L'ultimo raggio di sole
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L'ultimo raggio di sole
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Re: Commento
Grazie molte Nuovoautore per il tuo commento molto ben espresso. Eh, chissà cosa ci attenderà? Io, come la vecchia signora penso che ci sia qualcosa di bello, dopo, nell'infinito, e che non si sparisca nel nulla, sarebbe troppo triste. Grazie ancora, sono contenta che ti sia piaciuto molto il mio racconto e grazie tante per il voto moltissimo gratificante. CiaoNuovoautore ha scritto: ↑23/09/2022, 22:21 Commovente. La vecchiaia porta seco un un grande peso: vivere in solitudine il ricordo di chi ci ha lasciato. La signora potrebbe anche aver fatto la scelta migliore, preferendo l'infinito all'ospizio; a patto che l'infinto non corrisponda al nulla assoluto… Chissà cosa ci attenderà nelll'infinito? Piaciuto molto, 5 Ciao.
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Bella la descrizione iniziale dei raggi del sole nella stanza.
Poi il dialogo delle figlie che cercano di convincerla a lasciare la sua casa, crea tristezza alla storia.
Ed infine il progetto finale.
Scritto bene.
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Re: Commento
Grazie Roberto, per aver commentato e valutato molto positivamente il mio racconto. Grazie davvero, ciao
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Re: Commento
Francesco Pino ha scritto: ↑24/09/2022, 9:19 Per prima cosa ti segnalo delle sviste riguardanti la punteggiatura nella prima parte del racconto, evidentemente errori di distrazione.
Le due figlie sono dipinte come personaggi cattivi, è il loro interesse a prevalere su quello della madre e la salute della vecchia donna è piuttosto una giustificazione. Si evince che sarebbe bastato assumere una badante, ma non volevano nemmeno quello e sono ben felici che la madre abbia le risorse economiche per mantenersi in in clinica.
Questo comportamento rende il racconto un "caso particolare", non credo comune a tutti gli anziani ospitati nelle case di riposo.
Il racconto mi è piaciuto. Spicca quel cuore colmo di sogni nonostante l'età. La storia ha una forte prevalenza emozionale e in questo il risultato è pienamente positivo.
Anche le descrizioni sono buone.
L'autrice ci mostra velatamente la sua contrarietà verso scelte di questo tipo e poi ci mostra ben chiaramente la sua speranza/convinzione su una vita nell'aldilà, quale conforto terreno verso qualsiasi contrarietà di questa vita.
Voto: 4
Ti avevo risposto ma non vedo più la mia risposta, forse ho sbagliato l'invio. Quindi riscrivo. Ti ringrazio per l'attenta recensione al mio racconto. Lieta che ti sia piaciuto e grazie per la tua ottima valutazione. Controllerò la punteggiatura, grazie ancora, ciao
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bel racconto, caratterizzato allo stesso tempo da un pessimismo e un ottimismo di fondo: la povertà morale degli esseri umani sulla terra, la speranza nella sopravvivenza dell'anima dopo la morte. Le scelte di mandare i genitori anziani in un ospizio sono sempre molto difficili, penso e spero che, nella maggior parte dei casi, siano dettate dalla volontà di far il meglio per loro, e non dalla possibilità di ottenere dei vantaggi economici e non. La lettura scorre fluida e senza intoppi, piaciuto. Devo ancora capire se il brano mi ha rallegrato o rattristato. Ci penso ancora un po'...
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Descrizioni sono davvero belle, i dialoghi forse a tratti risultano non del tutto naturali, forse perché devono spiegare alcuni aspetti fondamentali per la storia. La storia scorre veloce e l’ho letta volentieri (si fa per dire, dato il tema). Forse metterei uno spazio tra la parte in cui è il pensiero di lei a condurre il racconto e la parte in cui è il mondo esterno a constatare i fatti. Voto 4.
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Re: Commento
Ciao Selene e bentornata! Ti ringrazio molto per aver letto e apprezzato il mio racconto che certo non è allegro, ma assai veritiero circa le nostre libertà, sovente negate. Bella la tua definizione circa la soluzione b, davvero molto indicativa. Ancora grazie per tutto, compreso il voto e i suggerimenti, ciaoSelene Barblan ha scritto: ↑25/09/2022, 10:32 Bel racconto, lo leggo in un periodo in cui mi interrogo spesso su quante libertà stiamo perdendo o forse ci stiamo lasciando rubare. Prima di tutto il diritto di vivere e morire in modo dignitoso. Qui la protagonista trova un suo modo per mantenere quel diritto, ma non è quello che realmente desidera, è una soluzione b… Trovo che le
Descrizioni sono davvero belle, i dialoghi forse a tratti risultano non del tutto naturali, forse perché devono spiegare alcuni aspetti fondamentali per la storia. La storia scorre veloce e l’ho letta volentieri (si fa per dire, dato il tema). Forse metterei uno spazio tra la parte in cui è il pensiero di lei a condurre il racconto e la parte in cui è il mondo esterno a constatare i fatti. Voto 4.
