La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
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La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
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Re: La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
- Massimo Baglione
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Re: La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
Mancava il sondaggio. L'ho aggiunto io.Nuovoautore ha scritto: ↑27/12/2021, 10:42 Non riesco a capire perché il racconto non rientra tra quelli in gara. Accanto al titolo esce (manca sondaggio). Qualcuno può essere così gentile da spiegarmi il significato e cosa fare per inserirlo tra i racconti in gara? Grazie.
Per sapere cosa significa, ti rimando alle istruzioni delle Gare.
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Re: La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
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Re: La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
Intanto voi scrivete, commentate e votate!
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Re: La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
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Re: Commento
Hai ragione, mi era già stato fatto notare in passato, e per un po' ho usato: oltre che. Ma poi, l'abitudine dovuta al fatto di trovare: piuttosto che, citato in tutte le salse, giornalistiche e non, in televisione, sui giornali e nei dialoghi, ha preso di nuovo il sopravvento, ed è tornato prepotentemente a invadere i miei testi. Ti ringrazio molto per avermelo fatto notare, ora provo a correggerlo, sperando di riuscirci vista la mia conclamata difficoltà ad interfacciarmi con le nuove tecnologie. Ciao, Francesco.Francesco Pino ha scritto: ↑27/12/2021, 18:07 Bravo Nuovoautore, bella storia. Il gesto disperato di un settantenne diventa quasi eroico agli acchi del lettore.
Tanti lo chiamano progresso e forse una volta lo era, oggi è solo capitalismo sulla pelle della gente (nessuna intenzione di fare politica, è solo che mi sembra il termine più giusto). Di mostri come questo drago nella nostra storia recentissima ne abbiamo visti diversi… e ancora ne vedremo.
La storia scorre senza problemi e le descrizini mi sembrano sintetiche e valide allo stesso tempo. Ti segnalo solamente che usi "piuttosto che" in maniera errata.
Io ti do 4
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Re: Commento
L'inquinamento ambientale, è il tema, il problema, temo irrisolvibile, del nuovo millenio. Ti ringrazio. Ciao, Roberto.RobertoBecattini ha scritto: ↑28/12/2021, 10:09 Ben scritto, mi piace come usi gli aggettivi. Hai scelto anche un tema spinoso di cui non si parla mai abbastanza. Buone le descrizioni. Il rischio è di cadere nella retorica, ma hai conferito un'aura in parte donchisciottesca al protagonista, cosa su cui potresti calcare anche di più, forse. Finale amaro, purtroppo non imprevedibile, quasi obbligato. Buona prova, direi
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Concordo col commento sopra che hai evitato la retorica, e il racconto scorre bene fino alla conclusione; forse solo un dettaglio (in un impianto moderno, dubito che basti manomettere una valvola: ti consiglio il C4). Voto 4
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Re: Commento
Ah ah ah. Come si suole dire: Il C4 sarebbe la morte sua, del povero Sigrfrido del terzo millenio, intendo; che rischierebbe anche di far tabula rasa dell'intero corpo di fabbrica e pure delle villette a schiera. Ti ringrazio. Ciao, Andr.Andr60 ha scritto: ↑29/12/2021, 11:30 L'infame ricatto "lavoro o salute" è ormai consuetudine, in Italia e altrove: Porto Marghera, Taranto, Casale Monferrato… e tanti altri.
Concordo col commento sopra che hai evitato la retorica, e il racconto scorre bene fino alla conclusione; forse solo un dettaglio (in un impianto moderno, dubito che basti manomettere una valvola: ti consiglio il C4). Voto 4
- Laura Traverso
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P.S. ho sbagliato a votare, vorrei assegnare a questo racconto un 5 invece che il 4 che erroneamente ho messo. Chiedo a Massimo se è possibile, grazie
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Re: La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
Massimo, ho sbagliato a votare "Sigfrido e il drago". Puoi gentilmente cambiare il mio 4 con un 5? GrazieMassimo Baglione ha scritto: ↑27/12/2021, 14:12 Sto intervenendo su un problema nel calcolo dei voti che mi è stato segnalato. Appena possibile dovrebbe essere tutto a posto.
Intanto voi scrivete, commentate e votate!
