Tre androidi cosmonauti

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'autunno 2019.

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Sondaggio concluso il 23/12/2019, 23:00

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Eliseo Palumbo
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Tre androidi cosmonauti

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leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

[attachment=0] Screenshot (4). Png [/attachment] La bandiera degli Stati Uniti Orientali sventolava alta nel cielo, posizionata al centro del semicerchio selciato antistante la sede spaziale di Las Velas.
Richard Pink, seduto sulla lussuosa ed ergonomica poltrona del suo ufficio, assisteva agli ultimi preparativi attraverso la parete in vetro.
La punta dello space shuttle Miguel I luccicava; la navicella puntava dritto in alto contro il sole. Le scalette arancione fosforescente furono smontate, gli addetti alla preparazione si allontanarono, sotto lo sguardo attento del ricco magnate; Mr. Pink si avvicinò al vetro, pensava che sembrassero piccole formichine, fece finta di schiacciarle premendo il polpastrello dell'indice contro la parete trasparente.
I motori si accesero, iniziò il countdown: 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1
La sala pilotaggio ospitava tre cosmonauti ben allacciati ai loro sedili. La propulsione li schiacciò contro lo schienale; i tre chiusero gli occhi e afferrarono saldamente i tubi d'acciaio, che costituivano la struttura. In otto minuti la capsula era in orbita, libera dai booster di lancio. Le luci rosse furono sostituite da brillante luce bianca. M-000, M-001 e M-002, androidi Human Native, corpo d'acciaio, cuore umano, slacciarono le cinture, galleggiavano in assenza di gravità; si scambiarono sorrisi soddisfatti.
«Concentrazione ragazzi. La missione è appena iniziata.» Gracchiò la voce di Mr. Pink.
M-000 tornò subito ai comandi, avviò la gravità artificiale, controllò le coordinate, aumentò la velocità di propulsione e impostò il pilota automatico.
«Wow, non mi sembra vero.» Disse M-002
«Siamo nello spazio Youssuf!» Rispose M-001
«Datti una calmata, Mao.»
«Ronald, rilassati.» Obiettò M-001
«Abbiamo del lavoro da svolgere, controllate che sia tutto in ordine, fra dieci minuti indurremo il sonno artificiale. Il viaggiò durerà solo ventiquattro ore.»
Mao e Youssuf, rispettivamente M-001 e M-002, sbuffarono sonoramente.
Concluso il rapido controllo i tre androidi tornarono al posto, spensero la gravità artificiale, impostarono il timer e si disattivarono.
Ventidue ore più tardi riaprirono gli occhi. Attraverso gli oblò potevano vedere la superficie lunare. Nelle successive due ore prepararono l'allunaggio.
«Base, qui M-001, passo.»
«Ti riceviamo forte e chiaro, passo.»
«Tre minuti all'allunaggio, passo.»
«Buona fortuna, passo e chiudo.»
La manovra non fu difficoltosa, l'addestramento stava dando i suoi frutti. M-000 manovrò la navicella facendole toccare il fondo del cratere lunare delicatamente.
«Base, allunaggio avvenuto con successo. Passo.»
La trasmittente emise urla di gioia.
I tre staccarono la trasmissione senza aspettare risposta, sapevano già cosa fare. Indossarono i caschi, afferrarono il piccolo carrello con il materiale necessario e, aperto il portellone, lo fecero scivolare; attivarono il motore elettrico, facilitando il trasporto, e si allontanarono per circa 10 metri. Saldati i freni alle ruote del carrello, M-000, M-001 e M-002 si distanziarono e posizionarono una stella d'argento ciascuno sul suolo grigio, pigiarono un tasto rosso, tre raggi schizzarono in alto unendosi in una cupola. Gli androidi guidarono il carrello all'interno dei raggi, impugnarono le stampanti 3D, le accesero e iniziarono a creare l'involucro della cupola. Raggiunta la loro altezza massima, fissarono le stampanti alle porzioni di parete già stampata lasciandole lavorare in autonomia.
