Sei tu poeta?

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Sondaggio concluso il 20/06/2022, 1:00

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3 - si lascia leggere
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Gabriele Pecci
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Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Tu che dipingi
con parole non tue,
dimmi, descrivi,
decanta ora.

Inonda tu l'oceano,
abbraccia
questa nuova terra,
elevati
sopra i celesti astri.

Esprimiti adesso,
adopera sconosciuti versi
donaci,
il suono di parole
mai udite.

Quel segreto
rimasto taciuto,
al tuo stesso
limite umano.
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 16/04/2022, 15:15, modificato 26 volte in totale.
Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Ho chiesto di cambiare poesia, ringrazio Massimo Baglione, per avermene dato possibilità.
Ho voluto cambiare principalmente per due motivi.

Il primo è che seppur mi garbava molto "Pesta", avevo gia partecipato nella scorsa edizione con una poesia, la prima scritta addirittura, facente parte comunque di un mio momento passato. Volevo e ho deciso di proporre invece questa poesia che ho composto solo qualche giorno fa e che sicuramente descrive meglio un mio pensiero o sentire del momento.

Il secondo motivo, il principale è che più del voto che andrà a ricevere, di cui immagino io stesso l'entità, non essendo questo capolavoro, mi interesserebbe molto invece leggere i vostri commenti o le senzazioni che vi suscita la lettura della stessa.

Grazie a tutti.
Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

In realtà in primis la domanda è rivolta a me stesso, la provocazione è evidente penso. Credo che per quanto sentimento trasudi dentro le nostre poetiche, per quanto doniamo o lasciamo parte di noi stessi o possiamo a nostra volta sentire e leggere di noi stessi nei testi di una qualsiasi poesia, la realtà è che non facciamo altro che ripetere parole che non ci appartengono più , parole già usate, già udite, già scritte, già dibattute, già milioni di volte messe in versi prima di noi. Chiaramente ogni poesia è unica perché riflette l'autore questo si, ma le parole no, quelle sono sempre le stesse e non sono nostre. L'unico aspetto che non è mai stato, in tutto l'arco della nostra storia descritto e certamente non lo potrà mai essere, sarebbe però l'unico a possedere in sé un nuovo linguaggio, mai usato, mai udito, mai espresso, dove per forza di cose servirebbe l'impiego di nuove parole per essere portato a componimento, parole che noi ad ogni modo non potremo mai udire, né leggere né tantomeno comprendere, esattamente come non possiamo conoscere e comprendere di fatto, dato il nostro limite umano, il nostro stesso essere, cioè quello che siamo e soprattutto il perché; siamo. Se arrivassimo realmente, concretamente a comprendere o descrivere questo aspetto, allora si, diventeremo veramente i poeti di noi stessi, potremmo davvero inondare noi l'oceano, abbracciare una nuova terra o elevarci più degli astri in cielo. Ma queste, non sono mai state, non sono, né saranno mai, le nostre parole.

Il mio scritto è un modo come un altro di farci comprendere il nostro ruolo, il nostro posto, il nostro essere niente, anche nella nostra stessa grandezza.
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 23/03/2022, 20:48, modificato 6 volte in totale.
Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Quando dicevo che in primis la domanda era rivolta a me, lo dicevo in senso lato, non so se tu hai letto i saggi che ho postato sul sito, ma io sono il primo che accetta e capisce tutto questo e lo faccio in piena consapevolezza e serenità. Però e questo l'ho riscontrato anche qui, a volte ci dimentichiamo e capita anche a me, di quanto siamo nulla in fondo anche nella nostra stessa grandezza, nella nostra e solo nostra, possibilità creativa che rispecchia in qualche modo o forse solo in minima parte, anche la nostra essenza, come giustamente hai detto. Sappiamo e possiamo ognuno per quanto gli è dato concesso, scrivere, dibattere, riflettere su tutto, ma nessuno, nemmeno le più grandi menti, artistiche e non, della storia, sono riuscite, non riescono, né possono riuscire , a esprimere, conoscere e comprendere la nostra stessa essenza, la stessa che in parte, riflettendosi in noi, permette a misura del nostro modo di fare e di essere, tutto questo.

