Piazza Fontana

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'inverno 2019/2020.

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Sondaggio concluso il 23/03/2020, 0:00

1 - non mi piace affatto
3
13%
2 - mi piace pochino
7
30%
3 - si lascia leggere
7
30%
4 - è bello
5
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5 - mi piace tantissimo
1
4%
 
Voti totali: 23

ElianaF
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Piazza Fontana

Messaggio da leggere da ElianaF »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Era da tanto che non venivo a Milano. Il seminario sui cambiamenti climatici si è rivelato meno interessante del previsto - niente proposte concrete, solo parole dette e ridette -, perciò, invece che fermarmi fino alle 5, come pianificato, esco alle 3, così ho tempo di fare un giro in centro prima di prendere il treno per tornare a casa.
Sta piovendo piano e mi sto bagnando la giacca, è meglio che prenda un mezzo pubblico invece che andare a piedi. Questo tram va in direzione Duomo: le fiancate riportano la pubblicità di non so quale posto esotico, come mi piacerebbe essere su quella spiaggia invece che in questo clima uggioso di fine gennaio. Ci sono diversi posti vuoti, poche persone a spasso per saldi. Il sedile di plastica giallo è freddo e il finestrino appannato, non riesco neanche a capire dove sono, meno male che è un tram moderno, una voce registrata annuncia le fermate.
“Prossima fermata Piazza Fontana. Piazza Fontana? Quella Piazza Fontana? Mi alzo e scendo in fretta, facendomi spazio tra le persone in attesa di salire. Alzo lo sguardo e vedo il Duomo con alcune guglie coperte da impalcature, in alto la Madonnina dorata. Mi trovo in uno spazio ibrido tra una piazza e un incrocio, dove si affollano in modo caotico auto, persone, taxi, biciclette, tutti in movimento, niente a che vedere con gli spazi raffigurati da De Chirico. Ecco la fontana che dà il nome alla piazza, seminascosta dagli alberi: è decisamente sobria, diversa dalle fontane sfarzose di Roma. Mi avvicino e vedo due sirene in parte annerite dalle alghe e un pesce di pietra dalla faccia mostruosa che mi fissa. Sulla piazza si affacciano l’arcivescovado, un hotel moderno, un cantiere per il restauro di una casa diroccata e un edificio sgraziato, con finestre di diverse forme: su questo palazzo spicca la scritta Banca Nazionale dell’Agricoltura, è questo il luogo della strage. Nel 1969 la mia famiglia abitava in un condominio alla periferia di Milano, io frequentavo le elementari. Era dicembre, mancavano pochi giorni a Natale e alla televisione strillavano che i morti erano numerosi e i feriti erano gravi.
Che pena quelle foto sui giornali, quelle lenzuola bianche che risaltavano tra le macerie annerite dall’esplosione. Quegli scatti in bianco e nero mi avevano provocato degli incubi, avevo faticato a prender sonno per molto tempo, pensavo alle vittime, ai feriti, ai parenti, se ci penso ancora adesso sto male.
Mamma e papà mi avevano fornito delle spiegazioni frettolose su quelle vittime innocenti, dicendo che poteva capitare a chiunque, anche a loro, anche a me. Mi ero sentita in pericolo, davvero nessuno mi poteva proteggere? Sì, quella bomba mi aveva segnato la vita, mi aveva insegnato che gli uomini possono essere crudeli. Avevo sentito per la prima volta quella parola, terrorismo, che avrebbe insanguinato la cronaca per molti anni a seguire.
Sul prato ci sono due lapidi affiancate, sono entrambe dedicate a Giuseppe Pinelli. Dalla data scopro che la morte di Pinelli è avvenuta solo pochi giorni dopo la strage, nel palazzo della questura non lontano da qui. Francamente non mi ricordo cosa sia successo, ma dalla morte di Pinelli so che era poi dipesa in qualche modo quella del commissario Calabresi.
Ero alle medie quando venne ucciso il giovane commissario che vedevo al telegiornale. Di quell’omicidio mi sono rimasti impressi la cinquecento parcheggiata sotto casa, la moglie incinta e il bambino che non avrebbe mai conosciuto suo padre. Dopo quarant’anni le vedove di Calabresi e di Pinelli si erano incontrate e abbracciate, quello che le accumunava era il dolore patito, non il rancore.
Vado verso il palazzo della polizia municipale e scorgo in basso uno strano oggetto rotondo, forse una lampada per illuminare la facciata. Scopro invece che è una targa dell’1989 per ricordare Chico Mendes. Il nome mi è noto, ma non mi ricordo chi è, meno male che ho lo smartphone. Leggo “sindacalista, politico e ambientalista brasiliano”, assassinato nel dicembre dell’88.
Questa piazza è piena di dolore, troppi morti innocenti.
Mi scusi, mi sa dire dov’è via della Signora? . Sobbalzo per lo spavento, chi mi ha parlato è una donna in bicicletta che mi chiede indicazioni. Mi spiace, non sono pratica della zona”, le rispondo con fare impacciato.
Qui di fianco c’è la piazzetta con una statua, da ragazzi si andava in un’osteria a mangiare i wurstel con i crauti, i panini erano caldi, abbondanti e costavano poco. La statua raffigura un uomo vestito con abiti del ‘700, Cesare Beccaria.
Giro intorno al monumento e alla base vedo una scritta in caratteri maiuscoli in memoria del voto parlamentare per l’abolizione della pena di morte.
Il basamento riporta anche una citazione tratta da Dei delitti e delle pene: “……Se dimostrerò non essere la pena di morte né utile né necessaria avrò vinto la causa dell'umanità”. La morte non è mai giusta, neanche per punire i colpevoli di atti efferati.
Mi giro a guardare il palazzo della strage, le lapidi, la targa commemorativa. Ci sono uomini che uccidono ma anche uomini che combattono per la giustizia.
Mi avvio verso la metropolitana, devo riprendere il treno; mentre cammino rifletto che la violenza e il dolore possono portare alla rassegnazione, ma ci sono individui in grado di infondere la speranza, e sono davvero grata per il loro contributo all’umanità.
Ultima modifica di ElianaF il 15/02/2020, 16:35, modificato 3 volte in totale.
Athosg
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Messaggio da leggere da Athosg »

