoli, nwLaura Traverso, Enrico Arlandini, Francesca Rosaria Riso, Giovanni Teresi, nwAngela Catalini.

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