Anniversari

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'estate 2020.

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Andrepoz
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Anniversari

Messaggio da leggere da Andrepoz »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

A distanza di tempo, di quel 10 dicembre ricordo ancora ogni particolare, tanto da rivedere la scena davanti ai miei occhi, come in un film. I miei erano in vacanza e ci avevano lasciato per qualche giorno casa loro. Noi ci trovavamo in salotto, a confrontarci su come ristrutturare l’appartamento che avevamo comprato, e nel quale saremmo dovuti andare a vivere insieme.

Stavamo discutendo del colore della cucina e Marta non sembrava disposta a compromessi. Nella foga della discussione si era alzata in piedi, sventolando la rivista di arredamento che in quei giorni aveva studiato a fondo.

- Guarda come sta bene. È così che la voglio, è proprio il tipo di cucina che ho sempre desiderato avere in casa mia. Insomma, si può sapere per quale motivo non ti piace?
- Non è che non mi piace, è carina e sembra anche solida, ma… il colore, dai non va proprio.
- Come il colore? É proprio il colore, la cosa bella!

Rivedo la rivista che vola all’altro capo della stanza e Marta che mi fissava accigliata, le guance rosse, gli occhi gonfi, sull’orlo delle lacrime. Ormai si era impuntata, e sarebbe stato difficile riuscire a farle cambiare idea. Del resto, io non ero disposto a dargliela vinta. Così continuammo a litigare, i toni si fecero sempre più accesi, poi lei scoppiò, mi diede dello stronzo e uscì come una furia, lasciando sbattere la porta dietro di sè.

Io rimasi seduto. Non avevo nessuna intenzione di mettermi a correrle dietro. Sapevo che la cosa migliore era lasciare che si calmasse, che la rabbia sbollisse un attimo. O almeno, all’epoca pensavo che questa sarebbe stata la cosa migliore. Come avrei potuto immaginare le conseguenze di quella decisione così banale?

Non credo si possa vivere tutta la vita con il pensiero costante di “quello che sarebbe successo se …". E io non ho passato il mio tempo a rimpiangere di non aver fatto nulla per trattenerla, quel giorno. Ho fatto anche altre cose nella mia vita. O almeno, ci ho provato. È che quando nel calendario si avvicina il 10 dicembre, il mio pensiero torna sempre lì. È più forte di me.

Dopo essere uscita urlando da casa mia, Marta forse avrà pensato che una passeggiata in centro le avrebbe fatto bene. Non lo posso sapere con certezza, ma deve essere andata in questo modo. C’erano i mercatini natalizi. Le luci. L’atmosfera di festa. Il modo ideale per calmarsi un attimo.

Avrà anche pensato che poteva comprarmi un piccolo pensiero. Era il suo modo preferito per fare pace. Ho ancora tutti i suoi regali, da parte. Candele profumate, una penna che scrive senza bisogno di ricarica, un termometro di Galileo con tutte le bolle colorate, cose di questo tipo. Ogni oggetto mi ricorda un litigio con lei.

Io non sono molto bravo, con le parole. Per questo, amo la poesia. Nelle poesie ci sono le parole giuste per dire quello che provo. Parole che da solo non saprei dove andare a pescare.

Ogni anno, quando si avvicina il 10 dicembre, mi scopro a rileggere sempre la stessa poesia. Si intitola Ogni caso, di Wislawa Szymborska. Inizia così: “Poteva accadere./Doveva accadere./ È accaduto prima. Dopo./ Più vicino. Più lontano./ È accaduto non a te.” Va avanti così per qualche altro verso, e poi chiude: “Ascolta/ come mi batte forte il tuo cuore”. Chissà dove è andato, ora, il cuore di Marta?

La cosa che più mi fa male è non avere avuto modo di dirle che dopotutto, non ci tenevo nemmeno così tanto, al colore della cucina. A me non sono mai interessate molto, queste cose. È solo che non volevo darle sempre ragione, e allora a volte mi mettevo a fare un po’ lo stronzo. Così, senza motivo.

Quando le cose accadono senza motivo, fanno più male. Non c’è un vero motivo per litigare sul tipo di cucina. Come non c’è un vero motivo per armarsi di tutto punto, uscire di casa e dirigersi in centro città col solo scopo di ammazzare il maggior numero di persone, così a caso. È non c’è proprio nessuno straccio di motivo per ritrovarsi lì, in quei maledetti mercatini natalizi, dopo aver litigato con il proprio fidanzato. E cominciare a sentire dei rumori strani. E vedere la gente che si mette a correre e urlare. E voltarsi di scatto, per capire cosa sta succedendo. E cadere di colpo, a peso morto sul selciato, come le foglie di una rosa recisa di netto. E morire, con la stessa velocità, e la stessa mancanza di senso, di un battito di ciglia. No, non riesco proprio a vedere nessun motivo in tutto questo, per quanto mi sia sforzato in questi anni.

