Orologio

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'inverno 2019/2020.

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Sondaggio concluso il 23/03/2020, 0:00

1 - non mi piace affatto
2
11%
2 - mi piace pochino
3
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3 - si lascia leggere
6
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4 - è bello
5
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Fausto Scatoli
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Orologio

Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

«Guarda che spettacolo, Valien.»
Mi osserva e scodinzola, poi volge lo sguardo avanti a sé.
Sono salito quassù per poter inglobare negli occhi e nella mente il luogo dove sono nato: una terra fertile e benigna che ha accolto il mio popolo in epoca lontana e ha forgiato i miei avi, concedendo loro di sfruttarla, ma facendosi rispettare. Una magnifica e ampia vallata incassata tra i monti, le cui uniche vie d’accesso naturale sono il torrente, che esce, e la dolce ascesa di questo colle.
Ciò ha impedito l’invasione da parte di altre genti e ne ha permesso la difesa quando è stato tentato. Rare volte, in verità, e mai da nostri simili.
In effetti abbiamo quasi sempre prosperato in pace e in isolamento, anche se tanto tempo fa non fu così.

«Sai, Valien, che in un tempo antico vi erano città talmente enormi che questa valle non sarebbe bastata a contenerne una? Grandi case e un incredibile numero di abitanti. Vivevano in un ambiente che a noi è sempre apparso assurdo: la loro era si chiamava “tecnologica”, una parola di cui non ho mai compreso appieno il significato.»
Il Superiore mi guarda, incuriosito, poi sbotta: «E-hno-ò-gi-ha?»
«Così pare. Quel che è chiaro è che avevano abbandonato la natura per cercare sviluppo in altre direzioni. Pare avessero macchine che lavoravano per loro e che potessero spostarsi velocemente da un luogo all’altro tramite vari mezzi inventati. E sembra anche che tutte le terre conosciute fossero da loro abitate.»
«Oh… hu-he…»
«Già. Ho anche capito che non erano sereni. Se lo fossero stati non avrebbero cercato quel tipo di evoluzione, sarebbero andati in un’altra direzione.»

Chiudo gli occhi. Il mio orologio interiore dice che il tempo è quasi completo. Sono al tramonto.
«Valien, probabilmente la tua razza sostituirà la mia, che si sta estinguendo.»
«No!» ribatte seccamente.
Sorrido. Stanno migliorando il linguaggio notevolmente, i Superiori. Molto simili ad asini, risultato di qualche follia “tecnologica” o, forse, semplice evoluzione, non ci è dato sapere. Come il perché della nostra sterilità in costante aumento.
«Comunque sia, tra poco io me ne andrò. Tu sappi far tesoro di tutto quanto ti ho detto e ricorda ai tuoi simili che non dovete fare come noi.»
Sa che sto dicendo la verità. E ne soffre.
«Gli uomini di quelle città hanno provocato danni enormi. Da quanto abbiamo ricostruito in base a ricordi tramandati da generazioni, alla loro società serviva sempre più energia per sopravvivere. Hanno consumato tutto ciò che la terra offriva per creare tanta di quella luce che in certi punti non si potevano più vedere le stelle. Si sono fatti la guerra per trovare altre fonti, una guerra fatale.»

Valien sfrega il suo muso contro di me, ha capito che manca davvero poco.
«Certo, da allora molto è cambiato» riprendo, «ma forse era già tardi. Ora ognuno di noi sa quando giunge al termine e non cerca mezzi strani per proseguire il ciclo vitale, sarebbe assurdo. Come assurdo è illuminare la notte, sprecare il cibo e l’acqua.»
Lo guardo sorridendo: «Addio, Valien, devo andare al mio ultimo sonno. Guarda verso l’alto stanotte, vedrai una stella in più.»
Gli accarezzo il muso, vedo cadere una lacrima.
Mi accomodo nella microcapsula e lui si allontana. Mi sistemo la cintura, chiudo il tettuccio, sospiro e premo il pulsante.
L’orologio batte gli ultimi colpi, la capsula parte verso l’alto e mentre sento il corpo morire penso che tra poco sarò parte del cielo stellato. Così hanno deciso gli dei.
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Giampiero
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Divertente racconto, a un certo punto ho riso sulla "questione" degli "asini" relegati in essere "Superiori". Non abbiamo praticamente scampo, direi che siamo sulla strada giusta. Ma per altre vie ho trovato il racconto anche un po' malinconico, il che è decisamente un aspetto positivo visto le poche battute a disposizione per trasmettere umori tra loro così nettamente contrapposti. Simpatico essere questo Valian. Piaciuto particolarmente il finale, per la serie: siamo figli delle stelle.
La paura è un cavallo con le ali: una volta lanciato al galoppo perde il contatto con il suolo e incomincia a volare.
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Abbiamo appena finito di partecipare al calendario 2020 il cui tema era "Altri Mondi". Mi è parso, infatti, di leggere uno dei tanti racconti in gara per quel concorso. Certo, questo si dilunga di più di ciò che era consentito per il Calendario ma, più o meno, il senso è quello. Racconto carino che si lascia sicuramente leggere ma, sarà per quanto spiegato appena sopra, non vi trovo nulla di così originale.
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Fausto Scatoli
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