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Re: Commento
Sì, è il secondo che pubblico in gara. Sul sito, invece, ne ho già pubblicati quasi una trentina, di vari generi. Per quanto riguarda la votazione, non te la prendere, va benissimo così. Il tuo commento recensione, vale molto più di qualsiasi punteggio. Ti ringrazio. Ciao, Laura.Laura Traverso ha scritto: ↑29/12/2021, 19:07 Ciao, se non mi sbaglio questo è il tuo secondo racconto pubblicato qui, su "Bravi Autori". E devo dire cha anche questo mi è piaciuto. L'argomento è di grande attualità visto i problemi ambientali che siamo tutti obbligati a vivere a causa del menefreghismo di chi inquina e di chi non mette freno a simili scempi. La storia che hai creato attorno a questo tema è molto bella e tenera, le descrizioni del luogo, del prima e del dopo, sono molto suggestive e, soprattutto, incisive. Il finale, che finalmente riscatta da tanta sofferenza, lo trovo poetico: incantevole la parte in cui va a trovare Marta per raccontarle del drago… Per poi incamminarsi assieme nel luogo di pace, senza più draghi. Bravo, complimenti, per me il più bel racconto letto sino ad ora in questa gara.
P.S. ho sbagliato a votare, vorrei assegnare a questo racconto un 5 invece che il 4 che erroneamente ho messo. Chiedo a Massimo se è possibile, grazie
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Re: La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
No, non posso farlo.Laura Traverso ha scritto: ↑29/12/2021, 19:15 Massimo, ho sbagliato a votare "Sigfrido e il drago". Puoi gentilmente cambiare il mio 4 con un 5? Grazie
Re: La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
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Re: La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
Commento: La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
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Re: Commento: La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
Ciao, Eliana. Per quanto riguarda l'abbondanza di punti di sospensione, devi considerare che il racconto è narrato in prima persona dal protagonista che, visto il dramma che si sta consumando, è comprensibilmente scosso, agitato, arrabiato, è questo il motivo che lo costringe a fare delle pause, a volte perché costretto dalla foga a prendere fiato, in altre occasioni per riordinare le idee e ripartire con la narrazzione. Senza pause, a mio parere, ne sarebbe uscita una narrazzione troppo asettica, che sarebbe andata benissimo se la voce narrante fosse stata quella dell'autore e non del protagonista, mentre le pause rendono meglio lo stato d'animo dell'uomo e, di riflesso, del suo modo di esprimersi in quel tragico frangente. Ti ringrazio.
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spaziature mancanti, virgole fuori posto.
le descrizioni sono buone e la storia si fa leggere, anche se a tratti rallenta e diviene pesantuccia.
darei una trvisione al testo in generale, cambiando alcune parole e toglienfo aggettivi, ne uscirebbe un ottimo pezzo
http://scrittoripersempre.forumfree.it/
Autore presente nei seguenti libri di BraviAutori.it:
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Re: Commento
L'ho riletto, ho corretto un refuso e aggiustato le spaziature. Per quanto riguarda cambiare parole e togliere aggettivi, non saprei quali parole cambiare e quanti aggettivi togliere. Proverò a rileggerlo con più calma, e un po' più di attenzione. Ti ringrazio… Ciao, Fausto.Fausto Scatoli ha scritto: ↑03/01/2022, 17:46 apprezzo vivamente il tema affrontato, spina del nostro tempo e di quello a venire, per faccio notare che vi sono parecchi refusi.
spaziature mancanti, virgole fuori posto.
le descrizioni sono buone e la storia si fa leggere, anche se a tratti rallenta e diviene pesantuccia.
darei una trvisione al testo in generale, cambiando alcune parole e toglienfo aggettivi, ne uscirebbe un ottimo pezzo
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Ma tu riesci bene nell'impresa e il racconto si fa leggere bene, è comprensibile.
I personaggi sono veri e non supereroi.
Il mio voto è un 4 convinto.
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Re: Commento
Difficile trovare supereroi nelle storie che ricalcano la realtà quotidiana; realtà che è sotto gli occhi di chiunque la voglia vedere. Ti ringrazio. Ciao, Temistocle.Temistocle ha scritto: ↑08/01/2022, 19:16 Bel racconto. Finora ho letto qui su Bravi Autori pochi testi che affrontano temi spinosi senza cadere nella retorica o nel 'giornalismo'.
Ma tu riesci bene nell'impresa e il racconto si fa leggere bene, è comprensibile.
I personaggi sono veri e non supereroi.
Il mio voto è un 4 convinto.
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Commento La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
Arrivo al commento sul testo; parto da una mia impressione ricevuta dopo due letture ad alta voce, ovvero che la scorrevolezza del testo potrebbe essere migliorata, ma come?
Tento di suggerirti qualche idea che spero ti possa essere utile.
