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Ciao Gabriele, mi dispiace che tu non abbia trovato i versi all’altezza. Sono però contento che ti sia arrivato il messaggio e spero abbiano costituito quanto meno uno spunto di riflessione. Buona serata!Gabriele Pecci ha scritto: ↑25/03/2022, 19:35 Ciao Piramide, ti devo dire che apprezzo il messaggio e lo condivido, non si può vivere di metafore, se nel cercare l'amore spendiamo tutto il tempo a trovare i "come" perdiamo anche il tempo dei "quando", ma soprattutto, ben più importante, ci perdiamo i "perché". La poesia, purtroppo non è al livello del messaggio, si impunta nei versi e a mio riguardo aimè, risulta poco scorrevole. Voto 3.
- Domenico Gigante
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Cmq, al di là di questo mio sproloquio, il giudizio è del tutto positivo: bella e godibile. Se posso permettermi un consiglio sostituirei quel "tristo lamento" con il meno arcaico "triste lamento". A rileggerti!
- Cristiano Vaccarella
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Re: Commento
Grazie mille per il bel commento, Domenico. In merito alla questione tristo/triste ho riflettuto anche io e ho optato per la prima opzione fondamentalmente per due motivi. Il primo è prettamente legato al significante: reputo che “tristo” faccia scorrere meglio la poesia. Il secondo è che stando alla Treccani e all’Accademia della Crusca, “tristo”non sarebbe solo l’arcaica versione di “triste”, bensì anche un termine con un’accezione leggermente diversa. “Tristo” contiene anche la sfumatura di “maligno”. Comunque sia accolgo il suggerimento. Ancora grazie e un saluto!Domenico Gigante ha scritto: ↑26/03/2022, 13:39 Ciao! Ho trovato molto chiara nel messaggio la tua poesia. È condivisibile il fatto che l'uomo che vive dietro il poeta sia spesso privato di un'autentica vita e di sentimenti reali. Però la metafora è retorica: può nascondere - come capita se il fine è l'encomio del potente di turno - , ma può talvolta rivelare più dei fatti nudi e crudi.
Cmq, al di là di questo mio sproloquio, il giudizio è del tutto positivo: bella e godibile. Se posso permettermi un consiglio sostituirei quel "tristo lamento" con il meno arcaico "triste lamento". A rileggerti!
Re: Commento
Grazie mille anche a te, Cristiano. Mi fa piacere che la poesia ti sia piaciuta. Una cosa è sicura: il messaggio arriva, e di questo sono molto contento. Sul linguaggio poetico non siete tutti d’accordo ma apprezzo che a te sia piaciuto. Buona serata anche a te!Cristiano Vaccarella ha scritto: ↑26/03/2022, 17:09 Non so, forse vado controcorrente, ma a me il componimento piace, il messaggio l'ho percepito chiaramente e mi ha trasmesso quel senso di umanità che è costretta a vivere una vita non autentica, come diceva Domenico in un commento precedente. C'è una forte sensazione di smarrimento della via che ci conduce dentro noi stessi. Ottimo lavoro, per me. Voto 4.
Re: Commento
Grazie Francesco per il bel commento. E grazie anche del suggerimento. Buona serata!Francesco Pino ha scritto: ↑27/03/2022, 11:02 Questa poesia esprime prima di tutto un'opinione e io credo che sia un'opinione largamente condivisibile. È un messaggio che purtroppo recepiamo spesso "fuori tempo", soprattutto verso i nostri anni migliori. È una consapevolezza che raggiungiamo con rammarico.
I versi sono sicuramente sentiti, ma forse in po' di "condimento" in più li avrebbe resi migliori, qualche metafora magari...
Re: Commento
Mi fa piacere che ti sia piaciuta la poesia e soprattutto che tu abbia trovato l’uso delle rime appropriato, elemento cui ho voluto prestare attenzione. Ti segnalo che il tuo voto risulta non valido perché il tuo commento è inferiore alle 200 battute. Grazie ancora e buona serata anche a te.