Laura Traverso ha scritto: 03/01/2020, 19:00 Abbiamo appena finito di partecipare al calendario 2020 il cui tema era "Altri Mondi". Mi è parso, infatti, di leggere uno dei tanti racconti in gara per quel concorso. Certo, questo si dilunga di più di ciò che era consentito per il Calendario ma, più o meno, il senso è quello. Racconto carino che si lascia sicuramente leggere ma, sarà per quanto spiegato appena sopra, non vi trovo nulla di così originale.
se stai dicendo che questo racconto ha partecipato al concorso "Altri mondi", ti dico che stai sbagliando. io non ho inviato alcuna storia per quel concorso. sono rimasto assente parecchio per motivi personali e neppure sapevo ci fosse.
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Fausto Scatoli ha scritto: 03/01/2020, 19:05 se stai dicendo che questo racconto ha partecipato al concorso "Altri mondi", ti dico che stai sbagliando. io non ho inviato alcuna storia per quel concorso. sono rimasto assente parecchio per motivi personali e neppure sapevo ci fosse.
Mi spiace che tu non abbia capito niente. Leggi meglio quanto ho scritto e capirai... (non mi è passato neppure per l'anticamera del cervello di pensare e dire che il tuo racconto avesse partecipato a quel concorso).
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Laura Traverso ha scritto: 03/01/2020, 19:10 Mi spiace che tu non abbia capito niente. Leggi meglio quanto ho scritto e capirai... (non mi è passato neppure per l'anticamera del cervello di pensare e dire che il tuo racconto avesse partecipato a quel concorso).
ok, se ho capito male ti chiedo scusa
però gradirei sapere a cosa è dovuto il tuo astio.
quello non lo capisco proprio
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Re: Orologio

Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Sei fuori? BOH! "Il mondo è bello perchè è vario"- Cerca di rilassarti, abbiamo appena iniziato il nuovo anno, anzi ti auguro un Buon Anno e ti dico e ti consiglio vivamente di non vedere nero ovunque, (prima dici che ti ho accusato di aver scritto per quel concorso, ora parli di astio???? Mah!!!!)
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Commento: Orologio

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Trama non originale ma con qualche tratto particolare. Non mi ha emozionato, avrei gradito maggiori dettagli su chi parla e su Valien.
Forse sarebbe stato più appropriato il titolo "L'ora di Valien" o il focus del racconto è la morte del narratore?
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Re: Commento: Orologio

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ElianaF ha scritto: 03/01/2020, 19:37 Trama non originale ma con qualche tratto particolare. Non mi ha emozionato, avrei gradito maggiori dettagli su chi parla e su Valien.
Forse sarebbe stato più appropriato il titolo "L'ora di Valien" o il focus del racconto è la morte del narratore?
il focus del racconto è l'orologio interiore che segnala la fine della vita.
per questo l'ho intitolato "Orologio".
è una delle cose che sono cambiate dopo il disastro, probabilmente la pricipale