Niente di nuovo, nemmeno il mio discorso, ho voluto solo trascrivere in versi di sfida a me stesso e a tutti voi, un promemoria, un monito di qualcosa che troppo spesso si dimentica, presi come siamo dal nostro stesso essere e nostro stesso agire, di possedere cioè la convinzione, il pensiero, di esser capaci o di essere comunque noi stessi in grado di poter descrivere ed esprimere, per mezzo della nostra creatività, veramente ogni aspetto della nostra vita, compreso quello che a noi si cela. Convinzione quindi riposta, impressa a fuoco, nella nostra stessa, possibile e totale, capacità di creazione, arte e poesia compresa, ma non è così che stanno le cose, provare per credere...

Se l'essenza può, attraverso di noi, esprimere arte, noi però non possiamo, attraverso l'arte, esprimere l'essenza.

Se l'essenza si può riflettere in noi, se ci può in qualche modo toccare, di riflesso ci può conoscere e comprendere, si può quindi esprimere, essere a suo modo arte attraverso di noi, o per meglio dire, noi, siamo espressione d'arte della nostra essenza.

Noi invece, non potendo riflettere a nostra volta, noi stessi sull'essenza, potendo quindi avvertirne solo il tocco e la presenza, senza però ricevere da essa alcun riflesso di ritorno, ci è quindi al contempo di questa nostra percezione, preclusa ogni possibilità, su ogni piano di nostra comprensione, di conoscere, esprimere o comprendere l'essenza stessa, ragione per cui, non possiamo farne espressione d'arte.

La nostra arte quindi è solo l'espressione di noi stessi, dove noi stessi, siamo a nostra volta, possibile espressione d'arte, dell'essenza.
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 25/03/2022, 7:27, modificato 5 volte in totale.
Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Mi fermo qua con le spiegazioni al testo. A voi la parola.
Macrelli Piero
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Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

La conoscenza personale con l'autore falsa l'impatto con il testo. Non per paura di dire che è brutta né per forzare un giudizio troppo positivo. Il testo mi sorprende per la sincerità e per l'energia che l'autore non ha ancora completamente slegato. Quindi mi aspetto margini di crescita. Cala in chiusura che avrei voluto più potente. Mi è piaciuta.
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Domenico Gigante
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Ciao Gabriele! Colgo dai tuoi commenti il senso dei tuoi versi. Personalmente penso che il linguaggio che abbiamo è già un'arma potentissima per esprimere ciò che siamo. Penso solo alla capacità di accostare in maniera inusuale aggettivo e sostantivo credo nuovo senso. I limiti ci sono, ogni meccanismo ne ha, ma la poesia ha liberato il linguaggio comune da molti limiti. Se non si può dire tutto, bè, non resta che la saggezza di Wittgenstein: “Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere”. Certe volte anche il silenzio è poesia. Molto bella. Complimenti!
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
Gabriele Pecci
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Re: Commento

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Domenico Gigante ha scritto: 25/03/2022, 8:15 Ciao Gabriele! Colgo dai tuoi commenti il senso dei tuoi versi. Personalmente penso che il linguaggio che abbiamo è già un'arma potentissima per esprimere ciò che siamo. Penso solo alla capacità di accostare in maniera inusuale aggettivo e sostantivo credo nuovo senso. I limiti ci sono, ogni meccanismo ne ha, ma la poesia ha liberato il linguaggio comune da molti limiti. Se non si può dire tutto, bè, non resta che la saggezza di Wittgenstein: “Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere”. Certe volte anche il silenzio è poesia. Molto bella. Complimenti!

