La montagna di Odeena
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La montagna di Odeena
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Re: La montagna di Odena
- Giorgio Leone
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Venendo al punto del finale, neppure a me entusiasma perché è un po' troppo gratuito e privo di senso logico rispetto a quanto precede. Personalmente mi piacciono i finali che siano stati anticipati in modo piuttosto oscuro nella narrazione, trovando conferma e chiarimento solo al termine. Mi spiego con un esempio che mi è venuto in mente leggendo. Il quadro potrebbe avere la caratteristica di mostrare uno sfondo indefinito e infinito. Il Monga potrebbe dire:" «Siete arrivati da una strada pericolosa. Per tornare farete meglio a proseguire lungo la via principale che è più sicura, anche se più lunga, molto più lunga, praticamente senza fine… Ahahahahahaaaa…»." Le scritte potrebbero mostrare "Finisterra", Zayn potrebbe chiedere al compagno "vuol dire che oltre non c'è più nessun paese?", e la radio "frrrr kshhhhh prriiiiii - no, vuol dire proprio - gr frrrr pshhhh - che dopo c'è solo il nulla – sfriiiiiiii..." Hai già capito che poi entrano nella nebbia e continuano a guidare per sempre su una strada che non finirà mai. Spero di aver chiarito il concetto. A proposito, occorrerebbe anche cambiare il titolo. P.S. Scrivi molto bene.
Commento
Le frasi sono troppo lunghe, mi ci sono persa spesso e ho dovuto tornare indietro.
Qualche sforbiciata qua e là sarebbe doverosa e non toglierebbe niente al testo. Ad esempio:
"il suo zaino sul sedile posteriore del mezzo di Zayn" è già chiaro che il mezzo è di Zayn
"a mala pena comprensibile mugugna" il mugugno è sempre a mala pena comprensibile che quindi si può togliere.
"risponde Zayn senza diritto di replica." Senza diritto di replica non serve si può togliere.
Non vorrei sembrare pedante, ma ho ancora nelle orecchie un insegnante ad un corso di scrittura che ci martellava con questi esempi e devo dire che aveva ragione. Tagliare il più possibile rende il prezzo più godibile.
Rispetto al finale è un po' troppo buttato lì. Si intuisce che qualcosa deve succedere, ma poi quando succede finisce tutto in fretta. Una spiegazione, anche se piccola, io me la sarei aspettata.
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Re: Commento
Giorgio Leone ha scritto: ↑13/11/2019, 14:27 Beh, effettivamente non credo che vincerai il premio "brevità", ma non mi darei pensiero: questo è quello che volevi dire e l'hai detto, non vedo cosa avresti potuto tagliare. Prima di arrivare al punto che ti interessa, ovvero il finale, ti segnalo qualcosa. Spezzerei alcune frasi come questa: "Zayn comincia a tamburellare sul volante e, una volta passata la coppia al passaggio pedonale, procede un po’ spedito, conscio del nervosismo arrogante del nero conducente, caricandosi anch’egli di un po’ di sana aggressività, che cresce a dismisura quando l’altro, con il suo incedere minaccioso, gli fa perdere l’entrata del posteggio dove deve incontrare Falco." A qualcuno potrebbe mancare il fiato, con conseguenze nefaste e persino letali.
si forse è meglio evitare simili scenari ...
Come pure: "Mentre porta la sua macchinina lungo la tortuosa strada che segue le rive del lago Zayn cerca di far capire all’amico l’importanza di avere una testimonianza di un parente dell’artista per dare un contesto all’opera d’arte che andranno a presentare sul loro sito di discussione." Per favore, metti almeno una virgola tra "lago" e "Zayn", e magari una anche dopo: tanto sono gratis.
Ok, mi prenderò il tempo per rileggerlo, grazie per il consiglio!