Hai vissuto un attimo di grazia, quei momenti di riflessione attiva che si hanno nelle città, nei monumenti, nelle chiese. La storia passa e lascia il segno ma bisogna avere i momenti di grazia per coglierlo.
Ultima modifica di Athosg il 26/12/2019, 17:32, modificato 2 volte in totale.
ElianaF
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Re: Piazza Fontana

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Grazie, sono contenta che tu abbia colto le emozioni che volevo esprimere.
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Eliseo Palumbo
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Messaggio da leggere da Eliseo Palumbo »

Ciao.
Il racconto si lascia leggere, scritto abbastanza bene, ha un suo svolgimento coerente e racconta l'emozioni suscitate sulla protagonista (sei forse te stessa?) da un nome: Piazza Fontana.
La protagonista, all'epoca dei fatti narrati, era una bambina, adesso donna adulta vuole affrontare il luogo che le trasmise tanta paura anni addietro.
Sulla storia del Pinelli "anarchico", dell'omicidio Calabresi e del sindacalista brasialiano potremmo stare a parlare per ore e ore, ma ciò che voglio sottolineare e che ho apprezzato molto è stata la frase del Beccaria e la conseguente riflessione: l'omicidio, legale o meno che sia, non è mai giusto.
Non mi sono emozionato, però ho letto il racconto tre volte e ho cercato di capirne il senso, il motivo della sua stesura e quello che volevi trasmettere.
Mostrare ad altri le proprie debolezze lo sconvolgeva assai più della morte