Qualche esempio, partendo dalla prima parte:
Devo farlo, non solo per Marta, ma anche per le troppe vite che s'è portato via l'alito di quel maledetto drago.
Devo farlo: per Marta e le troppe vite cancellate dall'alito del maledetto drago.
Sono settimane che ci penso. E questa… è la notte perfetta: la nebbia si è palesata risalendo i ripidi argini del fiume dopo che l'ultimo brandello di un rosso tramonto autunnale si è riflesso nell'acciaio inossidabile del grande silo, inquietante totem che si erge maestoso all'interno della fabbrica di morte sorta sulla riva est.
Sono settimane che ci penso. Questa notte è perfetta, con la nebbia che risale fitta dai ripidi argini del fiume, svanito l'ultimo rosso brandello di tramonto autunnale, riflesso nel lucido acciaio del grande silo: un totem inquietante, al centro della fabbrica di morte sulla riva est.
Il fiume, largo una ventina di metri all'apice delle due sponde, divide la zona residenziale di un comune, a ovest, dalla fabbrica che produce chissà quali schifezze sita nel comune sulla riva opposta.
Il fiume, all'apice delle due sponde, è largo una ventina di metri e divide la zona residenziale a ovest dalla fabbrica di schifezze sulla riva opposta.
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Re: Commento La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
Ciao, Alberto, e grazie per avermi assegnato il massimo dei voti. Ho letto la parte corretta, effettivamente è più immediata; però l'ultima frase la trovo incompleta: nel senso che non specifica che fabbrica e zona residenziale si trovano in due comuni differenti (la fabbrica che mi ha ispirato il racconto esiste ed è sita in un altro comune). Tornando al testo, devo dire che in passato mi è già stato consigliato di asciugare le frasi, ma pur impegnandomi, trovo sempre delle difficoltà a correggere il mio stile (dipenderà dal fatto che sono autodidatta). Ora non so se sostituire la parte che hai corrretto, oppure rileggere l'intero racconto per armonizzare il resto del testo… bel dilemma… proverò a rileggerlo, come fai tu, a voce alta, per vedere se riesco a migliorare l'intero racconto. Grazie ancora.Alberto Marcolli ha scritto: ↑17/01/2022, 15:53 Lodevolissimo lo scopo del racconto e qui ci vuole il voto massimo.
Arrivo al commento sul testo; parto da una mia impressione ricevuta dopo due letture ad alta voce, ovvero che la scorrevolezza del testo potrebbe essere migliorata, ma come?
Tento di suggerirti qualche idea che spero ti possa essere utile.
Qualche esempio, partendo dalla prima parte:
Devo farlo, non solo per Marta, ma anche per le troppe vite che s'è portato via l'alito di quel maledetto drago.
Devo farlo: per Marta e le troppe vite cancellate dall'alito del maledetto drago.
Sono settimane che ci penso. E questa… è la notte perfetta: la nebbia si è palesata risalendo i ripidi argini del fiume dopo che l'ultimo brandello di un rosso tramonto autunnale si è riflesso nell'acciaio inossidabile del grande silo, inquietante totem che si erge maestoso all'interno della fabbrica di morte sorta sulla riva est.
Sono settimane che ci penso. Questa notte è perfetta, con la nebbia che risale fitta dai ripidi argini del fiume, svanito l'ultimo rosso brandello di tramonto autunnale, riflesso nel lucido acciaio del grande silo: un totem inquietante, al centro della fabbrica di morte sulla riva est.
Il fiume, largo una ventina di metri all'apice delle due sponde, divide la zona residenziale di un comune, a ovest, dalla fabbrica che produce chissà quali schifezze sita nel comune sulla riva opposta.
Il fiume, all'apice delle due sponde, è largo una ventina di metri e divide la zona residenziale a ovest dalla fabbrica di schifezze sulla riva opposta.
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Re: La notte che Sigfrido ha ucciso il drago
Il fiume, all'apice delle due sponde, è largo una ventina di metri e divide a ovest la zona residenziale di un comune, dalla fabbrica di schifezze, sulla riva opposta di un altro comune.