:)
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Re: Orologio

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Laura Traverso ha scritto: 03/01/2020, 19:33 Sei fuori? BOH! "Il mondo è bello perchè è vario"- Cerca di rilassarti, abbiamo appena iniziato il nuovo anno, anzi ti auguro un Buon Anno e ti dico e ti consiglio vivamente di non vedere nero ovunque, (prima dici che ti ho accusato di aver scritto per quel concorso, ora parli di astio???? Mah!!!!)
allora ti chiedo, per cortesia, di utilizzare un linguaggio meno secco.
te ne sarei davvero grato.
amen.
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Valien mi è piaciuto davvero tanto; non so spiegare perché ma mi ha trasmesso tenerezza, nonostante venga descritto relativamente poco... . Il racconto è ben scritto, ha suscitato in me voglia di sapere qualcosa in più riguardo ai Superiori, forse saranno meritevoli del loro nome. Il fatto che l’umano (se di umano si tratta) vada incontro alle stelle seguendo quanto gli dice il suo orologio interno mi ricorda ciò che ho sentito degli indiani d’America, che, quando sentono arrivare la propria ora, cercano una pietra e si lasciano morire. Voto 4 (ribadisco che mi piacerebbe rivedere in futuro Valien)
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Fausto Scatoli
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Selene Barblan ha scritto: 03/01/2020, 21:41 Valien mi è piaciuto davvero tanto; non so spiegare perché ma mi ha trasmesso tenerezza, nonostante venga descritto relativamente poco... . Il racconto è ben scritto, ha suscitato in me voglia di sapere qualcosa in più riguardo ai Superiori, forse saranno meritevoli del loro nome. Il fatto che l’umano (se di umano si tratta) vada incontro alle stelle seguendo quanto gli dice il suo orologio interno mi ricorda ciò che ho sentito degli indiani d’America, che, quando sentono arrivare la propria ora, cercano una pietra e si lasciano morire. Voto 4 (ribadisco che mi piacerebbe rivedere in futuro Valien)
nel ringraziarti per il commento, ti dico che potresti davvero rileggere di Valien (o di quelli come lui), in quanto ho altri racconti che ne parlano.
uno, per esempio, lo trovi qui https://www.braviautori.it/haetio-dandelion.html
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Re: Orologio

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Che bello!! Farò!!
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Messaggio da leggere da Roberto Ballardini »

Il tema è decisamente attuale, malgrado il taglio fantascientifico, e condivido l'approccio rassegnato, la constatazione che i giochi siano fatti o che, se anche non lo sono, comunque all'orizzonte non c'è nessuna aspettativa plausibile di invertire la tendenza autodistruttiva della nostra epoca.
Mi è piaciuto memorizzare il termine "scodinzola", che mi ha fatto subito pensare a un cane, e poi associarlo successivamente a "Superiore", constatando con sorpresa e interesse che avevi in mente altro. Il tema principale l'avrei preferito sviluppato un po' meno esplicitamente, un po' meno spiegato, ma l'ho comunque letto con piacere.
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Messaggio da leggere da Eliseo Palumbo »

Il racconto è bello, mi piace, scritto bene e gradevole.

Bella l'immagine del maestro che saluta il discepolo, bella l'ambientazione distopica, perché un futuro distrutto dalla tecnologia e gestito da asini è molto distopico.

Mi sono piaciuti anche il termine "una stella in più" e la frase finale "così hanno deciso gli dei" perché nostante il protagonista abbia vissuto in un'era molto sviluppata tecnologicamente è pur sempre rimasto attaccato all'idea di un dio superiore e di una vita ultraterrena, o almeno questo è quello che mi ha trasmesso.

Voto massimo
Mostrare ad altri le proprie debolezze lo sconvolgeva assai più della morte

POSARE LA MIA PENNA E' TROPPO PERICOLOSO IO VIVO IO SCRIVO E QUANDO MUOIO MI RIPOSO


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Fausto Scatoli
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Eliseo Palumbo ha scritto: 05/01/2020, 18:31 Il racconto è bello, mi piace, scritto bene e gradevole.

Bella l'immagine del maestro che saluta il discepolo, bella l'ambientazione distopica, perché un futuro distrutto dalla tecnologia e gestito da asini è molto distopico.

Mi sono piaciuti anche il termine "una stella in più" e la frase finale "così hanno deciso gli dei" perché nostante il protagonista abbia vissuto in un'era molto sviluppata tecnologicamente è pur sempre rimasto attaccato all'idea di un dio superiore e di una vita ultraterrena, o almeno questo è quello che mi ha trasmesso.