POSARE LA MIA PENNA E' TROPPO PERICOLOSO IO VIVO IO SCRIVO E QUANDO MUOIO MI RIPOSO


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ElianaF
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Re: Piazza Fontana

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grazie Eliseo per il tuo commento.Direi che hai colto lo spirito del racconto, una serie di emozioni tra di loro molto diverse suscitate da un non-luogo.
Selene Barblan
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Messaggio da leggere da Selene Barblan »

I luoghi parlano a chi li sa ascoltare; spesso capita di passare per luoghi ricchi di storia, ma se non si ha la conoscenza necessaria o la voglia e il tempo per approfondire cosa celino, si passa oltre, magari immersi in pensieri e problemi quotidiani. Questo aspetto del racconto, il porre attenzione ai dettagli, a ciò che ci circonda, è la componente più importante. È scritto inoltre in modo scorrevole e si lascia leggere; non ha però, secondo me, quella scintilla che suscita emozioni e che me lo farà ricordare. Voto 3.
ElianaF
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Re: Piazza Fontana

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grazie Selene per il tuo commento
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Roberto Bonfanti
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Messaggio da leggere da Roberto Bonfanti »

Una delle pagine più brutte della storia della Repubblica.
Trovo che il tuo racconto sia scritto bene, usi un linguaggio chiaro e lineare e a livello formale ti segnalo solo un paio di piccole sviste: "la cinquecento parcheggiata sotto casa. La moglie incinta", virgola al posto del punto; "è avvenuta solo pochi giorni dopo la strage", immagino che tu intenda " (La sua morte) è avvenuta…"
Però ho trovato il tono un po' didascalico e distaccato, in certi tratti quasi da resoconto, anche quando cerchi di esprimere le emozioni della protagonista, l'empatia non scatta, almeno per me.
Ma l'aspetto che mi convince meno è una sorta di contraddizione logica che attraversa tutta la narrazione. Più volte tu affermi di non ricordare, di non sapere (Dalla data scopro che la morte di Pinelli… non mi ricordo cosa sia successo… ecc.), fra l'altro indichi erroneamente la sede della questura nella stessa piazza invece che in Via Fatebenefratelli, come se da quei giorni tu non ne avessi più sentito parlare. Visto che, come dici, "quella bomba mi aveva segnato la vita" è strano che tu non ti sia in seguito interessata e informata su quegli avvenimenti e tutto ciò che ne è conseguito, il materiale e le possibilità non mancano di certo. Naturalmente mi riferisco al tuo alter-ego letterario.
Stesso discorso per Chico Mendes (Il nome mi è noto, ma non mi ricordo chi è…), singolare lacuna per chi partecipa a un seminario sui cambiamenti climatici.
Scusa ma per questi motivi il tuo brano non mi ha colpito particolarmente.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
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Giampiero
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Messaggio da leggere da Giampiero »

Il racconto è scritto decisamente bene, di fatto ci sono tutti gli ingredienti per un contesto narrativo in cui però, a mio parere doveva giganteggiare il personaggio io narrante, chiamato a mostrare i segni di quella tragedia che l'aveva per altro segnato e trasmetterla al lettore. C'è, evidentemente, il tentativo di trasmettere le emozioni (che in parte sono arrivate), un punto di vista particolare, ma a mio parere si esplica in modo troppo raccontato. È questo, secondo me, a creare quel po' di distacco che altri autori hanno rilevato. Comunque non è un commento negativo il mio, ma un incoraggiamento a inserire delle scene mostrate.
La paura è un cavallo con le ali: una volta lanciato al galoppo perde il contatto con il suolo e incomincia a volare.
ElianaF
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Re: Commento

Messaggio da leggere da ElianaF »

Buongiorno Roberto, grazie per il commento. Secondo te posso già correggere gli errori che hai rilevato o devo aspettare la fine della gara? È la prima volta che partecipo, non conosco tutte le regole.
Ultima modifica di ElianaF il 28/12/2019, 10:53, modificato 1 volta in totale.
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Re: Piazza Fontana

