Non credo alle storie con il lieto fine

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'autunno 2021.

Sondaggio

Sondaggio concluso il 22/12/2021, 23:00

1 - non mi piace affatto
0
Nessun voto
2 - mi piace pochino
0
Nessun voto
3 - si lascia leggere
3
33%
4 - è bello
6
67%
5 - mi piace tantissimo
0
Nessun voto
 
Voti totali: 9

Ilario Iradei
rank (info):
Foglio bianco
Messaggi: 45
Iscritto il: 14/02/2020, 9:06

Author's data

Non credo alle storie con il lieto fine

Messaggio da leggere da Ilario Iradei »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Lei non era magra come le ragazze che riempiono i giornali di moda. Non era bella, né granché simpatica e neanche troppo intelligente. Alcuni uomini le avevano detto che era sensuale, che aveva un modo di fare che attirava i maschi come nettare le api; ma nel profondo del suo cuore sapeva che erano complimenti rubati, che avevano l’unico obiettivo di riuscire a farsi una sveltina con lei. Era nata a Timisoara ed era fuggita da quella città triste appena compiuti diciott’anni. Prima cameriera in un pub a Budapest, poi donna delle pulizie a Vienna e infine l’Italia: era scivolata nello stivale attratta dal suo calore e dalle cartoline stereotipate della tivvù.
Viorela aveva capelli biondi tinti alla meglio con un prodotto acquistato sottoprezzo in un qualche discount nei pressi di Aviano e la faccia tonda e paffuta di chi ha come unico vantaggio la propria giovinezza. Si chiamava Viorela Antonescu, un nome come tanti nel buio dei locali frequentati dai piloti della vicina base americana, nel frastuono della musica tecno delle discoteche perdute nel buio in mezzo al nebbioso Friuli.
L’avevano messa a servire ai tavoli Viorela dai limpidi occhi d’acqua marina, anche se non capiva un tubo delle ordinazioni che le facevano e decifrava solo ciò che le indicavano nella carta. I suoi sogni non c’erano mai stati o forse s’erano perduti per strada ed erano rimaste soltanto le illusioni a farle compagnia la sera quando si ritirava nella sua camera in affitto.
Lui si chiamava John. Un John qualsiasi che veniva dagli sterminati campi di granturco dell’Iowa e che aveva sposato il desiderio di fare il pilota con l’uniforme della US Air Force. Sacrifici tanti per lui che veniva dalla periferia del grande impero, dalle campagne, figlio di contadini, da generazioni legati alla terra e alla coltivazione del mais, alla fatica e ai ritmi lenti della terra, indebitatisi fino al midollo per assecondare i sogni del figlio.
Si erano incontrati in quel locale, balbettando entrambi in un italiano che non esisteva se non nelle loro bocche. Entrambi stranieri in terra straniera, precipitati in quel luogo per uno strano scherzo del destino. Viorela aveva voglia di credere in un futuro migliore e offrì la parte migliore di sé a quello sconosciuto che veniva dall’altra parte del mondo e che le parlava di libertà, di spazi infiniti, di sogni che era possibile realizzare solo che lo si volesse. John era un romantico, un tipo alla buona, grasso come i manzi delle sue parti, allegro come solo i contadini sanno essere.
Avevano fatto l’amore tante volte in quell’Humvee verde scuro, sotto gli archi romani che agli occhi di lui ardevano d’una luce esotica e che per Viorela erano nient’altro che vecchie pietre malmesse. Forse si erano anche innamorati. Forse si erano scambiati reciproche promesse abbracciati insieme sotto la luna delle Alpi, in un Friuli straniero per entrambi. Ma quando la loro storia venne alle orecchie dei superiori di John questa gli causò parecchie noie. La cameriera rumena divenne la puttana rumena e tutti i suoi commilitoni cominciarono a sfotterlo e a farsi beffe dei suoi propositi di matrimonio.
John Eisler divenne per tutti John Draculescu nella base dei paladini della libertà del mondo libero.
Non credo alle storie con il lieto fine. E sono sicuro che a questo punto punto vi aspettereste un qualche finale al calor bianco: tipo lei aspetta un figlio e lui da perfetto mascalzone la molla, oppure una conclusione mista tra il noir e l’horror, lui è un sadico maiale che la sevizia e la lascia moribonda in una strada di campagna, gli occhi celesti fuori dai bulbi rosicchiati dai topi.
E invece no: perché John era un uomo d’onore e seppe vincere i tentennamenti e i pregiudizi del suo comando e le critiche gratuite e malvagie dei suoi compagni. Perché John alla fine sposò la piccola Viorela figlia di nessuno perché quello era l’unico modo che conosceva di stare insieme e si comportò da marito attento e affettuoso e le rimase anche fedele, non tradendola mai, neanche col pensiero, fino alla fine dei suoi giorni
E allora forse Viorela lo molla dopo avergli rubato fino all’ultimo centesimo scappando con un altro ingenuo come lui, diranno molti di voi.
Ma alla fine Viorela fu una moglie altrettanto devota e divenne per il suo John come il bastone per il giovane albero. E insieme vissero una vita felice, ebbero tanti figli e innumerevoli nipoti e riscattarono dai mutui la vecchia fattoria dei genitori di John, vivendo i loro ultimi anni insieme a coltivar granturco, nelle sterminate pianure dell’Iowa. Amen.
RobertoBecattini
rank (info):
Pubblicista
Messaggi: 99
Iscritto il: 25/11/2018, 0:46