Voto massimo
ti ringrazio, eliseo, e sono felice ti sia piaciuto
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Roberto Ballardini ha scritto: 05/01/2020, 10:24 Il tema è decisamente attuale, malgrado il taglio fantascientifico, e condivido l'approccio rassegnato, la constatazione che i giochi siano fatti o che, se anche non lo sono, comunque all'orizzonte non c'è nessuna aspettativa plausibile di invertire la tendenza autodistruttiva della nostra epoca.
Mi è piaciuto memorizzare il termine "scodinzola", che mi ha fatto subito pensare a un cane, e poi associarlo successivamente a "Superiore", constatando con sorpresa e interesse che avevi in mente altro. Il tema principale l'avrei preferito sviluppato un po' meno esplicitamente, un po' meno spiegato, ma l'ho comunque letto con piacere.
grazie mille per le belle parole
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Una specie di favola, a mio avviso, considerato che non è dato sapere il come il dove il quando e il perché. L'intento è moraleggiante, l'uomo (cattivo) che soccombe perché ha consumato tutte le risorse della Terra e lascia il posto ad altre razze (buone). Il tema lo trovo stucchevole e il racconto, poco sviluppato, di per sé non può che offrire un'avara istantanea.
Ti segnalo un errore di forma: "In effetti abbiamo quasi sempre prosperato in pace e in isolamento, anche se tanto tempo fa non fu così."
In questo periodo passi dal presente al passato.
Ti segnalo delle incongruenze logiche: " Una magnifica e ampia vallata incassata tra i monti, le cui uniche vie d’accesso naturale sono il torrente, che esce, e la dolce ascesa di questo colle.
Ciò ha impedito l’invasione da parte di altre genti e ne ha permesso la difesa quando è stato tentato. Rare volte, in verità, e mai da nostri simili."
Non mi pare credibile che una vallata come da te descritta possa impedire un'invasione sfruttando la sua sola topografia.
Parli di altri genti e, alla fine, mai da nostri simili.
A chi ti riferisci? Non riesco a comprendere.
E infine, gli asini non scodinzolano che io sappia; poi non capisco come una società che non possiede più tecnologia spedisca tra le stelle i suoi membri.
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Messaggio da leggere da Simone_Non_é »

