Prima prova - Articolo di giornale

L'anno 2012 porta con se lo spirito olimpico e BraviAutori non poteva perdere un'occasione tanto nobile per ideare una nuovo gioco ispirato alle Arti.
Avatar utente
Alessandro Napolitano
rank (info):
Editorialista
Messaggi: 1167
Iscritto il: 14/12/2007, 15:01
Località: Altrove
Contatta:

Author's data

Prima prova - Articolo di giornale

Messaggio da leggere da Alessandro Napolitano »

Qui di seguito andranno postati gli articoli di giornale valevoli per la prima prova olimpica.

Il tema? Dovete scrivere il resoconto di una cerimonia di apertura di una Olimpiade. Olimpiade sportiva, s'intende.
A voi decidere il periodo storico e il posto geografico in cui si è celebrata la cerimonia, sono accettati articoli scritti nel passato, presente e nel futuro.
Cosa è successo durante l'evento da voi immaginato? Quali sono state le scenografie e come si sono alternate. Ci sono stati imprevisti? La folla è impazzita di gioia per qualche sorpresa degli organizzatori? Oppure l'evento ha subito una piega inaspettata? Sono accaduti fatti drammatici che hanno segnato per sempre il corso delle Olimpiadi?
E se la cerimonia di cui vorrete renderci spettatori fosse proiettata in un futuro lontano? La vostra immaginazione è in grado di farci vedere attraverso gli anni a seguire?

Il lavoro deve essere consegnato nella discussione "Articolo di giornale" entro le 23:59 del 29 febbraio 2012. Ogni squadra dovrà dichiarare chi dei propri "atleti" ha contribuito alla stesura dell'articolo.


Solo gli articoli, senza nessun commento che invece potrà essere scritto nella sezione Stadio Olimpico.
Avatar utente
Bludoor
rank (info):
Apprendista
Messaggi: 104
Iscritto il: 10/02/2010, 15:45
Località: Gioia del Colle
Contatta:

Author's data

Re: Prima prova - Articolo di giornale

Messaggio da leggere da Bludoor »