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Re: Commento
Grazie per aver letto e commentato la poesia. Sono contento che tutto sommato ti sia piaciuta. Ti dico subito in merito al verso cui ti riferisci. La mia intenzione era di armonizzare il componimento. Due strofe, a inizio di ognuna due versi non uguali perché in una poesia del genere, così corta, avrebbe stonato, ma invertiti. Una specie di anafora invertita. Il significato ovviamente non è invertito, è solo a livello sintattico. “Metafore troppo ardite” e “Troppo ardite le metafore”. Sostituendo il termine metafore secondo me sarebbe venuta male e avrei dovuto stravolgere tutto il componimento per renderlo nuovamente armonioso. Comunque ci sta che possa non piacere, ci mancherebbe altro. Grazie ancora, un saluto e buona domenica!Paola Tassinari ha scritto: ↑03/04/2022, 16:33 La poesia mi è piaciuta, come pure il messaggio, se è piacevole la coperta rassicurante dei versi, rende al poeta, togliendosi la maschera, l'alienazione, ovvero si è in un altro piano e non si è compresi. "Tristo" l'ho trovo assai indovinato sia per la metrica sia per il rimando ai Tristia di Ovidio. L'unica cosa che non trovo ben definita un po' dissonante è il verso "Troppo ardite le metafore:" per quanto la punteggiatura l'ho trovata efficace perché i due punti, segnalano una pausa ma anche un approfondimento, un'immagine che si apre; che purtroppo ( secondo il mio sentire) ne viene vanificata la 'potenza' dalla ripetizione del termine metafore… perciò il voto è 3 per via di quel "metafore" che 'rovina' una poesia che poteva essere da 5
- Roberto Bonfanti
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Le metafore, gioia e dolore per chi scrive in versi, sono necessarie ma talvolta tolgono immediatezza al messaggio che vogliamo dare; in questo caso arriva forte e chiaro, la vita e i sentimenti sono già complicati di loro, cerchiamo di goderne senza renderli ulteriormente criptici.
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Grazie mille per il bel commento, Roberto. Buona serata!Roberto Bonfanti ha scritto: ↑12/04/2022, 21:19 Per me è una buona poesia.
Le metafore, gioia e dolore per chi scrive in versi, sono necessarie ma talvolta tolgono immediatezza al messaggio che vogliamo dare; in questo caso arriva forte e chiaro, la vita e i sentimenti sono già complicati di loro, cerchiamo di goderne senza renderli ulteriormente criptici.
Re: Metafore
Grazie mille Carving, mi fa piacere che anche a te sia piaciuta. Ad ogni modo, ti segnalo che il tuo commento è inferiore alle 200 battute e quindi per rendere valido il tuo voto dovresti renderlo un po’ più lungo. L’importante comunque era ricevere la tua impressione sulla poesia. Un saluto!
Re: Commento
Grazie mille per il bel commento, Nicola. Mi fa molto piacere sapere che proprio queste due caratteristiche ti siano piaciute particolarmente, perché sono due punti su cui mi sono concentrato notevolmente e apprezzo che siano arrivati al lettore. Buone feste!
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Hai ragione in generale, l'esperienza viene prima di tutto e ha poi sempre l'ultima parola.
Però io mi chiedo una cosa: l'uomo è anch'esso la metafora di Qualcuno?
Certe volte me ne viene il sospetto!
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ciò nonostante, a volte le metafore possono rivelarsi utili, sebbene non per ogni cosa.
nella vita e nei sentimenti non credo ce ne sia bisogno.
piaciuta.
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Vivere alla giornata, nel presente, è l'unica risposta possibile. Vivere, non "pensare di vivere"!
E i significati reconditi e nascosti? In amore vince chi fugge: se davvero quei significati nascosti ci vogliono, ci correranno dietro.
Racconti alla Luce della Luna
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Esprime,tuttavia, delle belle idee. Dovresti lasciar perderela la filosofia nella poesia. Ho deciso di darti 3 come voto.
Poesia gradevole,
.
.mm
Re: Commento
Grazie per il commento. Non sono d’accordo sul lasciar perdere la filosofia nelle poesie. L’importante non è di cosa si parla ma come. Poi non è proprio filosofia, è più un messaggio poetico. Più che altro, se dici che la poesia esprime delle belle idee forse si può parlare anche di filosofia in modo interessante no? Un saluto!