La costruzione durò alcune ore; giunti quasi alla fine, l'aria ossigenata, contenuta in tre grandi bombole coricate sul carrello, fu diffusa attraverso i pressurizzatori.
Il primo avamposto lunare della PinkLab. E della storia stava prendendo forma.
Allegati
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Diego.G ha scritto: 09/10/2019, 13:16 Dimmi che ne farai un romanzo;-)
Ciao Diego, contento che ti sia piaciuto, la fantascienza di solito fa storcere il naso.
I tre fanno parte di uno dei miei universi, che ho in mente. Un romanzo sul giovane Mr. Pink c'è già, ha partecipato l'anno scorso al premio Urania, ma purtroppo non sono rientrato tra i finalisti, per questo ho deciso di rivederlo, farlo editare e spero nel 2020 autopubblicarlo, su Kindle credo.
In futuro, se sarò fortunato come autore, usciranno diversi romanzi, brevi o lunghi, con gli androidi protagonisti.
Grazie per avermi letto
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Premetto che l'argomento non è il mio preferito. Sarà che abbiamo appena finito di scrivere su "LUNA" (antologia sui 50 dallo sbarco) e pertanto mi è sembrato molto simile ai tanti pubblicati sul tema.
Certamente il racconto è scritto bene, correttamente, ma l'insieme di numeri e sigle non hanno, secondo me, reso scorrevole la lettura. Ma, ripeto, è solo una questione personale; sono certa che piacerà molto, invece, soprattutto, ai commentatori uomini. Ciao Eliseo :-)
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Laura Traverso ha scritto: 09/10/2019, 15:03 Premetto che l'argomento non è il mio preferito. Sarà che abbiamo appena finito di scrivere su "LUNA" (antologia sui 50 dallo sbarco) e pertanto mi è sembrato molto simile ai tanti pubblicati sul tema.
Certamente il racconto è scritto bene, correttamente, ma l'insieme di numeri e sigle non hanno, secondo me, reso scorrevole la lettura. Ma, ripeto, è solo una questione personale; sono certa che piacerà molto, invece, soprattutto, ai commentatori uomini. Ciao Eliseo :-)
Grazie per avermi letto. Il tuo commento mi serve da spunto per poter rendere la mia scrittura sci-fi più accessibile e apprezzabile, m'impegnerò di più.
Buona giornata :smt006
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Il racconto mi sembra molto lineare: una missione spaziale ha successo senza che accadano particolari inconvenienti, quindi anch’io ho immaginato che fosse l’inizio di un racconto più lungo o di un romanzo, dove le avventure dei tre potrebbero svilupparsi in mille direzioni imprevedibili.
Quello che ho apprezzato di più è la caratterizzazione dei personaggi. Gli androidi saranno pure d’acciaio ma hanno un comportamento molto “umano”, in poche battute hai fatto ben intuire il rapporto che c’è fra di loro: M-000, Ronald, sembra il più razionale, quello che prende veramente sul serio la missione e riporta all’ordine i colleghi che battibeccano.
Solo una perplessità di carattere tecnico: perché attivare una gravità artificiale su un veicolo spaziale che fa un viaggio di poche ore? E solo per un brevissimo periodo in cui i cosmonauti sono svegli.
Ti segnalo un punto di troppo nell’ultima frase.
Mi piacerebbe leggere il seguito di questo breve racconto.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Re: Tre Androidi Cosmonauti