Tokyo 1940: l'occasione mancata

In una calda giornata di metà settembre con una variopinta e spettacolare cerimonia sono stati aperti ufficialmente i Giochi di Tokio 1940, XII edizione delle Olimpiadi moderne e prime disputate in territorio asiatico. Nell'impressionante maestosità del diamante verde dello Stadio Koshien a Nishinomiya, campo di baseball costruito nel 1924 e capace di contenere oltre 50mila spettatori, si sono ritrovate insieme per un giorno tutte le più alte personalità politiche, sportive e culturali del pianeta: dalla rappresentativa del Terzo Reich capeggiata da Goebbels e dominatrice dell'ultima edizione dei giochi ai rappresentanti del governo fascista italiano con Galeazzo Ciano, dal primo ministro inglese Churchill al collega francese Pétain e al segretario di stato americano Hull. Uniche grandi assenti Polonia e Cina a causa del conflitto armato in corso.
Nonostante un notevole lavoro diplomatico non tutti i paesi belligeranti hanno deciso di aderire alla tregua olimpica e consentire ai propri atleti di partecipare ai Giochi.
Notevole lo sforzo sostenuto dal Giappone che ha impegnato milioni di yen e un organizzazione di migliaia di persone per questa manifestazione che punta a mostrare al mondo intero la potenza dell'Impero del Sol Levante, cercando di superare i fasti di Berlino 1936.
In tutte le principali strade dell'isola sono esposte migliaia di bandiere olimpiche, con i tradizionali cinque cerchi colorati, simbolo dell'unione dei cinque continenti e della fratellanza tra i popoli. Tante anche le bandiere giapponesi, con il tradizionale sole nascente, ripreso anche nell'emblema olimpico.
Anche quest'anno, come nell'edizione tedesca, sono state piazzate decine di telecamere ai bordi dello stadio e degli altri campi di gara per riprendere l'evento. Una scelta ambiziosa, considerando che il sistema televisivo giapponese è nato solo lo scorso anno e il numero di televisori presenti nel paese è ancora piuttosto basso; dettata più che altro da ragioni politiche e propagandistiche e, soprattutto, dalla volontà di non mostrarsi inferiori all'alleato tedesco.
Spettacolare la sfilata folkloristica e degli atleti delle 47 nazioni in gara, un numero inaspettato fino a pochi mesi fa, a causa delle vicende belliche che hanno investito il continente europeo e, seppur in modo meno accentuato l'oriente e l'area del pacifico.
Come tradizione dall'avvio delle Olimpiadi moderne nel 1896 il primo paese a sfilare è stata la Grecia, culla dello spirito olimpico, seguita da tutte le altre nazioni, in rigoroso ordine alfabetico.
Un enorme serpente multicolore di uomini e donne di ogni razza, preceduti dai rispettivi portabandiera, ha lentamente percorso l'intero perimetro interno dello stadio, tra gli applausi del pubblico festante.
Quasi quattromila gli atleti in gara, famosi e sconosciuti, di nazioni grandi e piccole; per un giorno hanno sfilato insieme, dimenticando le rivalità politiche e i conflitti bellici per confrontarsi solo sul piano sportivo.
Tra i protagonisti più attesi lo squadrone tedesco, dominatore dei giochi di Berlino con 33 ori, capitanato dal campione di salto in lungo Luz Long.
Un grande atleta in cerca di riscatto, dopo aver perso l'oro olimpico nel salto in lungo dietro a un immenso Jesse Owens, vera stella di Berlino con i suoi quattro ori olimpici e oggi alfiere della agguerrita squadra statunitense. Tutti i riflettori presto saranno puntati sulla nuova sfida tra Long e Owen, con il ragazzo nero di Cleveland, oggi favorito, dopo un'impresa sportiva eccezionale e un record che certamente resterà a lungo imbattuto.
Grandi le aspettative anche nei riguardi degli altri paesi che hanno ben figurato nella scorsa edizione, guadagnando più di una medaglia d'oro: Stati Uniti (24), Ungheria (10), Finlandia e Francia (7), Svezia, Giappone e Olanda (6), Gran Bretagna e Austria (4), Cecoslovacchia (3) rgentina, Estonia ed Egitto (2).
La squadra azzurra, capitanata da Trebisonda "Ondina" Valla, prima donna italiana a vincere un oro olimpico, si presenta con un gruppo agguerrito.
Giulio Gaudini, Edoardo Mangiarotti e Franco Riccardi gli atleti di punta della scherma con all'attivo due ori individuali e due a squadre.
La nazionale di calcio di Vittorio Pozzo, Campione Olimpica a Berlino 1936 e Campione del Mondo nel '34 e '38, che punta a realizzare una doppietta storica.
Underico Sergo, oro a Berlino nella boxe — pesi gallo e Romeo Neri, oro nella ginnastica nel 1932, tornato in squadra dopo un brutto infortunio. E poi le squadre di vela, atletica, cannottaggio, ciclismo e tanti altri.
Ultimo per cerimoniale è stato il Giappone in quanto squadra del paese organizzatore, accolto da una vera e propria ovazione sotto lo sguardo compiaciuto dell'imperatore Hirohito, circondato dalla famiglia imperiale e dai più alti dignitari. In onore degli atleti e delle personalità presenti, al termine della sfilata alcune giovani, vestite con costumi bianchi e rossi sono entrate lentamente sul campo di gioco, spargendo petali di rosa.
Giunte al centro del diamante si sono posizionate in modo da comporre la bandiera nazionale, applaudita con grande calore dal solitamente compassato pubblico giapponese.
Ha quindi preso la parola il primo ministro Fumimaro Konoe, che ha prima accolto gli atleti con un breve discorso di benvenuto e poi recitato la formula per l'apertura ufficiale dei giochi.
Finalmente ha fatto il suo ingresso la torcia olimpica, accesa qualche mese fa a Olimpia in Grecia, patria delle Olimpiadi; la fiaccola era passata di mano in mano da atleti e gente comune di varie nazioni, percorrendo mezza europa in una estenuante e suggestiva staffetta prima di essere trasportata via nave fino in Giappone.
Nel porto di Yokohama l'atleta tedesco Fritz Schilgen, ultimo tedoforo a Berlino 1936, aveva consegnato la torcia ai colleghi giapponesi che avevano continuato la corsa per le principali città del paese del Sol Levante. L'ultimo tedoforo, Sohn Kee-chung, trionfatore nella gara della maratona a Berlino, è salito da solo verso il grande braciere per accendere la fiamma olimpica, che arderà per tutta la durata della competizione sportiva, come nell'antico rituale greco.
Al termine del discorso sono stati liberati alcuni colombi, simbolo di pace e consegnati a tutti i portabandiera degli uccelli della pace origami, veri capolavori realizzati con fogli di carta piegata in maniera sapiente.
In rappresentanza dei componenti di tutte le squadre in gara, un atleta della nazionale svedese ha infine pronunciato il giuramento olimpico, una formula ispirata all'antico rituale greco, in rappresentanza di tutte le squadre.
Dopo questo suggestivo momento, è stato avviato il programma artistico, tenuto rigorosamente segreto fino all'ultimo istante.
Il momento è stato aperto da migliaia di figuranti vestiti con il caratteristico kimono che hanno fatto ingresso all'interno del campo di gioco, posizionandosi attorno alla bandiera, e si sono esibitii in danze e canti gagaku, accompagnate da strumenti tradizionali.
Un ritmo lento, scandito dai tamburi taiko e dai suonatori di biwa e strumenti a fiato ha incantato il pubblico giapponese e i numerosi spettatori stranieri, portandoli in un mondo di sogno. Perfetto il sincronismo dei danzatori, come mossi da un unico filo.
A seguire hanno fatto ingresso centinaia di allievi delle scuole di arti marziali giapponesi, che, sotto gli occhi attenti dei loro istruttori, si sono esibiti in spettacolari dimostrazioni dei kata, simulazioni incruente derivate dalle antiche tecniche di lotta giapponesi.
Per concludere i figuranti hanno composto dei suggestivi quadri animati, ripercorrendo velocemente la storia dell'impero nipponico, dalle origini, al periodo dei samurai e degli shogun fino ad arrivare al periodo Sho-wa dell'Imperatore Hirohito. Spettacolari, ma forse poco comprensibili da un pubblico non giapponese, anche per la velocità del susseguirsi delle rappresentazioni sceniche.
Una macchina organizzativa perfetta, frutto di una lunga preparazione e della proverbiale dedizione del popolo giapponese, che ha positivamente impressionato tutte le delegazioni straniere.
Non è difficile immaginare che questa olimpiade passerà alla storia come un evento irripetibile.

Autore: Bludoor


Nota
Le olimpiadi che si sarebbero dovute svolgere a Tokio nel 1940 e che non videro mai la luce del sole a causa della guerra mondiale che contrapponeva una moltitudine di nazioni europee e orientali sarebbero sicuramente state uno dei più grandi eventi sportivi del secolo appena concluso. Non sapremo mai cosa sarebbe avvenuto, quali sarebbe stati i risultati storici che l'avrebbero contraddistinta, ne quali nuovi campioni avrebbe forgiato; ci piace immaginare che sarebbe stata una grande competizione, un'evento capace di unire genti e culture, dove la battaglia aveva come unico scopo il potersi cingere di una medaglia, in contrapposizione a ben più cruente battaglie che da lì a poco avrebbero fatto scorrere fiumi di sangue in ogni angolo del pianeta, una follia che solo il genere umano poteva partorire. (N.d.A.)
Immagine
Il sogno più bello è quello che, domani, sarà realtà.

Immagine
http://foglidiversi.blogspot.it/

Immagine
Avatar utente
Rona
rank (info):
Foglio bianco
Messaggi: 18
Iscritto il: 31/12/2007, 9:45

Author's data

Re: Prima prova - Articolo di giornale

Messaggio da leggere da Rona »

Le Olimpiadi della rinascita

La festa di apertura esalta l'unione e dice addio a un passato capitalistico e autodistruttivo: cerimonia semplice simbolo di speranza per il futuro del genere umano.

