Tragicommedia di un contagio globale

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Domenico De Ferraro
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Tragicommedia di un contagio globale

Messaggio da leggere da Domenico De Ferraro »

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TRAGICOMMEDIA DI UN CONTAGIO GLOBALE



Personaggi

Ministro della Salute
Presidente della Regione
Professore Universitario
Una Degente
Il Mago
Il Gatto



Fiaba Drammatica dei giorni nostri


La forma del contagio ,s’evolve nel tempo di un recita , ella ti conduce in alto, verso quello che non speri possibile . Sembra il ricordo di un tempo , lieve come la terra che ti porti dentro , il ricordo di un giorno passato sotto la pioggia, che ti ha bagnato il cappotto , correndo sotto quel cielo grigio. E l’immagine di tua madre , di tuo padre il dialogo di chi ti ha reso grande . Il contagio, nacque in corpi virali che si unirono ,si baciarono ,si congiunsero nell’essere uno. Disperati per strade deserte , inseguendo le vane ombre della bellezza . Io cercai varie esperienze ,nate da dentro il corpo dell’assurdo, nell’ esistenze di mezzo che si congiunge all’infinito. Cosi vado , verso il mare che raccoglie ogni bellezza in se . Ed ogni lacrima, si unisce, all’acqua di mare. Sotto una fitta pioggia , fatta di lacrime , passeggio sotto un cielo gonfio . Angeli e demoni . Il domani incerto , mi riporta a rivedere me stesso. Angeli e demoni, si rincorrono, si azzuffano , creano disordini morali . Mi sembra di stare a teatro ad assistere, una rappresentazione di un mondo tragico . Vedo riemergere, antichi mali quotidiani nell’interpretare quei modi di vivere , quelle passioni, quella volontà di riscatto. Ma è l’incomprensibile forma del linguaggio a non generare il dialogo , solo suoni grotteschi , voglia di scolarsi una bottiglia di vino , in una infima cantina in compagnia di un cane che continua ad abbaiare a chiunque entra . Che continua a parlarti , della sua ultima conquista. Una cagnolina dei quartieri alti , bianca e con il pelo arruffato dal fiocchetto rosa attaccato al collare . Non riuscirò mai ad ingoiare , questo lungo sorso di vino , questi maledetti versi che ho sentito dentro di me , uscire da quelle mille vite vissute che mi circondano. Vite che raccontano delle loro vicissitudini , le loro avventure , le loro ambizioni. Maledette parole , mi dannano l’anima, mi conducono per vicoli lunghi e cupi , ove sostano , guappi e prostitute . Ove vivono i tanti fantasmi che continuano a narrare le loro incredibili vite , il loro sopravvivere . Sperare , mutare in una nuova realtà , in ogni cosa che mi circonda, in qualcosa di speciale che viva solo aldilà del bene e del male. Maledetto contagio . Immagini che vanno oltre quello che credo e vedo , fino a divenire , punti solitari. Immagini circoscritte , nella loro logica estetica , immagini etiche di varie esistenze , pronte a cambiare il mondo soggettivo. Etica, altalena di pregiudizi . Alcova di forme grammaticali che non conoscono regole sintattiche . Espressioni di una società , che rende l’individuo , artefice del proprio destino.


Ministro della Salute , giunto a Napoli con tre sottosegretari .
Si dirige alla sede del proprio partito.


Sono impressionato di tanto clamore.
Qui la gente muore.
Dobbiamo trovare una soluzione.
Qualcuno conosce la morte.
Dobbiamo parlagli seriamente.
Dobbiamo far si che ella metta giudizio.
Non si può continuare cosi.
Signor ministro questa e nà cosa vecchia
Nà cosa vecchia , ma quale vecchia
Chesta è una emergenza nazionale.
Se non troviamo una soluzione in fretta, salteranno tanti posti.
Poltrone, grande e piccole.
Sedie di onorevoli.
Dobbiamo dare una risposta immediata a questa pandemia.