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Re: Commento
Ciao Messedaglia, mi fa davvero piacere che ti sia piaciuto il mio racconto. Sì certo, le scelte di mandare i genitori in ospizio sono sempre, immagino, difficili. Circa la volontà da parte dei figli di fare il meglio per loro, mandandoli in ospizio, mah! Non aggiungo altro... Vorrei che il brano ti avesse infine rallegrato, contiene un messaggio di speranza circa una dimensione migliore, che io penso ci sia e che ci attende (speriamo in tempi lontani) rispetto a questa terrena. Grazie per la bella recensione e bel voto. CiaoMessedaglia ha scritto: ↑25/09/2022, 8:32 Ciao Laura,
bel racconto, caratterizzato allo stesso tempo da un pessimismo e un ottimismo di fondo: la povertà morale degli esseri umani sulla terra, la speranza nella sopravvivenza dell'anima dopo la morte. Le scelte di mandare i genitori anziani in un ospizio sono sempre molto difficili, penso e spero che, nella maggior parte dei casi, siano dettate dalla volontà di far il meglio per loro, e non dalla possibilità di ottenere dei vantaggi economici e non. La lettura scorre fluida e senza intoppi, piaciuto. Devo ancora capire se il brano mi ha rallegrato o rattristato. Ci penso ancora un po'...
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Rendi benissimo la banalità dello scivolare poco a poco, mediante comportamenti apparentemente "civili" e "responsabili", verso quello che è uno dei peccati più gravi dell'uomo occidentale: l'irriconoscenza verso i propri padri.
Possiamo vederne molti aspetti, ma è tutta lì. Pensare di recludere perché di peso chi ti puliva il culetto non proprio odoroso più volte al giorno invece di averti buttato nel cassonetto per pensare alla propria carriera è una delle cifre della società nella quale viviamo.
Non lo comprendo, non ci riesco, nonostante sappia che è così, che accade.
Alle volte penso se non sarebbe tanto meglio avere tutti un po' meno per darci modo di riscoprire quali sono le cose che contano davvero.
Dovrei ammettere che il tuo racconto mi piace, al massimo grado? È scritto benissimo, strazia al punto giusto, è la storia che è di merda, ma è una storia "vera". -issimo.
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Re: Commento
Ciao Marino e grazie per la tua bellissima e accurata recensione. Neppure io comprendo come si possa fare a compiere scelte del genere nei confronti di chi ci ha messo al mondo, eppure accade, anzi pare che le liste d'attesa, per entrare ad attendere la fine, siano lunghe. Che dire? Hai scritto "Che è uno dei peccati più gravi dell'uomo occidentale". Condivido, con grande tristezza, totalmente il tuo pensiero. Però dai, il finale del mio racconto non è triste, Lei l'anziana signora, ha scelto il suo destino e, dalla sua nuova destinazione, ha mandato un messaggio di incoraggiamento e di pace a tutti. Mi fa davvero piacere che il mio racconto, pur nella sua drammaticità, ti sia piaciuto, grazie molte anche per la massima valutazione assegnata. Ciao, alla prossima...Marino Maiorino ha scritto: ↑28/09/2022, 17:12 Laura, il tuo racconto è straziante, e spero (non ho esperienze simili) che certe cose accadano solo in condizioni estreme.
Rendi benissimo la banalità dello scivolare poco a poco, mediante comportamenti apparentemente "civili" e "responsabili", verso quello che è uno dei peccati più gravi dell'uomo occidentale: l'irriconoscenza verso i propri padri.
Possiamo vederne molti aspetti, ma è tutta lì. Pensare di recludere perché di peso chi ti puliva il culetto non proprio odoroso più volte al giorno invece di averti buttato nel cassonetto per pensare alla propria carriera è una delle cifre della società nella quale viviamo.
Non lo comprendo, non ci riesco, nonostante sappia che è così, che accade.