Per quanto l'incipit non mi abbia colpito particolarmente, in quanto si parla di un ambiente molto spesso usato in romanzi, film ecc. Il racconto è riuscito ad emozionarmi e credo che questo sia l'aspetto più importante arriva e influisce sulle emozioni del lettore, bel lavoro.
Ultima modifica di Simone_Non_é il 08/01/2020, 13:11, modificato 1 volta in totale.
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Namio Intile ha scritto: 07/01/2020, 12:11 Una specie di favola, a mio avviso, considerato che non è dato sapere il come il dove il quando e il perché. L'intento è moraleggiante, l'uomo (cattivo) che soccombe perché ha consumato tutte le risorse della Terra e lascia il posto ad altre razze (buone). Il tema lo trovo stucchevole e il racconto, poco sviluppato, di per sé non può che offrire un'avara istantanea.
Ti segnalo un errore di forma: "In effetti abbiamo quasi sempre prosperato in pace e in isolamento, anche se tanto tempo fa non fu così."
In questo periodo passi dal presente al passato.
Ti segnalo delle incongruenze logiche: " Una magnifica e ampia vallata incassata tra i monti, le cui uniche vie d’accesso naturale sono il torrente, che esce, e la dolce ascesa di questo colle.
Ciò ha impedito l’invasione da parte di altre genti e ne ha permesso la difesa quando è stato tentato. Rare volte, in verità, e mai da nostri simili."
Non mi pare credibile che una vallata come da te descritta possa impedire un'invasione sfruttando la sua sola topografia.
Parli di altri genti e, alla fine, mai da nostri simili.
A chi ti riferisci? Non riesco a comprendere.
E infine, gli asini non scodinzolano che io sappia; poi non capisco come una società che non possiede più tecnologia spedisca tra le stelle i suoi membri.
che non ti sia piaciuto è chiaro e me ne dispiaccio.
ti ringrazio per il commento e le osservazioni, ma mi permetto una nota: Valien non è un asino, è un Superiore, e niente vieta che possa scodinzolare.
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Simone_Non_é ha scritto: 07/01/2020, 15:28 Per quanto l'incipit non mi abbia colpito particolarmente, in quanto si parla di un ambiente molto spesso usato in romanzi, film ecc. Il racconto è riuscito ad emozionarmi e credo che questo sia l'aspetto più importante arriva e influisce sulle emozioni del lettore, bel lavoro.
grazie, simone
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Il tema dell'abuso della tecnologia che porta all'autodistruzione è molto attuale e abbondantemente sfruttato in narrativa. Non mi soffermo sulle contraddizioni logiche già evidenziate (la capsula, per esempio), ma ho trovato strano definire "Superiori" i membri della nuova razza che erediterà la terra, in fondo Valien sembra a uno stadio inziale dell'evoluzione. Come trovo singolare condannare tout court la tecnologia (Come assurdo è illuminare la notte…); tutto è tecnologia, anche la zappa per lavorare la terra, è molto più che utopico supporre che l'evoluzione non vada di pari passo con il progresso. Che poi questo venga mal utilizzato è un altro discorso.
Un po' retorico ma scritto globalmente bene, tocca alcune corde emotive, si lascia leggere.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
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Roberto Bonfanti ha scritto: 08/01/2020, 21:47 Il tema dell'abuso della tecnologia che porta all'autodistruzione è molto attuale e abbondantemente sfruttato in narrativa. Non mi soffermo sulle contraddizioni logiche già evidenziate (la capsula, per esempio), ma ho trovato strano definire "Superiori" i membri della nuova razza che erediterà la terra, in fondo Valien sembra a uno stadio inziale dell'evoluzione. Come trovo singolare condannare tout court la tecnologia (Come assurdo è illuminare la notte…); tutto è tecnologia, anche la zappa per lavorare la terra, è molto più che utopico supporre che l'evoluzione non vada di pari passo con il progresso. Che poi questo venga mal utilizzato è un altro discorso.
Un po' retorico ma scritto globalmente bene, tocca alcune corde emotive, si lascia leggere.
intanto grazie per il commento.
poi ammetto che sì, Valien è probabilmente a uno stadio iniziale e il fatto che la sua razza possa sostituire quella umana è solo il ppensiero del protagonista.
potrebbe accadere come no.
infine, il mio intento non era condannare la tecnologia in toto, ma l'uso che l'umanità ne ha fatto.
se non sono riuscito a farlo comprendere vuol dire che devo modificare qualcosa.
grazie ancora
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Ho inteso questo racconto come la parte finale di un qualcosa. Non sarebbe un male se il racconto bastasse a sé stesso. Purtroppo a me personalmente non è bastato, è sicuramente molto soggettiva come sensazione, ma mi ha lasciato un senso di incompiuto. L'argomento non è originale, anche questo non è un problema, qualcosa di originale si può sempre dire. È ben scritto, ma non mi ha emozionato. E poi i problemi della razza umana sono ben altri! La povera tecnologia non ha colpa.
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Stefyp ha scritto: 19/01/2020, 14:41 Ho inteso questo racconto come la parte finale di un qualcosa. Non sarebbe un male se il racconto bastasse a sé stesso. Purtroppo a me personalmente non è bastato, è sicuramente molto soggettiva come sensazione, ma mi ha lasciato un senso di incompiuto. L'argomento non è originale, anche questo non è un problema, qualcosa di originale si può sempre dire. È ben scritto, ma non mi ha emozionato. E poi i problemi della razza umana sono ben altri! La povera tecnologia non ha colpa.
beh, la tecnologia non viene incolpata. se si capisce questo vuol dire che ho sbagliato il messaggio.
la colpa è di chi utilizza la tecnologia, ossia dell'uomo, e questo mi pare chiaro anche oggi.
grazie per il commento.
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Messaggio da leggere da Giorgio Leone »

Effettivamente questo testo, pur scritto bene, è un festival di incongruenze e contraddizioni, molte delle quali sono già state fatte notare.
Ad esempio che pensare di una ampia vallata incassata tra i monti, la cui via d’accesso in alto è la dolce ascesa di un colle, la quale comunque è riuscita ad impedire l’invasione da parte di altre genti (però non simili a noi)? Il morituro, poi, non sa cos’è la tecnologia, sospetta che gli avi potessero spostarsi da un luogo all’altro tramite vari mezzi inventati, ma si accomoda in una microcapsula, si sistema la cintura, chiude il tettuccio, sospira e preme il pulsante. Qualcosa non quadra. Anche Valien, il Superiore, desta qualche perplessità. Se è molto simile a un asino, e il protagonista lo sa, significa che ci sono in circolazione anche asini. Per cui abbiamo contemporaneamente sia asini che supeasini scodinzolanti, che un giorno ci sostituiranno perché ormai siamo sterili. Credo che il tutto vada ripensato con un po’ più di logica e attenzione ai concetti che si esprimono.
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Francesco Dell'Accio
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Messaggio da leggere da Francesco Dell'Accio »