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Ciao Roberto, grazie per avermi letto.
Era il loro primo viaggio in orbita, semplicemente per provare l'ebrezza dell'assenza di gravità. Se ti interessa, M-000 è il protagonista del racconto "Checkpoint" selezionato nell'antologia di braviautori "Non spingete quel bottone", leggendo quel racconto li e anche "Sesto senso" contenuta nell'antologia, sempre di BraviAutori "256k" credo che ti possa fare un'idea sula natura degli androidi.
Sicuramente leggerai altro su loro.
A presto.
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Racconto difficile da inquadrare, perché sembra faccia parte di un contesto più ampio. Bada bene, pur avendo tutto ciò che occorre a un racconto: dei protagonisti, un'intreccio e una trama (seppur resa evidente, in modo fugace, nell'ultimo periodo) e anche di una certa gradazione ascendente, ti lascia un certo amaro in bocca; una insoddisfazione, come di aver condotto qualcuno in un certo posto senza un vero perché.
Ma queste cose credo che tu le sappia benissimo.
La forma va bene, solo questo periodo: " Saldati i freni alle ruote del carrello, M-000, M-001 e M-002 si distanziarono e posizionarono una stella d'argento ciascuno sul suolo grigio, pigiarono un tasto rosso, tre raggi schizzarono in alto unendosi in una cupola. Gli androidi guidarono il carrello all'interno dei raggi, impugnarono le stampanti 3D, le accesero e iniziarono a creare l'involucro della cupola. Raggiunta la loro altezza massima, fissarono le stampanti alle porzioni di parete già stampata lasciandole lavorare in autonomia." mi pare troppo lungo e arzigogolato per un racconto di quattromila battute e meno. Ma, appunto, in un contesto più ampio…
Un nota: le regole grammaticali del discorso diretto e di quello indiretto sono identiche; altrettanto nei passaggi dall'uno all'altro.
Pertanto quando scrivi: "«Wow, non mi sembra vero.» disse M-002
«Siamo nello spazio Youssuf!» rispose M-001
«Datti una calmata, Mao.»
«Ronald, rilassati.» obiettò M-001" dovresti inserire una virgola dopo vero, e rilassati, (o nulla, prima della chiusura dei caporali è consentito). Altrimenti, dopo il punto, ma lì è un errore, il disse e l'obiettò vanno in maiuscolo. Nel secondo rigo, dopo Youssuf eviterei l'esclamativo, e invece di rispose opterei per un esclamò.
Alla prossima
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Credo di non sbagliare se suppongo che questo racconto faccia parte, come già ipotizzato da altri, di una storia più lunga e articolata. In realtà nel racconto attuale non accade nulla, si sta creando una base spaziale sulla luna e, chi la sta creando sono sia umani che androidi. Come sempre è ben scritto,ma manca un po' di trama. Ormai ci conosciamo da un bel numero di anni (Kutaki Harikumo o qualcosa del genere :-D), se non ho capito un tubo non sentirti in colpa a dirmelo) :lol: :lol:
P.S. Un bel 4 ci sta
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Lodovico ha scritto: 10/10/2019, 21:17 Credo di non sbagliare se suppongo che questo racconto faccia parte, come già ipotizzato da altri, di una storia più lunga e articolata. In realtà nel racconto attuale non accade nulla, si sta creando una base spaziale sulla luna e, chi la sta creando sono sia umani che androidi. Come sempre è ben scritto,ma manca un po' di trama. Ormai ci conosciamo da un bel numero di anni (Kutaki Harikumo o qualcosa del genere :-D), se non ho capito un tubo non sentirti in colpa a dirmelo) :lol: :lol:
P.S. Un bel 4 ci sta
Lodo ma come fai a ricordarti di Kutaki Arikumo, che grande!
Si la storia è nel mio cervello, fanno parte di uno dei 4 Universi che mi girano in mente al momento, prima o poi arriverà il loro momento
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Namio Intile ha scritto: 10/10/2019, 11:37 Racconto difficile da inquadrare, perché sembra faccia parte di un contesto più ampio. Bada bene, pur avendo tutto ciò che occorre a un racconto: dei protagonisti, un'intreccio e una trama (seppur resa evidente, in modo fugace, nell'ultimo periodo) e anche di una certa gradazione ascendente, ti lascia un certo amaro in bocca; una insoddisfazione, come di aver condotto qualcuno in un certo posto senza un vero perché.
Ma queste cose credo che tu le sappia benissimo.
La forma va bene, solo questo periodo: " Saldati i freni alle ruote del carrello, M-000, M-001 e M-002 si distanziarono e posizionarono una stella d'argento ciascuno sul suolo grigio, pigiarono un tasto rosso, tre raggi schizzarono in alto unendosi in una cupola. Gli androidi guidarono il carrello all'interno dei raggi, impugnarono le stampanti 3D, le accesero e iniziarono a creare l'involucro della cupola. Raggiunta la loro altezza massima, fissarono le stampanti alle porzioni di parete già stampata lasciandole lavorare in autonomia." mi pare troppo lungo e arzigogolato per un racconto di quattromila battute e meno. Ma, appunto, in un contesto più ampio…
Un nota: le regole grammaticali del discorso diretto e di quello indiretto sono identiche; altrettanto nei passaggi dall'uno all'altro.
Pertanto quando scrivi: "«Wow, non mi sembra vero.» disse M-002
«Siamo nello spazio Youssuf!» rispose M-001
«Datti una calmata, Mao.»
«Ronald, rilassati.» obiettò M-001" dovresti inserire una virgola dopo vero, e rilassati, (o nulla, prima della chiusura dei caporali è consentito). Altrimenti, dopo il punto, ma lì è un errore, il disse e l'obiettò vanno in maiuscolo. Nel secondo rigo, dopo Youssuf eviterei l'esclamativo, e invece di rispose opterei per un esclamò.
Alla prossima
Ciao Namio, grazie per le dritte ma per essere sicuro di aver capito faccio un esempio:
«Siamo nello spazio Youssuf!» Rispose M-001 oppure «Siamo nello spazio Youssuf!», rispose M-001
Dimmi che ho capito altrimenti ho bisogno di una ulteriore spiegazione
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Eliseo Palumbo ha scritto: 10/10/2019, 21:46 Lodo ma come fai a ricordarti di Kutaki Arikumo, che grande!
Si la storia è nel mio cervello, fanno parte di uno dei 4 Universi che mi girano in mente al momento, prima o poi arriverà il loro momento
Fanne un romanzo, secondo me tu hai bisogno di uno spazio che non siano i 10.000 caratteri, buttati sul racconto lungo, secondo me vai bene. Sì, mi ricordo di Kutaki Arikumo, quello che metteva recensioni cattivissime (non a me)! :-D
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Re: Tre Androidi Cosmonauti