Alle volte penso se non sarebbe tanto meglio avere tutti un po' meno per darci modo di riscoprire quali sono le cose che contano davvero.
Dovrei ammettere che il tuo racconto mi piace, al massimo grado? È scritto benissimo, strazia al punto giusto, è la storia che è di merda, ma è una storia "vera". -issimo.
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Re: Commento
Grazie per esserti soffermata a leggere e a commentare il mio scritto. Circa il voto che gli hai assegnato, ossia 2, comprendo... e ovviamente rispetto la tua opinione, come quella di chiunque altro. Grazie ancora, ciaoFraFree ha scritto: ↑28/09/2022, 19:26 Mi è piaciuta la parte iniziale, quel raggio di sole che illumina la casa della signora anziana e tutti i ricordi che contiene. Il resto del racconto, dialoghi compresi, non mi ha dato quel trasporto verso il personaggio e il tema, che potenzialmente meriterebbero. Ha il sapore, per me, di trito e di luoghi comuni. Ma è solo un parere soggettivo.
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Re: Commento
Ciao Andr60, certo hai ragione in merito al povero gatto, ma come ho spiegato, spero chiaramente, la sua sorte sarebbe stata ancora peggiore se fosse stato "abbandonato" dalla sua compagna di vita. Sono andati in cielo assieme così. In merito all'accettabilità di una simile opzione (ospizio) solo, ma solo, in casi di grave demenza accertata. Altrimenti no, non si può fare, dal mio punto di vista. Grazie molte per il tuo commento e per il bel voto assegnato al mio scritto. CiaoAndr60 ha scritto: ↑29/09/2022, 19:14 La signora si rende conto lucidamente che l'ospizio sarebbe stato come morire: per un anziano portato via non solo dalla propria casa ma soprattutto dai propri ricordi è così, ed è per questo che considero accettabile una simile opzione solo in casi particolari (ad esempio, la demenza), nei quali i soggetti siano obiettivamente non gestibili, se non in luoghi appositamente adibiti a ciò come cliniche o strutture protette. La signora dunque opera una scelta di libertà, l'unica possibile in quelle circostanze; l'unica cosa che non condivido è la sorte del povero gatto
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Re: L'ultimo raggio di sole
Avevo scritto una dettagliata risposta al commento di cui sopra... sparita durante l'invio. Peccato! Comunque scriverò di nuovo, molto più sinteticamente. La mia esperienza è assi diversa da quella da lei descritta, ho avuto a che fare con anziani ricoverati nelle strutture apposite e, lasciamo perdere... Poi tutte le sue opinioni, con esempi di parenti: figli, madre, zio, suocero... boh! Il mio è un racconto che può piacere o non piacere, ma ho letto nel suo dire una sorta di eccesso, in tutto. E poi come fa a sapere a che periodo mi rivolgevo nel mio raccontare? Indipendentemente da ciò, dal periodo di riferimento, le cose non sono molto cambiate. La cronaca frequentemente riporta casi di insospettabili strutture, edulcorate e rinomate, dove invece si sono rivelate degli autentici lager.BladeRunner ha scritto: ↑03/10/2022, 9:03 Buon giorno.
Contrariamente a quanto espresso da altre persone, trovo questo racconto non particolarmente piacevole.
Innanzitutto il contenuto.
In Italia un soggetto adulto, senziente e nel pieno delle proprie facoltà mentali non può essere "sbattuto" in una struttura per anziani. Per essere ammessi in una casa di riposo è necessario un consenso firmato dall'interessato oppure una interdizione da parte di medici specializzati, nel caso di incapacità cognitiva. Il cuore stesso del racconto, quindi, non si regge su nessun fondamento. La donna del racconto, senza dover scegliere un gesto tremendo avrebbe potuto, semplicemente, non firmare alcuna carta e rimanere dove stava, o, avendo la possibilità economica, di pagare di tasca sua una badante. Per quanto riguarda il povero gatto: esistono strutture che accettano e incoraggiano l'utilizzo di animali da compagnia, nell'ottica di una terapia emozionale.
Desidero, inoltre, spezzare una lancia a favore delle strutture per anziani, in generale: non sono dei lager da cui non si può più fuggire. Le persone autosufficienti sono libere di muoversi all'interno ed all'esterno della struttura. Una persona è, quindi, libera di proseguire una vita sociale anche al di fuori della struttura, se ne ha voglia.
