Il circo
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Il circo
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Grazie Fra. Sì, il circo è un mondo a parte, forse fuori dal tempo, spettacolare e drammatico allo stesso tempo.FraFree ha scritto: ↑26/06/2022, 20:22 A me il circo ha sempre messo tristezza, anche da bambina, e il tuo racconto non fa altro che consolidare il sentimento. Il numero che mi dava più leggerezza, nonostante l'apprensione, era quello dei trapezisti. Comunque, il mondo del circo ha pure il suo fascino, con una categoria di artisti che hanno una sorta di tempra e resilienza maggiore rispetto ad altre. Riuscire a mescolare lavoro e vita nello stesso ambiente credo non sia da tutti.
Un buon racconto, mi è piaciuto.
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Francamente sono d'accordo.
Insomma, sei riuscito a condensare in diecimila e poco più caratteri una serie di temi e soprattutto hai saputo creare una serie di suggestioni tali da lasciarmi sbalordito.
Ah, e ancora il circo, che fa da sfondo alla narrazione e alla metanarrazione insieme alla sua variopinta umanità.
E nel finale quel Kansas che pare spiega tutto... forse.
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Re: Commento
Grazie per il passaggio e le considerazioni.Bravoautore ha scritto: ↑27/06/2022, 10:21 Ritengo che tu abbia scritto questo racconto volendo tessere una trama sociale e umana. Il personaggio che evidenzi è quello della ballerina, l'artista più vulnerabile di quel circo.
Un racconto piacevole ma forse troppo frettoloso.
A te piace scrivere, quindi perchè non evidenzi un po' anche gli altri costruendo un ambiente circense più vivo?
Penso che a chiunque qui dentro piaccia scrivere, bisogna anche esserne capaci, è quello il mio problema.
In realtà l'ambientazione circense mi serviva come sfondo per la vicenda che mi interessava di più, quella della ballerina, del direttore del circo e del loro rapporto con il tempo che passa e l'archetipo del viaggio, qui inteso in senso negativo, come immobilismo esistenziale. Chiaramente ci sono degli accenni di realismo magico e tutto il racconto è un omaggio a un famoso libro per ragazzi, fra citazioni e ribaltamenti di prospettiva.
Un saluto.
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Re: Commento
Ciao Namio, ci hai preso al 100%. Tutte le citazioni, i nomi e il carattere dei personaggi sono un omaggio al Mago di Oz, lo specchio è quello che dici tu e altre mille suggestioni. In quella cornice, fantastica ma anche spietata, traslata in un circo, uno di quelli vecchio stile, americano (che poi il circo dà sempre l'idea di essere un mix fra USA e Balcani), ho provato a scrivere qualcosa sul sentirsi giovani e non esserlo più (argomento che, giorno dopo giorno, mi coinvolge sempre più personalmente), poi ho giocato a ribaltare l'archetipo narrativo (imprescindibile da Omero in poi) del viaggio: un circo, spettacolo itinerante per definizione, che rimane con il tendone ben piantato nello stesso luogo per sempre.Namio Intile ha scritto: ↑27/06/2022, 12:11 Ogni volta che leggo un tuo nuovo racconto mi rendo conto che il tuo modo di scrivere e di procedere nella narrazione si affina e perfeziona sempre più. Il testo è ottimo per come è articolato e per la sapienza nell'uso del lessico. Questo racconto è peraltro un piccolo gioiello quando, accanto alla narrazione principale (quella con gli artisti del circo) inserisci un metaracconto che ha la funzione di esplicare il racconto stesso. La ballerina e il nano (che pare una locuzione giornalistica) sono i due protagonisti della vicenda. Lei balla e pare non accorgersi di invecchiare, lui non invecchia e pare non accorgersi di essere un gigante: il direttore del circo protegge la ballerina (la salva da un possibile suicidio, la fine della ballerina precedente che forse è la stessa Dorothy) e sembra vivere come sospeso in un piccolo centro dal nome evocativo di Emerald, dove nessuno sembra accorgersi del tempo che passa. Incontra Dorothy (il mago di Oz...) da bambina e questa sotto la sua ala protettrice arriva a invecchiare senza accorgersene, salvo l'incontro con la chiromante che toglie il velo allo specchio (ah, che meraviglia questo dis-velamento). E poi dei rimandi che non sono riuscito ben a inquadrare: lo specchio in frantumi ( un po' Faust un po' Dorian Gray) le scarpine d'argento (che mi ricorda una fiaba), il cappello della chiromante e la chiromante stessa, la scimmia al guinzaglio (magari mi lasci qualche dritta) che pare Behemot . E quel finale col nano che entra nella roulotte della West, indugi sul suo piede che ferma la porta e poi la chiromante scompare per sempre. E ancora questa considerazione chicca del direttore, che da sola vale la lettura del racconto: "Comunque, ho capito che alla fine tutto il mondo è come questo posto, perché darsi tanto da fare per andare in un altro luogo e scoprire che non c'è niente di diverso, sarebbe inutile, non trovi?"
