Le sorelle Macaluso

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Selene Barblan
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Le sorelle Macaluso

Messaggio da leggere da Selene Barblan »

Film di Emma Dante del 2020,
con Viola Pusatieri, Eleonora De Luca, Simona Malato, Susanna Piraino, Serena Barone, Maria Rosaria Alati, Anita Pomario, Donatella Finocchiaro, Ileana Rigano, Alissa Maria Orlando, Laura Giordani, Rosalba Bologna

Palermo

Tutto torna, i ricordi, i pensieri, le persone; i luoghi richiamano, i legami riportano indietro, al passato, a ciò che è stato e ciò che potrebbe essere stato. Come i piccioni viaggiatori che si innalzano in volo, liberi di andarsene via, ma in fondo legati dall’istinto.
Così è anche in questa storia, che inizia, volteggia e torna più e più volte in quell’appartamento, dove alla fine restano le ombre, le impressioni sui muri, e l’aria spostata da un battito d’ali.
Namio Intile
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Re: Le sorelle Macaluso

Messaggio da leggere da Namio Intile »

Alla fine l'ho visto questo film, girato tra il Charleston e l'italobelga di Mondello e i quartieri popolari all'altro capo della città, da S. Erasmo alla Bandita, da Romagnolo ad Acqua dei Corsari, con Capo Zafferano sullo sfondo. E il corso dell'Oreto cementificato alla foce e circondato da casermoni di cemento armato e il Parco della Favorita abbandonato alle erbacce e al degrado.
E quel mare che è limpido solo a Mondello, al Charleston distante due ore di autobus dall'abitazione e quindi negato, mentre è sporco e inquinato dagli scarichi e dai depositi di carburante dove loro vivono e quindi ancora negato.
Palermo è l'unica città sul mare da cui il mare non si vede, è l'unica dittà di mare che non ha un lungomare. La negazione è la cifra di Palermo.

Una città miserabile china i munnizza e munnizzari cinquant'anni fa come adesso, abbandonata ieri come adesso.
Evito le invettive anti italiane, centosessant'anni di unità nazionale con la promessa di un progresso che non s'è mai visto. La responsabilità è solo dei palermitani? Di cinque generazioni di palermitani?
Vite piegate dalla miseria e dal dovere della sopravvivenza, sogni spezzati prima di nascere. Il finale restituisce speranza, perché se Antonella non fosse morta le loro vite avrebbero preso un'altra strada. Ma non sarebbero potute essere diverse, a mio modo di vedere.
Il mito del raggiungimento della felicità e dell'uomo che costruisce da solo la sua fortuna non sono siciliani.
E quei piccioni, viaggiatori solo nell'aggettivazione, sono la metafora dell'impossibilità del cambiamento, apparentemente liberi ma costretti a tornare, la loro libertà è soltanto quella di rimanere legati a loro stessi e alla loro condizione innata.
Natura è destino.

Una nota, nel film la macchina da presa di Emma Dante si sofferma sulla vasca, adoperata all'inizio non come vasca, ma come serbatoio d'acqua per gli scarichi del bagno. Negli anni Ottanta lo si faceva anche a casa mia, in quasi tutte le case palermitane e siciliane. L'acqua arrivava due ore ogni tre quattro giorni, a volte una settimana. E si usava tutto quello che si poteva per immagazinarla.
E non si adoperava lo sciacquone ma il vacile attinto dalla vasca.
Ho ricominciato a farmi il bagno negli anni novanta.

Ecco, questa era ed è Palermo, questa la Sicilia e questa è l'italia che considera e tratta ancora gli abitanti del Mezzogiorno come un qualcosa d'altro, d'estraneo, un fastidio, un accidente che continua a provocare dispiaceri, malumori e vergogna, come un figlio che non è all'altezza del padre.
Il dispiacere è comunque vicendevole e speriamo che prima o poi la natura cambi il destino.
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Selene Barblan
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Re: Le sorelle Macaluso

Messaggio da leggere da Selene Barblan »

Io sono lontana anni luce dalle tue parole, in tanti sensi, soprattutto non ho le conoscenze e le esperienze. Quindi posso solo immaginare, pur avendola visitata Palermo, quanto tu dici. Grazie per il tuo commento, va molto al di là di ciò che ho scritto io (ovviamente).
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