Messaggio da leggere da ElianaF »

grazie Carlo per il commento
Roberto Ballardini
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Messaggio da leggere da Roberto Ballardini »

Un racconto dal taglio documentaristico, scritto molto bene, che fonde insieme la suggestività del luogo a quella della storia. Per quella che è la mia esperienza e il mio modo di vedere le cose, sono portato a non scindere così nettamente le colpe dai meriti, nel senso che poi ogni evento ha radici molto lunghe che vanno avanti e indietro nella storia ed è difficile sapere da quale terra abbiano tratto nutrimento, ma ciò che mi suggestiona e mi affascina in questo racconto è questa immagine di un luogo reale, fatto di edifici e veicoli e persone, e allo stesso tempo di fantasmi e di sofferenza.
Ultima modifica di Roberto Ballardini il 07/02/2020, 8:25, modificato 1 volta in totale.
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Roberto Bonfanti
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Roberto Bonfanti »

ElianaF ha scritto: 27/12/2019, 21:23 Buongiorno Roberto, grazie per il commento. Secondo te posso già correggere gli errori che hai rilevato o devo aspettare la fine della gara? È la prima volta che partecipo, non conosco tutte le regole.
Ciao Eliana, per quanto ne so puoi correggere il tuo testo quando vuoi. Naturalmente non prendere tutto quello che ho segnalato come oro colato, è solo la mia opinione :D
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
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ElianaF
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Re: Piazza Fontana

Messaggio da leggere da ElianaF »

Ringrazio @Roberto Ballardini per il commento e @Roberto Bonfanti per le dritte!
Namio Intile
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Messaggio da leggere da Namio Intile »

Cominci con una voce narrante. E va bene. Ma, a mio avviso, nel secondo periodo, da " Sta piovendo…" la voce narrante cambia registro e assume quella della riflessione. Si tratta di un pensiero quindi. Dovresti renderlo esplicito in qualche modo, anche graficamente, altrimenti generi confusione.
Questa confusione continua in tutto il racconto penalizzandolo.
Quanto al testo, l'intento didattico e moraleggiante è evidente, a scapito della storia, che praticamente non esiste. Tanto inesistente che la protagonista sembra trasformarsi in una sorta di turista del dolore, seppure dotata di purissimi e buonissimi e nobilissimi sentimenti.
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Fausto Scatoli
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

mi fa piacere che qualcuno scriva ricordando un atto di tale vigliaccheria, quello che ha dato il via agli anni di piombo.
lasciamo perdere la storia di Pinelli e Calabresi, non finirebbe mai, e andiamo invece al racconto.
personalmente rivedrei un poco la punteggiatura, mentre le descrizioni sono buone. soprattutto a livello emotivo.
quella che era una bimba all'epoca dei fatti, si trova a riviverli da adulta per puro caso, passando nel luogo del misfatto. e da lì prosegue il suo ripercorrere gli anni, scoprendo anche Chico Mendes.
bella la chiusa con la frase di Beccaria.
un buon lavoro, anche se migliorabile.
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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ElianaF
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Re: Piazza Fontana

Messaggio da leggere da ElianaF »

Grazie Namio e Fausto per gli spunti.
Sonia85
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Messaggio da leggere da Sonia85 »

Buono lo stile e le descrizooni, ma ha una natura troppo da documentario o da ritratto e troppo poco da racconto. L'argomento è sicuramente delicato e importante, ma questo da solo non basta a dare vita a un racconto pregevole.
ElianaF
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Re: Piazza Fontana

Messaggio da leggere da ElianaF »

grazie Sonia per il commento.
Stefyp
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Messaggio da leggere da Stefyp »

È più una riflessione che una narrazione e questo penalizza il tutto. È ben scritto, ma sembra quasi la pagina di un diario personale. In un altro contesto avresti sicuramente avuto più soddisfazioni. Anche se è fuori di dubbio che riflettere e far riflettere sulle queste pagine della nostra storia non è mai un male.
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Lodovico
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Messaggio da leggere da Lodovico »

