La fine del gioco
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Il finale è la parte che mi convince meno ma non so spiegare esattamente il perché; forse è troppo spiegato, non sono più le immagini a raccontare, come nel resto della storia.
Ti segnalo un paio di cose che forse vanno corrette:
Aldilà—> dipende se è voluto o meno, se è un’anticipazione di ciò che avviene in seguito ok, altrimenti penso che dovrebbe essere al di là
Adempiendo il loro scopo: quando l’ho letto mi è suonato male. Ho controllato ed è corretto come l’hai scritto, ma mi suona meglio adempiendo al loro scopo. Gusti personali probabilmente.
Rincorrere di: anche questo mi suona male, rincorrere le situazioni.. emozioni…
“Col sennò di poi… o qualcosa del genere” quel qualcosa del genere mi sembra meno elegante rispetto allo stile usato nel racconto.
Globalmente trovo che si lasci leggere, voto 3 per me.
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Poi, più avanti, gambe da fanciullo o di fanciulli, non di fanciullo.
Quel gesta di due ragazzini all'inizio mi pare esagerato. Capisco che gli hai impresso una connotazione ironica, ma forse avresti dovuto metterlo tra virgolette dato che il corsivo qui non prende.
Hai scelto la prima persona con l'autore che racconta la propria storia e quella di un giovane amico. Che nel finale apprendiamo essersi tolto la vita molto giovane.
Le poche riflessioni assumono profondità soprattutto grazie a questa notizia.
Per il resto il racconto si sofferma forse un po' troppo sulle imprese, invero poco interessanti, dei due giovani monelli
Il racconto così sembra un po' squilibrato, tra voglia di ricordare e il tentativo di razionalizzare e di darsi una spiegazione.
Forse avresti dovuto ricordare e basta, lasciare che i ricordi seguissero il loro corso, senza tornare al presente con quelle riflessioni ex post hanno reso meno lieto il testo senza regalarmi qualche riflessione degna di nota.
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Racconto scorrevole e ben strutturato, ma mancano certe emozioni che l'uso della prima persona permette. In terza persona si può essere distaccati dalla vicenda raccontata; mentre in prima persona ci starebbe bene un maggior coinvolgimento emotivo.
- Alberto Marcolli
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Commento La fine del gioco
Trovo superfluo segnalarti qualche piccola imperfezione, peraltro già indicata nel commenti precedenti.
Veniamo alla critica sul contenuto.
Tu racconti la tua storia e la vedi dalla tua prospettiva, ovvio. Ma se scrivi anche per un pubblico di lettori, diventa soprattutto indispensabile considerare la prospettiva del lettore.
Hai tenuto conto della prospettiva del lettore?
Per me andava abbastanza bene fino alla frase (verso la fine del racconto) che inizia con “dieci anni dopo…”, preceduta da una considerazione sul carattere di Marco del tutto inaspettata date le premesse.
E qui non ci siamo.
Puoi piantare in asso il lettore dopo aver introdotto un evento dirompente come il suicidio di un ragazzo, tuo amico per giunta?
Troppi sono gli interrogativi e le curiosità che susciti nel lettore e poi lo pianti in asso con due frasette finali che dicono poco o niente.
Questo ragazzo si suicida dieci anni dopo l’età di adolescente, quindi non poteva avere più di venti venticinque anni. Ti pare che nel pieno della gioventù ci si toglie la vita soltanto perché il gioco è finito o il proprio carattere è alla Buster Keaton ( a proposito: chi era costui?)?
Voto 3
Commento La fine del gioco
Ti sei scelta una bella gatta da pelare: racconto in prima persona di un adulto che parla di se quando era un ragazzino, sull'adolescenza. Il mio giudizio di lettrice è che ci sono tante, troppe, considerazioni. Sull'età, personali,descrizione dei personaggi, racconto di storie, anche tragiche come il suicidio del ragazzo, dei giornaletti, ecc. Non metto in discussione la scrittura fresca e scorrevole.Tutti qui sappiamo comporre. Non sappiamo raccontare. Il tutto risulta scoordinato, slegato, eterogeneo. A me non è arrivato niente e questo perché c'è troppo senza che ci sia quel moto, come in Coppia d'assi, che ho letto. Come lettrice, ci tengo a sottolinearlo, non mi ha smosso niente. Tutto è lì appiccicato; non importa che i miei ricordi siano differenti! Stai cercando la tua strada o sbaglio?
Buona serata.Ciao!
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perbacco, hai voluto descrivere un certo periodo della vita, e l'idea ci sta, è buona.
ho fatto pure io le mie sciocchezze ma non sono arrivato a punti simili.
ci sono dei refusi che ti hanno già segnalato, per il resto la scrittura è buona e la lettura abbastanza scorrevole.
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La Gara 42 - Elogio della follia
A cura di Lodovico.
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Gara d'autunno 2021 - Babi Yar, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 27 - Io, frammenti di autobiografie
A cura di Ser Stefano.
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Biblioteca labirinto
Cinque scaffali di opere concatenate per raccontare libri, biblioteche e personaggi letterari
Riportare la lettura e la biblioteca al centro dell'attenzione dovrebbe essere un dovere di ciascuno di noi. Se in qualche misura ci riesce una raccolta di racconti non si può che gioirne, nella speranza che possa essere contagioso, come deve esserlo tutto ciò che ci spinge a riflettere e a interrogarci sull'essenza del nostro esistere.
A cura di Lorenzo Pompeo e Massimo Baglione.
introduzione del Prof. Gabriele Mazzitelli.
Contiene opere di: Alberto De Paulis, Monica Porta, Lorenzo Pompeo, Claudio Lei, Nunzio Campanelli, Vittoria Tomasi, Cristina Cornelio, Marco Vecchi, Antonella Pighin, Nadia Tibaudo, Sonia Piras, Umberto Pasqui, Desirée Ferrarese.
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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Antologia visual-letteraria (Volume due)
Antologia dedicata agli animali
Questo libro è una raccolta dei migliori testi che hanno partecipato alla selezione per la seconda antologia di BraviAutori.it. I ricavati saranno interamente devoluti al sostentamento di una comunità felina abbandonata sita nei pressi del Nucleo industriale di Longarone, Belluno, a poche centinaia di metri dalla diga del Vajont.
A cura di Massimo Baglione e Alessandro Napolitano.
Contiene opere di: Paolo Maccallini, Gianluca Gendusa, Pia Barletta, Angela Di Salvo, Miriam Mastrovito, Alessandro Napolitano, Valentina Margio, Gilbert Paraschiva, Enrico Arlandini, Elena Piccinini, Stefano di Stasio, Eugenio De Medio, Celeste Borrelli, Luisa Catapano, Anna Maria Folchini Stabile, Giovanni Minio, Gemma Cenedese, Antonio Giordano, Rodolfo Vettorello, Cosimo Vitiello, Damiano Giuseppe Pepe, Patrizia Birtolo, Pietro Rainero, Roberto Stradiotti, Anna Giraldo, Maria Rizzi, Vittorio Scatizza, Paolo Frattini, Matteo Mancini, Piergiorgio Annicchiarico, Fabrizio Siclari, Emanuela Cinà, Laura Maria Rocchetti.