Intervista a Massimo Tivoli
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Intervista a Massimo Tivoli
Oggi vi presento uno degli autori piu´recenti di BraviAutori ma allo stesso tempo dotato di un ottima scrittura e talento che lo hanno portato a vincere una delle ultime gare del nostro forum: Massimo Tivoli
Buona lettura
Come ha scoperto il nostro forum?
Tramite mio fratello che era già un utente. A maggio dell’anno scorso, chiacchieravo con lui di racconti che scriveva e postava sul forum. Così mi incoraggiò a dare uno sguardo, per capire se la cosa avrebbe mai potuto interessarmi. Da lì a iscrivermi il passo è stato breve.
Quando ha iniziato ad appassionarsi alla scrittura? È solo un hobby o qualcosa di più serio?
Ho sempre avuto la passione per la lettura di opere di narrativa – horror, fantascienza, fantasy, ma anche thriller, mainstream, insomma a tutto tondo – sebbene ci sia stata una lunga parentesi nella mia vita in cui ho completamente abbandonato la cosa. Scrivere cose mie non mi aveva mai sfiorato, come idea. Forse per timidezza, non saprei dire. Poi, come già detto, mi sono iscritto al forum BraviAutori.it. L’ambiente che aleggia nel forum è cordiale e amichevole, e questo mi ha spronato a provarci. Oggi, per me, scrivere è diventato quasi un’ossessione, così come leggere. Non potrei farne a meno. Chiaramente è un hobby. Credo che per tentare di approcciare la scrittura in modo serio ci si debba prima preparare, a lungo e con fatica, e poi confrontarsi – per es. tramite i vari concorsi letterari disponibili pressoché in ogni periodo dell’anno – per rendersi conto se si abbiano le capacità e le risorse per farlo seriamente o meno, talento in primis ma non solo. E poi penso che sia anche una questione di tempo. Io, come credo anche la stragrande maggioranza degli appassionati, faccio un lavoro che non ci entra niente con la narrativa e ho la mia vita privata, moglie, figlie, ecc. Insomma, il tempo è davvero poco e ogni tanto l’essere umano ha bisogno di dormire. Del resto se non si dorme non si può neanche sognare, no?
Il suo autore preferito?
Odio fare le classifiche. Se proprio devo esprimere una preferenza direi H. P. Lovecraft per le idee e i mondi immaginifici che ha inventato. Insomma, presa nella totalità, quella che ci ha lasciato è stata un’opera epica, soprattutto con le storie intorno al mito. Ai suoi tempi non deve essere stato ovvio. Ma anche P. K. Dick per il suo essere visionario. Anche per lui credo valga il merito di aver anticipato temi e visioni che tuttora riscuotono successo e rappresentano innovatività. Ma anche E. A. Poe, C. Dickens, R. A. Heinlein, S. King o, virando su autori più classici o su altri generi, L. Pirandello, I. Calvino, E. Hemingway, H. Hesse, F. S. Fitzgerald, e tanti altri ancora. E poi ci sono gli autori più contemporanei, magari esordienti. Come lettore che ama divagare dalla realtà quotidiana ed emozionarsi, trovo che ce ne siano di molto bravi.
Il suo genere preferito?
Anche io sono uno di quegli strani animaletti che vengono chiamati lettori onniveri. Pertanto leggo di tutto. Anche in questo caso, se devo proprio, direi senza dubbio horror in tutte le sue declinazioni (weird, gotico, ghost story, splatter, ecc. fino anche al più moderno e strano creepypasta). Ma anche fantascienza e fantasy, insomma la narrativa fantastica. Però, ripeto, non mi limito a leggere fantastico. Per me leggere non è un atto di fede, non mi sento di farlo secondo un credo o il senso di appartenenza a una specifica comunità; è piuttosto un modo appassionante di conoscere cose nuove, di essere altre persone, di trovarmi in altri luoghi, di avere pensieri diversi da quelli che formano la mia personalità. Quindi, leggo, leggo tutto.
Ricorda il suo primo racconto?
Come no! È passato solamente un anno e qualche mese. Era un racconto breve dal titolo “Vittime indifese”. Lo si trova sul mio profilo sul forum. Lo postai per il volume 2 dell’antologia “BReVI AUTORI” di racconti. Una delle tante splendide iniziative del forum. Il racconto è una gran accozzaglia di roba senza il minimo controllo. L’esito, giustissimo peraltro, fu la bocciatura. E questo fu un gran bel inizio. Perché mi spronò a migliorare e mi fece capire che scrivere narrativa, anche solo per hobby, non è uno scherzo. Ci vuole talento e cuore, certo, ma anche tecnica, controllo, studio, come per qualsiasi altra forma d’arte.
Ha in progetto di scrivere qualcosa di lungo o è propenso a scrivere solo racconti brevi?
Come già detto, è solo poco più di un anno che scribacchio. Avrei pure per la mente un progetto che potrebbe essere sviluppato in un romanzo. Ma francamente credo che sia troppo presto per me e, se mi ci buttassi, potrei rischiare di odiare qualcosa che invece adesso adoro. Quindi, continuerò a scrivere i miei raccontini. Oh, poi, non si può mai sapere…
Il primo libro che ha letto?
