Falsa verità
-amore, dimmi la verità- dissi tenendo la mano alla mia fidanzata.
-cosa vuoi sapere? Lo sai che io non ho segreti per te-rispose lei sorridendomi.
-mi hai mai tradito?-
-ma cosa dici? Lo sai che ti amo più della mia vita.
Sorrisi, i miei occhi si fissarono nei suoi, mi feci più vicino e la baciai sussurrando un -ti amo.
La sua risposta fu-anche io.
Non potevo ormai stare lontano da lei, vivevamo insieme ed era essenziale per me.
Purtroppo dalle volte avevo vuoti di memoria, non ho mai capito da cosa dipendesse.
Più volte avevo parlato con il dottore,che minimizzava la cosa a del semplice stress dandomi dei medicinali.
Le accarezzai i capelli neri e lisci, mi scivolarono come una cascata sulle mani.
Il suo profumo mi inebriava, passai la bocca sul suo collo, per risposta un piccolo sussulto.
Prima che mi spingessi più lontano, il cellulare squillò.
Mi staccai da lei quasi imprecando, era la centrale.
-pronto-dissi seccato.
-Fabio vieni in centrale, abbiamo una brutta notizia.
Quelle parole mi misero in allarme- arrivo- dissi dirigendomi alla porta e indossando il cappotto.
-perché sempre nei momenti più belli ti devono chiamare?-
-purtroppo sono queste le conseguenze dell'essere poliziotti.
-uffa non possono chiamare qualcun altro?
-dai, adesso tu te ne vai sotto le coperte, e dormi, ti giuro che domani mi riscatterò- dissi sorridendo.
Lei ricambiò e mi mandò un bacio dal palmo della sua mano.
Feci finta di prenderlo e gli e lo restituii, chiusi la porta, scesi le scale e mi diressi all'auto.
La sera era fresca, e abbandonare così il calore di casa, ma soprattutto il calore di Monica mi fece quasi male.
Salii sull'auto, le mani che prima stringevano quelle di lei, adesso tremavano sul volante.
Fui scosso da capo a piede, avevo un brutto presentimento.
Quando fui in centrale mi diressi verso Mario e gli dissi diretto- cos'è successo?
-Fabio, non so proprio come dirlo... - prese una pausa grattandosi la testa – perché proprio io devo dirtelo?- continuò lui.
-cos'è successo? Mi stai facendo preoccupare!- dissi abbastanza irritato
-ecco, hanno trovato il cadavere di una donna- rispose lui titubante.
-un altra vittima del famigerato assassino di donne?- chiesi non capendo tutta quell'incertezza nella sua voce.
-Mario, il cadavere è di tua moglie.
Ebbi un momento di incertezza, la mia testa incappò su quelle parole, poi capii e le lacrime mi affiorarono dal profondo
-non ci credo, lei è scomparsa nel nulla, com'è possibile che sia morta?
Tutta la fiducia che avevo recuperato in quegli anni scomparì tutto d'un colpo.
Ricordai lei tra le braccia di un altro, io che estraggo la pistola e li minaccio.
Le mani di lei che mi afferrano e mi pregano di perdonarla, che mi amava, che era solo stata la pazzia di una notte.
Io che codardamente lascio andare il suo amante e la perdono.
Facevo finta che non fosse successo nulla, cercando di riacquistare la vecchia quotidianità.
Poi una sera torno da lavoro e lei è scomparsa nel nulla.
Tutto quello mi passa come un flashback, credevo che fosse scappata con il suo amante, e mi avesse abbandonato per sempre ma così non era.
Le emozioni erano molte e contrastanti tra loro, disperazione, rabbia, malinconia e dolore.
Mi asciugai le lacrime e con gli occhi ancora rossi dissi:- raccontami tutto.
Lui mi fissò per qualche secondo, poi annuì e iniziò:
-ieri mattina un uomo trasferitosi in una nuova casa, stava scavando in giardino per impiantare un albero.
Nello scavare è emerso uno scheletro, l'uomo sconvolto ha chiamato la polizia.
La scientifica ha esaminato i tessuti e sono risaliti a tua moglie.
Il riassunto fu breve, ma mi bastò
Tra un singhiozzo e l'altro chiesi:- di chi era la casa in precedenza?
Mario mi mostrò una foto con scritto Lorenzo di Michele, lo riconobbi subito era il suo amante.
Strinsi i pugni e digrignai i denti, - è lui! So per certo che è lui l'assassino! Mi ci gioco le palle!-
-calmati Fabio, le indagini sono ancora in corso, non siamo ancora riusciti a rintracciarlo.
- proprio ora che l'avevo quasi dimenticata, se lo trovo gli spacco la testa come lui ha fatto con lei!
-lo troveremo, te lo giuro- mi disse lui stringendomi la spalla.
-lo spero- risposi io.
Mi fermai qualche altra mezz'ora a parlare con il capo, poi fui mandato a casa.
Non sapevo nemmeno come dirlo a Monica, da qualche mese non ne parlavo più con lei, non sapevo come l'avrebbe presa.
Scesi dall'auto, entrai e dissi-amore sono a casa.
Non ricordo cosa successe dopo, ebbi un vuoto di memoria, e la mattina mi svegliai in una sala interrogatoria.
Avevo le mani ammanettate, il panico mi prese da capo a piede, iniziai a dimenarmi come un pazzo.
All'improvviso vidi la porta aprirsi, entrò un uomo di qualche anno più grande di me.
Si sedette davanti me e fece finta di non vedermi, mi dispose davanti una ventina di fotografie ritraenti donne, tra cui quella di mia moglie.
-e così è uno dei nostri chi ha ucciso queste donne- disse l'uomo.
-io non sono un assassino, non ho ucciso nessuno- risposi stupito da quelle affermazioni
-è inutile mentire! Dimmi la verità! le prove parlano chiaro.
Il cadavere di sua moglie, la dichiarazione che hai fatto all'agente Bennardi...
interruppi le sue parole dicendo:- quale dichiarazione?
L'uomo si irritò e mi urlò in faccia:- lei dopo che il collega le aveva detto della sua perdita, ha detto che avrebbe spaccato la testa dell'assassino come lui aveva fatto con sua moglie.
Peccato che non era un'informazione in suo possesso, di come era morta sua moglie.
Inoltre dopo che lei è andato a casa, è arrivato l'esito di un altro scheletro, confermando che era l'amante di sua moglie.
-non so cosa dice, le giuro che non ho ucciso nessuno.
Per questo è stato trovato nella sua cantina del narcotizzante e ciocche di capelli appartenenti alle vittime?
Per questo quando è arrivato a casa ha tentato di uccidere la sua compagna?
Per fortuna che l'agente Bennardi ha ripensato alle sue parole appena andato via.
Ero da solo contro il mondo, ma io sapevo per certo che non ero stato io che c'era un errore.
-le sto dicendo la verità non sono un assassino- dissi con le lacrime agli occhi.
L'uomo si alzò e mi afferrò per la collottola e mi urlò:- devi dire la verità bastardo! non solo hai ucciso tua moglie e altre diciotto donne, ma vuoi ancora prendermi in giro?!
Non ebbi tempo di rispondere, che un agente entrò e disse:- lascialo, non confesserà mai.
Il suo dottore ha detto che soffre di schizofrenia, per lui la verità è che lui è innocente.