Secondo la perizia balistica, Marta non ha avuto nemmeno il tempo di rendersi conto di cosa stesse succedendo. Si trovava proprio all’inizio del percorso dei mercatini, davanti a una bancarella. Stando alla posizione del suo corpo sull’asfalto, si deve essere voltata, e la raffica di mitra l’ha colpita in pieno petto, uccidendola all’istante. Tra le mani, teneva ancora stretto un piccolo acchiappasogni. Era il regalo con cui avremmo fatto pace, se solo ne avessimo avuto la possibilità.
Ultima modifica di Andrepoz il 24/09/2020, 15:42, modificato 1 volta in totale.
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Mauro Conti
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Re: Anniversari

Messaggio da leggere da Mauro Conti »

Credo quasi sicuramente ispirato a fatti reali, una modalità narrativa molto scorrevole e lineare. Molto apprezzabile l'idea di sottolineare il fatto che spesso alle sterili notizie che possiamo sentire in un telegiornale dove ci vengono comunicati TOT morti in un evento, si legano vicende umane più o meno importanti. E di fonte alla morte anche un episodio banale come un litigio in una coppia diventa solo un triste ricordo.
Mi è piaciuto. Voto 4.
P.s finale molto consono con i miei contenuti.
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Il testo è ben scritto ed emozionante. Credo che il segreto sia che il narratore ci introduce a poco a poco al mondo delle sue emozioni, partendo dalla narrazione, apparentemente leggera, di una vicenda banale, quale può essere quella di un litigio tra fidanzati, e inframezzandola con riflessioni, piccole anticipazioni e pensieri. Sicuramente è importante che la vicenda sia ispirata ad un fatto realmente accaduto.
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Dal punto di vista formale a mio avviso esiste qualche problema. L'io narrante inizia al presente: ricordo ancora... ma subito dopo vira al passato: i miei erano in vacanza. In questo modo sembra quasi che l'io narrante si sdoppi. Uno procede al presente e l'altro al passato. La confusione diventa massima quando non mantieni il tempo nella stessa proposizione: la cosa che mi fa più male... non ci tenevo
Buoni i dialoghi e l'intreccio.
Dal punto di vista stilistico credo che tutto funzioni, solo ritengo che dovresti adoperare meno il verbo essere e differenziare i predicati a seconda dell'occasione: i miei erano in vacanza, eravamo in salotto, l'oggetto del contendere era... Si trovavano, stavamo e così via.
Dal punto di vista dell'opportunità, seppure con nomi diversi e senza menzionare la città, l'attentato di cui scrivi sembra quello dei mercatini di Natale di Berlino del 2016. Non so, io avrei evitato qualsiasi riferimento che solo poteva fare pensare a quel fatto dato anche la breve distanza temporale trascorsa e senza contare che il protagonista cerca in qualche modo di sciogliere da sé ogni colpa della catena di fatti messa in moto da lui e che ha portato alla morte della propria compagna. Queste ultime considerazioni sono puramente soggettive e vanno considerate dì conseguenza.
Alla fine di tanto commentare sei giunto a noi con un buon racconto, complimenti e alla prossima
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Roberto Virdo' ha scritto: 05/09/2020, 8:48 Bravo Andrepoz. Scrivo di getto per non perdere lo slancio emotivo. Pochissime parole, lancio in sordina ed esplosione devastante. Scrittura bella e lineare. Semplicità che inganna. Non so se perdonarti una bugia ("non sono bravo con le parole"). Ma poi penso che in fondo è 'solo' un racconto...ancora complimenti.
Ti ringrazio davvero molto per il tuo commento così positivo, Roberto. Rispondendo anche all'altro tuo commento, la scelta di ambientare il racconto in una data che non coincide con eventi reali era proprio voluta, da un lato per non distogliere troppo l'attenzione dalla vicenda privata, dall'altro per dare l'idea che, purtroppo, fatti del genere potrebbero succedere ancora. Grazie ancora!
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Francesco Pino ha scritto: 05/09/2020, 10:40 Il racconto è d'impatto ed emotivamente forte. Sei partito dall'attentato di Strasburgo e lo hai trasferito in... "può succedere ovunque". La vittima è una persona qualsiasi, perché può succedere a chiunque. Nessuno era al posto sbagliato nel momento sbagliato... queste cose non dovrebbero accadere e basta.
Ciao Francesco, grazie per il commento. Sì, quello che tu sottolinei era proprio il senso che volevo dare al racconto, sono felice di essere riuscito a trasmetterlo.
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Re: Anniversari