Francamente sono d'accordo.
Insomma, sei riuscito a condensare in diecimila e poco più caratteri una serie di temi e soprattutto hai saputo creare una serie di suggestioni tali da lasciarmi sbalordito.
Ah, e ancora il circo, che fa da sfondo alla narrazione e alla metanarrazione insieme alla sua variopinta umanità.
E nel finale quel Kansas che pare spiega tutto... forse.
Ti ringrazio molto per le bellissime parole e ti faccio un caro saluto.
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Re: Il circo
Il punto di equilibrio a cui sono giunto è quello di fare tutto quello che riesco ancora a fare senza pormi troppe domande se sia lecito o adeguato. Impongo la mia presenza al mondo finché posso e poi... Adieu.
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Re: Commento
Grazie mille Francesco, mi fa molto piacere il tuo apprezzamento! Grazie anche per la tua attenzione alle citazioni del Mago di Oz.Francesco Pino ha scritto: ↑27/06/2022, 19:16 Complimenti per questo bellissimo racconto, sei partito dal Mago di Oz e lo hai fatto diventare un'altra storia; il risultato è esaltante. Grazie anche a Namio per il suo commento che conduce alla giusta prospettiva. Ho letto il racconto, poi il commento e poi ho riletto il racconto apprezzandolo ancor di più.
I riferimenti sono davvero tanti. Il mago di Oz che era in realtà piccolo, Miss West che richiama la strega dell'Ovest, il leone timido, le scarpette d'argento che la strega cercava di rubare a Dorothy, il nome del Clown che è lo stesso di quello del cane di Dorothy… e poi quel finale in cui ci metti il tornado nel Kansas, magnifico! 110 e lode.
Un saluto e a rileggerci.
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Re: Commento
Grazie mille, Eleonora!Eleonora2 ha scritto: ↑28/06/2022, 12:49 Bravo. Sai scrivere e questo racconto ne è la dimostrazione. Sono contenta che ci siano dei testi che mi piacciano; è la conferma di trovarmi nel posto giusto. Una narrazione, dall'inizio alla fine, pulita, efficace, non monotona. La storia e l'ambientazione riusciti!
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Re: Commento
Grazie per il voto e il commento positivo. Hai ragione, per molti di noi il circo conserva ancora il fascino di un tempo, forse proprio perché legato ai ricordi d'infanzia.Andr60 ha scritto: ↑29/06/2022, 15:56 Un bel racconto, ricco di riferimenti già evidenziati, e con capovolgimenti di prospettiva che mi sono piaciuti. L'ambientazione rimanda all'infanzia di molti (compreso il sottoscritto), mentre pare che nel XXI° secolo non ci sia più posto per il circo, con una sensibilità rinnovata per gli animali (ipocrita, per certi versi), mentre nani, ballerine e trapezisti bazzicano altri lidi, con migliore fortuna.
Saluti
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Perbacco! Non capita tutti i giorni di essere paragonato a uno dei padri della SF!Ilsestogatto ha scritto: ↑29/06/2022, 18:04 Bello, mi è proprio piaciuto, un racconto magico che costruisce più di una storia, o almeno io ci ho visto diverse storie, con diverse chiavi di lettura a seconda del punto di vista dei singoli personaggi. E l'ambiente è reso veramente bene, mi ha incantato: ricordo solo un altro circo che è riuscito a prendermi in questo modo, quello di Sturgeon in Cristalli sognanti (e scusa se è poco!)