“Un canto di natale” di C. Dickens. Non ricordo l’età, ero piccolo, forse otto anni, non saprei. Ma ricordo il cuore che batteva veloce e la voglia di divorare il libro. E per me questa era una cosa rara. A quell’età, ogni volta che provavo a leggere qualcosa, non andavo oltre le cinque o sei pagine.
E l'ultimo?
“Cesare l’immortale” di F. Forte. Un thriller storico e molto altro, scritto con maestria. La prima metà, oltre a essere di preparazione e di caratterizzazione dei personaggi, dell’ambientazione, ecc. è più conforme al thriller storico in senso stretto. Nella seconda metà la storia decolla virando al fantasy e non solo. Insomma un’opera contemporanea scritta bene, che appassiona e che riesce ad andare oltre i classici canoni del thriller storico. Quindi godibile anche per chi non è appassionato del genere.
Il modo di scrivere del suo/suoi autore/i preferito/i incide sul suo modo di scrivere? Sono fonti di ispirazione?
Se parliamo di modo di scrivere in senso stretto, e quindi stile tanto per capirci, credo che l’unico modo di rispondere a questa domanda sia: assolutamente no! Lo stile è la firma dell’autore. Lo so, non è mia. L’ho letto da qualche parte ma concordo pienamente. E solitamente nessuno di noi firma con un altro nome o imitando la calligrafia di qualche altra persona. Certo, soprattutto per chi come me scribacchia da poco, lo stile è come un cavallo selvatico o imbizzarrito da domare. E osservare/analizzare la scrittura di altri autori può sicuramente aiutare e far crescere in questo senso. E poi potrebbe pure essere che il mio autore preferito scriveva nei primi del ‘900, ad es. Lovecraft, e oggi risulterei sorpassato, fuori moda, se scrivessi con quello stile; oltre che risultare poco originale visto che è esistito già Lovecraft che scriveva così (beato lui!). Invece, se per modo di scrivere consideriamo aspetti come: il modo di architettare una storia, di introdurre i personaggi, di caratterizzarli, mostrare piuttosto che raccontare, il modo di velocizzare o rallentare il ritmo, l’uso della punteggiatura, ecc., insomma questioni tecniche che possono essere colte leggendo e rileggendo i romanzi dei nostri autori preferiti, allora farsi ispirare può essere utile, senza dubbio.
Spero vi sia piaciuta!
Un ringraziamento speciale a Massimo per essersi prestato
Un abbraccio a tutti voi!
PS: Martedi saro´a Tenerife in vacanza quindi la prossima intervista slittera´di qualche giorno
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Re: Intervista a Massimo Tivoli
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Re: Intervista a Massimo Tivoli
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Re: Intervista a Massimo Tivoli
Voglio un autografo (oltre, ovviamente, un cenno formale che siamo amici, sennò come faccio a tirarmela? )
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Re: Intervista a Massimo Tivoli
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Re: Intervista a Massimo Tivoli
URKA se va bene. Và benissimo! Grazie
Già stampato, incorniciato e appeso accanto a tutte le mie onorificenze (diploma di terza elementare, cresima e prima comunione e attestato di partecipazione alla "esibizione scrittori non emergenti" di Borgo Tre Palle).
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Re: Intervista a Massimo Tivoli
Fantastica la locandina!
Bravo fratellino! Bella l'intervista
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Re: Intervista a Massimo Tivoli
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Re: Intervista a Massimo Tivoli
Sei un Autore in gamba e umile. Per me è un piacere leggerti, stuzzicarti, ammirarti.
Mi ha molto divertito la definizione "animaletto onnivoro" che legge di tutto.
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Le Gare letterarie stagionali sono concorsi a partecipazione libera, gratuiti, dove chiunque può mettersi alla prova nel forum di BraviAutori.it, divertirsi, conoscersi e, perché no, anche imparare qualcosa. I migliori testi delle Gare vengono pubblicati nei rispettivi ebook gratuiti i quali, a ogni ciclo di stagioni, diventano un'antologia annuale come questa che state per leggere.
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Contiene opere di: Alessandro Mazzi, Angelo Ciola, Aurora Gallo, Ida Dainese, Carlo Celenza, Carol Bi, Daniele Missiroli, Draper, Edoardo Prati, Fabrizio Bonati, Fausto Scatoli, Gabriele Ludovici, L.Grisolia, Laura Traverso, Liliana Tuozzo, Lodovico, Marco Daniele, Namio Intile, N.B. Panigale, Nunzio Campanelli, Pierluigi, Roberto Bonfanti, Seira Katsuto, Selene Barblan, SmilingRedSkeleton, Stefano Giraldi Ceneda, Teseo Tesei, Tiziano Legati, Tiziana Emanuele.
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Riduzione di complessità - il libro Downpunk
è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.
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La spina infinita
"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
Di Mario Stallone
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.