Di Roberto Napolitano — 9 agosto 2025, 09:32

Roma — i tre Tedofori che correvano lungo la via dei fori imperiali, ognuno con la propria torcia simbolo di luce, sorridenti, spensierati mentre si dirigevano verso il Colosseo: che rassicurante e azzeccata metafora per raccontare non più le tradizioni di un popolo ma la cultura di un nuovo tessuto sociale.
Ad accompagnare i tre atleti di questa trentesima olimpiade era il silenzio e poche luci soffuse: quanta differenza con il mondo di una volta. Ve lo ricordate? Frenetico, individualista, alla disperata ricerca di una connessione o di un cenno di vita da parte di un altro essere umano comunque computerizzato. Un mondo spazzato via da catastrofi naturali annunciate da un popolo vissuto molti secoli prima.
L'uomo della era Gaia o Terra come ci piaceva chiamarla un tempo, cercava un grande palcoscenico un simbolo di unione e fratellanza per affondare le proprie radici in un passato dove onore e gloria non fossero parole sminuite da arrivismo ed economia. C'è la ferma decisione di rinnegare il passato e costruire un nuovo presente. Due anni fa i rappresentanti di ogni nazione, sopravvissuta alla catastrofe, hanno sottoscritto il Trattato di Pace e Unione delle Nazioni. L'anno successivo si è costituita la Federazione dei Popoli Riuniti. Adesso c'è bisogno di simboli, di eventi comuni e le Olimpiadi sono perfette a questo scopo. Questo era l'obiettivo, centrato egregiamente dal semplice spettacolo voluto dalla federazione, per saltare a piè pari il "secolo degli errori".
Le Olimpiadi per mostrare il volto semplice, pacifico amichevole di uomini che hanno voglia di ricostruire. Tutto questa ideologie incarnata dai tre atleti: Isaac Asimov, Jules Verne e Lino Aldani.
Un rappresentante per ogni popolo sopravvissuto alla catastrofe.
Quella andata in scena ieri sera tra le silenziose e innevate strade romane è il simbolo dell'uomo che corre a gambe levate verso un futuro diverso, sopravvissuto a una catastrofe biblica. Solo la volontà di un Dio avrebbe potuto spazzare via in una sola settimana ogni cosa, ma solo la volontà dell'uomo poteva ricostruire dalle ceneri.
E malgrado il freddo e la scarsità delle tute termiche, era tanta la commozione nel vedere le centinaia di persone che si sono riversate in strada per sostenere e salutare i tedofori durante la marcia che li conduceva alla solennità del Colosseo, l'unico monumento dell'era vecchia sopravvissuto alla catastrofe.
Siamo tutti uguali e assieme possiamo sopravvivere, questo è stato il messaggio implicito dei Parlamentari della Federazione che non avevano un posto riservato all'evento ma stavano in piazza, tra la folla seguendo anzi partecipando alla marcia fino alla sua conclusione.
Non ci sono stati giochi pirotecnici, luci proiettate verso il cielo, c'è stato molto di più. La gioia, la voglia di esserci, di sentirsi parte di un tutto, di trovare finalmente un amico, un segno di vita non attraverso il gelido schermo di codice binario ma grazie al contatto fisico con l'ambiente circostante e con il calore che solo un altro essere umano può comunicare.
Gli organizzatori hanno reso funzionante un grande schermo per proiettare l'evento ed è proprio lì che centinaia di persone si sono radunate per l'inizio della cerimonia.
Alle 21 è stata accesa la torcia di Verne. Il francese è stato il primo a partire per ricordare il merito dei Francofoni nel riunire tutti i sopravvissuti in un'unica struttura sociale. La marcia ha avuto inizio nella piazza che un tempo ospitava la Piramide Cestia.
Gli organizzatori hanno disposto sul terreno una traccia di combustibile a forma di piramide. Verne ha infuocato gli stoppini con la propria fiaccola. Questo il primo simbolo della cerimonia: gli albori del genere umano rappresentato dalla tomba degli egizi che fondarono le basi per le civiltà a venire.
Dieci minuti dopo Aldani e Asimov sono partiti rispettivamente da via Labicana e via dei Fori Imperiali.
Il secondo simbolo è stato la sosta di Asimov presso il Tempio della Pace. Definito come una delle meraviglie del mondo. Costruito sotto Vespasiano nel 74 d.C. dedicato alla Pax Augusta dell'Impero, ospitò la cerimonia per la sottoscrizione alla Costituzione della Federazione dei Popoli Riuniti. L'atleta ha acceso le candele illuminando i ruderi del tempio e accompagnato da tre bambini ha liberato un gruppo di colombe.
Infine il russo e il francese hanno consegnato le proprie torce ad Aldani che le ha unite alla propria in un'unica fiaccola. Il simbolo di tale gesto rievoca il coraggio e lo spirito di carità che il popolo Italiano mostrò verso i superstiti degli Tsunami che sommersero parte dell'Africa e delle Americhe.
Completato il rituale gli atleti si sono diretti al Colosseo.
La folla si è raccolta all'interno del monumento eterno, ha osservato i tedofori accendere il braciere e poi si è stretta in un abbraccio, segnando il passaggio a una nuova fase di ricostruzione. Una ricostruzione non di edifici ma dell'anima, del senso di appartenenza non come razza ma come individuo e poi come popolo.
Le olimpiadi inizieranno domani e c'è emozione per una vittoria che sarà di tutti.
Voglio chiudere questo articolo con la citazione di un libro di Clifford D. Simak:
"… la complessità della tecnologia, i nobili pensieri, la saggezza e l'erudizione potevano determinare una cultura ma non una civiltà".
Oggi l'uomo ha imparato dai propri errori e può cominciare a sentirsi una civiltà.

By Brave4Art

Nota (by Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale):
Jules Verne, (Nantes, 8 febbraio 1828 – Amiens, 24 marzo 1905), è stato uno scrittore francese. È oggi considerato tra i più influenti autori di storie per ragazzi e, con i suoi romanzi scientifici, uno dei padri della moderna fantascienza. Il successo giunse nel 1863, quando si dedicò al racconto d'avventura. Tra i suoi numerosissimi romanzi vi sono Viaggio al centro della Terra, Dalla Terra alla Luna, L'isola misteriosa, Ventimila leghe sotto i mari e Il giro del mondo in ottanta giorni. Alcuni di questi sono poi divenuti film. Jules Verne, con i suoi racconti ambientati nell'aria, nello spazio, nel sottosuolo e nel fondo dei mari, ispirò scienziati ed applicazioni tecnologiche delle epoche successive.
Isaac Asimov, (Petroviči, 2 gennaio 1920 – New York, 6 aprile 1992) è stato un biochimico e scrittore statunitense di origine russa. Le sue opere sono considerate una pietra miliare sia nel campo della fantascienza che della divulgazione scientifica. È autore di una vastissima e variegata produzione, stimata intorno ai 500 volumi pubblicati.
Lino Aldani, (San Cipriano Po, 29 marzo 1926 – Pavia, 31 gennaio 2009) è stato uno scrittore italiano, considerato una delle voci più significative della fantascienza italiana. Oltre a essere uno scrittore di science fiction assai apprezzato e di grande qualità (il suo pseudonimo era quello di N. L. Janda), Aldani fondò nel 1963, con Massimo Lo Jacono (i cui pseudonimi erano invece quelli di Megalos Diekonos e L. J. Mauritius) e con Giulio Raiola, Futuro, la prima rivista interamente italiana di science fiction, che pubblicò tra gli altri per la prima volta in Italia un racconto di Adolfo Bioy Casares e di Juan Rodolfo Wilcock.
Ciò che non ci uccide ci rende più forti
Avatar utente
Manuela
rank (info):
Pubblicista
Messaggi: 98
Iscritto il: 10/10/2008, 10:57