A parte gli scherzi, grazie davvero per l'apprezzamento.
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In questo racconto c'è un elaborato meccanismo narrativo di non facile costruzione. Bello.
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Grazie del commento, Piero. La tua è una considerazione interessante e che si può applicare a molti ambiti.Macrelli Piero ha scritto: ↑04/07/2022, 20:00 io avrei pensato anche a certi racconti di Ray Bradbury. Il circo è un contenitore di ogni cosa pensabile bella o brutta. Come archetipo lo adoro, ma nella realtà lo disprezzo ho fatto l'errore di avvicinarmi troppo e certi modelli non vanno mai osservati da vicino o dietro le quinte.
In questo racconto c'è un elaborato meccanismo narrativo di non facile costruzione. Bello.
Ora che mi ci hai fatto pensare, ricordo di aver letto Il popolo dell'autunno, molti anni fa, potrei aver preso uno spunto inconscio proprio da lì.
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La tua nota capacità, ma questa volta sotto tono dal punto di vista della soddisfazione delle curiosità che hai instillato. Permetti che ti paragoni a Stephen King, e non lo faccio come forma di complimento. Accenni a spiragli narrativi, svolte, spiegazioni, e poi lasci con la bocca asciutta... :/
La punteggiatura è il meno, ma al principio mi ha un po' infastidito: "la donna barbuta, che stava alla cassa", "il centro della pista, illuminata da un occhio di bue", in entrambi i casi avrei evitato le virgole. Continua così un po' per tutto il racconto, spezza i periodi.
Perché ho tirato in ballo King? Perché qui ci sono tutti gli elementi misteriosi di una sua trama: gente che non invecchia o crede di non farlo, comportamenti paradossali, eccezioni (il circo) che diventano abitudini (da quanti anni è fermo lì?), sparizioni, morti improvvise...
Ora la ballerina vorrebbe che un tornado la portasse via. Per anni ha desiderato gettare la sua vita in quel posto. Ha qualche potere occulto? Davvero Miss West è andata via? Lasciando la scimmietta e le sue cose?
Lo shock per scoprirsi vecchia: hai ricreato l'atmosfera di quei racconti dove ogni giorno si ripete identico a sé stesso (per il protagonista che scopre l'anomalia), e ora all'improvviso il cerchio si è rotto. Che accadrà?
AAaaaarrgrgghhhh! Non potevi scrivere qualcosa che mi suscitasse meno domande?
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Ciao Marino, inizio dalla fine del tuo commento: suscitar domande è il mio piacere (semicit.).Marino Maiorino ha scritto: ↑09/07/2022, 10:03 Davvero singolare, un circo che non si muove.
La tua nota capacità, ma questa volta sotto tono dal punto di vista della soddisfazione delle curiosità che hai instillato. Permetti che ti paragoni a Stephen King, e non lo faccio come forma di complimento. Accenni a spiragli narrativi, svolte, spiegazioni, e poi lasci con la bocca asciutta... :/
La punteggiatura è il meno, ma al principio mi ha un po' infastidito: "la donna barbuta, che stava alla cassa", "il centro della pista, illuminata da un occhio di bue", in entrambi i casi avrei evitato le virgole. Continua così un po' per tutto il racconto, spezza i periodi.
Perché ho tirato in ballo King? Perché qui ci sono tutti gli elementi misteriosi di una sua trama: gente che non invecchia o crede di non farlo, comportamenti paradossali, eccezioni (il circo) che diventano abitudini (da quanti anni è fermo lì?), sparizioni, morti improvvise...
Ora la ballerina vorrebbe che un tornado la portasse via. Per anni ha desiderato gettare la sua vita in quel posto. Ha qualche potere occulto? Davvero Miss West è andata via? Lasciando la scimmietta e le sue cose?
Lo shock per scoprirsi vecchia: hai ricreato l'atmosfera di quei racconti dove ogni giorno si ripete identico a sé stesso (per il protagonista che scopre l'anomalia), e ora all'improvviso il cerchio si è rotto. Che accadrà?
AAaaaarrgrgghhhh! Non potevi scrivere qualcosa che mi suscitasse meno domande?