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Re: Commento
Questa benedetta e maledetta punteggiatura, è il mio cruccio; io ci provo a migliorarla, ma si vede che di strada me ne manca ancora un bel po'. Ti ringrazio. Ciao, Stefano.Stefano M. ha scritto: ↑25/01/2022, 10:49 Un po' Don Chisciotte, un po' "Il Ragazzo della Via Gluck"! Racconto breve che ha l'abilità di condensare 50 anni di storia del rapporto di amore e odio di una cittadina con l'urbanizzazione e il suo ecomostro. Molto intelligente (ed efficace, ovviamente…) la scelta di aver inserito una narrazione come pretesto per esporre i cambiamenti che si sono succeduti nel corso degli anni (e che penso siano il vero "cuore" del racconto): tutto risulta leggero, senza appesantimenti o eccessi di pedanteria; da questo punto di vista è molto ottocentesco, periodo in cui i grandi maestri sapevano inserire parti didascaliche ed istruttive nelle loro trame senza perdere di brio. Lo sviluppo è molto lineare, riuscendo, pur senza particolari guizzi, a risultare originale, soprattutto per l'accostamento fra la megafabbrica e il drago; finale "chiuso" giusto in tempo per restare aperto. La scrittura è scorrevole e mediamente "complessa" ma stona l'uso un po' scorretto della punteggiatura (ci sono virgole fra soggetto e predicato, ad esempio) e con qualche tempo verbale non sempre azzeccato. Nel complesso mi è piaciuto, con piccolissimi ritocchi sarebbe perfetto!
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Gara d'autunno 2023 - Cuore di mamma - e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 69 - Le parole che non ti ho mai detto
A cura di Lorenzo Iero.
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BReVI AUTORI - volume 2
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale
La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Ida Dainese, Daniele Missiroli, Fausto Scatoli, Angela Di Salvo, Francesco Gallina, Thomas M. Pitt, Milena Contini, Massimo Tivoli, Franca Scapellato, Vittorio Del Ponte, Enrico Teodorani, Umberto Pasqui, Selene Barblan, Antonella Jacoli, Renzo Maltoni, Giuseppe Gallato, Mirta D, Fabio Maltese, Francesca Paolucci, Marco Bertoli, Maria Rosaria Del Ciello, Alberto Tivoli, Debora Aprile, Giorgio Leone, Luca Valmont, Letteria Tomasello, Alberto Marcolli, Annamaria Vernuccio, Juri Zanin, Linda Fantoni, Federico Casadei, Giovanna Evangelista, Maria Elena Lorefice, Alessandro Faustini, Marilina Daniele, Francesco Zanni Bertelli, Annarita Petrino, Roberto Paradiso, Alessandro Dalla Lana, Laura Traverso, Antonio Mattera, Iunio Marcello Clementi, Federick Nowir, Sandra Ludovici.
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L'arca di Noel
Da decenni proviamo a metterci al riparo dagli impatti meteoritici di livello estintivo, ma cosa accadrebbe se invece scoprissimo che è addirittura un altro mondo a venirci addosso? Come ci comporteremmo in attesa della catastrofe? Potremmo scappare sulla Luna? Su Marte? Oppure dove?
E chi? E come?
L'avventura post-apocalittica ad alta tensione qui narrata proverà a rispondere a questi interrogativi.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Non spingete quel bottone
antologia di racconti sull'ascensore
Hai mai pensato a cosa potrebbe accadere quando decidi di mettere piede in un ascensore? Hai immaginato per un attimo a un incontro fatale tra le fredde braccia della sua cabina? Hai temuto, per un solo istante, di rimanervi chiuso a causa di un imponderabile guasto? E se dietro a quel guasto ci fosse qualcosa o qualcuno?
Trentuno autori di questa antologia dedicata all\'ascensore, ideata e curata da Lorenzo Pompeo in collaborazione col sito BraviAutori.it, hanno provato a dare una risposta a queste domande.
A cura di Lorenzo Pompeo
Introduzione dell\'antropologo Vincenzo Bitti.
Illustrazioni interne di Furio Bomben e AA.VV.
Copertina di Roberta Guardascione.
Contiene opere di: Vincenzo Bitti, Luigi Dinardo, Beatrice Traversin, Paul Olden, Lodovico Ferrari, Maria Stella Rossi, Enrico Arlandini, Federico Pergolini, Emanuele Crocetti, Roberto Guarnieri, Andrea Leonelli, Tullio Aragona, Luigi Bonaro, Umberto Pasqui, Antonella Provenzano, Davide Manenti, Mara Bomben, Marco Montozzi, Stefano D'Angelo, Amos Manuel Laurent, Daniela Piccoli, Marco Vecchi, Claudio Lei, Luca Carmelo Carpita, Veronica Di Geronimo, Riccardo Sartori, Andrea Andolfatto, Armando d'Amaro, Concita Imperatrice, Severino Forini, Eliseo Palumbo, Diego Cocco, Roberta Eman.