sulla Storia
sulla Storia
Cos'è la Storia, per noi? In prima istanza, è quell'insieme di date e nomi in grassetto studiato sui libri delle scuole elementari. Poi, alle medie, diventa quello più altre date e altri nomi. E così via alle superiori e all'università, dove la lente d'ingrandimento arriva magari a vedere l'azione di un individuo (o di un gruppo di individui) come causa scatenante di un avvenimento di gran risonanza. Principio deterministico: l'individuo fa la Storia, secondo quanto ci viene insegnato.
Per Tolstoj è l'esatto contrario. E' la Storia che fa l'individuo. L'incendio di Mosca del 1812, occupata dalle truppe di Napoleone, non è stato istigato dal governatore della città, il conte Rastopcin, per mettere in fuga il nemico; si è trattato invero di una conseguenza inevitabile di una legge fisica: il legno brucia, e così quella Mosca, costruita in legno, bruciò. Ne consegue che centinaia di migliaia di francesi sono morti perché il legno brucia. E parimenti Napoleone, tre anni dopo, ha conosciuto l'orrore di Waterloo perché il legno brucia, e non perché la strategia nemica fosse migliore o lui un generale ormai bollito.
Ne Il sentiero dei nidi di ragno, Calvino ce ne offre un'idea diversa: la Storia la fa chi ha una ferita da riscattare. In un senso diverso, però, da quello fatalista di Tolstoj: semplicemente, per Calvino i partigiani verranno ricordati per aver sparato colpi di mortaio utili alla redenzione da quel furore e quell'odio invece perpetuati dai nazifascisti i cui gesti, non importa quali, risulteranno vani e, quindi, dimenticati.
Mentre per Tolstoj gli oppressi, coloro che hanno una motivazione forte che li spinge a combattere, coloro che combattono per liberare la propria patria – come nel caso dei russi nella battaglia di Borodino, alle porte di Mosca, minacciati dall'esercito francese – saranno necessariamente quanto meramente i vincitori, per Calvino saranno essi gli unici i cui spari avranno avuto un senso.
In Guerra e pace, al contrario, la sola intuizione degna di nota per le sorti del conflitto è il grande silenzio che il generale Kutuzov oppone al travolgente avanzare della Storia. Lasciar fluire il corso, in una sorta di lucida remissività. Non affrontare il nemico alle porte di Mosca in un improbabile scontro, ma fuggire, lasciarlo entrare in casa propria e lasciare che ne disponga come gli pare. Un eroe del non-fare, Kutuzov, la cui saggezza, inseparabile dal concetto di vecchiaia, è la più acuta forma di lungimiranza. Una scelta dettata appunto dall'esperienza: non che Kutuzov abbia deciso l'esito della guerra, no; lo ha soltanto accettato. E non perché ciò fosse utile o perché fosse egli mosso da chissà quale scopo individuale o collettivo: nessuna ferita da rimarginare, nessuna libertà da conquistare; quanto perché era l'unica azione possibile, la sola cosa da fare. Era ciò che si doveva fare. Non c'è giusto né sbagliato, in questo atteggiamento; c'è il necessario e basta.
La lotta partigiana analizzata dal commissario Kim – che parla per voce di Calvino il quale, scrivendo, rispondeva con furia ai benpensanti del tempo, quelli che additavano i delinquenti del primo dopoguerra esclamando: “Toh, quel delinquente è un partigiano. Lo dicevo io, lo dicevo!” – è invece una lotta di giusti contro sbagliati. Un “Ti amo” sulla bocca di un partigiano fa storia, dal momento che è venuto prima o dopo un'azione che è servita a qualcosa; sulla bocca di un tedesco, quelle stesse parole appassiscono senza mai fiorire.
E' che Il sentiero dei nidi di ragno è uscito per la prima volta nel 1947, troppo a ridosso degli avvenimenti raccontati; e soprattutto, sono avvenimenti vissuti in prima persona dall'autore. Permeato dallo spirito del tempo e dai sentimenti che ne hanno coniato l'esperienza, Calvino ha necessariamente smarrito quella limpidezza, quella vastità di visione cui invece Tolstoj, scrivendo di cose lontane cinquant'anni, non vissute in prima persona, pure permeato anch'egli da un odio animalesco per il nemico, è riuscito a pervenire.
Né un confronto tra i due libri è del resto nemmeno ipotizzabile, e per contesto e per stile e mole dell'opera.
Era questo solo un omaggio alla letteratura, a ciò che raggiunge, a quel che suscita. A quel che può far vivere a ciascuno di noi. Che se certo non la Storia con la esse maiuscola, la letteratura ha fatto e continua a fare la mia, di storia. Minuscola. Eppure ugualmente costellata di guerre, e di paci.