La vita è un balletto ed il galletto, saltella nell’aia
Le donzelle , ballano senza il reggipetto
Il senatore siede sopra una sedia d’oro
L’onorevole sopra un ramo d’ argento
E la gente siede tutta all’inferno
Gente che non mangia
Qualcuno avanza il passo
Chi salta il pranzo
L’onorevole ha tre mogli
Tre appartamenti
Tre amanti nel taschino
Una è bruna, l’altra è rossa, l’alta è bionda.
L’onorevole gioca con la vita degli altri
Non ha amici e non ha pagato le tasse
Non ha pagato l’autombulanza
La signora delle pulizie
Tutti , hanno qualcosa da dire su questa pandemia

La vita è una disgrazia a volte un miracolo ,
Una luce che s’accende a volte nel buio della coscienza.
La vita, rimane un utopia.
Questo me lo ripeteva, sempre mio padre ,buon anima
Ero un bravo uomo mio padre ,mi ha fatto studiare
Divenire un buon politico.
Un deputato
Un sindaco senza suddetti.
Il sindacato degli attori , gridò alla rivolta.
Tutti , dovrebbero avere un padre come lo avuto io.
Un padre senza pregiudizi
Senza tanti capelli in testa.
Senza interessi bancari
Senza quella misoginia che allarga il proprio interesse.
Certo , bisogna trovare presto una soluzione.


Signor Ministro dice il presidente della regione

Non è facile far quadrare tutti i conti
Sono, oramai morti a migliaia
Non è scoppiata ancora una rivolta
Perché non hanno tagliato la coda al gallo
Perché non hanno denudato la signora, moglie del sindaco
Poiché hanno portato a san Biagio una lanterna d’olio
Da far bruciare nell’oscurità della sacrestia.
In quella preghiera ove in tanti sono morti
Sono morti , signor ministro, dopo essersi contagiati
Erano giovani e forti
Chi era vecchio , teneva la coperta sopra le spalle
E la notte signor ministro
Era lunga è fredda
Ed i sogni venivano all’alba a bussare alla finestra
Siamo in tanti oggi a voler capire ,come è successo tutto questo.
Signor ministro lo dica in parlamento
Lo dica a tutti quelli che contano.
Nella trasmissione di porta a porta
Ci faccia il piacere
I morti sono tanti
Io ho paura di accendere la televisione
Io ho paura di guardare fuori la finestra
L’altro giorno ho visto un positivo.
Dire avanti popolo
Avanti con questo contagio in atto.
Siamo stati contagiati
Ma non siamo rassegnati
Siamo in tanti senza il Green Pass
Siamo coscienti
Siamo stati condannati.

Questa terza ondata nessuno se l’aspettava
Chi s’aspettava che questo virus avrebbe fatto una strage
Avrebbe ,cambiato la dolcezza del vivere
Nell’ebbrezza, nella stanchezza.
Una paio di gambe aperte laggiù in strada
Laggiù in fondo in quel sogno di ragazza
Ella , aspetta ancora che m’avvicini
Era un amore senza età
Una volta sola
In quella girandola di piaceri
E tutto scema nello scrivere
Nell’ indifferenza , nella sofferenza
Giudizio , ho messo dentro questo dialogo
In questa ruota che gira all’incontrario
Gira intorno alla mia esistenza
Tra le mie illusioni
Tutto è luce
Tutto , luccica in questa città
Su questa strada senza nome
Dove passerò
Passerà
Passerà
Nell’amore e nell’odio
Mio Dio
Mio Dio
Aiutami a capire
Salvami Signore
Ad uscire da questo isolamento


Signor ministro, domani farò in modo , tutto sia messo in regola
Lo spero per lei signor presidente
Se non sarà il primo a tornare a casa a piedi
Signor ministro è un avvertimento
E un consiglio
Un coniglio , io non sono
Lo spero per lei signor presidente
Guardi il mare
Lo vedo, lei ricorda i tanti ammalati
Li ricordo, serbo nel mio cuore ogni ricordo
Rammento il viso di ognuno
Conosco i loro figli
Conosco le loro case
Credevo di conoscere la soluzione
per uscire fuori da questa pandemia
Ero deciso di dover fare , tutto il possibile
Signor Ministro per il bene del mio paese
Lo spero per lei signore presidente
Per il bene del mio popolo
Per la mia poltrone
Per mia moglie e miei figli