Messaggio da leggere da Namio Intile »

Buona la prima, nel senso che dopo il punto esclamativo non va la virgola, ma comunque il maiuscolo.
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Re: Tre Androidi Cosmonauti

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Namio Intile ha scritto: 11/10/2019, 11:05 Buona la prima, nel senso che dopo il punto esclamativo non va la virgola, ma comunque il maiuscolo.
Grazie per la delucidazione
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Ciao Eliseo, molto che non ci vediamo. Prima cosa, probabilmente la più importante,hai migliorato incredibilmente la scrittura che una volta - non volermene - lasciava parecchio a desiderare.
Per quanto riguarda il resto, vado anch'io sull'onda di chi mi ha preceduto ma, per non essere monotono, te lo dico in un altro modo. Leggendo, direi dopo metà, ho cominciato a chiedermi: "chissà cosa succederà adesso: demonio di un Eliseo, deve aver preparato qualcosa di straordinario!". Le premesse per farmi la domanda c'erano infatti tutte. A parte la legittima aspettativa sempre esistente nel leggere ogni storia, la descrizione e il tratteggio dei personaggi (o mezzi personaggi perché si tratta di androidi) induceva l'attesa di qualcosa, di tragico o anche di umoristico. Verso la fine la mia tensione era ormai al diapason, ho iniziato a sudare e a tremare e mi sono detto: "sicuramente la bravura di Eliseo starà nel costringere l'avvenimento sospeso addirittura nell'ultima riga, onde ottenere il massimo dell'effetto."
Macchè, nell'ultimo periodo non è successo niente e sono rimasto come un ciula. Come leggere: "oggi siamo andati al mare, abbiamo fatto il bagno e siamo tornati". Vabbè, questo sarà anche solo l'incipit di uno sterminato romanzo, ma qualche piccola anticipazione potevi darcela!
Ultima modifica di Giorgio Leone il 11/10/2019, 18:25, modificato 1 volta in totale.
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Re: Tre Androidi Cosmonauti

Messaggio da leggere da Eliseo Palumbo »

Ciao grande Giorgio! Ci incontriamo di nuovo dopo un bel po di tempo, hai ragione. Per quanto riguarda la scrittura, sperando di non passare per presuntuoso, ti do pienamente ragione, è migliorata sicuramente di netto, se dovessi toranre indietro e rileggere il mio primo racconto pubblicato in una gara mi vengono i brividi. Per quasi un anno sono "sparito" da BraviAutori ma ho continuato a scrivere in privato e su altre piattaforme dove ho potuto confrontarmi con altri autori emergenti o meno, mi è giovato molto.
Passando al racconto attuale in effetti hai ragione pure in questo caso, avrei potuto dedicare qualche riga in più e far accadere qualcosa oppure strutturare la trama in modo differente o anticipare qualcosa, mi dispiace se ho "deluso" le aspettative che si erano create durante la lettura e di averti lasciato con l'amaro in bocca, un autore(o aspirante tale) non dovrebbe mai farlo. Allo stesso tempo però devo dire che aver suscitato qualcosa in te mi fa molto piacere, lo prendo come un passo avanti.
A presto Giorgio, un abbraccio
PS grazie per aver dedicato del tempo al mio racconto
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Messaggio da leggere da Stefyp »

