Come sono carina quando compaio nei forum una sola volta, alla fine, per dieci secondi.
Allora, io non cito nessuno dei post precedenti perché li ho letti in fretta, sono soggettivi e poi voglio andare nell'altra stanza a vedere Orphan quindi non posso scrivere un tema (stasera sono più sincera di un dialogo dopo il Lambrusco).
Il racconto vincitore mi era piaciuto e sono contenta dei risultati, anche se il mio preferito era "L'isola". "Radio Notte" mi era piaciuto molto perché era il mio
.
Ringrazio tutti per i commenti.
Sul mio pezzo ne ho individuati alcuni e vorrei dare una risposta quantomeno esplicativa (credo di dovermi rivolgere a Cmt, amico che già conosco e incontro per i siti, quindi lo faccio con l'animo più sportivo del mondo e a cuore leggerissimo).
Il flash back finale mi andava di metterlo, si vede che quel giorno lì mi ero fissata col suicidio.
Se a lavorare si rovescia anche solo una tazzina di caffè, il mio collega mi è davanti e non fa il gesto di chinarsi a dare una mano, pulendo con me, il mio collega è un cafone. (e il mio collega... è così per davvero
)
Inoltre il caffé su una moquette non è un nemico facile, ma non voglio tenere una lezione di economia domestica e non voglio nemmeno trascendere raccontando quanto sia buono il mio ragù.
Ecco, Cmt/commentatori, non saprei come altro giustificare le mie scelte. Ve l'ho detta così come mi detta l'istinto/la mia irragionevolezza. Non so bene perché l'ho fatto. L'ho fatto.
Una cosa la devo dire a tutti, però (incluso Devil che è in questo momento è seccato... no, che in questo momento è seccato come una pantera... no di più). La devo dire anche se vi suonerà molto scorretta. Ovviamente io la dico ugualmente, figuriamoci!
Queste esperienze ci divertono, "ci schierano" e probabilmente ci aiutano a migliorare. Ma in tutti i siti che conosco aleggia sempre una certa aria di "implicite regole": il tuo finale è così e allora non mi piace, il tuo soggetto richiama quest'altro e allora non mi piace, hai scritto la storia di un gangster ma a pagina 4 improvvisamente il protagonista indossa un tutù e non ha senso.
Chi se ne frega.
Chi se ne frega perché l'editoria è là fuori, è un altro mondo e non c'entra niente con i pareri che si scambiano fra loro dei giovani scrittori.
Chi se ne frega perché nel 2010 vediamo pubblicate le più grandi porcherie di questa terra sotto l'appariscente richiamo di grandi nomi editoriali, eppure vendono, eppure circolano, eppure qualche disadattato li legge.
Chi se ne frega perché ognuno scrive quello che gli pare e come gli pare. I consigli vanno bene tutti, ma quelli che contano vengono dalle labbra del Vs editore. Brutto da dire. Però è vero. Potete leggere il mio romanzo in 15 e dire che è stupendo. Se non lo dice anche l'editore, il mio romanzo è uno splendido .pdf sul desktop.
Potete scrivere qualcosa di abominevole e avere la sfortuna di incappare in un editore intelligente che vi darà una pedata. Ma anche scrivere qualcosa di abominevole e incappare in un cretino supremo che vi pubblicherà senza spostare una virgola. E allora, nella mischia eteregenea dei lettori, salterà fuori qualcuno più abominevole di voi che vi reputerà un idolo e vi recensirà sul suo blog, con largo uso di fanatiche espressioni di approvazione. Allora non avrete la nobiltà d'animo che spinge uno scrittore a scrivere cose non troppo abominevoli. Però, magari, avrete un sacco di soldi e la foto dove sembrate intelligenti su Google. Per sempre.
In parole molto povere: non prendiamoci sempre troppo sul serio. Specie quando stiamo "giocando" fra amici e "vicini di sito", quando stiamo proponendo un racconto che, a prescindere, è stato un buon pretesto per avvicinare persone con una passione in comune.
Poi, fuori da qui, ognuno ha il suo curriculum e va avanti con quello.
Ovviamente, c'è anche chi ha la fortuna di conoscere me e farsi due risate.
ma quelli sono privilegiati.
Vi amo molto, anche fra di voi ne ho riconosciuti forse 4 o 5 (Miriam, ti mando la mail appena ho un attimo, eh?Scusa) e... scrivete quello che vi pare, miei prodi!
Prossimo post della Maria Silvia, alla prossima Adunanza, perché io sono un pò come Babbo Natale e non arrivo sempre, vengo come ladro di notte senza dire né il giorno, né l'ora... ma forse quella era la morte.