Author's data

Re: Prima prova - Articolo di giornale

Messaggio da leggere da Manuela »

Le Olimpiadi della Nuova Era

27 giugno, Anno Domini 1346

Siena, sfarzosa cerimonia d'apertura per le nuove Olimpiadi.


Tornano le Olimpiadi, infatti, dopo quasi mille anni dal divieto imposto da Teodosio I, nel 393 Anno del Signore.
"Non è una festa pagana," ha dichiarato il Vescovo Piccolomini, "ma è un modo per ringraziare Iddio!"

I Signori di Firenze non partecipano. "Polemiche inutili", il commento del Governo dei Nove.

"Dichiaro aperti i Giochi di Siena, le prime Olimpiadi della nuova Era".
Con queste parole il Conte Guido ha dato ufficialmente il via alle gare, al termine della sfilata delle numerose delegazioni di atleti provenienti da molte parti del paese.

Dopo le parole del Conte, il gonfaloniere Niccolò Usmati, ha acceso la fiaccola nel tripode, per dare inizio all'evento e commemorare il ricordo della leggenda del fuoco rubato a Prometeo. Un momento grandioso che ha incantato tutto il pubblico.

Cerimonia di inaugurazione
È iniziata tra suoni di trombe, rulli di tamburi e migliaia di persone la cerimonia di inaugurazione. Era l'ora terza quando i casati hanno iniziato a sfilare per fare il loro trionfale ingresso in Piazza del Campo. Stendardi e bandiere colorate sventolavano fiere. I migliori cavalieri e atleti sono giunti a Siena provenienti dai castelli di tutta la valle e da oltre i colli, affollando la via Francigena, la via Cassia e la Lauretana con le loro carovane.
Il corteo è entrato in un’affollata piazza da Salicotto. Ad aprire il corteo il gonfaloniere con la balzana, lo scudo argento e nero simbolo della città, seguito dal Podestà Giacoppo Pietracci e dai membri del governo, dai notabili e dai banchieri. È entrato quindi nel Campo il carroccio, trainato da maestosi buoi, sul quale è stato esposto il Pallium, premio che verrà assegnato al castello che avrà vinto il maggior numero di prove. I musici comunali, al seguito del carroccio, hanno intonato l'inno cittadino e le bandiere delle congregazioni sono state lanciate in aria fino a sfiorare le nubi in un tripudio di gioia e di colori. Tutti gli atleti erano vestiti di una cottardita dei colori della città e hanno sfilato in sella a magnifici cavalli. Al seguito dei cavalieri hanno poi sfilato gli ordini religiosi, a simboleggiare l'offerta a Iddio delle gesta eccezionali che offriranno gli atleti.
Dopo la rappresentanza della città ospite, sono seguite le delegazioni dei Castelli che hanno aderito a questa straordinaria sfida:
Gargonza, Volterra, San Gimignano, Montalcino, Trequanda, Staggia, Sarteano, Radicofani, Brolio, Asinalonga, Argiano, Castello sul fiume Orcia, Castello sul lago Trasimeno e la piccola contea di Serre.
Gli atleti, anche loro a cavallo, e anch’essi vestiti con la cottardita dei colori del proprio castello, sono stati preceduti dai loro Signori, dai musici e dagli sbandieratori cosicché il Campo è stato un tripudio di colori, di tamburi e squilli di trombe. Fra le donzelle che accompagnavano le delegazione, spiccava per la grazia e l'eleganza Madonna Ciambragina che ha accompagnato la piccola delegazione della Contea di Serre.
Dalla Torre campanaria adiacente alla mirabile costruzione del Palazzo pubblico, Giovanni di Balduccio, detto “Mangiaguadagni” per il suo vorace appetito, ha sparso fiori di ginestra sulle delegazioni, e il lastricato dopo poco è divenuto un tappeto giallo e profumato. Purtroppo questo ha reso la strada scivolosa ed è capitato che qualche giovine donzella, vuoi per l'emozione di trovarsi in tal luogo, vuoi per le stupende ma viscide ginestre, è scivolata, prontamente ripresa dal cavaliere accanto.
Che sfarzo, Madonne e Messeri, che incredibile corteo è quello a cui abbiamo assistito ieri, 26 giugno, anno del Signore 1346, all'ora sesta.
Ogni castello mostrava orgoglioso il proprio stendardo tra le grida della gente ammirata dalla magnificenza dello spettacolo. L'interno della piazza, che come ben sapete è a forma di conchiglia, affinché da ogni posizione sia possibile vedere una parte del corteo, era talmente gremito che forse non ha mai contenuto così tanti uomini e donne. I bambini, invece, per timore che venissero schiacciati dalla folla, hanno goduto dello spettacolo affacciati alle bifore.
Ad allietare maggiormente gli animi c’è stato anche l’annuncio del completamento dell'acquedotto e della fonte pubblica costruita proprio in questa piazza. Il Governo dei Nove ha infatti preteso che la Fonte costruita in onore di questa manifestazione, fosse terminata nei tempi stabiliti. E tanto grande è stata la gioia di veder scorrere l'acqua fino al cuore della città, che il Podestà ha voluto “battezzare” la fontana con il nome di Fonte Gaia.
Alcune risatine si sono levate in aria quando le madonne hanno controllato uno ad uno i cavalieri e gli scudieri, per sincerarsi che nessuno di loro avesse armi non consentite. Per fortuna, solo due elmi sono stati gettati a terra il che vuol dire, come certo ben saprete, che i proprietari degli elmi sono stati squalificati dal torneo.

