I cliché nei fantasy
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Re: I cliché nei fantasy
Riesco a tollerare gli zombie se la storia è bella. Tutto il resto dipende da come è scritto.
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Re: I cliché nei fantasy
Io penso che quando si comincia a scrivere si parta da letture che ci sono piaciute e che in qualche modo ci ispirano, perciò i cliché sono una sicurezza. Nel fantasy ci sono tante creature strane su cui è possibile variare con l'immaginazione ma le cose essenziali (bene, male, eroi, incantesimi, battaglie) restano le stesse.
In questo genere, e anche negli altri, quello che fa la differenza è come viene scritto.
Proprio come ha detto bene Massimo.
A parte i poveri draghetti, maghetti e vampiri.
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Re: I cliché nei fantasy
I cliché ci sono in tutti i generi narrativi, ciò che conta è saperli utilizzare, rinnovare e, all'occorrenza, distruggere. Per esempio è quello che fanno Martin in A Song of Ice and Fire ed Erikson con il Libro Malazan dei Caduti o, prima ancora, lo faceva Michael Moorcock con la saga di Eric di Melniboné. Anche Tolkien, a ben guardare, prendeva i cliché dell'epica e li rigirava come voleva: penso ad esempio, alla scelta di fare degli hobbit i veri eroi della sua epica o al ruolo che assume Gollum nel finale, e le stesse razze da lui "create" erano liberi rimaneggiamenti delle creature della mitologia norrena o anglosassone.
Il problema è che il fantasy è un genere molto "modaiolo", più della fantascienza o dell'horror, e se ha successo un certo tipo di opera subito gli autori emergenti vi si precipitano in massa. Ha successo Tolkien? Ecco fiumi di libri su improbabili ragazzini che si scoprono prescelti di qualche profezia, lotte manichee tra Bene e Male, elfi, nani e orchi stereotipatissimi. Ha successo Martin? Ecco fior fiore di saghe che si sforzano di essere a tutti i costi ciniche, spregiudicate, sanguinarie, piene di sesso e di scurrilità, finché anche questi non diventano beceri cliché.
Per come la vedo io, i migliori autori fantasy sono quelli che si sforzano di maneggiare i cliché e i luoghi comuni del genere a modo loro, con una certa dose di originalità. Ovviamente arrivati nel XXI secolo non si può creare qualcosa di originale al 100%, ma non bisogna nemmeno fare copia-e-incolla dell'opera di successo del momento. Poi ovviamente conta anche altro, ad esempio il lavoro di worldbuilding, la qualità della scrittura e della caratterizzazione dei personaggi, la credibilità dell'ambientazione...
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Re: I cliché nei fantasy
Riapri tutti i vecchi argomenti che vuoi, sono lì appositamente, mica son lì in vetrina con la targhetta "guardare e non toccare"!
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Re: I cliché nei fantasy
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Re: I cliché nei fantasy
PS: stavo per proporti di aggiungere "necroposting" nei nostri Diziogismi, ma vedo che già esiste. Non lo conoscevo.
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Re: I cliché nei fantasy
Re: I cliché nei fantasy
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A modo mio
antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Susanna Boccalari, Remo Badoer, Franco Giori, Ida Daneri, Enrico Teodorani, Il Babbano, Florindo Di Monaco, Xarabass, Andrea Perina, Stefania Paganelli, Mike Vignali, Mario Malgieri, Nicolandrea Riccio, Francesco Cau, Eliana Farotto.
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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Il Bene o il Male
Trenta modi di intendere il Bene, il Male e l'interazione tra essi.
Dodici donne e diciotto uomini hanno tentato di far prevalere la propria posizione, tuttavia la Vita ci insegna che il vincitore non è mai scontato. La Natura ci dimostra infatti che dopo un temporale spunta il sole, ma ci insegna altresì che non sempre un temporale è il Male, e che non sempre il sole è il Bene.
A cura di Massimo Baglione
Copertine di Giuliana Ricci.
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