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da RobertoBecattini »

Scritto molto bene, oscilla forse tra retorica e la retorica dell'antiretorica. È pure vero che certi stereotipi sono riflesso di una realtà. Nel complesso mi è piaciuto, purtroppo quando si condensano storie di vita in poche righe si perde tutto il sapore dei dettagli. Sarebbe interessante vederli in un momento, in una giornata della loro vita. Infatti i due protagonisti hanno secondo me un bel potenziale. Insomma sembra più il soggetto di un film o di un romanzo.
RobediKarta
Avatar utente
Marino Maiorino
rank (info):
Terza pagina
Messaggi: 724
Iscritto il: 15/10/2012, 0:01
Località: Barcellona
Contatta:

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

È bello, non c'è che dire, ma merita una critica severa.
La merita perché se tu, autore, ti dirigi così apertamente al lettore, vuoi che il lettore ti risponda.
La chiosa diventa un pistolotto: vuoi scrivere la storia così com'è e lasciare che ciascuno abbia la libertà di farsi la propria opinione, o siccome la storia è tua (tua di possesso, cosa che non mi sono mai permesso di credere delle storie da me scritte) dobbiamo capire per filo e per segno quello che ne pensi tu? Così l'ammazzi, la storia, non le permetti di vivere la SUA vita!
Che è anche una bella storia, indipendentemente dal fatto che abbia o meno un lieto fine.
O forse il problema è che, per tanti motivi che non sto qui a elencare, scrivere un lieto fine è meno banale di quel che sembra e hai cercato di chiudere così. In questo caso (ipotetico) "la normalità non è mai banalità". Tra l'altro, i tuoi personaggi, bellissimi (letterariamente parlando), sono tutt'altro che banali. Condivido l'opinione di RobertoBecattini che hanno un potenziale, notevole!
Sullo scritto: introduci tre volte il nome di Viorela, secondo uno schema che serve a dare un "volto" ai personaggi, ma sono troppe. La prima volta puoi farlo per presentarla, poi devi usarlo, quel nome, o diventa un fermaposto.
Insomma, il voto lo merita la storia, ma a te t'aggia tira' 'e 'rrecchie (quello che si dice di un bravo ragazzo figlio di un biasimevole genitore).
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

Immagine
Immagine

ImmagineRacconti alla Luce della Luna

Autore presente nei seguenti libri di BraviAutori.it:
Immagine Immagine

Autore presente nei seguenti ebook di BraviAutori.it:
Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine
Avatar utente
Roberto Bonfanti
rank (info):
Terza pagina
Messaggi: 782
Iscritto il: 13/10/2013, 12:58