Altre frasi si potrebbero semplificare con poco, tipo questa" "Si ritrovano così fin troppo vicini all’uomo e allo sgradevole olezzo di letto non rifatto da tempo che emana." che potrebbe diventare "Si ritrovano così fin troppo vicini all’uomo che emana uno sgradevole olezzo di letto da tempo non rifatto." Altra frase strana, pure tenendo presente la contorta personalità del Manga; "«Sappiamo che il Rossi era un suo lontano parente» afferma Falco. «Era un lontano parente di mia madre… »". Bastava fargli rispondere di sì: per la proprietà transitiva, un parente di sua madre è anche suo parente.
Idem come sopra, grazie!! Penso che aspetterò di leggere tutti i commenti e poi manderò dal parrucchiere il racconto
Venendo al punto del finale, neppure a me entusiasma perché è un po' troppo gratuito e privo di senso logico rispetto a quanto precede. Personalmente mi piacciono i finali che siano stati anticipati in modo piuttosto oscuro nella narrazione, trovando conferma e chiarimento solo al termine. Mi spiego con un esempio che mi è venuto in mente leggendo. Il quadro potrebbe avere la caratteristica di mostrare uno sfondo indefinito e infinito. Il Monga potrebbe dire:" «Siete arrivati da una strada pericolosa. Per tornare farete meglio a proseguire lungo la via principale che è più sicura, anche se più lunga, molto più lunga, praticamente senza fine… Ahahahahahaaaa…»." Le scritte potrebbero mostrare "Finisterra", Zayn potrebbe chiedere al compagno "vuol dire che oltre non c'è più nessun paese?", e la radio "frrrr kshhhhh prriiiiii - no, vuol dire proprio - gr frrrr pshhhh - che dopo c'è solo il nulla – sfriiiiiiii..." Hai già capito che poi entrano nella nebbia e continuano a guidare per sempre su una strada che non finirà mai. Spero di aver chiarito il concetto.
Chiarito perfettamente!! Grazie mille davvero, trovo che siano ottime idee e prenderò spunto da quanto mi dici per rimaneggiarlo...
A proposito, occorrerebbe anche cambiare il titolo.
Ok ci penso...
P.S. Scrivi molto bene.
Grazie e grazie per il tempo dedicato a leggere e commentare!!
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Re: Commento
Stefyp ha scritto: ↑13/11/2019, 19:07 Mi spiace ma il racconto non mi ha preso particolarmente. L'ho trovato troppo lungo e dispersivo.
Non dispiacerti, l’ho pubblicato proprio per avere spunti da lettori diversi
Le frasi sono troppo lunghe, mi ci sono persa spesso e ho dovuto tornare indietro.
Qualche sforbiciata qua e là sarebbe doverosa e non toglierebbe niente al testo. Ad esempio:
"il suo zaino sul sedile posteriore del mezzo di Zayn" è già chiaro che il mezzo è di Zayn
"a mala pena comprensibile mugugna" il mugugno è sempre a mala pena comprensibile che quindi si può togliere.
"risponde Zayn senza diritto di replica." Senza diritto di replica non serve si può togliere.
Non vorrei sembrare pedante, ma ho ancora nelle orecchie un insegnante ad un corso di scrittura che ci martellava con questi esempi e devo dire che aveva ragione. Tagliare il più possibile rende il prezzo più godibile.
Ok, si il tuo pensiero è in linea con quanto detto da Giorgio e farò del mio meglio per revisionarlo ...
Rispetto al finale è un po' troppo buttato lì. Si intuisce che qualcosa deve succedere, ma poi quando succede finisce tutto in fretta. Una spiegazione, anche se piccola, io me la sarei aspettata.
Ok .. io sono spesso enigmatica nelle conclusioni dei racconti e penso che questa caratteristica non me la leverò facilmente, detto ciò forse accogliendo quanto detto da Giorgio (aggiungendo dei dettagli nel corso dei racconti) il finale (che molto probabilmente cambierò) risulterà meno buttato lì come dici tu.
Grazie mille anche a te per il tempo che hai dedicato alla lettura e all’analisi del racconto
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Re: La montagna di Odeena
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Invece il narratore prende sul serio le ubbie di Zayn, che alla fine si rivelano infondate. Manca il contrasto necessario dunque.