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Mauro Conti ha scritto: 05/09/2020, 12:55 Credo quasi sicuramente ispirato a fatti reali, una modalità narrativa molto scorrevole e lineare. Molto apprezzabile l'idea di sottolineare il fatto che spesso alle sterili notizie che possiamo sentire in un telegiornale dove ci vengono comunicati TOT morti in un evento, si legano vicende umane più o meno importanti. E di fonte alla morte anche un episodio banale come un litigio in una coppia diventa solo un triste ricordo.
Mi è piaciuto. Voto 4.
P.s finale molto consono con i miei contenuti.
Ciao Mauro, l'intento era proprio quello di dare più spazio alla vicenda personale, lasciando l'evento, in effetti ispirato a vari fatti reali, solo sullo sfondo. Ti ringrazio per il bel commento.
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Lucia De Falco ha scritto: 05/09/2020, 16:33 Il testo è ben scritto ed emozionante. Credo che il segreto sia che il narratore ci introduce a poco a poco al mondo delle sue emozioni, partendo dalla narrazione, apparentemente leggera, di una vicenda banale, quale può essere quella di un litigio tra fidanzati, e inframezzandola con riflessioni, piccole anticipazioni e pensieri. Sicuramente è importante che la vicenda sia ispirata ad un fatto realmente accaduto.
Ciao Lucia, ti ringrazio per il commento, sono contento che il racconto ti sia piaciuto.
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Namio Intile ha scritto: 06/09/2020, 19:09 Dal punto di vista formale a mio avviso esiste qualche problema. L'io narrante inizia al presente: ricordo ancora... ma subito dopo vira al passato: i miei erano in vacanza. In questo modo sembra quasi che l'io narrante si sdoppi. Uno procede al presente e l'altro al passato. La confusione diventa massima quando non mantieni il tempo nella stessa proposizione: la cosa che mi fa più male... non ci tenevo
Buoni i dialoghi e l'intreccio.
Dal punto di vista stilistico credo che tutto funzioni, solo ritengo che dovresti adoperare meno il verbo essere e differenziare i predicati a seconda dell'occasione: i miei erano in vacanza, eravamo in salotto, l'oggetto del contendere era... Si trovavano, stavamo e così via.
Dal punto di vista dell'opportunità, seppure con nomi diversi e senza menzionare la città, l'attentato di cui scrivi sembra quello dei mercatini di Natale di Berlino del 2016. Non so, io avrei evitato qualsiasi riferimento che solo poteva fare pensare a quel fatto dato anche la breve distanza temporale trascorsa e senza contare che il protagonista cerca in qualche modo di sciogliere da sé ogni colpa della catena di fatti messa in moto da lui e che ha portato alla morte della propria compagna. Queste ultime considerazioni sono puramente soggettive e vanno considerate dì conseguenza.
Alla fine di tanto commentare sei giunto a noi con un buon racconto, complimenti e alla prossima
Ciao Namio, grazie per il tuo commento e per la segnalazione sulla ripetizione del verbo essere, anche rileggendo più volte alcune cose mi scappano sempre. Alla prossima!
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bello, piaciuto.
qualche problemino coi tempi verbli, come segnla anche Namio, ma per il resto ti faccio i complimenti.
ben scritto, scorrevole e di forte impatto emotivo.
buone le descrizioni visive, ottime quelle a livello emozionale. fai arrivare al lettore ciò che prova il protagonista, e questo è un pregio.
bravo
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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Proprio un bel racconto. Non avrei molto altro da aggiungere. Qualche problema con i tempi verbali già evidenziati e che io ho notato solo alla seconda lettura. Non me ne sono accorta subito perchè l'ho letto tutto d'un fiato trattenendo il respiro. Complimenti
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Per un attimo ho associato la Marta del racconto a Marta Russo, la studentessa morta nel 1997 mentre stava tranquillamente nel cortile della facoltà di Giurisprudenza a Roma, per mezzo di un colpo esploso "incidentalmente". Anche in questo caso la fatalità spezza una vita piena di sogni, di speranze. Forse anche la Marta Russo aveva un fidanzato con cui voleva far pace quella sera, tornando a casa.
Non so se la tua è una storia vissuta, sicuramente una storia che colpisce e che, ti devo dire, mi ha commosso.
Bravo.
Non esistono situazioni senza via d'uscita (James Tiberius Kirk)