Ripeto sicuramente ciò che è stato detto in precedenza. Così come appare in questo contesto il racconto perde parecchio del suo potenziale. Parte in quarta, ma non porta a nulla. Ha bisogno di essere ampliato magari fino a diventare un romanzo. A me personalmente non piace leggere libri di fantascienza, mentre amo il film di fantascienza, quindi chissà magari se diventasse anche un film potrei apprezzarlo.
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Messaggio da leggere da Alessandro Mazzi »

Innanzitutto scusami se ti sembrerò ripetitivo, ma come già segnalato da altri, anche secondo me il racconto potrebbe benissimo essere la base per un'argomentazione più ampia. Sia chiaro che questa non è assolutamente una nota a sfavore del testo, che trovo sia scritto davvero bene. La cronaca della partenza e del successivo allunaggio è scritta in maniera ineccepibile.
La tematica fantascientifica poi ovviamente può piacere o meno, ma al di là dei pareri soggettivi, il racconto nel suo complesso è di piacevole lettura.
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Messaggio da leggere da Isabella Galeotti »

Bel racconto, che si lascia leggere. Ho trovato qualche refuso, ma di immediata soluzione. Come ho letto altri commenti, sembra un capitolo, tratto da un libro di racconti di fantascenza. Onestamente non mi ha trasmesso nulla, forse perchè i brani di questo genere non mi appassionano poi tanto. voto 3
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Messaggio da leggere da Giada.Trix »

Ciao Eliseo, sono molto appassionata di questo genere di racconti, per cui a mio parere è molto bello, mi piace l'atmosfera. Sarebbe stato molto interessante secondo me, visto che credo si tratti di un futuro molto lontano, se gli androidi fossero andati oltre la luna,molto più lontano, ma magari è solo l'inizio :)
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Stefyp ha scritto: 15/10/2019, 23:16 Ripeto sicuramente ciò che è stato detto in precedenza. Così come appare in questo contesto il racconto perde parecchio del suo potenziale. Parte in quarta, ma non porta a nulla. Ha bisogno di essere ampliato magari fino a diventare un romanzo. A me personalmente non piace leggere libri di fantascienza, mentre amo il film di fantascienza, quindi chissà magari se diventasse anche un film potrei apprezzarlo.
Magari! Sarebbe un sogno, un produttore si ritrova per caso questo stralcio e mi contatti per farne una pellicola, ma appunto resterà solo un sogno. Intanto sto lavorando al mio primo romanzo da autopubblicare, in futuro arriverà qualcosa sugli androidi pure
Isabella Galeotti ha scritto: 19/10/2019, 18:53 Bel racconto, che si lascia leggere. Ho trovato qualche refuso, ma di immediata soluzione. Come ho letto altri commenti, sembra un capitolo, tratto da un libro di racconti di fantascenza. Onestamente non mi ha trasmesso nulla, forse perchè i brani di questo genere non mi appassionano poi tanto. voto 3
Mi puoi indicare i refusi per favore?
Giada.Trix ha scritto: 14/11/2019, 21:59 Ciao Eliseo, sono molto appassionata di questo genere di racconti, per cui a mio parere è molto bello, mi piace l'atmosfera. Sarebbe stato molto interessante secondo me, visto che credo si tratti di un futuro molto lontano, se gli androidi fossero andati oltre la luna,molto più lontano, ma magari è solo l'inizio :)
Nell'universo che ho creato per loro diciamo che è un futuro lontano sì, ma non troppo, per questo mi sono fermato "solo" sulla Luna
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Alessandro Mazzi ha scritto: 17/10/2019, 19:39 Innanzitutto scusami se ti sembrerò ripetitivo, ma come già segnalato da altri, anche secondo me il racconto potrebbe benissimo essere la base per un'argomentazione più ampia. Sia chiaro che questa non è assolutamente una nota a sfavore del testo, che trovo sia scritto davvero bene. La cronaca della partenza e del successivo allunaggio è scritta in maniera ineccepibile.
La tematica fantascientifica poi ovviamente può piacere o meno, ma al di là dei pareri soggettivi, il racconto nel suo complesso è di piacevole lettura.
Grazie, ovviamente faccendo ammenda per non aver scritto un racconto autoconclusivo
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Buon racconto secondo me, senza particolari scossoni ma che mi lascia la voglia di leggere il prossimo capitolo. Sono curiosa di sapere cosa combineranno questi cosmonauti... . L’unica frase che non mi ha convinto è: “le stampanti alle porzioni di parete già stampata”, non mi suona bene. Invece la frase finale è molto bella. Voto 4.
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Selene Barblan ha scritto: 04/12/2019, 6:58 Buon racconto secondo me, senza particolari scossoni ma che mi lascia la voglia di leggere il prossimo capitolo. Sono curiosa di sapere cosa combineranno questi cosmonauti... . L’unica frase che non mi ha convinto è: “le stampanti alle porzioni di parete già stampata”, non mi suona bene. Invece la frase finale è molto bella. Voto 4.
Prima o poi arriverà il seguito, grazie per aver letto
Mostrare ad altri le proprie debolezze lo sconvolgeva assai più della morte