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da Roberto Bonfanti »

Non credi alle storie con il lieto fine e, invece, ce ne rifili uno dorato come il granturco che cresce al sole dello Iowa.
Il racconto mi è piaciuto, ho apprezzato anche l'ironia suggerita dall'uso disinvolto di certi stereotipi, il giocare con il lettore anticipando le domande e svicolando in altra direzione. Concordo con chi mi ha preceduto nei commenti sul potenziale dei personaggi, non del tutto espresso, ma la storia mantiene una leggerezza che la rende gradevole.
In questa frase "E sono sicuro che a questo punto punto vi aspettereste un qualche finale…" c'è un "punto" di troppo.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
Autore presente nei seguenti ebook di BraviAutori.it:
Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine
Autore presente nei seguenti libri di BraviAutori.it:
Immagine Immagine Immagine
Letylety
rank (info):
Pubblicista
Messaggi: 75
Iscritto il: 21/03/2020, 12:12

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da Letylety »

Leggendo mi è ritornato in mente un film di parecchi anni fa. Il titolo era La pianista con una splendida Isabelle Huppert. Il finale era tragico e tempo dopo, parlandone con una persona che lo aveva visto, mi disse che era normale, che non c'erano storie a lieto fine. In quel caso vedevo un certo pessimismo. Qui vedo ironia, una bonaria presa in giro del lettore, e un messaggio sottostante che consiglia di affezionarsi alla storia con il giusto distacco, immagazzinarla, rivoltarla e sognarsela a piacimento. Detto questo magari hai usato questa tecnica per mille svariati motivi legati al momento, e magari ora te li sei pure dimenticati. Bello, perché ognuno di chi ti legge riporterà un'impressione diversa.
Avatar utente
Alberto Marcolli
rank (info):
Necrologista
Messaggi: 277
Iscritto il: 08/05/2018, 18:06

Author's data

Commento : Non credo alle storie con il lieto fine

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

Accidenti a te. Racconto breve e commento impegnativo.

Segnalazioni:
della tivvù. - meglio della TV.
diciott’anni – per me non si usa l’apostrofo
toglierei qualche “Viorela” – per me basterebbe qualche pronome.
s’erano -- per me non si usa l’apostrofo
d’una -- per me non si usa l’apostrofo
a questo punto punto vi aspettereste – un solo punto (già segnalato in altri commenti)
alla fine dei suoi giorni -- manca il punto
da quella città triste appena – dopo triste ci sta bene una virgola
Proposta di modifica:
Viorela aveva capelli biondi tinti alla meglio con un prodotto sottoprezzo, acquistato in un qualche discount nei pressi di Aviano, e la faccia tonda e paffuta di chi ha come unico vantaggio la propria giovinezza.

discoteche, perdute nel buio - dopo discoteche ci metterei una virgola

C’è un uso spropositato del “che” – ben 22 – seguono due esempi di come sia possibile eliminarne alcuni.
Proposta di modifica
che erano complimenti rubati, con l’unico
Proposta di modifica
che veniva dall’altra parte del mondo e le parlava di

commento al contenuto del racconto.

Mi piace l’idea di far parlare direttamente l’autore, non è una novità ma ci sta bene.
La vicenda è semplice ma accattivante, la narrazione procede secondo un giusto filo logico.
Non aggiungo altro.
Ottimo il commento di Marino Maiorino, e non saprei esprimere meglio di lui queste sue osservazioni veramente perfette e alle quali mi associo completamente.
Voto dal 3 al 4 – Inutile dire che questo sistema di valutazione ridotto mi mette in difficoltà.
Ultima modifica di Alberto Marcolli il 30/11/2021, 20:58, modificato 2 volte in totale.
Avatar utente
Ishramit
rank (info):
Pubblicista
Messaggi: 82
Iscritto il: 28/02/2021, 11:29
Contatta:

Author's data

Re: Non credo alle storie con il lieto fine

Messaggio da leggere da Ishramit »

Ho apprezzato il sarcasmo, anche se diretto contro il lettore può essere uno sparare a salve e qui sta un po' il limite del testo. Per il resto molto buono, ma forse dargli più spazio potrebbe farlo funzionare si più
Avatar utente
Fausto Scatoli
rank (info):
Terza pagina
Messaggi: 792
Iscritto il: 26/11/2015, 11:04
Contatta:

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

ci sono un po' di refusi ed errori, che comunque già ti hanno segnalato.
aggiungo che "tivvù" è sbagliato.
poi dici che non ami il lieto fine e invece ne metti uno ad hoc, di quelli da Harmony.
a mio parere potevi risparmiarti alcune frasi rivolte al lettore nella fase finale, indeboliscono parecchio il racconto.
nel complesso direi che si lascia leggere
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
Immagine

http://scrittoripersempre.forumfree.it/

Autore presente nei seguenti libri di BraviAutori.it:
Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine
Egidio
rank (info):
Apprendista
Messaggi: 153
Iscritto il: 14/04/2021, 6:05

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da Egidio »

Racconto scritto bene, che utilizza personaggi e situazioni un po' stereotipati, presi a prestito da vecchi film e un ben preciso filone narrativo. Il tutto è, però, trattato con ironia e un certo distacco: il che lo avvalora. Nel complesso, il mio giudizio è positivo. Voto: 4
Avatar utente
Maria Spanu
rank (info):
Apprendista
Messaggi: 102
Iscritto il: 16/09/2014, 18:09

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da Maria Spanu »

Una bella storia piena di realtà e anche sofferenza. Lei, bersagliata da luoghi comuni e stereotipi, (che ahimè ne ho abbastanza, siamo nel 2022 caspiterina! evolviamoci) sola in un paese sconosciuto, lui altrettanto solo e triste. Queste due anime che si incontrano e che finalmente smettono di essere sole, insieme. In fondo il lieto fine ha il suo perchè, in barba a tutti gli altri scenari rimangono insieme, il che, oggi, sembra più unico che raro. Nel mondo degli individui, del cane mangia cane, sembra scontato ma così non è.
Il racconto è molto fluido, mi ha fatto veramente piacere leggerlo e ti ringrazio per averlo condiviso con noi!
Immagine

Immagine

Immagine
Immagine
Io sono nel Club dei Recensori di BraviAutori.it
Rispondi

Torna a “Gara d'autunno, 2021”


Alcuni esempi di nostri ebook gratuiti:


La Gara 48 - Stelle

La Gara 48 - Stelle

(settembre/ottobre 2014, 34 pagine, 799,91 KB)

Autori partecipanti: nwMaddalena Cafaro, nwNunzio Campanelli, nwStella_decadente, nwMarina Paolucci, nwUmberto Pasqui, nwPatrizia Chini, nwAnnamaria Vernuccio, nwPaolo Ninzatti, nwLodovico,
A cura di Marina Paolucci (con la supervisione di Lodovico Ferrari).
Scarica questo testo in formato PDF (799,91 KB) - scaricato 153 volte.
oppure in formato EPUB (380,91 KB) (nwvedi anteprima) - scaricato 234 volte..
nwLascia un commento.

La Gara 42 - Elogio della follia

La Gara 42 - Elogio della follia

(novembre 2013, 30 pagine, 763,20 KB)

Autori partecipanti: nwNunzio Campanelli, nwAnto pigy, nwPessimo autore, nwEddie1969, Scrittore97, Alessandro D, nwEliseo Palumbo, nwLuciallievi, nwVerity Hunt, nwKaipirissima, nwDesiree Ferrarese,
A cura di Lodovico.
Scarica questo testo in formato PDF (763,20 KB) - scaricato 226 volte.
oppure in formato EPUB (390,15 KB) (nwvedi anteprima) - scaricato 246 volte..
nwLascia un commento.