Non è mancata neppure una piccola nota di costume che ha emozionato tutti. Come abbiamo già detto, Madonna Ciambragina ha incantato il pubblico per bellezza ed eleganza. Eppure il suo viso appariva turbato. Forse sapete della storia con il Duca Ramondo. Lei era sua promessa sposa ma il prode Ramondo si era vantato di lei, e del loro amore, con altri cavalieri. Madonna Ciambragina non è dedita al pettegolezzo e questa onta l’aveva ferita profondamente. Tanto che si narra che lei abbia detto: “Io non lo perdonerò giammai se non mi chiede perdono davanti a cento baroni e cento cavalieri e cento donne e cento donzelle!” Durante la sfilata, Messer Ramondo, vestito di tutto punto, mentre sfilava con in mano lo stendardo del suo Castello, San Gimignano, si è fermato davanti alla Madonna e, dopo aver fatto cenno a un musico, ha iniziato a cantare:

“Mia canzone e mio lamento,
vanno dove io non oso andare
né i miei occhi osano guardare,
tanto sono pentito e addolorato,
e mi scuso o mia Madonna.
Ora torno a voi, piangente,
come il cervo che ha fatto un lungo cammino
e va a morire al grido dei cacciatori.
Così io torno a Voi e chiedo il vostro perdono,
perché muoio senza il vostro amore!”


Tutti gli spettatori hanno esultato al suono di queste dolci parole. Duca Ramondo era commosso come pure Madonna Ciambragina aveva gli occhi lucidi.
Si è levato in aria un coro: “Perdona Madonna, perdona!”
E Madonna Ciambragina mossa a pietà e ancora piena di amore per il suo Ramondo, si è tolta le maniche di preziosa fiandra che indossava e le ha donate al Duca in segno di perdono e di passione mai sopita.
Madonne e Messeri, avreste dovuto essere presenti per capire quanto amore si sono scambiati con un solo sguardo!

I Giochi
Alla magnifica cerimonia di apertura è seguita la presentazione dei “giochi”.
Riportiamo ancora le parole del Conte Guido: “Bisognerà armarsi non di spade e lance, ma occorreranno Lealtà, Coraggio, Tenacia, Rispetto delle regole e dell'avversario, Fratellanza, Determinazione e Gioco di squadra”.
Ed ecco a voi le discipline nelle quali gli atleti si confronteranno insieme ai loro destrieri:
- Il torneo : confronto con armi "cortesi", armi spuntate, tra due opposte formazioni di cavalieri, ognuna delle quali cercherà di colpire l'altra per conquistare lo spazio racchiuso in un ampio steccato circolare.
- La giostra: confronto a coppie di cavalieri armati di lancia che si fronteggeranno per disarcionarsi reciprocamente.
- Il passo d'arme: gioco in cui i cavalieri dovranno conquistare un passo strenuamente difeso da altri cavalieri.
- La quintana: corsa di cavalieri armati di lancia che dovranno colpire una "quintana", un fantoccio di legno, che simboleggia l'infedele. Se il cavaliere centrerà il bersaglio, la quintana, girando vorticosamente, rischierà di colpire il cavaliere, che dovrà stare molto attento a non venire disarcionato
- La corsa all'anello: gioco di particolare destrezza e abilità. Il cavaliere, attraverso un terreno circolare, dovrà infilare in corsa il maggior numero possibile di anelli a dei pali.

E poi le discipline nelle quali si confronteranno da soli:
- La balestra e Il tiro con l'arco: lo sapete, le gare di tiro saranno accolte entusiasticamente sia dai cavalieri che dal popolo. Richiede disciplina e concentrazione e che vinca il migliore!
- La lotta: gara di forza, un combattimento corpo a corpo tra due contendenti senza armi in cui giocherà un ruolo assoluto la forza fisica.
- Il salto: chi andrà più lontano e più in alto dei nostri contendenti?
- Il tiost: è una lotta per mezzo di lance, sempre "cortesi". Vediamo chi tra i giovani atleti, perché questa disciplina è dedicata a loro, meriterà l'onore della vittoria.
- I giochi di palla: ecco il gioco più divertente del torneo. Le squadre contendenti spingeranno la palla fino a superare il limite del campo avversario. Chi riuscirà nell'impresa?

L’ultima gara dei giochi, che inizieranno domani e che avranno la durata di un Salterio, sarà mirabolante: potranno concorrere soltanto i vincitori nelle singole discipline.
Conoscete tutti la “Spada di Galgano”! Ebbene, nessun cavaliere fino a ora è mai riuscito a tirar fuori dalla roccia la nobile spada che il cavaliere Galgano Guidotti vi infisse in seguito alla sua scelta di abbandonare le armi per diventare un eremita.
Chi dei nostri vincitori riuscirà a estrarre la spada avrà il merito di aprire le prossime olimpiadi e in suo onore sarà costruita una statua ai piedi della roccia dove ora si trova infissa la spada.
Ne siamo certi, sarà uno spettacolo da non perdere!

E infine, a conclusione della presentazione dei Giochi della Nuova Era, il poeta Novellino ha allietato il pubblico con uno splendido poema. Riportiamo alcuni dei versi da lui cantati:

Ringraziamo la generosa grandezza
Dei nostri amati governanti
Ora ci aspetta mirabile prodezza
Tornei, gare e giochi appassionanti.

Dame e messeri
riuniti in questo Campo
in attesa di atleti e cavalieri
abili e veloci come il lampo!


Ma ora bando alle ciance e, nel rispetto dei valori ricordati dal Conte Guido e nei quali tutti dobbiamo credere fermamente, auguriamo buon torneo ai nostri atleti e buon divertimento a tutti!