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Stefyp ha scritto: 07/09/2020, 21:55 Proprio un bel racconto. Non avrei molto altro da aggiungere. Qualche problema con i tempi verbali già evidenziati e che io ho notato solo alla seconda lettura. Non me ne sono accorta subito perchè l'ho letto tutto d'un fiato trattenendo il respiro. Complimenti
Ti ringrazio molto per il tuo commento, Stefyp, sono contento che il racconto ti sia piaciuto
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Roberto Paradiso ha scritto: 08/09/2020, 9:59 Per un attimo ho associato la Marta del racconto a Marta Russo, la studentessa morta nel 1997 mentre stava tranquillamente nel cortile della facoltà di Giurisprudenza a Roma, per mezzo di un colpo esploso "incidentalmente". Anche in questo caso la fatalità spezza una vita piena di sogni, di speranze. Forse anche la Marta Russo aveva un fidanzato con cui voleva far pace quella sera, tornando a casa.
Non so se la tua è una storia vissuta, sicuramente una storia che colpisce e che, ti devo dire, mi ha commosso.
Bravo.
Grazie per il commento positivo, devo confessarti che al riferimento a Marta Russo non avevo pensato, anche se mi ricordo bene quel caso, che all'epoca mi aveva colpito moltissimo. Per mia fortuna, la storia non è legata ad un vissuto personale, almeno nella sua vicenda principale. Alcuni dettagli qui e là sono in qualche modo autobiografici, ma poco altro.
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Fausto Scatoli ha scritto: 07/09/2020, 11:50 bello, piaciuto.
qualche problemino coi tempi verbli, come segnla anche Namio, ma per il resto ti faccio i complimenti.
ben scritto, scorrevole e di forte impatto emotivo.
buone le descrizioni visive, ottime quelle a livello emozionale. fai arrivare al lettore ciò che prova il protagonista, e questo è un pregio.
bravo
Grazie per il tuo commento e per le belle parole, Fausto
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Un litigio, un regalo, e, tutti insieme i regali, formano un mosaico di ricordi, carichi di emozioni. Questo particolare mi è piaciuto molto. Un bel racconto che affronta con delicatezza un argomento così tragico. Senza esagerare, coinvolge proprio per il tatto che traspare.
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Selene Barblan ha scritto: 08/09/2020, 21:03 Un litigio, un regalo, e, tutti insieme i regali, formano un mosaico di ricordi, carichi di emozioni. Questo particolare mi è piaciuto molto. Un bel racconto che affronta con delicatezza un argomento così tragico. Senza esagerare, coinvolge proprio per il tatto che traspare.
Grazie per il commento positivo, Selene, sono felice che il racconto ti sia piaciuto.
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Ciao Andrepoz! Sicuramente è un racconto con un forte impatto emotivo per ciò che riesce a rievocare, ho apprezzato molto la scelta di mettere all'interno una poesia di Wislawa Szymborska, mi ha aiutato ad empatizzare con il personaggio e con la veridicità del tuo lavoro. Nulla da ridire sulla forma, un bel lavoro
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Simone_Non_é ha scritto: 16/09/2020, 15:17 Ciao Andrepoz! Sicuramente è un racconto con un forte impatto emotivo per ciò che riesce a rievocare, ho apprezzato molto la scelta di mettere all'interno una poesia di Wislawa Szymborska, mi ha aiutato ad empatizzare con il personaggio e con la veridicità del tuo lavoro. Nulla da ridire sulla forma, un bel lavoro
Ciao Simone, grazie per il commento, sono felice che il racconto ti sia piaciuto ... io adoro le poesie della Szymborska.
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Scritto bene, storia triste e tenera, da telegiornale. Purtroppo riporta alla memoria fatti tragici e reali che noi tutti ricordiamo. Mi è piaciuta particolarmente la parte in cui descrivi lei con l'acchiappasogni tra le mani… Il suo "stile" per fare la pace... Voto alto, bravo!
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Laura Traverso ha scritto: 21/09/2020, 18:42 Scritto bene, storia triste e tenera, da telegiornale. Purtroppo riporta alla memoria fatti tragici e reali che noi tutti ricordiamo. Mi è piaciuta particolarmente la parte in cui descrivi lei con l'acchiappasogni tra le mani… Il suo "stile" per fare la pace… Voto alto, bravo!
Grazie per il tuo commento e per il voto Laura, sono felice che il racconto ti sia piaciuto
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