Professore universitario

Sono convinto, tutto finirà molto presto
Ci auguriamo
Brindiamo
Alziamo i calici
Beviamo ma non troppo
Facciamo una promessa
Facciamo cosa
Signor presidente
Si rimetta le mutande
Ma signor Ministro
Siamo davanti ad un professore
Ecco ci spieghi professore
La mutazione
L’usura
Il malessere
Il perché , questo virus diventa, ogni giorno più forte
Qualcuno la visto in giacca e cravatta aggirarsi fuori il Colosseo
Era suo fratello
Era una similitudine
Una finzione ottica
Il virus è mutevole e nato negli allevamenti
Forse potrebbe trattarsi di virus petecchiale
Forse ,potrebbe essere l’origine virale dell’umanità
Un ritorno enzimatico
Un forma primordiale
Potrebbe essere il virus dell’eterno ritorno
Potrebbe essere l’ultima cosa che vediamo
Questa una apocalisse signor professore
Non conosco il codice genetico
Il motivo evangelico
Secondo la mia conoscenza
Sia filosofica che patologica credo siamo messi proprio male
Ci salveremo ?
Signor Ministro
Ho capito professore il governo
Ecco è mutevole come un virus
Ma se non usciamo da questa pandemia , cadranno molte teste
Signor ministro anche la mia
Io sono il presidente della regione
Lei faccia il suo compito
E non mi tiri sempre l’orlo della giacca.
Con rispetto lo faccio

Una degente , dimessa da poco dall’ospedale

E questa la sede della regione
Si signora
Vorrei parlare con il presidente
Non si può oggi è impegnato in diverse riunione
Ma io appiccio , tutto cose
Lei appiccia , noi spegniamo
Ma allora non volete capire il virus mi ha spigato tutto
Veramente ma voi chi siete ?
Sono una sopravvissuta
Ora avverto il sottosegretario
Io chiamo il professore
Io l’autombulanza
Io chiamo la polizia
Questi sono tutti folli
Signora , il presidente vuole che saliate nel suo ufficio
Sono tre passi
No, sono cinque piani a piedi e rotta l’ascensore
Ma io , ora esco dall’ospedale mi manca il respiro
Sentite , non possiamo portarla in braccio
Sapete il contatto , potrebbe essere pericoloso

Il virus non guarda in faccia nessuno
Si muove nell’aria
Si è travestito da ballerina
Si è travestito da signora perbene
Il virus è mutevole
E sa ballare sotto il cielo
Sa ballare questa tarantella
Ci farà ammalare tutti quanti
Siamo fatti ad immagine del virus
Siamo di fatto , figli del virus
Vino Veritas
C’è chi dice viene da lontano dalla Cina
Chi dal Giappone
Chi dalla Corea
Chi dall’africa equatoriale
Questo virus , nessuno sa chi sia
Il virus viene dalla Russia
Il virus scorre in questa vita
Scorre per strada
Lo trovi al banco dei pegni
Lo trovi che si fa bello sotto al bar
Sotto il cielo della tua città
Il virus da una svolta alla vita in genere
Il virus è figlio della sorte
C’è chi si contagia
Chi s’arrangia
Chi se ne innamora
Chi è diventato ricco
Con il green pass
Con il super green pass
Con la scusa del virus , tutti sono diventati professori
Esperti in malattie respiratorie
Questo virus è una summa teologica.
Un fedele servitore dello stato.


Io sono mago, farò scomparire questo virus
Lo renderò un vacillo deficiente
Lo renderò inoffensivo
Lo renderò simile ad una peto
Ad una nuvola di smog
Ad un immagine meno tragica
Ammirate io sono un mago
Con questa acqua con cui vi laverete, guarirete da ogni male
Sotto questo cielo in questa grande piazza
Siete cosciente di essere pazzi
Siete tutti pronti ad affrontare il virus
Il suo percorso prognostico
Il virus è un signore di buona società
Il virus è una signora che ha molti amanti
E un virus che rispetta poco il codice stradale
Io lo farò divenire buono
Egli non è cattivo
Non è un virus su generis
E un virus subdolo
Non conosce bene la nostra lingua
Le nostre abitudine
Signori a me gli occhi


Il gatto aggirandosi tra la folla

Non lo state a credere
Non lo fissate negli occhi
E capace di trasformarvi in gatti randagi
E vi contagia
Vi trasmette il maledetto virus
Non è un mago ma un untore
E scappato dall’ospedale
E ancora positivo
Vuole far fesso ogni passante
Vuole contagiare tutti
Il mago inganna
Il mago non è un mago
Ma la summa di tutti gli errori di questo mondo
E un dipendente del ministro e del presidente della regione
Ha una amante si chiama Antonietta
Il mago è capace di farvi immaginare ogni cosa vogliate
Il mago vi può contagiare
Il mago è l’immagine del bene del male
Il mago è questa vita che vi trasforma
Il mago è l’ammore
Ed io sono un gatto , un povero gatto
Che miagola segretamente a volte sotto la luna
Io sono il gatto con gli stivali
Il gatto dalle nove code
Un gatto che la sa lunga
Che amava una topa del vicolo dei miracoli
Ed è una lunga storia la mia , mi sono contagiato in autobus
In ospedale , sono divenuto un gatto
Si proprio un gatto
Peloso con il pelo arruffato
Ho conosciuto il mago in corsia
Egli mi ha detto che prima non era un mago
Ma un ausiliario dell’ospedale di san Gennaro dei Poveri
Era un ausiliario
Che sapeva fare dei giochetti assai simpatici
Ed io che sono un curioso per natura , sono divenuto un gatto
E lui il mago , mi ha fatto immaginare, un mondo diverso
Un mondo senza odio
Un mondo fatto ad immagine di nostro signore
Un mondo libero da ogni virus
Dai tiranni , dai lussuriosi
Dagli assassini
Dalle brutte persone
Violente e false
Un mondo ho immaginato , un mondo diverso