Autori: Lorella e Manuela

Piccola nota dei giorni nostri
Le prime vere olimpiadi dell'era moderna si celebrarono nel 1896, dopo il divieto di Teodosio I.
Abbiamo però provato a immaginare che siano avvenute prima.
Alcuni personaggi citati sono realmente esistiti, così come i luoghi e i giochi descritti.
L’espressione “un altro paio di maniche” si diffuse proprio nell'età medievale: i vestiti erano corredati di maniche di ricambio ed era possibile scegliere, ogni volta, quali maniche abbinare al vestito indossato. Le maniche erano spesso realizzate con tessuti preziosi e le dame, nei tornei, se le staccavano e le donavano ai cavalieri vincitori. Le maniche venivano scambiate come dono tra innamorati.
A San Galgano, in Toscana, vicino Siena, è conservata ancora oggi una "spada nella roccia", proprio come l'Excalibur, la spada di Re Artù. La leggenda narra che il cavaliere Galgano Guidotti nel 1180 infisse la spada nella roccia, abbandonando così le armi per diventare un eremita.
Manuela Costantini
Immagine

«Capisco» disse. E più o meno aveva capito. - Neil Gaiman
Avatar utente
Polly Russell
rank (info):
Correttore di bozze
Messaggi: 427
Iscritto il: 13/12/2010, 11:35

Author's data

Re: Prima prova - Articolo di giornale

Messaggio da leggere da Polly Russell »

In arrivo, finalmente, l'articolo degli Antartide.
Non siamo in ritardo, ci eravamo solo riproposti di postare "domani mattina" e tutto d'un tratto son passati sei mesi! :)


CAPO BIANCO 2188, IL SATELLITE SI ILLUMINA!
Al via la seconda Olimpiade nelle colonie.


Nessuno lo riteneva possibile, eppure l’affluenza alla colonia lunare è stata talmente elevata da costringere gli organizzatori a celebrare la cerimonia d’apertura all’esterno delle cupole.
Originariamente prevista in due tempi, prima nello stadio centrale di Nuova Speranza, poi in quello di Flyer nella zona anglosassone, è invece esplosa in tutta la sua bellezza nella piana delle orme. La grande zona desertica, meta dei primi allunaggi.
L’evento, volutamente iniziato nel lato in luce della luna, è stato visibile anche dalla terra. Un gran numero di terrestri ha preso d’assalto gli osservatori, comprato telescopi o si è semplicemente riunito nelle piazze dove era proiettato lo spettacolo. Il tutto per poter ammirare la meravigliosa coreografia organizzata dal ballerino concettuale Ian McGregor VI.

Alle 21 in punto ora artificiale, tutte le luci all’interno delle cupole sono state spente e, accompagnati dalle musiche di Brohen, i Deuma hanno fatto il loro ingresso nella piana.
Le tute auto-illuminanti hanno permesso ai terrestri di leggere distintamente le parole: “FRATERNITA’, CORAGGIO E LEALTA’”. Scritte con i corpi di quasi 5000 Deuma perfettamente addestrati.
Permettetemi di dire che pur rispettando la scelta di non utilizzare degli esseri umani per lo scopo –vista la pericolosità dell’azione- ma solo i loro cloni, mai parole tanto belle sono sembrate meno appropriate.
È notizia di questi giorni infatti, la sofferta decisione di sopprimere tutti i Deuma in rivolta, nella colonia marziana.
Lasciamo da parte per un momento questioni filosofiche, su cosa renda tale un essere umano, e perdiamoci nella sincronia perfetta dei ballerini, che da indiscrezioni parrebbero essere stati creati proprio per questo evento.

Il porta bandiera di ogni stato o colonia partecipante ha fatto il suo ingresso sui ragni meccanici, in una pista dai colori cangianti, in continua mutazione. A seconda di come i Deuma si girano infatti, la tuta prende una diversa sfumatura e l’effetto è quello di uno scenario sempre diverso. Gli artropodi luccicanti con la bandiera bene in vista sull’addome hanno sfilato per una decina di minuti, prima di rientrare nelle cupole e dirigersi nello stadio di Nuova Speranza. Non abbiamo visto sfilare purtroppo, la colonia Marziana, le conseguenze della guerriglia tra Deuma e umani ha impedito agli atleti di prepararsi e partecipare.
Tra le grandi escluse anche lo stato di Oceania, il cui governo, con il totale appoggio della popolazione ha obbiettato sulla legittimità dalla scelta della nazione ospitante.
Il governo di Oceania ha mosso gravi critiche alla gestione della “risorsa Deuma” da parte della Luna, ricordiamo le aspre parole del primo ministro Connely di qualche giorno fa “anche se creati in vitro sono esseri umani, e il loro sfruttamento è solo la legittimazione della schiavitù. Chiunque non si ponga contro questo orrore è anch’esso uno schiavista.”

In un caleidoscopio di colori i Deuma rientrano scortando ancora intabarrati nelle tute, la popolazione fino allo stadio.
Come una festa di carnevale di dimensioni galattiche, un corteo disciplinato ma festante, segue la corsa dell’ultimo tedoforo, Mario Bugatti. Fino a vederlo scomparire dietro le porte dello stadio di Nuova Speranza.
E mentre gli ultimi ritardatari, o chi aveva voluto seguire la cerimonia in ogni sua sfaccettatura, cerca posto negli spalti, anche noi, tolti gli imbraghi, ci dirigiamo nella tribuna dei giornalisti.

Bugatti ha appena acceso la fiamma olimpica, e migliaia di palloncini raffiguranti la luna vengono liberati in volo.

Mentre gli inni nazionali riempiono l’aria uno dopo l’altro, noi non possiamo che augurarci che la scelta del comitato olimpico, non porti ad altre sommosse.
Le fabbriche lunari di Deuma hanno assicurato che non ci sarà alcun pericolo, che gli esemplari usati per aiutare gli umani in questa particolarissima competizione, non sono in alcun modo pericolosi. Assicurano anche che sono stati tutti dotati di un dispositivo di auto terminazione a distanza, per fugare ogni dubbio.
Dubbi ragionevoli, mi sento di aggiungere visto lo sfacelo delle due città marziane.
Anche perché i “cloni della discordia” saranno presenti in ogni competizione, coadiuveranno i giudici, assisteranno gli atleti, e saranno disseminati lungo tutto il percorso della maratona.

Sperando che questa bellissima manifestazione rimanga nei nostri cuori e nelle nostre menti, solo per la spettacolarità delle gare, ci prepariamo a seguirne l’evoluzione.
Avatar utente
Ser Stefano
rank (info):
Terza pagina
Messaggi: 851
Iscritto il: 03/03/2010, 8:58

Author's data

Re: Prima prova - Articolo di giornale

Messaggio da leggere da Ser Stefano »

UN FUOCO CHE ARDE PER UNIRE
_________________________
ATENE


Immagine
Lo Stadio Panathinaiko.