Grazie Domenico e complimenti per la saggezza espressa in questo tuo commento, mi trovo d'accordo con il tuo pensiero infatti, accettando consapevolmente i nostri limiti, abbiamo comunque data una possibilità pressoché infinita, soprattutto in forma d'arte e quindi di pensiero in cui esprimere ed imprimere il nostro stesso essere. Ed è molto saggio riuscire a capire che in quel che non possiamo comprendere, abbia più senso taciere, essendo anche il silenzio stesso, forma di espressione dove non può esserci comprensione.
Gabriele Pecci
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Macrelli Piero ha scritto: 24/03/2022, 20:04 La conoscenza personale con l'autore falsa l'impatto con il testo. Non per paura di dire che è brutta né per forzare un giudizio troppo positivo. Il testo mi sorprende per la sincerità e per l'energia che l'autore non ha ancora completamente slegato. Quindi mi aspetto margini di crescita. Cala in chiusura che avrei voluto più potente. Mi è piaciuta.
Grazie Macro, hai fatto una buona critica. Questa ho voluto metterla in gara, a prescindere dal fatto che possa piacere o meno (come sempre ed è giusto che sia), ma solo o principalmente come provocazione/punto di riflessione mio personale che avevo anche piacere di condividere con voi.
Piramide
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Messaggio da leggere da Piramide »

Ho apprezzato la poesia sia per il tema trattato che per la messa in versi. Un delineamento di quell’atteggiamento poetico che troppo spesso si propone di spiegare o analizzare la realtà, che sia esterna o interiore, senza invece ammettere di essere soltanto un mezzo imperfetto con il quale si cerca di raggiungere un equilibrio o con il quale ci si sforza per rendere concreto l’astratto. Questo almeno è quello che è giunto a me. Voto 4.
Gabriele Pecci
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Piramide ha scritto: 25/03/2022, 19:56 Ho apprezzato la poesia sia per il tema trattato che per la messa in versi. Un delineamento di quell’atteggiamento poetico che troppo spesso si propone di spiegare o analizzare la realtà, che sia esterna o interiore, senza invece ammettere di essere soltanto un mezzo imperfetto con il quale si cerca di raggiungere un equilibrio o con il quale ci si sforza per rendere concreto l’astratto. Questo almeno è quello che è giunto a me. Voto 4.
Ciao Piramide, son contento che ti sia piaciuta e ti ringrazio per il bel voto attribuito, non sto a rispiegare nuovamente il senso che volevo esprimere perché qua sopra nei primi commenti ho già scritto una mezza tesi, quindi puoi trovarci tutte le spiegazioni a riguardo. Ci si scrive.
Gabriele Pecci
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Francesco Pino ha scritto: 27/03/2022, 16:30 Non sono d'accordo col ragionamento. Il linguaggio della società cambia continuamente e, di conseguenza, cambia anche il modo di scrivere. Non serve trovare nuovi linguaggi (sarebbe oltretutto pressoché impossibile), così come non serve rincorrere l'originalità a tutti i costi, che il più delle volte è un buco nell'acqua.
Tanto più aumenta nel tempo la produzione artistica, quanto più sarà difficile essere originali, ma contemporaneamente si aprono nuove fonti di ispirazione, nuovi esempi da seguire, nuove possibilità di mescolare gli stili o anche diverse forme d'arte, di fare "crossover".
Il tuo lavoro mi è piaciuto molto, poche parole ben piazzate e con stile.

Grazie Francesco, ti ringrazio per l'apprezzamento all'opera.

Il ragionamento se ti riferivi al mio papiro poco sopra si rivolgeva (come l'opera stessa) non alla possibilità o bisogno di trovare un nuovo linguaggio o stile nel descrivere quello che abbiamo sempre fatto più che efficacemente nell'arco della nostra storia, ma su quello che siamo invece impossibilitati dal nostro stesso limite umano a comprendere e capire, cioè l'anima stessa. Dove non potendo descriverla e comprenderla realmente con le "nostre parole" (parole usate e riformulate da centinaia di migliaia di anni fino a oggi) per farlo dovremmo proprio per questo trovarne di nuove, di mai udite e mai scritte.

