Un tema affascinante e dei bei racconti, mi sono piaciuti molto. Bravi!
Oh, grazie Angelus, sono lusingata.
Ecco i miei commenti:
Superumani - Massimo Tivoli – voto 4,5
Un racconto ben congegnato, con descrizioni equilibrate per dare la giusta ossatura alla storia e rendere i personaggi credibili. D’effetto la battuta finale. La realtà e l’illusione fanno da padrone, dondolandosi sulla stessa altalena su cui è seduto il lettore. Tutta la vita della protagonista si dipana tra le bugie (subite e dette) e la realtà (dura e manipolabile). Non c’è un luogo migliore di un manicomio per allontanarsi dalla realtà e trovare il regno delle allucinazioni, solide, consolatorie, feroci.
La protagonista però non era pazza ma scomoda. Il carattere forte e la sete di vendetta le permettono di giocare allo stesso gioco. Riesce a piegare la realtà per i suoi scopi, creando una lucida rete di illusioni con cui irretire e conquistare dei complici, riesce a ottenere la sua vendetta nel mondo reale, trova gli unici amici proprio nell’ambiente irreale. In questa storia che sembra reale, i buoni, i supereroi, sono proprio i matti, prigionieri delle loro illusioni.
Io e Meo – Lodovico – voto 4,5
Un racconto davvero surreale che trascina il lettore nello spazio e nel tempo dei pensieri del protagonista. Un gatto reale perché disegnato su un foglio e allo stesso tempo irreale, dato se ne va a spasso senza controllo. Un giro in auto con tanto di sosta in autogrill verso una meta sconosciuta e alla fine ci si ritrova al punto di partenza. Misteriosi ospiti che attendono, (libri? Panini? Alieni?). Il gatto Meo sembra sapere tutto, ci ha sempre seguito nelle piccole (wurstel, frigo) e nelle grandi cose, eppure non si è mai mosso da quel foglio dove una matita lo ha inchiodato e una gomma lo minaccia. Cosa è stato davvero reale e cosa solo illusione? Non lo sa neppure lo scrittore che in realtà è rimasto col naso sul bando e ha lasciato che la storia si scrivesse da sola. O no?
Una stanza sul Daugava – Gabriele Ludovici – voto 4
Tutto il racconto si concentra in quella stanza-rifugio-prigione del protagonista. È il luogo dove può sfuggire alla realtà terribile che c’è fuori, è il rifugio dei suoi pensieri e delle sue illusioni, è la prigione tragica a cui non può sfuggire. È davvero presente una ragazza, o è il fantasma dei suoi ricordi? Sono davvero reali le persone che nomina e incontra, o sono illusioni create dalla sua mente? Lo sguardo dalla finestra è davvero puntato su una realtà concreta o su immagini credute vere? Anche il protagonista non distingue più la realtà nel buio della stanza, ride come fanno i pazzi, nega di esserlo, come fanno i pazzi, cerca una via d’uscita, spesso una da cui non si torna.
Dolcetto o scherzetto? – Annamaria Vernuccio – voto 4
Il racconto sembra l’innocente sequela di illusioni infantili della notte di Halloween, a cui gli adulti guardano con indulgenza poiché non ne temono l’aspetto. E questa è la prima illusione. C’è sempre qualcosa da temere, qualcosa per cui stare all’erta. La realtà può essere più spaventosa delle minacce delle maschere horror, più lacerante di un pianto infantile, può mordere la mano che si tende e ridere dei nostri rantoli mostrando agli altri un’illusione che scambiano per realtà. È quel che capita al protagonista di questa storia, che si trova a fare i conti con la grande illusione che si spezza: non si è mai abbastanza forti. Il Male non abbatte le porte, siamo noi a farlo entrare.
Vento di ponente – Nunzio Campanelli – voto 4
Un racconto che lascia dei bei brividi. Protagonista quel vento, visibile solo negli effetti che produce, un movimento reale di correnti d’aria con il suo carico di illusioni surreali. Illusioni che si fanno strada perfino nei sogni e stremano come vere malattie. Qual è la vera realtà, quella oggettiva che vedono i nostri occhi o quella inafferrabile prodotta dalla nostra mente? C’è davvero un chiaro confine che non permette a visioni, incubi e illusioni di allungarsi nella realtà? Forse proiettano la loro ombra e tanto basta a noi per fare il resto e concretizzarle. L’orribile visione è rimasta nell’incubo ma ha lasciato tracce nella mente sveglia, come un vento che ha cominciato a soffiare da lontano ma ha portato foglie secche ai nostri piedi.
Io odio il Natale – Angelus – voto 4
Questo bambino diventato uomo ha tutte le ragioni per trovarsi a disagio a Natale. Quello che odia è l’allegria forzata e meschina di lucine e musichette che rendono illusoria l’atmosfera. La realtà è che ha perduto il Natale in quel giorno del suo passato, gli è stato rubato da un evento di ingombrante tristezza e non l’ha più ritrovato. Potrebbe essere una realtà surreale incontrare il proprio Babbo Natale, potrebbe essere solo un’illusione creata dalla forza dei desideri inconsci, potrebbe essere un sogno-incubo che vaga nel cervello durante il sonno. Rimane comunque la realtà di un’occasione che permette di strapparsi di dosso un lungo rancore, e di ritrovare lo stupore infantile di fronte a un regalo e a un suono di campanelli.