Ciao Fausto
mi piace molto il tema della pericolosità della tecnologia, di come questa possa limitare gli spazi democratici, inaridirci, fino a far paradossalmente regredire la nostra società. Intendiamoci,non penso questo della tecnologia, lo considero solo uno scenario possibile causato dall'abuso.
Il racconto l'ho trovato però un po' scontato e moraleggiante.
A rileggerci
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Alcuni esempi di nostri ebook gratuiti:


La Gara 61 - Ai confini della Realtà

La Gara 61 - Ai confini della Realtà

(novembre/dicembre 2016, 15 pagine, 777,31 KB)

Autori partecipanti: Massimo Tivoli, nwIda Dainese, nwGabriele Ludovici, nwAngela Catalini,
A cura di Massimo Tivoli.
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La Gara 70 - Troppo tardi

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(aprile 2018, 20 pagine, 663,34 KB)

Autori partecipanti: nwRoberto Bonfanti, nwPatrizia Chini, nwDaniele Missiroli, nwGabriele Ludovici, nwIda Dainese,
A cura di Lodovico Ferrari.
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La Gara 67 - Cavalieri di ieri, di oggi e di domani

La Gara 67 - Cavalieri di ieri, di oggi e di domani

(novembre 2017, 30 pagine, 736,36 KB)

Autori partecipanti: nwNunzio Campanelli, nwAlberto Tivoli, nwDaniele Missiroli, nwLodovico, Massimo Tivoli, nwConrad, nwCarlocelenza, nwPatrizia Chini,
A cura di Ida Dainese.
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Alcuni esempi di nostri libri autoprodotti:


BReVI AUTORI - volume 2

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collana antologica multigenere di racconti brevi

BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:

Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale

La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwIda Dainese, nwDaniele Missiroli, nwFausto Scatoli, nwAngela Di Salvo, nwFrancesco Gallina, nwThomas M. Pitt, Milena Contini, Massimo Tivoli, Franca Scapellato, Vittorio Del Ponte, nwEnrico Teodorani, nwUmberto Pasqui, nwSelene Barblan, Antonella Jacoli, Renzo Maltoni, nwGiuseppe Gallato, Mirta D, nwFabio Maltese, nwFrancesca Paolucci, nwMarco Bertoli, Maria Rosaria Del Ciello, nwAlberto Tivoli, nwDebora Aprile, nwGiorgio Leone, Luca Valmont, Letteria Tomasello, nwAlberto Marcolli, nwAnnamaria Vernuccio, Juri Zanin, Linda Fantoni, Federico Casadei, Giovanna Evangelista, nwMaria Elena Lorefice, nwAlessandro Faustini, nwMarilina Daniele, nwFrancesco Zanni Bertelli, nwAnnarita Petrino, nwRoberto Paradiso, Alessandro Dalla Lana, nwLaura Traverso, nwAntonio Mattera, nwIunio Marcello Clementi, Federick Nowir, Sandra Ludovici.

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A modo mio

A modo mio

antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori

A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwSusanna Boccalari, nwRemo Badoer, nwFranco Giori, nwIda Daneri, nwEnrico Teodorani, Il Babbano, nwFlorindo Di Monaco, Xarabass, Andrea Perina, Stefania Paganelli, Mike Vignali, Mario Malgieri, nwNicolandrea Riccio, Francesco Cau, Eliana Farotto.

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I sogni di Titano

I sogni di Titano

Il "cubo sognatore" su Titano aveva rivelato una verità sconvolgente sull'Umanità, sulla Galassia e, in definitiva, sull'intero Universo, una verità capace di suscitare interrogativi sufficienti per una vita intera. Come poteva essere bonariamente digerito il concetto che la nostra civiltà, la nostra tecnologia e tutto ciò che riguardava l'Umanità… non esisteva?
"Siamo solo… i sogni di Titano", aveva riportato il comandante Sylvia Harrison dopo il primo contatto col cubo, ma in che modo avrebbe potuto l'orgoglio dell'Uomo accettarlo? Ovviamente, l'insaziabile sete di conoscenza dell'Essere umano anelava delle risposte, e la sua naturale curiosità non poteva che spingerlo alla ricerca dell'origine del cubo e delle ragioni della sua peculiare funzione.
Gli autori GLAUCO De BONA (vincitore del Premio Urania 2013) e MASSIMO BAGLIONE (amministratore di BraviAutori.it) vi presentano una versione alternativa del "Tutto" che vi lascerà senza parole. Di Glauco De Bona e Massimo Baglione.

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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.