Nel racconto ci sono moltissimi omaggi a un noto romanzo per ragazzi (non li spiegho, forse c'è qualche cultore che si divertirebbe a scoprirli tutti...), Miss West, la scimmietta, il tornado ecc. ecc. riguardano tutta quella roba lì, magari ho preteso un po' troppo dai lettori, che facessero il lavoro dei collegamenti al posto mio.
In questo bailamme ci ho infilato un tema che, almeno da una certa età in poi riguarda molti, me di sicuro, quello di immaginarsi ancora giovani e non esserlo più, oltre a qualche altra cosuccia che probabilmente trovo divertente solo io, tipo rovesciare il viaggio dell'eroe.
In fondo hai ragione, non lo nego, ma quello che accadrà non la ritengo la cosa che mi interessava di più raccontare.
Ti ringrazio per la "tua nota capacità", I'm big in Japan...
I tuoi commenti e le tue osservazioni mi fanno sempre riflettere, anche quelle sulla punteggiatura.
Un caro saluto.
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Re: Il circo
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Re: Il circo
Ma certo che mi fa piacere, Marino, ero ironico. Grazie davvero.Marino Maiorino ha scritto: ↑09/07/2022, 22:37 Sarai big in Japan, ma nessuna tua opera è passata senza avermi suscitato emozioni. E visto che si scrive per quello, non certo per compilare manuali di lavatrici, mi pare giusto ammetterlo.
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Re: commento
Ciao Laura, ti ringrazio tanto per il commento, il voto e per come hai evidenziato il punto chiave del racconto, quel velo che cade e cambia la prospettiva. Sono molto in sintonia con quello che dici riguardo al circo, forse ancora più che in altre forme di spettacolo in quel mondo vale il detto "show must go on", nonostante tutto; non a caso, per esempio, i clown e i comici spesso sono persone con esistenze difficili e per niente allegre come i personaggi che interpretano.Laura Traverso ha scritto: ↑12/07/2022, 17:13 Anche in questo tuo racconto emerge la tua sensibilità e bravura nel raccontare. La storia è triste ma, immagino, assai veritiera per ciò che è lo svolgersi della vita dei circensi. Ogni personaggio è molto bene delineato. La fantasiosità che hai espresso attraverso la chiromante che, ha tolto il "velo" a quella che non era più una ragazza è molto tenero e significativo. Speriamo che, nuvole nere o quant'altro, possano aver portato via, lontano da quel luogo triste e polveroso, la ballerina...Il circo mi ha suscitato sempre un'infinita malinconia, in primis per gli animali lì detenuti, sfruttati e maltrattati (lo dico con convinzione, molto maltrattati). E poi anche per gli umani che, credo, non facciano una vita troppo soddisfacente, (a parte i grandi circensi, ricchi e famosi, di cui non faccio nome). Io qui mi riferisco ai piccoli circhi, di cui ognuno di noi ha memoria, ecco loro mi suscitano una profonda tenerezza, ma forse è una mia idea sbagliata, chissà? Forse invece sono felici. Comunque, a parte queste mie personali considerazioni sul circo, il tuo racconto è bellissimo, scritto bene e colmo di umanità. Bravo. Voto 5
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commento Il circo
L’uso del “che” è a volte troppo ravvicinato, ma questo è un mio pallino e non tutti lo condividono, a quanto pare.
refusi
Finalmente si decisa a parlarle – decise
Il solo ormai basso all'orizzonte – il sole
La punteggiatura è importante per dare ritmo alla storia. Una rilettura a voce alta a volte serve a capire quando metterla e quando toglierla, ma spesso sono scelte soggettive.
Ho letto il racconto senza pensare a nessuna analogia con testi famosi, anche perché la mia cultura non arriva a tanto, e mi sorgono varie domande lasciate in sospeso. Ho letto il commento di Namio e ne ho tratto giovamento nella rilettura.
In conclusione, la scrittura è di qualità (inevitabile qualche refuso, siamo Bravi Autori, mica professionisti, anche se qualcuno fra noi lo è veramente), i temi trattati suscitano molte riflessioni e dovrà essere il lettore a saper dare un seguito. Nel mio piccolo io cerco di chiudere sempre il discorso, ma anche lasciare molti fili in sospeso è apprezzabile.