La Gara 59 - Siamo come ci vedono o come ci vediamo noi?

La Gara 59 - Siamo come ci vedono o come ci vediamo noi?

(giugno/luglio 2016, 35 pagine, 1,73 MB)

Autori partecipanti: nwLodovico, nwNunzio Campanelli, Massimo Tivoli, nwCarlocelenza, nwStefania Di Giannantonio, nwMirtalastrega, nwSkyla74, nwPatrizia Chini, nwGabriele Ludovici, nwGiorgio Leone,
A cura di Alberto Tivoli.
Scarica questo testo in formato PDF (1,73 MB) - scaricato 231 volte.
oppure in formato EPUB (583,49 KB) (nwvedi anteprima) - scaricato 209 volte..
nwLascia un commento.




Alcuni esempi di nostri libri autoprodotti:


Human Takeaway

Human Takeaway

(english version)

What if we were cattles grazing for someone who needs a lot of of food? How would we feel if it had been us to be raised for the whole time waiting for the moment to be slaughtered? This is the spark that gives the authors a chance to talk about the human spirit, which can show at the same time great love and indiscriminate, ruthless selfishness. In this original parody of an alien invasion, we follow the short story of a couple bound by deep love, and of the tragic decision taken by the heads of state to face the invasion. Two apparently unconnected stories that will join in the end for the good of the human race. So, this is a story to be read in one gulp, with many ironic and paradoxical facets, a pinch of sadness and an ending that costed dearly to the two authors. (review by Cosimo Vitiello)
Authors: Massimo Baglione and Alessandro Napolitano.
Cover artist: Roberta Guardascione.
Translation from Italian: Carmelo Massimo Tidona.

Vedi nwANTEPRIMA (494,48 KB scaricato 222 volte).

nwinfo e commenti

compralo su   amazon

Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.



BReVI AUTORI - volume 3

BReVI AUTORI - volume 3

collana antologica multigenere di racconti brevi

BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:

Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale

La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwGiorgio Leone, nwSmilingRedSkeleton, nwFrancesco Gallina, nwLaura Traverso, nwUmberto Pasqui, nwPatrizia Benetti, Luca Valmont, Alessandra Leonardi, Mirta D, Pasquale Aversano, nwGabriella Pison, Alessio Del Debbio, nwAlberto Tivoli, nwAngela Catalini, Marco Vecchi, nwRoberta Eman, nwMichele Botton, nwFrancesca Paolucci, nwEnrico Teodorani, nwMarco Bertoli, nwFausto Scatoli, Massimo Tivoli, nwLaura Usai, nwValentina Sfriso, Athos Ceppi, Francesca Santucci, nwAngela Di Salvo, nwAntonio Mattera, nwDaniela Zampolli, nwAnnamaria Vernuccio, Giuseppe Patti, Dario Sbroggiò, Angelo Bindi, Giovanni Teresi, Marika Addolorata Carolla, Sonia Barsanti, Francesco Foddis, nwDebora Aprile, nwAlessandro Faustini, Martina Del Negro, nwAnita Veln, Alessandro Beriachetto, Vittorio Del Ponte.

Vedi nwANTEPRIMA (215,03 KB scaricato 127 volte).

nwinfo e commenti

compralo su   amazon



Intellinfinito

Intellinfinito

Questo libro è il seguito di "nwUn passo indietro". Come il primo, è autoconclusivo.
"Esistevano davvero, gli dèi. Ma non erano dèi. Non lo erano stati per un'oscura volontà divina, ma lo erano semplicemente diventati mediante un'accanita volontà terrena di sopravvivenza".
L'Evoluzione umana (e non) come non l'avete mai immaginata.
Un romanzo postumano e transumano che vi mostrerà un futuro che forse non tarderà a divenire.
Di Massimo Baglione.

Vedi nwANTEPRIMA (597,84 KB scaricato 92 volte).

nwinfo e commenti

compralo su   amazon

Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.