Ma chiaramente noi non potremo mai fare questo (se lo facessimo saremo pari livello a Dio e parleremo la sua stessa lingua, lingua a noi stessi incomprensibile come Dio stesso, da questo deriva il mio verso centrale, se lo potessimo fare, potremo anche letteralmente "inondare noi l'oceano.. ecc.).

Poetizzando molto il concetto a mia volta, noi come individui, possiamo essere considerati forma d'arte dell'essenza (anima/Dio), ma noi come individui non possiamo in nessun modo fare quindi dell'essenza una sincera espressione d' arte (perché non la conosciamo ne comprendiamo), la nostra arte può essere quindi solo espressione di noi stessi.


Tradotto La mia poesia è solo un monito un promemoria, una provocazione/sfida solo per ricordarci il nostro posto, il nostro limite. Ciao alla prossima.
Letylety
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Messaggio da leggere da Letylety »

Vedo in questa poesia una grande generosità di fondo e un'umiltà nell'accettare i nostri limiti. A volte penso che i limiti nell'uomo siano di tradurre in scritto quello che la testa pensa, nel passaggio si perde sempre qualcosa. C'è molto pensiero e molta filosofia dietro! L'intuizione poetica secondo me è un fulmine che passa improvviso e ti consegna un'idea su cui lavorare molto velocemente. Pochi aggiustamenti e via per evitare di perdere il sentimento a favore del razionale.
Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

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Esattamente, sono contento che ti sia arrivato il messaggio.
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Cristiano Vaccarella
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Messaggio da leggere da Cristiano Vaccarella »

L'impianto è ben strutturato, ho qualche dubbio sulla distribuzione dei versi centrali, ma è solo un pensiero mio personale. Anch'io mi sarei aspettato un finale più "vigoroso", ma in fondo, le poesie sono il prodotto di ciò che viviamo e sentiamo in quel preciso istante in cui le concepiamo nella mente. Il messaggio lo rivolgi a te stesso, ma in realtà è un'esortazione per tutti noi. Mi piace, davvero un buon lavoro. Voto 4.
Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Grazie Cristiano, ho piacere che hai apprezzato. Hai ragione sui versi centrali, la ho appena leggermente migliorata, senza cambiarne minimamente la forma, ho sostituito solo qualche parola con il rispettivo sinonimo, adesso suona meglio. Alla prossima e grazie per voto e critica.
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Fausto Scatoli
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

io non vengo coinvolto più di tanto da questa composizione, mi spiace.
mi da l'impressione di una implorazione, una preghiera rivolta al poeta, dove le parole utilizzate, soprattutto all'inizio, mi sanno tanto di artificiale.
migliora nel finale e comunque si lascia leggere benissimo.
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Ciao Fausto, grazie per il passaggio, comunque l'intento di questa poesia è di pura provocazione/sfida al poeta stesso non una preghiera a lui rivolta, tutto il contrario quindi, è scritta per far riflettere sui propri limiti, miei come quelli di tutti. Alla prossima.
Marina Lolli
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Marina Lolli »

Una provocazione, una sfida, io credo che nel corso degli anni (chissà forse già dopo Dante) in tanti abbiano creduto di non poter esprimere che un già sentito, e che dopo i grandi che ci hanno preceduto sia stato espresso tutto.Nel mio piccolo scrivo (come accade a molti) per dar sfogo a ciò che dentro di me ha bisogno di uscire, quindi una terapia, un autoaiuto.Solo a sentirmi definire poeta mi imbarazza, ma ugualmente scrivo, così come mi imbarazza chi si sente un vate, chi sale in cattedra, ma ugualmente leggo ciò che per me vale, e che mi arricchisce e mi insegna. Ecco la tua sfida per me è questo, continuare a scrivere, sempre e comunque.
Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Ciao Marina, grazie del passaggio, innanzitutto grazie che hai colto a tuo modo la mia provocazione facendone sprono per te stessa, si può dare anche questa lettura, diversa dal messaggio che volevo dare, ma ci sta. Io non volevo dire che quello che scriviamo è o sa di già sentito, questo in ogni caso seppur con stesse parole non può accadere, ognuno quando scrive esprime se stesso, ognuno è diverso dall'altro, quindi ogni espressione fin anche la più banale, allo stesso modo della più grande o colta è unica. Il mio è solo un monito per ricordare all'uomo, quindi anche al poeta più espressivo o geniale che certi aspetti non potrà mai metterli su testo, per farlo dovrebbe usare parole sconosciute a qualsiasi lingua e non può semplicemente perché queste parole non ci appartengono, ma qui per farmi comprendere dovrei scrivere un saggio, quindi mi fermo. Grazie ancora.
Marina Lolli
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Marina Lolli »