Voto 4
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Re: commento Il circo
Grazie per il commento e la segnalazione dei refusi, Alberto, li correggo subito.Alberto Marcolli ha scritto: ↑29/07/2022, 19:39 Non mi sembra corretta l’esibizione del domatore con il leone. La frase “entrò la gabbia del leone. Il domatore lo fece uscire e iniziò la sua esibizione,” mi lascia intendere che entri sulla pista una gabbia con dentro il leone e che il domatore lo faccia uscire a contatto con il pubblico e inizi la sua esibizione. Manca la descrizione della gabbia più grande, necessaria a separare domatore e leone dal pubblico. In gioventù ho assistito a più di uno spettacolo circense e sempre l’esibizione con gli animali feroci, o presunti tali, avveniva all’interno di questa gabbia.
L’uso del “che” è a volte troppo ravvicinato, ma questo è un mio pallino e non tutti lo condividono, a quanto pare.
refusi
Finalmente si decisa a parlarle – decise
Il solo ormai basso all'orizzonte – il sole
La punteggiatura è importante per dare ritmo alla storia. Una rilettura a voce alta a volte serve a capire quando metterla e quando toglierla, ma spesso sono scelte soggettive.
Ho letto il racconto senza pensare a nessuna analogia con testi famosi, anche perché la mia cultura non arriva a tanto, e mi sorgono varie domande lasciate in sospeso. Ho letto il commento di Namio e ne ho tratto giovamento nella rilettura.
In conclusione, la scrittura è di qualità (inevitabile qualche refuso, siamo Bravi Autori, mica professionisti, anche se qualcuno fra noi lo è veramente), i temi trattati suscitano molte riflessioni e dovrà essere il lettore a saper dare un seguito. Nel mio piccolo io cerco di chiudere sempre il discorso, ma anche lasciare molti fili in sospeso è apprezzabile.
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In quanto alla gabbia ho sottinteso la descrizione particolareggiata di come si svoge il numero con il leone, mi sembrava un tecnicismo superfluo, ora valuto se rivederlo o meno.
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Si per me è un 5,il racconto si legge benissimo, il ritmo è ottimo. I personaggi sono interessanti e vivi e il racconto lascia parecchi spunti di riflessione.
Il tempo sprecato,il tempo che è relativo ai punti di vista.
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Re: Commento
Grazie Giovanni, sono contento che ti sia piaciuto.Giovanni p ha scritto: ↑16/08/2022, 12:44 Buongiorno
Si per me è un 5,il racconto si legge benissimo, il ritmo è ottimo. I personaggi sono interessanti e vivi e il racconto lascia parecchi spunti di riflessione.
Il tempo sprecato,il tempo che è relativo ai punti di vista.
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Sarebbe gustoso stare qui a svelare tutti i personaggi:
1) Circo Baum: da Lyman Frank Baum
2) Miss "West", ovvero la malvagia strega dell'Ovest che si vuole impossessare delle scarpette d'argento di Dorothy
3) La scimmietta: ultimo sopravvissuto di un esercito di scimmie volanti controllate con il cappello da Miss West
4) Il nano Oz, che con un po' di trucco può sembrare più grande e potente di ciò che è.
E poi il leone codardo, lo spaccalegna forzuto "Iron" Jack, alias uomo di latta (mi sono perso lo spaventapasseri: accetto suggerimenti).
Insomma un grande gioco di rimandi, che ha il pregio di non apparire fine a se stesso, ma - come già detto - appare un viaggio nell'inconscio della ballerina-Dorothy.
Scritto veramente bene.
Complimenti e un abbraccio!