Parlo per esperienza: alla fine degli anni ottanta un mio caro zio è stato ricoverato per diversi anni in una struttura che ospitava soprattutto persone non autosufficienti. Allora la struttura era molto simile a un ospedale, vero, ma le persone autosufficienti giravano per la città, andavano a bere il caffè al bar, a vedere la partita, a giocare a carte, a passeggiare e fare compere. Pochi anni fa anche mio suocero è stato colpito da demenza senile, in forma molto grave, tanto che si era dimostrato un pericolo per se stesso e per la moglie e necessitava di assistenza ventiquattro ore su ventiquattro. Nessuna badante ha accettato di prestare servizio in quelle condizioni e siamo riusciti a trovare in tempi brevi un posto in una delle poche strutture che accettano persone non autosufficienti. Le strutture per anziani sembrano oramai dei grandi condomini, non più degli ospedali. Sono ambienti sereni. Si vedono persone che escono a passeggio con il cane, amici che si danno appuntamento al bar, amiche che si ritrovano la sera per andare a teatro.
Questo racconto si basa su stereotipi che speravo fossero sorpassati.
Esprimendo una opinione strettamente personale, poi, ritengo che pensare che i figli debbano portare assistenza ai genitori anziani sia molto egoistico: non ho generato prole nella speranza che sia il bastone della mia vecchiaia. Perché dovrei condizionare la vita di una persona adulta, sulla base dei miei problemi futuri? Tanto vale pensarci per tempo. Mia madre ha venduto la sua casa, si è trasferita in una abitazione più piccola, quando le forze hanno cominciato a venire meno e mi dice sempre che quando non se la sentirà più, venderà anche quella e si trasferirà in un istituto. Io e i miei genitori non abitiamo molto vicini, ma con telefono, whatsapp ecc le distanze non sono più un problema e lei mi dice che non cambierà nulla. Personalmente sono molto contento di come vede le cose mia madre. Io, sinceramente, per la mia vecchiaia, preferirei avere una massa critica finanziaria adeguata a concedermi la possibilità non di vivere in una casa per anziani, ma di avere una cabina tutta mia in una nave da crociera! Ma a parte questa battuta, anche io sto lavorando per poter pesare il meno possibile sulle spalle di mia figlia: non voglio che si senta obbligata a starmi vicino, voglio che sia libera di vivere la sua vita, anche andando dall'altra parte del mondo.
A parte questa divagazione strettamente personale, mi sembra che il testo ammicchi più ai sensi di colpa delle persone, piuttosto che a sentimenti più genuini. Mi sembra di vedere una accozzaglia di luoghi comuni che raccontano una realtà che non è quella in cui viviamo.
Dal punto di vista stilistico:
le aspettative, alla prima riga sono molto alte, con un incipit decisamente accattivante. Alla terza riga con "i quadri esaltano i loro colori", qualcosa comincia a stridere, alla quinta riga, con "L’intensa luminosità che la stanza assume richiama al trionfo della vita, alla bellezza, all’armonia del creato" devo fermarmi a rileggere la frase. Richiamare regge il complemento diretto (richiamo qualcosa, invece faccio un richiamo a qualcosa), quindi dovrebbe essere "il trionfo" e non "al trionfo" , "della vita" è complemento di specificazione, mentre "alla bellezza, all'armonia del creato" sono sempre riferiti a trionfo e dovrebbero essere dei complementi di specificazione oppure dovrebbero essere complemento oggetto al pari di trionfo?
I continui cambi di tempo mi lasciano perplesso, faccio difficoltà a capire i passaggi dall'imperfetto al presente indicativo quando descrivi la stessa giornata, ma forse non ho letto con la dovuta attenzione, riproverò a leggere stasera.
Auguro davvero che la sua battuta si trasformi in realtà, mi riferisco "alla cabina tutta per sé". C'è chi aspirava ad una stanza tutta per sé, perché mai non potrebbe lei avere una cabina?
Esperienze familiari di ricoveri presso strutture per anziani non ne ho perché tutti i miei avi, genitori per ultimi, hanno avuto la fortuna di morire nel loro letto.
Ha fatto una recensione/processo al mio scritto davvero degna di nota. Siamo su Bravi Autori dove la fantasia ha il diritto di "parlare"... Suvvia, cerchiamo di essere un po' più lievi, e perdoni la battuta (scherzosa ovviamente): gestisce forse un ricovero per anziani? Ultima cosa: il dramma degli animali rimasti soli dopo l'entrata dei propri compagni di vita nei luoghi di ricovero; ebbene non è affatto facile trovargli una buona sistemazione: appaiono appelli disperati ogni giorno su fb e non solo... Buona serata Blade (blade?) e, alla prossima...
