A cena
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Nonostante ciò non mi ha entusiasmato in maniera particolare, pur leggendolo volentieri.
Forse, dato che si tratta pur sempre di un racconto di fantasia, oltre alle azioni sconsiderate di Nicola e Mirko riservate solo alla fine, ne avrei aggiunte almeno un paio anche prima. Ovviamente si tratta solo del mio gusto personale visto che ho un debole per le situazioni eccentriche
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Re: A cena
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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Dialoghi efficaci, veritieri, reali. Fino a poco prima della pandemia, questo era l'argomento del giorno, se ne parlava ovunque e in qualsiasi momento.
Mi è piaciuto molto come hai costrutio il personaggio Nicola, e come lo hai fatto entrare lentamente in scena, sferrando alla fine il colpo di grazia, zittendo tutti, e allo stesso tempo mettendoli tutti d'accordo, Mirko compreso.
L'unica cosa che non ho capito come si è passati dal racconto in terza persona a quello in prima persona da parte di mirko, non so se sia stato voluto o se sia una svista.
A rileggerci
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Re: Commento
Grazie del commento, sono contento che il racconto ti sia piaciuto
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Re: Commento
Ciao Athosg, grazie del commento. Si questo che stiamo vivendo condizionerà anche la nostra fantasia. A rileggerci.
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Re: Commento
Ciao Gino e grazie del commento. Hai ragione, forse avrei dovuto inserire qualche elemento di rottura già nella parte centrale del racconto.
A rileggerci
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Re: Commento
grazie del commento, lo condivido completamente. Volevo esporre proprio questo perbenismo imperante, questo "buon senso" comune che rischia di essere più cinico e violento di posizione dichiaratamente estremiste.
Alla prossima
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Re: Commento
Ciao RobertoRoberto Ballardini ha scritto: ↑25/03/2020, 11:02 Credo sia impossibile, nella nostra posizione (mi viene da dire "privilegiata" in un certo senso, anche se poi personalmente tutto questo privilegio mi pare pausibile solo quando messo a confronto con altre tragiche situazioni) dire qualcosa di utile sull'argomento, e mi pare che il racconto vada a parare proprio lì, offrendo lo spaccato di una cena familiare di ordinaria banalità. In questo senso, mi pare funzioni. Certo, il punto di vista di Mirko suona come quello meno retorico, ma credo sia lecito immaginare che, come tutti i suoi familiari e Nicola, anche lui sia destinato ad apportare ben poche novità in questo povero mondo. Avrei evitato la prima persona e lo avrei messo alla berlina insieme a tutti gli altri. Dialoghi scorrevoli. Buono.
grazie del commento- Volevo proprio far trasparire la banalità di alcune discussioni e il perbenismo di facciata.
Relativamente all'uso della prima persona: volevo dare più forza al conflitto interno di Mirko. Non so se ci sono riuscito.
La nostra "posizione privilegiata rene impossibile dire qualche cosa di utile"... Ognuno ha la sua idea. Non penso che bisogna per forza vivere qualunque situazione per poter offrire un contributo utile. Chiunque può dare il suo contributo utile con azioni pratiche. Comunque da approfondire.
Ciao Roberto
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Corretto nella forma, mi pare un buon lavoro.
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Anch’io ho notato qualche stranezza nel punto di vista, ma non mi ha disturbato più di tanto.
Secondo me un buon racconto.
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Re: Commento
Alla prossima
Namio Intile ha scritto: ↑12/04/2020, 10:04 Un racconto dei nostri tempi, dove ogni individuo vive solo per se stesso e ha a cuore il proprio benessere solo, dove i genitori sono cerebrolesi, anzi lo sono tutti gli adulti, o ipocriti o ubriaconi, e i ragazzi sono dei narcisisti borderline. Un allegro quadretto.
Corretto nella forma, mi pare un buon lavoro.
A rileggerti
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Re: Commento
Hai ragione potevo essere più chiaro nella scelta punto di vista.
Ciao
Stefyp ha scritto: ↑17/04/2020, 19:02 La prima cosa che mi viene in mente dal punto di vista stilistico è che non è ben gestito l'uso della prima persona, a volte sembra scivolare verso la terza persona per poi riprendersi e tornare alla prima. Il personaggio di Nicola è il meglio riuscito, coerente con l'immagine che volevi dargli. Se mi fossi trovata per caso ad una cena come quella penso che me ne sarei andata via subito dopo l'aperitivo. La fiera di banalità infilate tra un arrosto e una fetta di dolce è impressionante, ma la cosa impressionante è che queste banalità sono reali, discorsi sentiti e risentiti e tu li hai ben mescolati. Complimenti.
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forse perché rispecchia situazioni nelle quali mi sono trovato spesso, anche arrivando a gridare per cercare di farmi comprendere.
ecco, la cosa che più mi è piaciuta è la definizione di Mario: non fa niente e rompe i coglioni a tutti.
beh, ci sono tanti Mario nella mia zona, purtroppo. troppi.
la storia è scritta abbastanza bene e i dialoghi la rendono scorrevole.
qualche refuso, ma nulla di particolare.
l'unica cosa che non mi è chiara è se si tratta di una descrizione fatta da Mirko fin dall'inizio o se subentra poi.
http://scrittoripersempre.forumfree.it/
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Una sequela di affermazioni banali, trite e ritrite, fino all'arrivo di Nicola con la sua "verità", che tanto paice al ragazzo: si troverà benissimo nel mondo degli adulti.
Un racconto amaro. No, non distopico, amaro e forse fin troppo realistico, temo.
Però non mi è piaciuto perchè non sono riuscita a capire il messaggio, salvo che il messaggio sia solo amarezza e impotenza, ma non mi pare congruo con l'atteggiamento finale di Mirko e il suo schieramento. A meno che sia proprio lo schieramento del ragazzo a fare di questo spaccato familiare un racconto distopico. Non mi piace la distopia, ma è opinione personale.
Ad ogni modo, il messaggio non mi è chiaro e questo non mi piace.
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B.A.L.I.A.
Buona Alternativa alla Lunga e Illogica Anzianità
Siamo nel 2106. BALIA accudisce gli uomini con una logica precisa e spietata, in un mondo da lei plasmato in cui le persone nascono e crescono in un contesto utopico di spensieratezza e di bel vivere. BALIA decide sul controllo delle nascite e sulle misure sanitarie da adottare per mantenere azzerato l'incremento demografico e allungare inverosimilmente la vita di coloro che ha più a cuore: gli anziani.
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BALIA ha nascosto il Passato ai suoi Assistiti, ma qualcuno di questi ha conservato i propri ricordi in un diario e decide di trascriverli in una rischiosa autobiografia. Potranno, questi ricordi, ripristinare negli Assistiti quell'orgoglio di vivere ormai sopito? E a che prezzo?
Di Ida Dainese e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
A Quattro mani
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Una collaborazione, di qualunque natura essa sia, diventa uno stimolo, la fusione di peculiarità ben definite, la concretizzazione di un'intesa, la meraviglia di scoprire quel qualcosa che individualmente non si sarebbe mai potuta fare. È una prova, una necessità di miglioramento, il superamento dei propri limiti stilistici o di quei blocchi creativi che sovente ci pongono di fronte a un disarmante "foglio bianco". Gli autori di questa antologia ci hanno voluto provare.
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GrandPrix d'autunno 2022 - Endecasillabo di un impostore - e le altre poesie
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