Potete urlare di meno, per favore?

[Athosg]

Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

► ►|| || ■ ▼ ▲

voce:

(nessuna voce opzionale)

Urla il cielo

gonfio di pioggia.

Urlano i fiumi

stracolmi d’acqua.

Urla il bosco

divorato dalle fiamme.

Urlano le montagne

profanate dal turismo.

Urlano i vecchi malati

in un rigurgito di vita.

Urlano i bambini

figli di genitori consenzienti.

Urla lo sposino

quando viene come un lupo.

Urlan le vergini

quando scoprono il mondo.

Urla il cubo

che vuol esser rotondo.

Urla il coglione

del piano di sopra.

Urla il professore

all’alunno svogliato.

Urlano gli odiatori della rete

lame grezze in uno scarso italiano.

Urlan le invidie

che crean rancori.

Urla il ricordo

di giorni migliori.

Urla rabbioso il bastone

che picchia il somaro.

Urlano i mozziconi

lanciati dalle auto in corsa.

Urlano i muri delle scuole

vecchi e scricchiolanti.

Urla colpevole

il cazzo dello stupratore.

Urla anche il silenzio

rinchiuso tra queste mura.

Urla questo pomeriggio

troppo corto per i miei pensieri.

Urla torride

laide e disperate.

Urla infantili

sempre più spesso annoiate.

Urlan le persone

che non hanno più parole.

Urla isteriche

ridotte in mille pezzi.

Urla cupe

dal profondo del cuore.

Urla solitarie

senza un briciolo d’amore.

Urlano le frustrazioni

di una vita senza senso.

Urlano i regimi

per mantenere il consenso.

Tizzoni d’inferno,

direbbe Tex Willer,

serpenti a sonagli,

sibili affievoliti

trasformati

in orrendi gorgheggi,

potete urlare di meno,

per favore?

Un sorriso,

un pianto,

un sogno,

una carezza.

Alcuni ci mettono l’impegno,

altri la voglia.

Taluni la caparbietà.

Per ultimo,

qualcuno,

ci mette l’istinto

per cercare di cogliere

l’emozione nelle cose,

e non la fragilità intrinseca

di queste urla.

Lo diceva anche una mia amica,

scampata miracolosamente

al disastro.

[Macrelli Piero]

Il titolo alla Carver mi ha attirato. Il finale salva una poesia forse troppo lunga, ma è solo la mia impressione. E poi se fosse stato Carver l'amica il disastro non l'avrebbe evitato. Al momento non so dire altro,ma vorrei tornarci sopra. Ciao.

[Fausto Scatoli]

perdonami, autore, ma non posso proprio dire che mi sia piaciuta.
in linea di massima posso anche dire che non la comprendo, resta il fatto che le parole non mi raggiungono e non vedo o sento nulla se non rabbia.

[Athosg]

Il titolo alla Carver mi ha attirato. Il finale salva una poesia forse troppo lunga, ma è solo la mia impressione. E poi se fosse stato Carver l'amica il disastro non l'avrebbe evitato. Al momento non so dire altro,ma vorrei tornarci sopra. Ciao.

In effetti il titolo può far pensare a Carver. In realtà mi riferivo all'Urlo di Ginsberg. Più che altro notavo la differenza dei tempi. I nostri hanno meno ideali e si muovono in un campo decisamente ristretto.
Se vuoi puoi guardare un video su youtube a cui alla poesia ho aggiunto una colonna sonora dei Massive Attack

https://www.youtube.com/watch?v=86fnfWfnmqk

[Laura Traverso]

Devo dire che l'idea non mi è dispiaciuta, quella dell'urlo intendo. Però l'avrei accorciata, così, secondo me, la poesia è troppo lunga e risulta essere un po' pesante. Il messaggio mi è arrivato però, anche se lo hai espresso in modo, forse, eccessivamente "rabbioso" e con qualcosa di troppo nell'esempio dell'urlo...

[Lucia De Falco]

Anche a me la poesia non è proprio chiara, però non è male l'idea iniziale di ripetere ad ogni verso l'urlo delle persone per esprimere un senso di oppressione. Tuttavia, alla fine stanca perché è troppo lunga. Andrebbe abbreviata e chiarito un po' meglio il messaggio finale.

[Eleonora2]

Il titolo e l'idea sono validi ma il testo sembra uno sfogo, Lunghezza e sua impostazione me lo confermano. Sono io a non capirlo? Può darsi. L'importante è che tu abbia espresso il tuo pensiero.

[Roberto Bonfanti]

Come sfogo ci sta, ne hai un po' per tutti e per tutto.
Mi è piaciuto l'invito ad abbassare i toni, a cogliere le emozioni, a capire piuttosto che odiare, in quest'epoca che sembra dare ragione a chi urla più forte.
Il finale è un po' criptico, ma daltronde la poesia deve evocare prima che spiegare, almeno per come la intendo io.

[Fabiana La Rosa]

Una poesia dal sapore dolceamaro. Alcuni versi mi sono piaciuti particolarmente, anche per la loro estrema crudezza e schiettezza; altri forse un po' meno. Sicuramente, parlando di gusti assolutamente soggettivi, avrei scritto qualche verso in meno ma lasciando comunque la sua essenza.

[Ferruccio Frontini]

Anche Munch si sarebbe messo le mani nei capelli!
Ne venivano fuori quattro di poesie:certe frasi sono bellissime ma si perdono nella prolissità del pezzo.

[Piramide]

Mi dispiace ma anche io la penso come gli altri in merito a questo componimento: un lungo sfogo che sembra non finire mai e in cui si esprime, girandoci sempre intorno, lo stesso concetto. Ma oltre alla lunghezza e alla ripetitività, è proprio la poesia in generale a non avermi trasmesso niente. Per questi motivi ho dato 2.

[Domenico Gigante]

Non sono d'accordo con gli altri. A mio giudizio la poesia non è affatto male. Forse qualche passaggio potrebbe essere sacrificato, perché meno efficace di altri. Nel complesso mi ha fatto pensare ad una canzone di Rino Gaetano. Ecco! Secondo me come canzone funzionerebbe perfettamente.

[Cristiano Vaccarella]

L'idea è espressa in maniera chiara e lineare, e questo - a mio modesto parere - dovrebbe essere un cardine fondamentale per una poesia moderna. Quanto alla lunghezza... l'ho trovata piacevole e per nulla stancante, non è detto che un componimento debba essere per forza breve per poter arrivare al cuore di chi legge (io ancora mi emoziono a leggere la Divina Commedia, che sono cento canti...). Nel complesso, un buon lavoro!