Citius! Altius! Fortius!” Il Barone Pierre De Coubertin prende fiato dopo ogni singola parola. Pochi tra il pubblico conoscono il significato di questa frase. A parte una nutrita compagine dell'alta borghesia, lo stadio Panathinaiko è gremito di operai e contadini.
L’ingresso è consentito a chiunque voglia assistere a una cerimonia di carattere popolare, fortemente voluta dal Barone che pochi giorni fa ha dichiarato pubblicamente: “Cerco un modo per avvicinare le nazioni, per permettere ai giovani di tutto il mondo di confrontarsi in una competizione sportiva anziché con un fucile e spero che questo evento realizzerà il mio sogno”.
Sono parole forti, sottolineate dal clima di cambiamento in cui viviamo. Anni di grandi invenzioni, come le immagini in movimento dei Lumière, l’avanzare del sistema industriale, le prime gare automobilistiche. Ma anche anni bui, con l’invasione della Cina da parte del Giappone, la guerra civile a Cuba, le mire espansionistiche della Gran Bretagna, l'infinita guerra contro l’Impero Etiopico. Conflitti per i quali i nostri figli partono spesso senza farvi più ritorno.
Il cielo del 6 Aprile minaccia pioggia e le temperature sono tutt'altro che ideali per una cerimonia all'aperto, ma tutto il popolo ascolta in religioso silenzio le parole di speranza del promotore di queste Olimpiadi.
A parte quell'unica frase latina, il barone si esprime con parole semplici, cercando di essere comprensibile a tutti. Parla della necessità di una rinnovata amicizia tra popoli, di uguaglianza fra gli uomini, indistintamente dalla lingua parlata o dal colore della pelle; dichiara che nelle competizioni l'importante non è vincere, ma partecipare, proprio nel segno di questa rinnovata amicizia; esprime preoccupazioni per la crescita esponenziale dei conflitti; lancia un appello affinché le divergenze vengano risolte pacificamente e spera che l’attuale evento sia il punto di partenza per un nuovo tipo di confronto.
Per l’intera durata del discorso, tutti sembrano trattenere il respiro, rapiti dalle parole di tristezza, ma anche di speranza, consci di vivere in un mondo in bilico tra modernità e vecchi rancori, tra atti ignobili e segnali di buon auspicio.
Gli applausi scroscianti che accompagnano la fine del discorso sono il chiaro sintomo della voglia di cambiamento, la fiducia nella possibilità concreta di costruire un futuro migliore. De Coubertin non si sottrae all’ovazione nonostante appaia visibilmente emozionato.
È occorso quasi un decennio per trasformare la sua idea in realtà e ora le due ali del Panathinaiko, colme di una folla entusiasta, sembrano rendergli giustizia.
Abbiamo dovuto attendere mille e cinquecento anni per assistere a una nuova Olimpiade, quindici secoli prima che le antiche pietre, ora ricoperte di pregiato marmo, potessero esplodere in un applauso.
Sicuramente questa edizione non sarà ricordata per le qualità sportive. Il regolamento vieta la partecipazione a chiunque abbia già vinto una qualsiasi gara precedente. E’ il caso di Carlo Airoldi, acclamato in patria come il più grande maratoneta di tutti i tempi. Partito da Milano il 28 febbraio, ha marciato per trentuno giorni fino allo stadio di Atene, percorrendo a piedi quasi l’intero tragitto. Un’impresa mai tentata prima. Nonostante il successo e il calore che il popolo gli ha dimostrato, è stato escluso dai giochi perché considerato professionista.
Il comitato organizzativo, in linea con i propositi dell’organizzatore, non vuole una competizione agonistica, ma una dimostrazione di come lo sport possa essere uno strumento di avvicinamento tra i popoli. Gli atleti sono in gran parte studenti e marinai. Si mormora addirittura che siano stati iscritti anche semplici turisti.
Dopo il discorso del promotore, la cerimonia prosegue con caroselli e canti folcloristici. Tutti i presenti cantano e ballano, tanto che non si capisce dove finisca lo spettacolo organizzato e inizino le danze della gente comune. In un clima di armonia diffusa sfilano diversi carri che riproducono immagini delle Olimpiadi antiche. Sono trainati da cavalli e buoi, passano lenti sotto gli spalti ricevendo fiori e apprezzamenti.
Trasportano statue rappresentanti quasi tutti gli dei greci, ma i migliori raffigurano Zeus, Dio al quale le Olimpiadi erano dedicate. I vestiti e gli addobbi sono sontuosi, impreziositi da ghirlande floreali. Dai carri vengono lanciati frutta e dolciumi.
La sfilata compie un intero giro della pista interna e lascia lo stadio.
Durante l’esecuzione dell’inno, scritto da Spyros Samaras sulle parole del poeta Kostis Palamas, torna il completo silenzio e tutti i presenti si commuovono. Alcuni addirittura piangono senza nascondere le lacrime.
Al termine dell’esecuzione, l’intero stadio scandisce a gran voce il desiderio di riascoltarlo. È lo stesso Re Giorgio I di Grecia a chiederne la ripetizione. Stiamo assistendo davvero a un’Olimpiade insolita: un Re attende in piedi, davanti a un modesto palco in legno, che riecheggi l’ultima nota di una composizione richiesta dal popolo. Questo rende onore al Sovrano e il pubblico non manca di sottolinearlo, alzandosi in piedi mentre egli sale finalmente sul palco. Commosso dalla musica, la voce ha un leggero tremito nel pronunciare: “Dichiaro ufficialmente aperti i giochi di Atene, prime Olimpiadi dell’era moderna”.
Gli applausi e le urla proseguono per diversi minuti, anche mentre i duecentoquarantuno improvvisati sportivi entrano nello stadio, in ordine alfabetico per nazioni, a dimostrazione che ogni delegazione ha la stessa importanza delle altre.
Gli atleti (considerati tali per i prossimi dieci giorni) rendono onore al pubblico e il pubblico risponde. Non hanno l'aspetto né il contegno dei professionisti. Alcuni abbandonano le fila per andare a salutare i conoscenti sugli spalti, altri saltano sul posto alzando le braccia al cielo quasi avessero già vinto una gara, altri ancora si abbracciano tra di loro. Il clima di festa contagia tutti.
Sta ormai calando la sera quando il corteo degli atleti ha termine. Gli ultimi ritardatari incrociano un gruppo di giovani, una decina appena. Indossano vestiti tradizionali di vari paesi confinanti.
Si guardano attorno apparentemente intimiditi dall’immenso pubblico che li fissa. Uno di loro, regge tra le mani una torcia accesa che sembra sul punto di spegnersi a ogni soffio di vento.
Si dirige verso un braciere, posto al centro del campo, che sarà sede dei giochi. Infila la torcia tra i ceppi preparati e lo accende.
Non ci sono frasi di rito né alcun cerimoniale. I giovani, lasciano dietro di loro quello che diventa a poco a poco un grande falò. È un chiaro simbolo di pace: finché quel fuoco brucerà, i popoli saranno uniti.
La cerimonia di apertura delle Olimpiadi del 1896 termina così, con il pensiero rivolto a una tregua per i numerosi conflitti in atto e una fiamma che arde di speranza.
Lo sport come strumento per migliorare l’uomo, per elevare spirito e corpo. Come nell’Antichità, così oggi.
Non posso trattenere un brivido mentre scrivo le parole che ha pronunciato il barone all’inizio del suo discorso inaugurale: "Più veloce! più alto! più forte!".
Immagine
Il Barone Pierre de Coubertin.

