Il sale della vita
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Il sale della vita
- Fausto Scatoli
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purtroppo è vero, niente è cambiato da allora, se non in peggio.
buone le descrizioni, ottima la stesura. forse qualche ripetizione, ma nulla di che.
a mio personale parere è un po' lungo, lo asciugherei.
in ogni caso mi è piaciuto
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E quindi ci vuole comprensione, pazienza, e la capacità di provare empatia.
Senza contare il fatto che oggi centomila italiani ogni anno vanno via in cerca di miglior fortuna e quindi se molti vengono ancora tantissimi vanno via.
Le guerre tra poveri aiutano solo i ricchi, il conflitto è verticale, finiamola di credere che sia orizzontale.
Conosco bene invece l'episodio di New Orleans, quasi scoppiò una guerra tra Italia e Stati Uniti per quel linciaggio, con invio di una cannoniera di fronte la città e il ritiro dell'ambasciatore da Washington, il più grande linciaggio di massa della storia americana, dove perirono undici italiani.
E diciamo italiani, Mario, perché i siciliani sono italiani fino a prova contraria anche quando esportano Cosa Nostra sul delta del Mississippi.
Ti segnalo un paio di errori ricorrenti: "«Veramente no», risposi, ma non riuscii a nascondere uno sbadiglio. «Anche di questo nessuno parla, in America probabilmente quei pochi che sanno se ne vergognano… ma è davvero tardi, siamo tutti stanchi, le risparmio i dettagli.»."
Quella virgola fuori dai caporali e quel punto ripetuto fuori dai caporali. La virgola va dentro i caporali o ne puoi far a meno. Il punto ripetuto fuori dai caporali è un errore.
Un buon racconto, complimenti.
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Re: Il sale della vita
Io, quando scrivo i dialoghi, cerco di far dire ai miei personaggi cose coerenti con la situazione e la personalità di chi parla. Credo sia un principio basilare. Nello specifico, il barista spiega ciò che è accaduto al ragazzo usando termini diretti per far capire all' altro di chi sta parlando. Sono parole non offensive ma che appartengono al linguaggio di tutti i giorni, non avrei potuto usare termini piu' "letterari", suonerebbero posticci in bocca a un barista, per quanto colto, in un contesto informale , se vogliamo, una conversazione da bar. Per quel che riguarda se il barista abbia fatto bene o male a ricordare quell'eccidio a distanza di tanto tempo, nel racconto quel fatto aveva toccato di persona la sua famiglia, era evidentemente inciso col fuoco nei ricordi tramandati da padre in figlio, il tempo non contava. Più in generale, se parliamo di razzismo della peggior specie, credo che i ricordi non debbano mai cadere in prescrizione, proprio per evitarne il ripetersi. Si può partire da uno spintone a una persona di colore e arrivare ai campi di sterminio.
Buon anno e ancora grazie.
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Tutti hanno i loro scheletri, ma gli armadi sono chiusi a doppia mandata. E se qualcuno li apre, peggio per lui.
Complimenti e voto alto.
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Nella prima parte prepari il background del personaggio, un manager ingrigito e stanco, tutto cinismo e disillusione, poi si entra nel vivo quando, per casualità, si imbatte nella reazione orgogliosa del barman, nei suoi ricordi e riceve una bella scossa alla sua coscienza distratta e svogliata, senza la quale probabilmente al mattino dopo non avrebbe neanche fatto caso a quella notizia sul giornale.
Mi è piaciuto il ritmo rilassato della narrazione, adatto a una serata passata a sorseggiare calvados e ad ascoltare racconti che non trovano posto nei libri di storia.
Per me il racconto poteva anche concludersi con: “Pensavo forse di assolvermi, di liberarmi la coscienza, quella di uomo appartenente al dieci per cento dei fortunati della terra, con un po’ di denaro?”
Ottimo.
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Leggendolo mi torna in mente un'intervista che ho fatto a mia nonna per un lavoro di scuola; mi raccontava di quando, ragazza, abitava a Zurigo. Lei si era trasferita ventenne dal Veneto, non parlava né italiano, né tedesco, o meglio svizzero tedesco. Solo dialetto veneto. Ma si è sempre arrangiata, è una donna forte. Una delle cose che più mi aveva colpito dei suoi racconti era il fatto che in tanti bar venivano esposti cartelli con questa frase "proibito ai cani e agli italiani". Ogni volta che ci penso mi viene un brivido. E quello che dici è proprio vero, niente è cambiato, si trova sempre una scusa per emarginare, sfruttare, bistrattare.