Ciao , gatto amico mio
Ciao mago sei ancora qui
Dove vuoi che vada
In questa stanza siamo rimasti tu ed io
Che dici c’è la faremo a salvarci?
Non lo so gatto
Forse domani potremmo morire entrambi
Questo virus è un fedele servitore di satana
E un demone
Un Demone senza pietà
Un seme che non da frutti ,d’amore
E mutevole
E, proprio un brutto virus, mago ?
Già gatto .
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Domenico Gigante
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

E' complicato da leggere. Ci sono diversi errori grammaticali. La punteggiatura sembra casuale - non saprei dire se è voluto. Ci sono diverse voci, ma è difficile capire chi parla. Cmq rende bene il frastuono politico-mediatico a cui siamo stati sottoposti in questi due anni. Probabilmente occorre lavorarci per renderlo più leggibile.
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
Giovanni p
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Messaggio da leggere da Giovanni p »

Salve
Purtroppo lo scritto non rende giustizia all idea che poteva essere buona. C'è una gran confusione, almeno io sono un po' disorientato. Se fosse possibile io risistemerei il racconto è lo riproporrei.
Saluti
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Alberto Marcolli
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Commento: Tragicommedia di un contagio globale

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

Parto subito dalla prima riga.
“La forma del contagio ,s’evolve nel tempo di un recita , ella ti conduce in alto, verso quello che non speri possibile.” --- Si separa con una virgola (tra l’altro con lo spazio prima della virgola stessa), noto segno di interpunzione debole, il soggetto dal suo verbo (predicato verbale)? --- un recita?
Questo esempio vale per tutto il testo: urge una sostanziosa sistemata! Poi si potrà affrontare la lettura senza intoppi (o almeno con i pochi sbagli che noi “bravi autori” proprio non riusciamo a evitare, salvo alcuni veramente BRAVI che non nomino, ma che ci sono e rappresentano il vanto di questa lodevole palestra di scrittura).
Passerò allora al commento sul contenuto.
Superata la prima parte, diciamo introduttiva/esplicativa, il testo si tuffa in una girandola di frasi con l’intenzione di evitare un percorso logico, ma solamente di gettare nella mischia immagini reali, fantastiche, tristi, allegre, e molto altro.
Tante le manterrei, altre sono da meglio definire, alcune da cestinare.
Il tutto tenta di esprimere il disagio, il dolore, la paura per quest’ultima catastrofe abbattutasi sul nostro granello di sabbia tuffato nell’universo sconfinato.
Lodevole tentativo. Riuscirà il nostro “bravo autore” a raggiungere il risultato voluto?
Io mi offro di fornire il mio aiuto nel dipanare la matassa, ovviamente in separata sede.
Esprimere un voto ora non avrebbe senso.
P.S. Stai partecipando a una gara. La regola è commentare qualche racconto dei concorrenti, altrimenti non ti è permesso gareggiare.
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Fausto Scatoli
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

se dovessi basarmi solo sulla grammatica e la punteggiatura, direi che non è votabile.
non voglio fare il saccente o il professore ma, non prendertela, è tutto un errore dall'inizio alla fine.
se poi consideriamo che non è semplice da leggere, vista la struttura, beh, posso solo dirti di fare urgentemente una revisione generale, cercando di correggere il più possibile errori e refusi.
alla prossima
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Premesso che mi è piaciuto moltissimo questo nonsense, questa pulcinellata, è necessaria una severa revisione di ortografia (che problemi hai con l'accento sulla "è"?) e punteggiatura (virgole e punti lasciati da soli, le prime sparate a caso nel testo).
La teatralità di questo brano è fantastica (includendo il significato di "relativa alla fantasia"), ma merita di essere trattata meglio.
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

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