La piccola guerra di Piero
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gli eventi narrati trascinano il lettore, e questa è una forza, però rivedrei un poco la formattazione.
a mio parere qualcosa non quadra, forse mancano delle virgolette.
nel complesso il mio parere è positivo
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Tutto grazie al gran pelato, e pensare che ancora qualcuno va in giro col braccio teso.
Bello il racconto, e lo spunto per l'inanellarsi di tanti ricordi partendo da un aperitivo in un bar di Pola.
Il tema ti dà merito, quindi bravo.
Quanto allo svolgimento, a mio modo di vedere ritengo che il testo abbia qualcosa che non funziona.
Per esempio: "Un pomeriggio stavamo seduti all’aperto in un bar-ristorante di Pola, nei cosiddetti ‘giardini’, dove ogni mattina si tiene il mercato della frutta; mentre a lato, in un padiglione coperto, la gente si muove frenetica nel mercato del pesce. Chi è dotato di un olfatto sottile può apprezzare una fragranza caratteristica, da taluni banalizzata superficialmente come ‘puzza’. Sui banconi di cemento e per terra scorrono rivoli d’acqua ed è uno spettacolo per gli occhi ammirare tutti quei pesci ancora rigidi e mucchi brulicanti di granchi."
È un periodo con tre proposizioni, dove a parlare dovrebbe essere la voce narrante o l'io narrante nella specie.
Dunque, inizi con un tempo verbale passato (imperfetto), ma subito viri al presente. Dovevi continuare al passato o attualizzare tutto al presente.
Nella seconda proposizione poi, l'io narrante cede a un'incursione dell'autore: "Chi è... da taluni banalizzata superficialmente come ‘puzza". Perché questa è una tua considerazione, come questa: "ed è uno spettacolo per gli occhi..."
Io, semplicemente avrei scritto: "dove si possono ammirare una quantità di pesci ancora (ma poi perché ancora? Casomai già rigidi) rigidi..."
Questo passaggio dal passato al presente lo effettui anche dopo:"E’ quello che successe, due anni dopo, a Mario, fratello di Ausilia, futura moglie di Piero e mia madre, ben prima che si conoscessero."
Successivamente l'io narrante si perde un po' con il discorso diretto, nel senso che sembra tutto un racconto del protagonista in prima persona, ma mancano delle virgolette. Ma il dialogo è troppo lungo e il racconto perde equilibrio. Questo credo il peccato più grave, segnalato negli altri commenti come un qualcosa che non va generico.
Nulla che non si possa riprendere con una buona rilettura a mente fredda.
Bellissimo il finale.
Un buon lavoro.
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Re: La piccola guerra di Piero
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Le vicende del Popolo Istriano, Giuliano e Dalmata, pur non essendo di quelle parti, mi sono note come se fossi uno di loro. Mio padre da ragazzo ha lavorato nel campo profughi di Cinecittà, subito dopo la guerra, poi ha gestito i fondi per le zone di Confine, quando lavorava al Ministero degli Interni, ed insieme alle associazioni Giuliano-Dalmate ho visitato quei luoghi. Ho conosciuto gente come Padre Rocchi e tanti altri esuli che vivono nel quartiere Giuliano-dalmata di Roma dove ho lavorato per 10 anni. Sono iscritto alla locale associazione e partecipo ogni anno alle commemorazioni del 10 Febbraio. La cosa più bella che ho sentito in tutti questi anni, fu il racconto, in occasione della Giornata del Ricordo, da parte del Presidente della Associazione, del suo recente incontro col Sindaco di Pola. Se prima veniva evitato quasi come fosse un appestato, quella volta, in occasione di una celebrazione pubblica, il Sindaco gli si avvicinò, lo abbracciò e lo chiamò fratello. Questo è l'epilogo che vorrei sentire.
Re: La piccola guerra di Piero
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Re: La piccola guerra di Piero
Roberto
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Percò ci sono alcuni problemi: i puntini di sospensione ricorrono fin troppo spesso e potrebbero essere sostituiti da una adeguata punteggiatura. Inoltre, i puntini di sospensione vanno a gruppi di tre, niente spazio prima e solo lo spazio dopo.
Ci sono un paio di errori i battitura e il passaggio da un ricordo all'altro non sempre scorre in modo fluido e talvolta pare quasi forzato: andrebbe bene in un dialogo, che è quello col quale il racconto si apre. Ma poi il dialogo si perde e il racconto diventa più un flusso di coscienza.
Re: La piccola guerra di Piero
Ciao,
Roberto (senza puntini di …sospensione).
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"Human Take Away" è un racconto corale dove gli autori Alessandro Napolitano e Massimo Baglione hanno immaginato una prospettiva insolita per un contatto alieno. In questo testo non è stata ideata chissà quale novità letteraria, né gli autori si sono ispirati a un particolare film, libro o videogioco già visti o letti. La loro è una storia che gli è piaciuto scrivere assieme, per divertirsi e, soprattutto, per vincere l'Adunanza letteraria del 2011, organizzata da BraviAutori.it. Se con la narrazione si sono involontariamente avvicinati troppo a storie già famose, affermano, non era voluto. Desiderano solo che vi gustiate l'avventura senza scervellarvi troppo sul come gli sia venuta in mente.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.