POSARE LA MIA PENNA E' TROPPO PERICOLOSO IO VIVO IO SCRIVO E QUANDO MUOIO MI RIPOSO


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Giampiero
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Messaggio da leggere da Giampiero »

Mi unisco al coro di chi ha immaginato il racconto parte di un lavoro più ampio. In ogni caso mi sembra un buon incipit, e avrei proseguito volentieri con la lettura. Le descrizioni hanno infatti plasticità e lo scenario è alquanto dinamico. Sembra quasi di vederli i tre cosmonauti che, schiacciati ai loro schienali, si aggrappano al tubo d’acciaio. Bella anche la scena di Mr. Pink che si avvicina al vetro, facendo finta di schiacciare le “formichine” contro la parete trasparente. Ho pensato a una specie di personalità deviata del ricco magnate.
La paura è un cavallo con le ali: una volta lanciato al galoppo perde il contatto con il suolo e incomincia a volare.
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Giampiero ha scritto: 09/12/2019, 18:34 Mi unisco al coro di chi ha immaginato il racconto parte di un lavoro più ampio. In ogni caso mi sembra un buon incipit, e avrei proseguito volentieri con la lettura. Le descrizioni hanno infatti plasticità e lo scenario è alquanto dinamico. Sembra quasi di vederli i tre cosmonauti che, schiacciati ai loro schienali, si aggrappano al tubo d’acciaio. Bella anche la scena di Mr. Pink che si avvicina al vetro, facendo finta di schiacciare le “formichine” contro la parete trasparente. Ho pensato a una specie di personalità deviata del ricco magnate.
Contento che ti sia piaciuto e contento di aver colto la personalità di Pink.
Grazie per la lettura.
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È il giorno dell'inaugurazione di un supermercato, uno davvero grande, uno iper, uno dei tanti che avrete voi stessi frequentato e arricchito. Durante questa giornata di festa e di aggregazione sociale, qualcuno leggerà un dattiloscritto ancora inedito il cui contenuto trasformerà l'impossibile in normalità.
"...come se dal cielo fosse calata la mano divina di un Dio stanco e dispiaciuto dei propri errori, o come se tutte le altre grandi divinità finora inventate dal Genere umano per compensare la propria inconsapevole ignoranza tribale e medievale verso i misteri della Natura e della Vita, si rivoltassero ai propri Creatori e decidessero di governare le loro fantasie".
La storia è leggermente erotica, vagamente fantasy, macchiata di horror e forse un po' comica.
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Frank Malick, attempato sergente della polizia di Chicago, posto finalmente di fronte alle conseguenze d'una sua mancanza commessa molti anni prima, intraprende un viaggio fino in Nuovo Messico alla ricerca di qualcosa a metà tra il perdono delle persone che aveva fatto soffrire e la speranza di un'improbabile redenzione.
Di Massimo Baglione e Cataldo Balducci.

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