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Lo spaventapasseri: il trapezista, leggero e che "prende fuoco facilmente", come dice il nano a un certo punto, inoltre lo chiama Ray, come Ray Bolger, l'attore che lo interpreta nel film del 1939. Stessa citazione per Iron Jack/Jack Haley, l'attore che fa l'uomo di latta.Domenico Gigante ha scritto: ↑03/09/2022, 16:50 Caro Roberto! Mi ha letteralmente lasciato di stucco ritrovare Dorothy in Freaks di Tod Browning. Un circo stabile nei pressi della città di Smeraldo in Kansas (perché "nessun posto è bello come casa mia!") sembra la grande metafora delle pulsioni inconsce di una vecchia-bambina: la Dorothy di Oz ormai diventata vecchia, ma che conserva, nel suo Kansas, la nostalgia di quel mondo meraviglioso "somewhere over the rainbow" (d'altra parte la nostalgia di casa si può ribaltare nella nostalgia dell'altrove per chi è abituato a viaggiare e quale miglior modo di superarla che portare l'altrove nel familiare). Potrebbe essere un bel soggetto per un film di David Lynch.
Sarebbe gustoso stare qui a svelare tutti i personaggi:
1) Circo Baum: da Lyman Frank Baum
2) Miss "West", ovvero la malvagia strega dell'Ovest che si vuole impossessare delle scarpette d'argento di Dorothy
3) La scimmietta: ultimo sopravvissuto di un esercito di scimmie volanti controllate con il cappello da Miss West
4) Il nano Oz, che con un po' di trucco può sembrare più grande e potente di ciò che è.
E poi il leone codardo, lo spaccalegna forzuto "Iron" Jack, alias uomo di latta (mi sono perso lo spaventapasseri: accetto suggerimenti).
Insomma un grande gioco di rimandi, che ha il pregio di non apparire fine a se stesso, ma - come già detto - appare un viaggio nell'inconscio della ballerina-Dorothy.
Scritto veramente bene.
Complimenti e un abbraccio!
Il clown Toto, fedele a Dorothy come l'omonimo cagnolino nel romanzo.
Dorothy viene trasportata da un tornado nel mondo di Oz insieme alla sua casa che, atterrando, schiaccia la Strega dell’Est, come il treno del mio racconto che travolge la vecchia ballerina.
Frank prepara un bagno caldo per Miss West che in seguito scompare; l’acqua è letale per la Strega dell’Ovest, la fa dissolvere.
Nel romanzo Dorothy scambia il cappello magico della Strega dell’Ovest per ottenere l’aiuto di Glinda, la buona Strega del Sud.
Frank dice di aver viaggiato in mongolfiera, è con quella che il Mago di Oz arriva e poi lascia il regno incantato.
Questo per completare il discorso delle citazioni.
Interessante la tua lettura, con i rimandi a Freaks e all’universo lynchiano, come percorso nell’inconscio della ballerina.
Ti sono molto grato per il bel commento e ricambio l’abbraccio, Domenico.
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Commento
Bellissimo racconto, confesso che ho avuto bisogno anch’io del commento di Namio e di una seconda lettura per raccapezzarmici un po’ di più, ma per limite mio, non certo tuo. Ci tengo a puntualizzare quanto sia difficile scrivere una storia esplicitamente ispirata a qualcos’altro, come appunto un libro o un film, il rischio è quello di ottenere semplicemente una brutta copia dell’originale, e non è certo questo il caso. Un maestro al riguardo è Tiziano Sclavi, il creatore di Dylan Dog: alcune sue storie, come “Jack lo squartatore” o “Il male”, pur dando in prima battuta l’impressione di essere dei cloni, risultano alla fine a dir poco memorabili. Coincidenza vuole che dopo aver letto il tuo racconto mi sia andato a rileggere “I raminghi dell’Autunno”, fumetto di Dylan Dog ambientato in un contesto circense, scritto e disegnato da Fabio Celoni, e che forse, a questo punto, è ispirato a “I vagabondi dell’autunno”, romanzo che è stato nominato in uno dei commenti precedenti, che non conoscevo e che ho inserito nella lista delle mie letture future…
Ti segnalo la seguente frase, secondo me la virgola dopo tutti non ci va (virgola tra soggetto e verbo), e quindi anche quella prima del quasi. Almeno questa è la mia interpretazione, fammi sapere cosa ne pensi.
“Miss West, la chiromante, era arrivata da poco nel circo e, quasi tutti, non la vedevano di buon occhio.”