Re: Commento
Sì, ricordo di aver visto alcune foto di quei cartelli. Però qualcuno sarebbe entrato senza problemi, ad esempio il governatore ZaiaSelene Barblan ha scritto: ↑01/01/2021, 16:46 Un racconto molto bello, con un messaggio importante e ben espresso; raccoglie riflessioni che spesso mi sono passate nella mente, ma che non avrei saputo esprimere in modo così chiaro.
Leggendolo mi torna in mente un'intervista che ho fatto a mia nonna per un lavoro di scuola; mi raccontava di quando, ragazza, abitava a Zurigo. Lei si era trasferita ventenne dal Veneto, non parlava né italiano, né tedesco, o meglio svizzero tedesco. Solo dialetto veneto. Ma si è sempre arrangiata, è una donna forte. Una delle cose che più mi aveva colpito dei suoi racconti era il fatto che in tanti bar venivano esposti cartelli con questa frase "proibito ai cani e agli italiani". Ogni volta che ci penso mi viene un brivido. E quello che dici è proprio vero, niente è cambiato, si trova sempre una scusa per emarginare, sfruttare, bistrattare.
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Re: Commento
Marcello, prima di tutto ricambio gli auguri, la vita reale è più importante di questo che per noi è un divertimento o poco piu' Sono soddisfatto del tuo apprezzamento e mi piace il modo col quale ti formi una opinione su questi lavori.Marcello Rizza ha scritto: ↑01/01/2021, 11:17 Si, attendevo di leggerti Mario. Il tuo racconto della gara d'autunno mi aveva colpito ... Buon Anno Nuovo con altri importanti tuoi scritti, lo auguro a te e a tutti i tuoi lettori, quindi anche a me.
Grazie e a rileggerti
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Re: Commento
Mille grazie sinceri per la segnalazione, quei dannati caporali mi fanno sbagliare spesso, ma prima o poi imparerò, ho ancora una lunga vita alle mie spalleNamio Intile ha scritto: ↑29/12/2020, 17:48 È questo il tipo di racconti che mi piace. Da un incontro occasionale sei riuscito a parlare di un episodio, i fatti di Aigues Mortes, che io personalmente non conoscevo provando a far capire al lettore che se oggi accogliamo ieri eravamo accolti.
...
Ti segnalo un paio di errori ricorrenti: "«Veramente no», risposi, ma non riuscii a nascondere uno sbadiglio. «Anche di questo nessuno parla, in America probabilmente quei pochi che sanno se ne vergognano… ma è davvero tardi, siamo tutti stanchi, le risparmio i dettagli.»."
Quella virgola fuori dai caporali e quel punto ripetuto fuori dai caporali. La virgola va dentro i caporali o ne puoi far a meno. Il punto ripetuto fuori dai caporali è un errore.
Un buon racconto, complimenti.
Naturalmente ti ringrazio anche per il commento, il tuo apprezzamento è particolarmente gradito.
- Laura Traverso
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La curiosità, anche quella del lettore, si accende con quella storia raccontata in un bar silenzioso, circondato dalla notte ormai scesa. Una storia di fatiche, ingiustizie e drammi che da un tempo lontano si ripete con altri volti, altri colori e gli stessi insulti.
L'atmosfera notturna in cui si snoda il raccontare del barista ha un certo fascino e si scontra con la lividezza del mattino che riporta all'amarezza di una realtà sempre pronta a ripetersi.
Ma in un mondo fedele alle cattiverie si distinguono due piccoli dettagli a fare la differenza: lo sfogo doloroso del barista che lo spinge a raccontare e a far conoscere fatti del passato, l'ascolto, la comprensione e il tentativo di agire in modo diverso da parte del cliente.
Due piccole gocce che fanno una differenza.