Re: Commento
Grazie del passaggio, Myname. Sì, probabilmente anche l’uomo è metafora di un Qualcuno, ma le cose non sono in contrasto. E bisogna arrivare a Lui attraverso le esperienze, e non astraendosi da tutto e tutti e rimanendo solo in una dimensione puramente trascendentale.
Grazie anche a te Laura. È vero, la poesia non è lunghissima. Sono contento che ti sia arrivato comunque il messaggio.Laura Traverso ha scritto: ↑07/05/2022, 16:57 il significato della tua breve poesia è sicuramente apprezzabile e certamente condivisibile. Avrei, però, preferito che continuasse un poco, così l'ho trovata un po' tronca, limitata. Ma il messaggio è comunque arrivato.
La chiave, come dici tu, sta nel cercare di utilizzare il fatto che è l’uomo stesso a essere metafora, per trarne fuori una guida per vivere la realtà.Bravoautore ha scritto: ↑09/05/2022, 16:54 Semplice e chiaro, un aforisma poetico.
L' uomo mi sembra una metafora esso stesso,noi viviamo di metafore e non possiamo farne a meno.
É vero che, come dice l'autore, non dobbiamo dimenticarci che si tratta di metafore, una guida per vivere la realtà!
Ilario Iradei ha scritto: ↑21/05/2022, 15:13 Piaciuta. Le metafore della vita allontanano il godimento della vita ci costringono a occuparsi del tempo e a non godere dell'amore. Rimane però il mistero di cosa siano queste metafore. Forse metafore di un pensiero.
Grazie anche a voi. Penso che ognuno abbia e debba capire quali siano le proprie metafore che lo possono ostacolare nel godimento della vita, o anche solamente in quelle situazioni in cui esse si rivelano congetture meramente astratte, come in amore, e che non ci fanno vivere nel “qui e ora” quando bisognerebbe farlo.Fausto Scatoli ha scritto: ↑24/05/2022, 9:25 effettivamente, vivere di metafore significa spesso perdere il proprio tempo, sprecarlo.
ciò nonostante, a volte le metafore possono rivelarsi utili, sebbene non per ogni cosa.
nella vita e nei sentimenti non credo ce ne sia bisogno.
piaciuta.
Grazie Marino, mi fa piacere che la mia poesia ti abbia suscitato questa riflessione, del tutto condivisibile.Marino Maiorino ha scritto: ↑05/06/2022, 12:04 Già: ci arrovelliamo così tanto su quello che significano le nostre esperienze, su quello che implicano, su quello che potrebbero indicare, che dimentichiamo di viverle!
Vivere alla giornata, nel presente, è l'unica risposta possibile. Vivere, non "pensare di vivere"!
E i significati reconditi e nascosti? In amore vince chi fugge: se davvero quei significati nascosti ci vogliono, ci correranno dietro.
Grazie a tutti per il passaggio e soprattutto per i vostri spunti. Un saluto!
Gara d'estate 2019 - La madre del prescelto, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 63 - Treni e stazioni
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Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2019 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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Antologia visual-letteraria (Volume tre)
Questa antologia a tema libero è stata ispirata dalle importanti parole di Sam L. Basie:
Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello, che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che patiscono quell'arrogante formicolio che, dalle loro budella, striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani. A voi, astanti ed esteti dell'arte.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Iunio Marcello Clementi, Noemi Buiarelli, Marco Bertoli, Liliana Tuozzo, Alessandro Carnier, Martina Del Negro, Lodovico Ferrari, Francesca Gabriel, Pietro Rainero, Fausto Scatoli, Gianluigi Redaelli, Ilaria Motta, Laura Traverso, Pasquale Aversano, Giorgio Leone, Ida Dainese, Marino Maiorino.
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Vivere con 500 euro al mese nonostante Equitalia
la normale vita quotidiana cosí come dovrebbe essere
Vi voglio dimostrare come con un po' di umiltà, di fantasia e di buon senso si possa vivere in questa caotica società, senza possedere grandi stipendi e perfino con Equitalia alle calcagna. Credetemi: è possibile, ed è bellissimo!
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