Alla fine di un giorno noioso, di Massimo Carlotto

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Melania Colagiorgio
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Alla fine di un giorno noioso, di Massimo Carlotto

Messaggio da leggere da Melania Colagiorgio »

Gianni Pellegrini si sente finalmente soddisfatto. Da criminale senza scrupoli, terrorista si è ritagliato un pezzo di normalità. E' riuscito ad entrare nella cerchia della gente che conta, porta avanti i suoi affari leciti ed illeciti, e il suo matrimonio con meticolosità e precisione. Gestisce il suo ristorante, La Nena contando su avventori facoltosi e influenti. Tutto procede con serenità finchè scopre che il suo miglior avventore, nonchè complice, tenta di fregarlo e farlo fuori dal giro. Gianni cerca vendetta ma soprattutto cerca di riprendersi la sua vita e il suo angolo di paradiso faticosamente guadagnato, torna così alla sua antica passione: la malvivenza. Sottovalutato dai suoi nemici tra i quali anche la mafia, Gianni architetta un piano criminoso che gli premetterà di tornare ad essere tranquillo. Tramite ricatti, favori, e soldi i suoi nemici saranno rovinosamente allontanati dalla sua vita.


Massimo Carlotto ci presenta un libretto di poco più di 150 pagine. Un libretto incisivo e forte scritto in maniera leggera e scorrevole. La continuità degli eventi ne rendono la lettura veloce, piacevole e lineare. Lo scrittore riesce a caratterizzare i personaggi e soprattutto il suo protagonista fin negli aspetti più intimi. Un protagonista viscido, sporco, che si muove con scaltrezza tra politici corrotti, mafia e prostitute, che gestisce con misurata attenzione ogni rapporto umano e ogni relazione. Un uomo falso e impudico, ma che comunque lascia intravedere, nemmeno tanto velatamente, le sue angosce e le sue paure. Prima tra tutte la paura di essere preso per i fondelli, di passare in secondo piano, di essere messo da parte. Proprio l’orgoglio scaturito da queste sue paure lo spingono a tornare nel giro della criminalità e a prendere le redini della vita delle persone che lo circondano. Da questo punto in poi il libro ha un tono nuovo, il, protagonista da spettatore diventa burattinaio in cui tutto sembra come lui lo vuol far sembrare.
Un personaggio fondamentale nel libro è il Veneto regione di Carlotto, che lo scrittore evidentemente conosce profondamente, di cui ne fa un ritratto poco edificante denunciandone i movimenti più oscuri. Manifesto dell’Italia odierna, e del quadro politico contemporaneo Alla fine di un giorno noioso è senz’altro un libro attuale e sensato, fondato sulla realtà delle cose senza falsi moralismi e lontano da ogni buonismo, in cui per una volta ci troviamo a tifare per il cattivo.
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Re: Alla fine di un giorno noioso, di Massimo Carlotto

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Brava Melania!
Sembra proprio un libro interessante!
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Re: Alla fine di un giorno noioso, di Massimo Carlotto

Messaggio da leggere da Alessandro Napolitano »

"Un libro lontano da ogni buonismo, dove ci ritroviamo a tifare per il cattivo..."

Interessante!!
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Nina Moon
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Re: Alla fine di un giorno noioso, di Massimo Carlotto

Messaggio da leggere da Nina Moon »

A me, ammetto, non è piaciuto.
Si legge in un attimo, è interessante... ma niente a che vedere con "Arrivederci amore, ciao".

Un seguito sicuramente non noioso, ma superfluo. Di Pellegrini l'evoluzione si capiva già con il primo libro.
Il bello di "Arrivederci amore, ciao" era proprio quello che lui diventava per essere "accettato". Bello anche il contrasto tra lui e la sua prima moglie (personaggio positivo).

In questo "Alla fine di un giorno noioso" mancano invece sviluppi nel carattere, mancano personaggi positivi che fanno da contrasto... insomma, il libro è utile per inquadrare rapporti tra mafia, politica, prostituzione... ma come seguito non mi ha convinto per niente.
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Angela Di Salvo
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Re: Alla fine di un giorno noioso, di Massimo Carlotto

Messaggio da leggere da Angela Di Salvo »

L'ho letto. Non è il mio genere, ma non è affatto male. :-)
E poi vale la pena di leggerlo, solo solo perchè l'autore ha lo stesso nome del nostro Padrone!!! :lol: :lol:
Le parole non possono cambiare il mondo ma sono un buon modo per provarci. (A. Di Salvo)

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Melania Colagiorgio
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Re: Alla fine di un giorno noioso, di Massimo Carlotto

Messaggio da leggere da Melania Colagiorgio »

Concordo con Nina è molto più debole di "Arrivederci amore, ciao", ma ho voluto evitare il paragone, e trattare il libro come un'opera a sè.
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antologia di opere ispirate alla paura dell'ignoto

Nella ricerca di un tema che potesse risultare gradito a più autori, ci è sembrato infine appropriato proporre un'antologia di opere il cui fattor comune fosse il brivido. Un termine per molti versi ingannevole, almeno quanto lo sono certe credenze e immagini che la ragione volutamente ignora, o perfino deride. Eppure, l'ignoto ci aspetta al varco, silenzioso e paziente, per catapultarci nello strapiombo degli incubi o nel vortice di ansie e desideri repressi.
A cura di Roberto Virdo'.

Contiene opere di: nwIda Dainese, nwFrancesca Paolucci, nwMarcello Rizza, nwFausto Scatoli, nwAnnamaria Ricco, Francesco Cau, Valentino Poppi, nwMario Flammia, Essea, nwUmberto Pasqui, nwEnrico Teodorani, Roberto Masini, Maria Perrella, Giacomo Baù, nwEliseo Palumbo, nwSelene Barblan, Stefano Bovi, nwIbbor OB, nwAndrea Teodorani, Simona Geninazza, Lidia Napoli, Mario Malgieri, Michele Silvi, nwIda Daneri, nwAlessandro Mazzi.

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Nessuno li ha mai raccontati in maniera avvincente.

Cosa può accadere se una élite di persone geneticamente Migliore si accorge di non essere così perfetta come crede?
Una breve storia di Fantascienza scritta da Carlo Celenza, Ida Dainese, Lodovico Ferrari, Massimo Baglione e Tullio Aragona.

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Il "cubo sognatore" su Titano aveva rivelato una verità sconvolgente sull'Umanità, sulla Galassia e, in definitiva, sull'intero Universo, una verità capace di suscitare interrogativi sufficienti per una vita intera. Come poteva essere bonariamente digerito il concetto che la nostra civiltà, la nostra tecnologia e tutto ciò che riguardava l'Umanità… non esisteva?
"Siamo solo… i sogni di Titano", aveva riportato il comandante Sylvia Harrison dopo il primo contatto col cubo, ma in che modo avrebbe potuto l'orgoglio dell'Uomo accettarlo? Ovviamente, l'insaziabile sete di conoscenza dell'Essere umano anelava delle risposte, e la sua naturale curiosità non poteva che spingerlo alla ricerca dell'origine del cubo e delle ragioni della sua peculiare funzione.
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