Perdonami ma allora il tuo quesito e la tua sfida restano solo un quesito al quale hai risposto, visto che noi esseri umani non possiamo descrivere qualcosa di così astratto, non ci sono parole non perché qualcuno (Dio) le possegga e a noi non è dovuto, ma perché siamo così. Perdonami di nuovo ma il tuo quesito lo trovo un volo della mente verso qualcosa che non capisco, sicuramente un mio limite.
Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

È esattamente questo. Adesso hai colto è il limite, entro il quale ci è consentito esprimerci, con parole "non nostre" (non più appartenenti a noi come singoli), dal momento che quelle, le parole sono sempre le stesse poi solo rielaborate secondo il nostro stesso sentire, ma se noi riuscissimo davvero a comprendere e quindi a descrivere quello che è oltre di noi, le cose che vanno oltre questo limite, allora per forza di cose dovremmo usare nuove parole, parole a noi sconosciute, parole che se scritte allora si che ci apparterrebbero singolarmente, ma parole quindi, a noi stessi incomprensibili, come lo è Dio stesso, se le avessimo noi queste parole allora noi saremmo semplicemente pari a Dio. La provocazione, sta nel fatto che quello che più si avvicina a questo stesso limite è proprio il poeta, limite comunque rimasto nei fatti invalicabile, quindi... "sei tu poeta?, allora scrivi, fatti avanti prova a descrivere davvero cosa c'è al di là del tuo limite umano, inonda tu l'oceano... ecc."

Ti passo il link dove parlo più approffonditamente di questo tema in relazione ad un concetto molto più ampio se ti interessa, qui ci sono le mie conclusioni a cui sono giunto al momento ( tutto come sempre é in divenire ).

https://www.braviautori.it/dio-uomo-sci ... ivoco.html
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Roberto Bonfanti
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Messaggio da leggere da Roberto Bonfanti »

Hai spiegato molto questa poesia, forse condizionando le interpretazioni diverse che poteva ispirare.
A una prima lettura vi avevo colto l'impossibilità di poter scrivere qualcosa di nuovo, di non detto prima, quegli "sconosciuti versi" e le "parole mai udite", impressione che trovavo confermata nei versi inziali, le "parole non tue". Tali limiti li ha già ben definiti Borges, in fondo cosa facciamo tutti, se non trascrivere i frammenti più o meno sensati, quelli che ci sembrano meglio riusciti, di quella immensa (ma comunque finita) biblioteca?
Con molte delle considerazioni nei tuoi commenti mi trovo d'accordo, con altre un po' meno. Non ho i mezzi adeguati per discutere di essenza e arte a livello filosofico, meno che mai di metafisica o religione, quindi mi limito a dire che la tua poesia è efficace e fa riflettere, credo che non sia risultato da poco.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Grazie per il tuo commento Roberto, ammetto che effettivamente mi sono addentrato fin troppo nelle spiegazioni, ma vedendo che spesso veniva colto o interpretato un messaggio, non di per sé sbagliato, ma che non rappresentava però il vero senso da me espresso e voluto, ho cercato di chiarire al meglio il mio pensiero. Ho piacere che abbia comunque dato modo di riflettere, anche e non solo, dovuto al bisogno (mea culpa chiaramente, ma comprenderai che non è semplice inserire poetizzandolo in poche righe un tema filosofico di questo peso) di spiegazione dettagliata al testo. Alla prossima.
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 12/04/2022, 20:06, modificato 1 volta in totale.
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Roberto Bonfanti »