A proposito del narratore, mi sembra che sia esterno, perché sa tutto, è onnisciente, osserva i protagonisti (dall'esterno appunto) e giudica ciò che avviene: una scelta difficile, e un po' controcorrente. Il linguaggio di questo narratore mi è parso poi incongruente: i termini gergali, tipo apero (che significa?) o dialettali, come l'articolo posto prima del nome della persona, a mio avviso avresti potuto inserirli nei dialoghi invece che metterli in bocca a quel tipo particolare di narratore (esterno).
Attenzione infine a termini come nero conducente, piratesco guidatore: rivelano un pizzico di acerba ingenuità.
Quanto al racconto in sé, dovevi dire qualcosa in più sulla tela (il motore del racconto), sulle leggende del luogo, sulla montagna di Odeena del titolo, invece niente: ti arrendi e lasci perdere; e così la rete emozionale che con fatica avevi costruito nel finale risulta piena di buchi.
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Idem per il Suv: mi sarei aspettato che tornasse nella storia, lo avevi proposto subito all’inizio come un fattore disturbante e gli dedichi un intero paragrafo, poi sparisce nel nulla. Se non ricordo male era Cechov che diceva che se in un racconto compare una pistola, bisogna che prima o poi spari.
Ti segnalo questa frase: “Mio fratello arriva subito, venite venite venite”. Metterei anche qui un paio di virgole dopo i primi due “venite”.
Credo che con un bella messa in piega (come dici tu), il racconto potrebbe migliorare di molto, la base e le qualità ci sono.
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Il racconto è scritto molto bene, qualche piccolo refuso più che compresnibile considerata la lunghezza, basta una semplice rilettura.
Se mi posso permettere: il SUV o lo togli o lo strutturi meglio, viene privato improvvisamente della sua apparente importanza; durante la lettura non ho capito il tempo nell'arco della giornata, sarà che hai nominato l'aperitivo e in automatico mi sono proiettato a sera, ma non può essere per via della scolaresca; perché hai dato un nome ai maiali?; il quadro doveva essere più premonitore; chi è Odeena? forse la dea/donna del quadro?
Il finale a me piace, dovresti sistemare qualcosa prima, finale
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Re: La montagna di Odeena
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Re: Commento
Diego.G ha scritto: ↑14/11/2019, 14:09 Non posso che concordare con i commenti di Stefy e Giorgio. Non mi dispiace come scrivi, ma a volte, nel leggere,mi è sembrato di vagare nella nebbia del racconto a causa dei periodi lunghi.
Allora in un certo senso è stato efficace no scherzo, capisco cosa intendi!
Lo spunto finale della nebbia che avvolge e poi chissà, è di origine Kinghiana, non ricordo se fosse un romanzo o un racconto del Re dell'Horror (ma credo un racconto: "The Fog").
Beh non potevi farmi complimento migliore, trovo che King (con altissimi e bassi) sia davvero un re del suo genere. Avendo letto buona parte dei suoi libri (alcuni dei quali più e più volte) sicuramente un’influenza sulla mia scrittura ci sarà... non conosco il racconto di cui mi parli, ma capisco che tu ti riferisca più che altro al concetto ... . La nebbia in questo caso l’ho vissuta e mi ha ispirato, così come la montagna dove mi sono un po’ persa, quindi in sé il racconto nasce più che altro da un’esperienza e da sensazioni personali.
Porta il racconto dal parrucchiere, come dici tu, e magari lavora sul finale. Ricorda che è solo il mio modestissimo parere, di puro appassionato.
Grazie mille!! Penso che dovrò passarci una notte
Buona scrittura.
A te
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Re: commento
Laura Traverso ha scritto: ↑14/11/2019, 22:34 La lunghezza del racconto sarebbe passata quasi inosservata se lo scorrere dello stesso fosse stato un poco più "sciolto". Vi sono lunghezze nei periodi che appesantiscono lo scritto rendendolo piuttosto pesante da leggere.
Hai ragione, questo aspetto mi è stato segnalato e proverò a porvi rimedio.
La trama non mi ha coinvolto molto.
Beh grazie per averlo letto tutto comunque
Il racconto, però, nel suo insieme (a parte quanto già precisato) è scritto correttamente.
