Un virus qui e uno là
- carlocelenza
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Un virus qui e uno là
La terra è piena di epidemie. Non è una novità e a oggi ci sono in giro tra i continenti almeno una decina di potenziali stragisti più uno, il virus X.
Alcuni degli agenti responsabili delle malattie sono spariti, il vaiolo per esempio sembra non esistere più, ma molti sono ancora tra noi. La cosa che rende questa convivenza possibile è la geografia.
Quando i pellegrini indiani andavano a fare il viaggio verso La Mecca se avevano il Colera, endemico nella loro terra, durante il lungo viaggio morivano e la malattia restava segregata, ma appena fu aperta una linea ferroviaria che univa i due paesi la malattia si diffuse e il Colera in Europa è un regalo del progresso.
In generale ogni grande agglomerato, che sia di persone, animali o cose genera problemi prima inesistenti.
Facile che in un allevamento intensivo un virus si trasformi in una catastrofe, stesso rischio che corrono le nostre città, specialmente le più grandi.
Fortunatamente siamo piuttosto avanti con la medicina, ma il virus X, che per definizione dell’OMS è quel patogeno che ancora non conosciamo e per cui non esiste cura, è li ad aspettarci da qualche parte in questo mondo e prima o poi ci colpirà.
Esiste però una difesa a tutto questo e non sta nella tecnologia ma nella sociologia.
Il nostro numero tende a crescere e quelle situazioni di rischio si moltiplicheranno fino al giorno del fatale e, cosi stando le cose, inevitabile appuntamento.
Continuiamo a ragionare in termini individuali senza renderci conto che siamo una sola razza e che il destino di tutti è nelle mani di “ tutti “ noi. I problemi che dovremo affrontare non possono essere risolti se non affrontiamo decisamente il sovraffollamento.
Non sta certo a me dire come dove e quando farlo, ma dovremmo essere tutti coscienti che se non lo facciamo la realtà lo farà per noi.
Scegliere che questo avvenga per nostra scelta e in modo indolore però, questo si che è compito di ognuno di noi. Non si tratta di riciclare, non inquinare, o non fare qualcosa di disdicevole, dobbiamo occuparci dei problemi che ci procuriamo col nostro numero.
Certamente esistono soluzioni tecniche a questi problemi, ma si tratta di una battaglia persa in partenza, più siamo più problemi ci creiamo e meno possiamo vincere.
Di queste cose non si parla quasi mai, si rischia di essere travisati e accusati di chissà quale degenerata filosofia, ma pensateci bene, meno ne parliamo e più i morti aumentano. Io non conosco la soluzione, espongo solo un problema.
Viviamo in un condominio. Secoli fa era poco popolato e ognuno faceva come gli pareva, ma con l’andare del tempo e l’aumento dei condomini sono arrivate le prime regole e la libertà di ognuno è stata limitata. Se si va avanti nel tempo troveremo regole sempre più coercitive e difficili da sopportare, non esiste altra logica conseguenza.
Il futuro è chiaro, ma io ormai sono vecchio e poco mi toccherà del casino che verrà, ma pensateci, i vostri figli si troveranno davanti un mondo poco piacevole se non iniziamo a parlare di queste cose per davvero.
Greta va in giro a parlare di problemi come inquinamento e cambiamento climatico, ma se è vero che siamo noi ad averli generati, non perdiamo di vista come e perché li abbiamo causati. Il vero problema siamo noi e il nostro non saperci gestire come razza.
Invocare una nuova coscienza morale non serve, si tratta di realtà e non di “una” realtà, che va capita e affrontata in tempo.
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Re: Un virus qui e uno la.
Naturalmente è solo la mia opinione e comunque ci si potrebbero scrivere libri al riguardo, credo, ma tornando al tuo articolo sono d'accordo sul fatto che tutti i problemi endemici che attanagliano la razza umana derivino proprio dalla sovrappopolazione e che qualsiasi tentativo di produrre "pulito" poi sia destinato a fallire se si produce e si consuma sempre di più.
- Massimo Baglione
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Re: Un virus qui e uno là
Lei però ha i suoi tempi; in termini geologici, il suo sistema immunitario si è a malapena accorto di noi e si sta solo soffiando il naso.
Quando saremo davvero in troppi e troppo fastidiosi, Madre Natura farà un bello starnuto e… addio Umanità.
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Re: Un virus qui e uno là
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Re: Un virus qui e uno là
Re: Un virus qui e uno là
Il paradosso è che il coronavirus è di gran lunga meno letale del virus del morbillo, che miete molte più vittime in conseguenza. più che altro, delle condizioni delle popolazioni colpite: malnutrizione e carenza di acqua potabile (cfr.: http://contropiano.org/news/scienza-new ... te-0124127).
Per quanto riguarda la sovrappopolazione, è un problema soprattutto nelle metropoli del terzo mondo, nelle quali il 90% dei cittadini vive o vivrà in bidonville all'ombra dei grattacieli, in condizioni igieniche pessime.
Già, perché tutti sono impegnati a trovare il vaccino contro il prossimo virus più o meno letale, nessuno (tantomeno il FMI) si interessa a trovare il vaccino contro la povertà.
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Re: Un virus qui e uno là
Sarebbe innaturale pure questo. Esisteranno sempre le disparità.
L'unica speranza che possa andare in quella direzione è che a governarci sia una fredda IA, o che noi diventiamo tutti dei robot impersonali, ma ho il sospetto che anche in questo caso troveremmo il modo di discriminarci per prestazioni, durata della batteria, potenza di calcolo eccetera. La diversità è alla base della Natura, è l'Evoluzione.
Noi però, a differenza del resto del regno animale, siamo dotati di un'Intelligenza tale che dovrebbe suggerirci un uso meno cruento e più equilibrato di tali disuguaglianze; è solo in questo aspetto che possiamo intervenire, ma solo discuterne si rischia di innescare un altro tipo di dibattito che non è il caso di affrontare in questo forum (politica ecc), perciò mi fermo qui e mi limito alla Fantascienza
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Re: Un virus qui e uno là
Oooh finalmente un po' di sano pessimismo. Musica per le mie orecchie, dopo l'allucinante-allucinato monologo trumpiano di Devos. Scherzi a parte, ottima discussione. Ottimi interventi.Massimo Baglione ha scritto: ↑16/02/2020, 23:56 Quando saremo davvero in troppi e troppo fastidiosi, Madre Natura farà un bello starnuto e… addio Umanità.
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Re: Un virus qui e uno là
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Re: Un virus qui e uno là
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Re: Un virus qui e uno là
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Re: Un virus qui e uno là
Per me è OK, però non prenderla male se, al primo starnuto, mi sentirò obbligato ad abbatterti. Non sarà una questione personale, credimi, ti vorrò sempre beneChiama quando vai che ti raggiungo.
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Re: Un virus qui e uno là
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Re: Un virus qui e uno là
La Gara 9 - Un racconto per un cortometraggio
A cura di Alessandro Napolitano.
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La Gara 59 - Siamo come ci vedono o come ci vediamo noi?
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La Gara 41 - Tutti a scuola!
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Gare letterarie stagionali - annuario n° 1 (2018 - 2019)
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Riduzione di complessità - il libro Downpunk
è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (2,50 MB scaricato 280 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La spina infinita
"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
Di Mario Stallone
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.