Nel talamo nuziale
Inviato: 12/01/2022, 18:52
Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.
Al ritmo della risacca sul bagnasciuga di queste lenzuola stropicciate
il tuo respiro riempie la penombra di ricordi
e rimpianti per ciò che non son stato.
Mi scopro a spiare, a indovinare
la nota forma tua distesa, desiderata, inerme,
a ringraziare il Cielo se per una notte ancor, giacendo,
hai dato fiducia all’estraneo che fui, che sono, che sarò.
Questo talamo, campo di battaglie furibonde,
luogo di improbabili armistizi,
che sembrava così grande senza te
e, me ne vergogno, ancor più senza di me
quando un divano rigido, freddo, inadatto alla mansione
raccoglieva i nostri pianti, la nostra incomprensione.
Questo talamo, scenario senza veli di ardite fantasie,
palcoscenico delle nostre farse quando non ero io,
quando non eri lei, indiscreto segretario del noi.
Ti agiti nel sonno. Vorrei aver mandato su quell’incubo molesto,
scacciarlo, come insetto pernicioso, col semplice agitare d’una mano
ma è già andato, il tuo respiro torna ritmico, sereno
come quei sogni che condividevamo. Li ricordi?
Che è di loro? Per quale chimerico, iperbolico futuro
di gran carriera o successo strabiliante li abbiam persi?
Scoprimmo il nostro frutto più premiante
e, senz’altro, assai più bisognoso.
Li riprenderei, ora, e uno a uno li risciacquerei,
io che non spolvero nemmeno i libri non più letti:
promessa di fantastiche avventure da condurre insieme
e che non restano nemmeno sulla carta.
Al ritmo della risacca sul bagnasciuga di queste lenzuola stropicciate
percorro il tuo profilo, l’arco immenso dell’esotico sopracciglio,
la chioma ancor corvina ed ondulata, una striscia a diademarla di saggezza.
Un desiderio antico, giammai estinto, cova sotto la cenere della nostra vita insieme.