Grazie per avermi commentato !
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Re: La montagna di Odeena
Ciao, grazie! Andrò a caccia di erroriMario Flammia ha scritto: ↑17/11/2019, 20:11 Il racconto sembra interessante, ma ti segnalo che attualmente ci sono dei refusi nelle prime righe. Buona domenica!
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Re: Commento
Namio Intile ha scritto: ↑18/11/2019, 13:03 Potevi maneggiare meglio l'episodio del SUV nero, Selene; perché in definitiva lo lasci esaurire senza aggiungere nulla al contesto. E invece poteva essere un modo per evidenziare l'ansia del protagonista èer ciò che l'attende (una specie di premonizione), ma del tutto immotivata nella fattispecie, dato che l'auto poi svicola.
Quando l’ho scritto, ammetto un po’ di getto, l’episodio del SUV era per me un modo per introdurre il personaggio e il suo stress; interessante però il tuo spunto, ci penserò, grazie!!
Invece il narratore prende sul serio le ubbie di Zayn, che alla fine si rivelano infondate. Manca il contrasto necessario dunque.
Il narratore ha un po’ di nebbia in testa ok penserò anche a questo.
A proposito del narratore, mi sembra che sia esterno, perché sa tutto, è onnisciente, osserva i protagonisti (dall'esterno appunto) e giudica ciò che avviene: una scelta difficile, e un po' controcorrente.
Si capisco il tuo commento, questo punto però credo che cercherò di mantenerlo limitando il più possibile i danni collaterali..
Il linguaggio di questo narratore mi è parso poi incongruente: i termini gergali, tipo apero (che significa?)
Aperitivo... scusatemi mi sono fatta prendere dal gergo “giovine” locale
o dialettali, come l'articolo posto prima del nome della persona, a mio avviso avresti potuto inserirli nei dialoghi invece che metterli in bocca a quel tipo particolare di narratore (esterno).
Ok...
Attenzione infine a termini come nero conducente, piratesco guidatore: rivelano un pizzico di acerba ingenuità.
Quanto al racconto in sé, dovevi dire qualcosa in più sulla tela (il motore del racconto), sulle leggende del luogo, sulla montagna di Odeena del titolo, invece niente: ti arrendi e lasci perdere; e così la rete emozionale che con fatica avevi costruito nel finale risulta piena di buchi.
Grazie mille Namio, prenderò volentieri spunto dalle tue considerazioni per la revisione ... aspetto di avere tutti i commenti (se ce ne saranno altri) per poter tirare le somme. Ti ringrazio molto per il tempo dedicato a leggerlo, alla prossima!
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Re: Commento
Roberto Bonfanti ha scritto: ↑20/11/2019, 23:26 Il racconto mi piace, pur con qualche difetto, evidenziato dai commenti precedenti. È ben scritto e ha un buon sviluppo narrativo.
Grazie
Sulle parti deboli concordo in particolare con l’analisi di Namio: il quadro dovrebbe in qualche modo creare un’inquietudine, dei presagi che lo collegherebbero al finale. Questi elementi compaiono solo nelle ultime righe, mentre prima i due ragazzi sono colpiti esclusivamente dalle sue qualità estetiche e dalla composizione bucolica.
Quando l’ho scritto il mio “focus” era più che altro sul Monga e sulla montagna, però come ben dite ci sono davvero tanti elementi e forse mando in confusione più che arricchire il racconto...
Idem per il Suv: mi sarei aspettato che tornasse nella storia, lo avevi proposto subito all’inizio come un fattore disturbante e gli dedichi un intero paragrafo, poi sparisce nel nulla. Se non ricordo male era Cechov che diceva che se in un racconto compare una pistola, bisogna che prima o poi spari.
Aiuto mi sa che avrò qualche difficoltà...
Ti segnalo questa frase: “Mio fratello arriva subito, venite venite venite”. Metterei anche qui un paio di virgole dopo i primi due “venite”.
Ok
Credo che con un bella messa in piega (come dici tu), il racconto potrebbe migliorare di molto, la base e le qualità ci sono.
Grazie mille, sia per l’attenta lettura che per il costruttivo commento!!