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Re: Commento
Ciao Roberto e grazie per avere letto il mio racconto. Beh, certo, l'argomento non è allegro, ma non credo neppure che il metodo sia così infrequente (liste d'attesa lunghe per entrare...). E sì', ciò fa riflettere. Certo ogni famiglia ha una storia a sé. Però, forse, non occorre neppure chissà quale introspezione psicologica per capire che esistono persone, come le sorelle, ciniche. Ma poi no, non è, per fortuna, una regola assoluta la scelta di allontanare dalla propria casa i genitori. Per fortuna ci sono molte persone - come te stesso, e anche io - che mai farebbero andare i propri cari in strutture "per anziani" in attesa della fine. Grazie per la recensione e la valutazione, mi spiace averti rattristato, ma sei di ben altra "pasta" tu... Non ti rattristare. CiaoRobertoBecattini ha scritto: ↑21/10/2022, 17:53 Il racconto mi ha toccato personalmente, mia madre è vedova, ha 86 anni e sta perdendo gradatamente l'autosufficienza. Siamo due fratelli, lavoriamo, tempo ne abbiamo poco. Non ci è mai passato per la mente di sistemarla fuori da casa sua. Rispettiamo la sua volontà; al tempo stesso la depressione di cui soffre ormai da più di 30 anni, che non ha mai voluto curare, ha intaccato in parte anche noi. Per restarle vicino siamo dovuti andare noi dallo psicologo al posto suo. C'est la Vie. Dunque che dire: mi hai scatenato parecchie emozioni. Nel mio caso non era difficile. È scritto bene. C'è qualche frase qua e là che non scorre, ma poca roba. Mi è sembrato un po' stereotipato però. La parte che mi è piaciuta di più è stata la descrizione del punto di vista delle figlie, con la loro ragionevole, logica, ipocrita concretezza. Solo che insomma, i rapporti genitori-figli davvero non si possono semplificare così. manca qualcosa che renda il racconto più "personale", più "originale". Ogni famiglia è una storia a sé che merita di essere vissuta e raccontata, a me non piace l'idea (che traspare dopo la lettura) che invece si assomiglino un po' tutte. C'è forse un eccesso di pessimismo nel tuo racconto.
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Re: L'ultimo raggio di sole
Ciao Rosmary, mi ha fatto piacere leggere le tue parole perché la penso come te. C'è gente che difende queste strutture, mi domando come si possa fare... Amo anch'io molto gli animali, ho alcune care amiche gattare, e io stessa ho fatto per molto tempo volontariato nel canile municipale della mia città. C'è molto da imparare dagli animali, sono superiori a noi, loro sono anime pure. Ti comunico che non è stato registrato il tuo voto, se ti fa piacere metterlo, devi scrivere COMMENTO nello spazio sopra a quello dove hai scritto questa recensione (invece ora risulta esserci il titolo del mio racconto, ma ciò rende NON valido il sondaggio). Grazie per tutto, un caro salutoRosmary ha scritto: ↑25/10/2022, 4:44 Letto d'un fiato mi ha fatto scendere le lacrime.
Sono figlia non madre e non ho avuto la possibilità di crescere dei figli.
Sono gattara ho cresciuto mici ho vissuto con loro.
Sono dell'opinione che i cari non devono essere mesi in RSA che io vedo come gabbie...
Bello.
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Re: Commento
Ciao Egidio, mi fa veramente piacere che la storia, a tuo dire, sia ben raccontata. Grazie molte per la valutazione, il commento, e per aver letto il mio racconto. Grazie ancora. Ciao, a rileggerci volentieri.Egidio ha scritto: ↑31/10/2022, 8:52 Storia,ben raccontata, del suicidio di un'anziana, distinta signora, altrimenti indirizzata verso l'ospizio dalle due sue figlie. Il racconto descrive molto bene le ultime ore di questa donna. e dice che lei ha preferito la dimensione spirituale della vita dopo la morte, a un lento declino negli ultimi anni in ospizio.
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Commento L'ultimo raggio di sole
miei confronti. Già, ormai si usa così… E' la triste regola che vige nei confronti --- confronti … confronti
Commento al testo
Scegliendo tra i casi in cui, sempre a mio parere, si potrebbe rendere il testo più scorrevole ti faccio una proposta come esempio:
“Quella conversazione ritornava sovente nella memoria di quella donna che di anni ne aveva non pochi, è vero, i prossimi sarebbero stati 87.