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Re: commento
Quello che dici sulla prima parte del racconto è vero, ma in parte è una cosa voluta, diciamo studiata a tavolino: la mia intenzione era di creare le premesse per un brusco risveglio della coscienza del protagonista. Operazione che evidentemente non mi è riuscita bene, anche se altri commentatori mi pare abbiano compreso le mie intenzioni. In ogni caso, una critica ben espressa e motivata come la tua è sempre ben accetta, un grazie sincero
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Re: Commento
Una bella analisi della storia, con un approfondimento che arriva sino alla struttura del racconto. A me piace scrivere storie di Storia che presentano la difficoltà di inserire credibilmente la fantasia nel contesto dei reali accadimenti. E' bello per un autore ("a" minuscolo voluto) vedere di esserci riuscito.Ida Dainese ha scritto: ↑22/02/2021, 22:15 Praticamente due storie in una. Il protagonista, immerso nei suoi problemi di lavoro, non immagina la pagina di Storia che sta per inserirsi nella sua giornata. Quella prima parte del racconto che potrebbe sembrare lunga, serve invece a far abituare il lettore alla situazione quotidiana, che si snoda uguale e monotona, con quelle insofferenti obbedienze agli ordini, con quell'ignorare infastidito di tutto ciò che non è richiesto.
....
Grazie e spero che continuerai a leggermi, magari tirandomi le orecchie per qualcosa che non ti è piaciuto.
Gara d'autunno 2023 - Cuore di mamma - e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 69 - Le parole che non ti ho mai detto
A cura di Lorenzo Iero.
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La Gara 40 - La musica è letteratura
A cura di Antonella Pighin.
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BReVI AUTORI - volume 2
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale
La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Ida Dainese, Daniele Missiroli, Fausto Scatoli, Angela Di Salvo, Francesco Gallina, Thomas M. Pitt, Milena Contini, Massimo Tivoli, Franca Scapellato, Vittorio Del Ponte, Enrico Teodorani, Umberto Pasqui, Selene Barblan, Antonella Jacoli, Renzo Maltoni, Giuseppe Gallato, Mirta D, Fabio Maltese, Francesca Paolucci, Marco Bertoli, Maria Rosaria Del Ciello, Alberto Tivoli, Debora Aprile, Giorgio Leone, Luca Valmont, Letteria Tomasello, Alberto Marcolli, Annamaria Vernuccio, Juri Zanin, Linda Fantoni, Federico Casadei, Giovanna Evangelista, Maria Elena Lorefice, Alessandro Faustini, Marilina Daniele, Francesco Zanni Bertelli, Annarita Petrino, Roberto Paradiso, Alessandro Dalla Lana, Laura Traverso, Antonio Mattera, Iunio Marcello Clementi, Federick Nowir, Sandra Ludovici.
Vedi ANTEPRIMA (177,17 KB scaricato 152 volte).
L'arca di Noel
Da decenni proviamo a metterci al riparo dagli impatti meteoritici di livello estintivo, ma cosa accadrebbe se invece scoprissimo che è addirittura un altro mondo a venirci addosso? Come ci comporteremmo in attesa della catastrofe? Potremmo scappare sulla Luna? Su Marte? Oppure dove?
E chi? E come?
L'avventura post-apocalittica ad alta tensione qui narrata proverà a rispondere a questi interrogativi.
Di Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (188,99 KB scaricato 46 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Non spingete quel bottone
antologia di racconti sull'ascensore
Hai mai pensato a cosa potrebbe accadere quando decidi di mettere piede in un ascensore? Hai immaginato per un attimo a un incontro fatale tra le fredde braccia della sua cabina? Hai temuto, per un solo istante, di rimanervi chiuso a causa di un imponderabile guasto? E se dietro a quel guasto ci fosse qualcosa o qualcuno?
Trentuno autori di questa antologia dedicata all\'ascensore, ideata e curata da Lorenzo Pompeo in collaborazione col sito BraviAutori.it, hanno provato a dare una risposta a queste domande.
A cura di Lorenzo Pompeo
Introduzione dell\'antropologo Vincenzo Bitti.
Illustrazioni interne di Furio Bomben e AA.VV.
Copertina di Roberta Guardascione.
Contiene opere di: Vincenzo Bitti, Luigi Dinardo, Beatrice Traversin, Paul Olden, Lodovico Ferrari, Maria Stella Rossi, Enrico Arlandini, Federico Pergolini, Emanuele Crocetti, Roberto Guarnieri, Andrea Leonelli, Tullio Aragona, Luigi Bonaro, Umberto Pasqui, Antonella Provenzano, Davide Manenti, Mara Bomben, Marco Montozzi, Stefano D'Angelo, Amos Manuel Laurent, Daniela Piccoli, Marco Vecchi, Claudio Lei, Luca Carmelo Carpita, Veronica Di Geronimo, Riccardo Sartori, Andrea Andolfatto, Armando d'Amaro, Concita Imperatrice, Severino Forini, Eliseo Palumbo, Diego Cocco, Roberta Eman.