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Re: Commento
Eliseo Palumbo ha scritto: ↑22/11/2019, 21:59 La mia immaginazion stasera non ne azzecca una! Dal titolo e dal nome Zayn avevo subito pensato a un racconto fantasy/mitologico, purtroppo smentito subito dopo.
Mi spiace
Il racconto è scritto molto bene, qualche piccolo refuso più che compresnibile considerata la lunghezza, basta una semplice rilettura.
Grazie
Se mi posso permettere: il SUV o lo togli o lo strutturi meglio, viene privato improvvisamente della sua apparente importanza;
Il SUV ha “infastidito” tanti quindi sicuramente ci penserò!
durante la lettura non ho capito il tempo nell'arco della giornata, sarà che hai nominato l'aperitivo e in automatico mi sono proiettato a sera, ma non può essere per via della scolaresca;
accidenti forse ho sbagliato qualcosa, grazie per la segnalazione!!!
perché hai dato un nome ai maiali?;
Se non ricordo male (l’ho scritto forse 5 anni fa) per rendere ancora un po’ più grottesco il contesto e il Monga stesso. Di sicuro le due bestiole non si chiamano con quei nomi tra di loro
il quadro doveva essere più premonitore;
Ok ci penserò...
chi è Odeena? forse la dea/donna del quadro?
Mh, non so se a questa domanda darò mai una risposta
Il finale a me piace, dovresti sistemare qualcosa prima,
Yes okkay:)
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Re: La montagna di Odeena
Grazie e grazie per la lettura attenta e il commento approfondito!
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Re: La montagna di Odeena
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Re: Commento
Isabella Galeotti ha scritto: ↑05/12/2019, 0:02 Dopo averlo letto, ho notato che il finale è molto debole. In effetti come scrivi tu, non eri certa della chiusa. Riguardo proprio a questo io avrei fatto riferimento alla tela appena visionata, e che dopo le indicazioni del vecchio, il paesaggio che si apriva era proprio quello del quadro. Per farla breve loro erano finiti in una di quelle viuzze del quadro. Oppure un altro finale era che arrivando a casa tranquillamente i due protagonisti venivano arrestati dalla polizia perchè in possesso della famosa tela, che però non erano stati loro a mettere nel baule, ma il vecchio, perchè il vecchio non era altro che il responsabile di un blog famosissimo, e molto seguito, ma che a causa loro che stavano emergento lui stava perdendo sponsor e soldi.
Ti ringrazio molto per le tue idee e proposte
Per il resto ti hanno già fatto notare molto. Scrivi benissimo, visto la lunghezza del racconto potrebbe far parte di un capitolo di un libro intitolato " Non solo blog", dove tu racconti la vita di questi due e le loro esperienze e del perchè hanno intrapreso quella strada.
Accidenti, beh non avevo preso in considerazione l’idea di trasformarlo in un libro. Non credo neanche di essere in grado, ma ci penserò ... grazie anche per il tuo favorevole giudizio.
Ho scritto troppo, e mi scuso.
Ma no dai...
Il mio voto, nonostante il finale è 4.
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Blue Bull
Poliziesco ambientato a Chicago e Nuovo Messico
Un poliziesco vecchio stile, cazzuto, ambientato un po' a Chicago e un po' in New Mexico, dove un poliziotto scopre di avere un figlio già adulto e, una volta deciso di conoscerlo, si accorgerà che non sarà così semplice. Una storia dura e forse anche vera.
Frank Malick, attempato sergente della polizia di Chicago, posto finalmente di fronte alle conseguenze d'una sua mancanza commessa molti anni prima, intraprende un viaggio fino in Nuovo Messico alla ricerca di qualcosa a metà tra il perdono delle persone che aveva fatto soffrire e la speranza di un'improbabile redenzione.
Di Massimo Baglione e Cataldo Balducci.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La Gara 14 - Storie di Storia
A cura di Ser Stefano.
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La Gara 11 - Parole in padella
A cura di Pia.
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La Gara 37 - Il trinomio Fantastico
A cura di Mastronxo e Ser Stefano.
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