Piazza Fontana, nonostante fossi troppo giovane per averne un ricordo personale, è uno di quegli eventi, come Bologna, e parecchi altri, che ti ricordano tempi e, per fortuna, costumi passati. Ho apprezzato che tu lo abbia ricordato con un racconto delicato di chi non ne è stata protagonista, ma testimone. Brava.
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ElianaF
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Re: Piazza Fontana

Messaggio da leggere da ElianaF »

Grazie Ludovico e Stefyp per il commento.
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Re: Piazza Fontana

Messaggio da leggere da Gabrielegravina »

Un molto bel racconto, che richiama al tragico evento storico del secondo dopoguerra.
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Racconto-cronaca molto triste che ha anche il pregio di ricordare una pagina nera e vile del nostro Paese. Trovo che sia scritto bene, anche se con qualche refuso peraltro già segnalato. Sono ben descritte le sensazioni e le considerazioni della protagonista. Complessivamente lo ritengo un buon pezzo.
ElianaF
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Re: Piazza Fontana

Messaggio da leggere da ElianaF »

Grazie Laura per il commento. Parli di refusi: me li puoi indicare così li correggo? grazie
Leonardo74
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Messaggio da leggere da Leonardo74 »

Ciao. Il racconto secondo me si lascia leggere e non annoia nonostante descriva solamente dei luoghi e non ci siano grandi accadimenti. Proprio per questo credo vada premiato (da parte mia con un 4) nella misura in cui suscita comunque delle riflessioni e solletica delle opinioni, su cui ognuno potrebbe discutere ore (come se fossero i luoghi a parlare, e ogni lettore potrebbe leggere un racconto diverso in base alleemozioni e alle opinioni susictate da quel luogo); questo lo trovo comuque un merito, o se non altro una cosa interessante.
Un dettaglio di poco conto: " niente a che vedere con gli spazi raffigurati da De Chirico. Ecco la fontana che dà il nome alla piazza, seminascosta dagli alberi: è decisamente sobria, niente a che vedere con le fontane di Roma". - Due volte "niente a che vedere" ravvicinato. Ci può anche stare, non è un errore, ma io userei un'espressione diversa. Ciao
ElianaF
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Re: Piazza Fontana

Messaggio da leggere da ElianaF »

Grazie Leonardo, per l'apprezzamento ed il commento sul "niente a che vedere" ripetuto. Vedo di correggerlo!
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Giorgio Leone
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Messaggio da leggere da Giorgio Leone »

Beh, già che sei nell'ottica di correggere, ti segnalo quanto segue:
"tutti in movimento, niente a che vedere con gli spazi raffigurati da De Chirico. Ecco la fontana che dà il nome alla piazza, seminascosta dagli alberi: è decisamente sobria, niente a che vedere con le fontane ". Un "niente a che vedere" lo eliminerei.
"Vado verso il palazzo della polizia municipale e vedo ": vado e vedo non è il massimo.
Per il resto sembra proprio un tema scolastico e non ha nulla del racconto. Ma la scelta del soggetto, credo, già non lasciava altra strada che quella che hai seguito, magari mettendo un po' troppo l'accento su quello che vedi, piuttosto su quello che hai sentito in passato e senti oggi. Va bene, vedi una signora che ti chiede dov'è via della Signora, ma perché me lo racconti?
Citazioni, statue e quant'altro, nonché il finale moraleggiante non migliorano la situazione.
Fossi in te, insomma, la prossima volta mi inventerei una storia o prenderei ispirazione da tutto quello che ci succede intorno, ce n'è abbastanza e anche troppo. Una volta fatto ciò, è chiaro che, per te, scrivere bene non è certo un problema: ti viene naturale.
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ElianaF
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Re: Piazza Fontana

Messaggio da leggere da ElianaF »

Grazie Giorgio per il commento. Mi rendo conto che è più facile inventare una storia che riferirsi a pagine oscure del nostro passato, ma ho sentito l'impulso di farlo…
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Teseo Tesei
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Messaggio da leggere da Teseo Tesei »

La dignità della persona non si perde mai, nemmeno quando si commette il peggiore dei crimini.
La vita è un dono da proteggere ed è fonte di tutti gli altri doni e di tutti gli altri diritti.
La convinzione di offrire anche al colpevole la possibilità di pentimento non può essere mai abbandonata.