Articolo Lucia Manna, Rielaborazione Ser Stefano, Editing Licetti

Note:
Liberamente ispirato alla Cerimonia di Apertura delle Olimpiadi del 1896, le prime Olimpiadi dell'Era Moderna.
Fonti notizie e immagini: Wikipedia

Disponibile anche in versione cartacea del tempo:
Pagina avanti
Retro
Rispondi

Torna a “Edizione 2012”


Alcuni esempi di nostri ebook gratuiti:


GrandPrix d'inverno 2022/2023 - Conchiglie sulla spiaggia - e le altre poesie

GrandPrix d'inverno 2022/2023 - Conchiglie sulla spiaggia - e le altre poesie

(inverno 2022-2023, 20 pagine, 449,17 KB)

Autori partecipanti: nwDomenico Gigante, nwMauro Conti, nwPiramide, nwNamio Intile, nwGiuseppe Gianpaolo Casarini, nwRossella D'Ambrosio, Gabriele Pecci, nwMarino Maiorino, nwNuovoautore, nwMacrelli Piero, nwEmma Faccin, nwLaura Traverso,
A cura di Massimo Baglione.
Scarica questo testo in formato PDF (449,17 KB) - scaricato 25 volte.
oppure in formato EPUB (336,65 KB) (nwvedi anteprima) - scaricato 13 volte..
nwLascia un commento.

Anonimania 2022 (settembre) - Prima edizione

Anonimania 2022 (settembre) - Prima edizione

(settembre 2022, 65 pagine, 1,41 MB)

Autori partecipanti: Ilario Brunner, Ombra #2, nwSelene Barblan, nwMarcello Rizza, Ombra #03, Ombra #07, nwSusanna Boccalari, Francesco Pino, Ombra #12, Ombra #08, nwMessedaglia, nwTeo Tardy, Daniela Moscardini,
A cura di Il Guru e BraviAutori.it.
Scarica questo testo in formato PDF (1,41 MB) - scaricato 37 volte.
oppure in formato EPUB (738,43 KB) (nwvedi anteprima) - scaricato 22 volte..
nwLascia un commento.

La Gara 20 - L'insolita bellezza delle piccole cose

La Gara 20 - L'insolita bellezza delle piccole cose

(marzo 2011, 45 pagine, 856,73 KB)

Autori partecipanti: Lvwceg, nwAngela Di Salvo, nwTania Maffei, nwCarlocelenza, nwSer Stefano, nwMastronxo, nwCosimo Vitiello, nwGTrocc, nwVit, nwArianna, nwSphinx, nwStillederNacht, nwExlex, nwTitty Terzano,
A cura di Dario Maiocchi.
Scarica questo testo in formato PDF (856,73 KB) - scaricato 492 volte.
oppure in formato EPUB (408,12 KB) (nwvedi anteprima) - scaricato 247 volte..
nwLascia un commento.




Alcuni esempi di nostri libri autoprodotti:


Rosso permissivo

Rosso permissivo

Una bambina e alcune persone subiscono una crudele e folle violenza. Cosa potrebbe fare una donna per vendicarsi e scongiurare la possibilità che anche sua figlia cada vittima dei carnefici? Lo scopriremo in questo racconto, dato che il rosso ce lo permette.

Copertina di Roberta Guardascione
A cura di Massimo Baglione.

Vedi nwANTEPRIMA (1,48 MB scaricato 224 volte).

nwinfo e commenti

compralo su   amazon

Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.



Museo letterario

Museo letterario

Antologia di opere letterarie ispirate dai capolavori dell'arte

Unire la scrittura all'immagine è un'esperienza antica, che qui vuole riproporsi in un singolare "Museo Letterario". L'alfabeto stesso deriva da antiche forme usate per rappresentare animali o cose, quindi tutta la letteratura è un punto di vista sulla realtà, per così dire, filtrato attraverso la sensibilità artistica connaturata in ogni uomo. In quest'antologia, diversi scrittori si sono cimentati nel raccontare una storia ispirata da un famoso capolavoro dell'Arte a loro scelta.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.
Introduzione del Prof. Marco Vallicelli.
Copertina di Giorgio Pondi.

Contiene opere di: nwClaudia Cuomo, Enrico Arlandini, Sandra Ludovici, Eleonora Lupi, Francesca Santucci, Antonio Amodio, nwIsabella Galeotti, nwTiziano Legati, nwAngelo Manarola, Pasquale Aversano, nwGiorgio Leone, nwAlberto Tivoli, nwAnna Rita Foschini, nwAnnamaria Vernuccio, William Grifò, nwMaria Rosaria Spirito, nwCristina Giuntini, nwMarina Paolucci, nwRosanna Fontana, nwUmberto Pasqui.

Vedi nwANTEPRIMA (211,82 KB scaricato 170 volte).

nwinfo e commenti

compralo su   amazon



L'arca di Noel

L'arca di Noel

Da decenni proviamo a metterci al riparo dagli impatti meteoritici di livello estintivo, ma cosa accadrebbe se invece scoprissimo che è addirittura un altro mondo a venirci addosso? Come ci comporteremmo in attesa della catastrofe? Potremmo scappare sulla Luna? Su Marte? Oppure dove?
E chi? E come?
L'avventura post-apocalittica ad alta tensione qui narrata proverà a rispondere a questi interrogativi.
Di Massimo Baglione.

Vedi nwANTEPRIMA (188,99 KB scaricato 45 volte).

nwinfo e commenti

compralo su   amazon

Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.