Ancora i miei complimenti, a rileggerti
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Re: Commento
Hai ragione riguardo a questa frase e forse altre volte, come dice anche Marino, ho abusato delle virgole.Messedaglia ha scritto: ↑17/09/2022, 17:11 Ciao Roberto, ci ritroviamo su un altro canale, mi sembra di essere un telecronista che comunica che la diretta è passata da rai uno a rai sport…
Bellissimo racconto, confesso che ho avuto bisogno anch’io del commento di Namio e di una seconda lettura per raccapezzarmici un po’ di più, ma per limite mio, non certo tuo. Ci tengo a puntualizzare quanto sia difficile scrivere una storia esplicitamente ispirata a qualcos’altro, come appunto un libro o un film, il rischio è quello di ottenere semplicemente una brutta copia dell’originale, e non è certo questo il caso. Un maestro al riguardo è Tiziano Sclavi, il creatore di Dylan Dog: alcune sue storie, come “Jack lo squartatore” o “Il male”, pur dando in prima battuta l’impressione di essere dei cloni, risultano alla fine a dir poco memorabili. Coincidenza vuole che dopo aver letto il tuo racconto mi sia andato a rileggere “I raminghi dell’Autunno”, fumetto di Dylan Dog ambientato in un contesto circense, scritto e disegnato da Fabio Celoni, e che forse, a questo punto, è ispirato a “I vagabondi dell’autunno”, romanzo che è stato nominato in uno dei commenti precedenti, che non conoscevo e che ho inserito nella lista delle mie letture future…
Ti segnalo la seguente frase, secondo me la virgola dopo tutti non ci va (virgola tra soggetto e verbo), e quindi anche quella prima del quasi. Almeno questa è la mia interpretazione, fammi sapere cosa ne pensi.
“Miss West, la chiromante, era arrivata da poco nel circo e, quasi tutti, non la vedevano di buon occhio.”
Ancora i miei complimenti, a rileggerti
Ti ringrazio per l'apprezzamento, come sai la stima e ricambiata.
Interessanti le tue considerazioni sullo scrivere ispirandosi ad altre opere.
Nel caso del mio racconto ho scelto l'ambientazione circense perché si adattava a piazzarci figure che ricordavano il Mago di Oz, naturalmente attingendo a tutte le suggestioni che il contesto mi forniva.
Grazie di nuovo e alla prossima.
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Proposta indecente - Le Lido
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La Gara 29 - Storie parallele
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GrandPrix d'autunno 2023 - Giulia - e le altre poesie
A cura di Massimo Baglione.
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Idra Loop
la strana verità di una fotografia che non dovrebbe esistere
In una tranquilla cittadina del Nord Italia, gli abitanti rivedono se stessi da giovani. Il CICAP vuole vederci chiaro e ingaggia un reporter specializzato in miti e misteri. Però anch'egli viene suo malgrado coinvolto in qualcosa di altrettanto assurdo, infatti appare dal nulla una misteriosa fotografia Polaroid che lo ritrae in una circostanza mai esistita.
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Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
IperStore - il lato oscuro dello Shopping
È il giorno dell'inaugurazione di un supermercato, uno davvero grande, uno iper, uno dei tanti che avrete voi stessi frequentato e arricchito. Durante questa giornata di festa e di aggregazione sociale, qualcuno leggerà un dattiloscritto ancora inedito il cui contenuto trasformerà l'impossibile in normalità.
"...come se dal cielo fosse calata la mano divina di un Dio stanco e dispiaciuto dei propri errori, o come se tutte le altre grandi divinità finora inventate dal Genere umano per compensare la propria inconsapevole ignoranza tribale e medievale verso i misteri della Natura e della Vita, si rivoltassero ai propri Creatori e decidessero di governare le loro fantasie".
La storia è leggermente erotica, vagamente fantasy, macchiata di horror e forse un po' comica.
Di Massimo Baglione.
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antologia di racconti, testi teatrali brevi e sceneggiature di cortometraggi di carattere umoristico e satirico che raccontano la permanenza in casa legata alla pandemia del Covid-19
A cura di Lorenzo Pompeo e Marco Belocchi.
Contiene opere di: Eliana Farotto, Stefano D'Angelo, Lidia Napoli, Alessandro Mazzi, Enrico Arlandini, Ida Dainese, Gabriella Pison, Gerardo Porciani, Mariana Ugrica, Lorenzo Pompeo.
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