Gabriele, non voglio dire che tu abbia sbagliato a spiegare il senso della poesia, ma solo che si presta a diverse interpretazioni, come riesce a fare un testo profondo, quindi ho cercato di esprimere la mia impressione.
Un caro saluto e alla prossima.
Ultima modifica di Roberto Bonfanti il 12/04/2022, 20:37, modificato 1 volta in totale.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Avevo capito e apprezzato il tuo commento Roberto, ho risposto così per motivare le mie dovute in questo caso (e non brevi purtroppo per comprendere al meglio), spiegazioni al testo, che sicuramente, per quanto o meno profondo sia, valgono forse anche più del componimento stesso come spunto di riflessione. Grazie Roberto.
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Grazie del passaggio Nicola, non sto a rispiegare di nuovo il senso del componimento, lo trovi anche poco qui sopra ben spiegato, ho piacere constatare ad ogni modo che ognuno la sente e recepisce in maniera anche molto diversa. Vuol dire che in ogni caso sviluppa una riflessione interna.
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Messaggio da leggere da Myname »

Puoi spiegare che cosa vuoi dire con "parole non tue"?
Forse ti riferisci a chi plagia o usa frasi prese in "prestito".
Ma quelli che lo fanno non sono poeti, sono pappagalli.
Mi piace il finale: lo vedo come un'esortazione ad essere spontanei
Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Uso il commento già postato a risposta di Marina per darti la spiegazione.
Gabriele Pecci ha scritto: 10/04/2022, 17:56 È esattamente questo. Adesso hai colto è il limite, entro il quale ci è consentito esprimerci, con parole "non nostre" (non più appartenenti a noi come singoli), dal momento che quelle, le parole sono sempre le stesse poi solo rielaborate secondo il nostro stesso sentire, ma se noi riuscissimo davvero a comprendere e quindi a descrivere quello che è oltre di noi, le cose che vanno oltre questo limite, allora per forza di cose dovremmo usare nuove parole, parole a noi sconosciute, parole che se scritte allora si che ci apparterrebbero singolarmente, ma parole quindi, a noi stessi incomprensibili, come lo è Dio stesso, se le avessimo noi queste parole allora noi saremmo semplicemente pari a Dio. La provocazione, sta nel fatto che quello che più si avvicina a questo stesso limite è proprio il poeta, limite comunque rimasto nei fatti invalicabile, quindi... "sei tu poeta?, allora scrivi, fatti avanti prova a descrivere davvero cosa c'è al di là del tuo limite umano, inonda tu l'oceano... ecc."
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Messaggio da leggere da Apa777 »

Siccome mi piace la poesia dedico un po' del mio tempo alla lettura e ai commenti di alcune di queste.
In questo caso comincio dal finale, la parte che mi è piaciuta.
Fai bene a esortare i poeti ad usare parole ed emozioni loro!
Il resto non lo vedo molto chiaro, non so se parli per tè stesso oppure no.
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A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 6 - Un racconto in una fotografia

La Gara 6 - Un racconto in una fotografia

(luglio 2009, 34 pagine, 309,09 KB)

Autori partecipanti: nwMassimo Baglione, nwCandido Bottin, nwCarlocelenza, nwCmt, nwManuela Costantini, nwGio, Jean, Dino Licci, nwMacripa, Miriam, Pia, nwRanz, Snuff,
A cura di Alessandro Napolitano e Dafank.
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GrandPrix d'estate 2023 - Neve (Searching for Life) - e le altre poesie

GrandPrix d'estate 2023 - Neve (Searching for Life) - e le altre poesie

(estate 2023, 22 pagine, 586,14 KB)

Autori partecipanti: nwPiramide, nwLetylety, nwLodovico, nwNunzio Campanelli, nwGiuseppe Gianpaolo Casarini, nwLaura Traverso, nwMarco Pozzobon, nwAthosg, nwMacrelli Piero, nwRoberto Di Lauro, nwRaffaella villaschi,
A cura di Massimo Baglione.
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