- GTrocc
- rank (info):
- Terza pagina
- Messaggi: 541
- Iscritto il: 04/02/2011, 15:49
- Località: Locoquadrato, fraz. di Locorotondo
-
Author's data
Re: sulla Storia
Logicamente per rispondere a questa domanda bisogna sapere cosa sia, questa sconosciuta. Evidentemente Tolstoj e Calvino non pensavano che la storia si riducesse ad un mare di piccole nozioni cronologiche, teoria che non fa che distruggere le potenzialità di una disciplina di per sé inutile.
Tolstoj la pensava un po' come me, ovvero vedeva la storia come il risultato dell'influenza di pochi. Non si fugge, le potenzialità di ogni uomo non sono uguali, solo la combinazione di determinati fattori può inserire una persona tra quelle che faranno la storia. Questo è un po' ciò che ritroviamo nella psicostoria asimoviana: agendo su pochi aspetti si possono modificare gli equilibri di intere popolazioni. Il Mulo, nel ciclo delle fondazioni, rappresenta la grande importanza che può assumere un uomo che sa sfruttare le proprie capacità nel corso della Storia (sì, con la "S" maiuscola, là si parlava di un'intera galassia).
Questa interpretazione assume una prospettiva catastrofica nella società di massa, dove la spersonalizzazione può portare a essere completamente schiavi di un oggetto senza quasi accorgersene: come risultato una massa (di persone) diventa facilmente manovrabile.
Calvino evidentemente la pensava in modo più "romantico", credendo che la storia fosse una continua ribellione del più debole, usando parole tue, del ferito. Purtroppo questa interpretazione presenta alcuni bachi, in quanto finché esisteranno almeno due uomini, non vorrei parlare per frasi fatte, esisteranno almeno due idee in contrapposizione.
Trasportando questo rapporto a gruppi di persone, è facile capire che l'entità "gruppo" è instabile se non tenuta assieme da un unico tipo di collante.
La letteratura è così, propone punti di vista, espone linee di pensiero. Crea visioni storiche nel singolo, che potrebbero portare prima o poi alla modifica di equilibri fondamentali.
Spero di non aver annoiato nessuno, quando gli argomenti sono questi rischio di diventare pesante
In GTrocc I trust... sometimes
Before I sink into the big sleep, i want to hear the scream of the butterfly.
I sette vizi capitali
antologia AA.VV. di opere ispirate alle inclinazioni profonde, morali e comportamentali dell'anima umana
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Marco Bertoli, Federico Mauri, Emilia Pietropaolo, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Umberto Pasqui, Lidia Napoli, Alessandro Mazzi, Monica Galli, Andrea Teodorani, Laura Traverso, Nicolandrea Riccio, F. T. Leo, Francesco Pino, Franco Giori, Valentino Poppi, Stefania Paganelli, Selene Barblan, Caterina Petrini, Fausto Scatoli, Andr60, Eliana Farotto.
Vedi ANTEPRIMA (535,81 KB scaricato 95 volte).
Fungo più, fungo meno...
Nessuno li ha mai raccontati in maniera avvincente.
Cosa può accadere se una élite di persone geneticamente Migliore si accorge di non essere così perfetta come crede?
Una breve storia di Fantascienza scritta da Carlo Celenza, Ida Dainese, Lodovico Ferrari, Massimo Baglione e Tullio Aragona.
Vedi ANTEPRIMA (1,11 MB scaricato 125 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Biblioteca labirinto
Cinque scaffali di opere concatenate per raccontare libri, biblioteche e personaggi letterari
Riportare la lettura e la biblioteca al centro dell'attenzione dovrebbe essere un dovere di ciascuno di noi. Se in qualche misura ci riesce una raccolta di racconti non si può che gioirne, nella speranza che possa essere contagioso, come deve esserlo tutto ciò che ci spinge a riflettere e a interrogarci sull'essenza del nostro esistere.
A cura di Lorenzo Pompeo e Massimo Baglione.
introduzione del Prof. Gabriele Mazzitelli.
Contiene opere di: Alberto De Paulis, Monica Porta, Lorenzo Pompeo, Claudio Lei, Nunzio Campanelli, Vittoria Tomasi, Cristina Cornelio, Marco Vecchi, Antonella Pighin, Nadia Tibaudo, Sonia Piras, Umberto Pasqui, Desirée Ferrarese.
Vedi ANTEPRIMA (211,75 KB scaricato 199 volte).
Gara d'estate 2022 - Il circo - e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
Scarica questo testo in formato PDF (608,16 KB) - scaricato 32 volte.
oppure in formato EPUB (364,92 KB) (vedi anteprima) - scaricato 9 volte..
Lascia un commento.
La Gara 33 - Dica 33!
A cura di Ser Stefano.
Scarica questo testo in formato PDF (711,52 KB) - scaricato 198 volte.
oppure in formato EPUB (856,50 KB) (vedi anteprima) - scaricato 274 volte..
Lascia un commento.
La Gara 9 - Un racconto per un cortometraggio
A cura di Alessandro Napolitano.
Scarica questo testo in formato PDF (456,32 KB) - scaricato 516 volte.
oppure in formato EPUB (343,81 KB) (vedi anteprima) - scaricato 236 volte..
Lascia un commento.