Detto questo è lecito che precise regole di ingaggio prevedano l'impiego della forza letale quando ogni altro mezzo appaia assolutamente inefficace ed inevitabile per proteggere altre vite umane.
Parrebbe un controsenso ma non lo è affatto.
Il tutto deve sempre rispettare la dignità della vita umana e proteggere la stessa vita umana.

Atti terroristici, quali quello in oggetto, violano entrambe le regole di ingaggio sopra indicate.
Sono atti da fermare senza esitazione, offrendo possibilità di pentirsi agli esecutori dopo averli prontamente bloccati e resi inoffensivi.

Mi piace: voto 4.

:smt006
Le stelle brillano soltanto in notte oscura.
https://www.youtube.com/watch?v=HTRHL3yEcVk

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Nella ricerca di un tema che potesse risultare gradito a più autori, ci è sembrato infine appropriato proporre un'antologia di opere il cui fattor comune fosse il brivido. Un termine per molti versi ingannevole, almeno quanto lo sono certe credenze e immagini che la ragione volutamente ignora, o perfino deride. Eppure, l'ignoto ci aspetta al varco, silenzioso e paziente, per catapultarci nello strapiombo degli incubi o nel vortice di ansie e desideri repressi.
A cura di Roberto Virdo'.

Contiene opere di: nwIda Dainese, nwFrancesca Paolucci, nwMarcello Rizza, nwFausto Scatoli, nwAnnamaria Ricco, Francesco Cau, Valentino Poppi, nwMario Flammia, Essea, nwUmberto Pasqui, nwEnrico Teodorani, Roberto Masini, Maria Perrella, Giacomo Baù, nwEliseo Palumbo, nwSelene Barblan, Stefano Bovi, nwIbbor OB, nwAndrea Teodorani, Simona Geninazza, Lidia Napoli, Mario Malgieri, Michele Silvi, nwIda Daneri, nwAlessandro Mazzi.

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Fungo più, fungo meno...

Fungo più, fungo meno...

Nessuno li ha mai raccontati in maniera avvincente.

Cosa può accadere se una élite di persone geneticamente Migliore si accorge di non essere così perfetta come crede?
Una breve storia di Fantascienza scritta da Carlo Celenza, Ida Dainese, Lodovico Ferrari, Massimo Baglione e Tullio Aragona.

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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.



I sogni di Titano

I sogni di Titano

Il "cubo sognatore" su Titano aveva rivelato una verità sconvolgente sull'Umanità, sulla Galassia e, in definitiva, sull'intero Universo, una verità capace di suscitare interrogativi sufficienti per una vita intera. Come poteva essere bonariamente digerito il concetto che la nostra civiltà, la nostra tecnologia e tutto ciò che riguardava l'Umanità… non esisteva?
"Siamo solo… i sogni di Titano", aveva riportato il comandante Sylvia Harrison dopo il primo contatto col cubo, ma in che modo avrebbe potuto l'orgoglio dell'Uomo accettarlo? Ovviamente, l'insaziabile sete di conoscenza dell'Essere umano anelava delle risposte, e la sua naturale curiosità non poteva che spingerlo alla ricerca dell'origine del cubo e delle ragioni della sua peculiare funzione.
Gli autori GLAUCO De BONA (vincitore del Premio Urania 2013) e MASSIMO BAGLIONE (amministratore di BraviAutori.it) vi presentano una versione alternativa del "Tutto" che vi lascerà senza parole. Di Glauco De Bona e Massimo Baglione.

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