Eppure, nonostante la conta non lasciasse dubbi, il suo cuore era ancora leggiadro e colmo di sogni.”
Proposta:
Quella conversazione ritornava sovente nella memoria di quella donna.
Aveva ottantasette anni, eppure, nonostante la conta non lasciasse dubbi, il suo cuore era ancora leggiadro e colmo di sogni.
“E poi, non è il caso di fare tanti drammi, il posto è molto bello, starai benissimo”.
commento
La frase: “non è il caso di fare tanti drammi” mi suona come un rimprovero, ma se le due figlie stanno cercando di presentarle la cosa come bellissima, forse era meglio non farglielo dire alla figlia.
il “che” ricorre 27 volte. Capisco che spesso sia un facile modo per togliersi dagli impicci, ma spesso rende il periodo “pesante”
esempio:
Adesso, nella nuova dimensione, un inedito percorso sta per iniziare. Sanno, con assoluta certezza, che ciò che gli umani chiamano morte altro non è che un passaggio verso qualcosa di straordinario e inimmaginabile, verso qualcosa che non si estinguerà mai.
Possibile versione alternativa:
Nella nuova dimensione, un inedito percorso sta per iniziare. Adesso lo sanno con assoluta certezza: la morte è solo un passaggio verso qualcosa di straordinario e inimmaginabile, che non si estinguerà mai.
Commento alla storia
L’argomento non è una novità, ma tu lo hai svolto dandogli un’impronta personale. Il finale è molto triste e mi fa temere una visione molto disincantata della vita, anche per l'autrice.
Voto 4
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Re: Commento L'ultimo raggio di sole
Ciao Alberto e grazie molte per i tuoi suggerimenti, per la recensione accuratissima e per la valutazione.Alberto Marcolli ha scritto: ↑04/11/2022, 11:59 accudire se stessa --- sé
miei confronti. Già, ormai si usa così… E' la triste regola che vige nei confronti --- confronti … confronti
Commento al testo
Scegliendo tra i casi in cui, sempre a mio parere, si potrebbe rendere il testo più scorrevole ti faccio una proposta come esempio:
“Quella conversazione ritornava sovente nella memoria di quella donna che di anni ne aveva non pochi, è vero, i prossimi sarebbero stati 87.
Eppure, nonostante la conta non lasciasse dubbi, il suo cuore era ancora leggiadro e colmo di sogni.”
Proposta:
Quella conversazione ritornava sovente nella memoria di quella donna.
Aveva ottantasette anni, eppure, nonostante la conta non lasciasse dubbi, il suo cuore era ancora leggiadro e colmo di sogni.
“E poi, non è il caso di fare tanti drammi, il posto è molto bello, starai benissimo”.
commento
La frase: “non è il caso di fare tanti drammi” mi suona come un rimprovero, ma se le due figlie stanno cercando di presentarle la cosa come bellissima, forse era meglio non farglielo dire alla figlia.
il “che” ricorre 27 volte. Capisco che spesso sia un facile modo per togliersi dagli impicci, ma spesso rende il periodo “pesante”
esempio:
Adesso, nella nuova dimensione, un inedito percorso sta per iniziare. Sanno, con assoluta certezza, che ciò che gli umani chiamano morte altro non è che un passaggio verso qualcosa di straordinario e inimmaginabile, verso qualcosa che non si estinguerà mai.
Possibile versione alternativa:
Nella nuova dimensione, un inedito percorso sta per iniziare. Adesso lo sanno con assoluta certezza: la morte è solo un passaggio verso qualcosa di straordinario e inimmaginabile, che non si estinguerà mai.
Commento alla storia
L’argomento non è una novità, ma tu lo hai svolto dandogli un’impronta personale. Il finale è molto triste e mi fa temere una visione molto disincantata della vita, anche per l'autrice.
Voto 4
In merito alla nota finale, posso dirti che è vero, in certi casi potrei avere una visione disincantata della vita, ma nello specifico di questo racconto non ho voluto, infine, inviare un messaggio negativo. O meglio negativo sì circa il cinismo delle figlie,(però esistono certi personaggi, credimi; sennò non sarebbero così prese d'assalto certe strutture). Sicuramente in merito alla cattiveria delle figlie ho anche voluto esagerare per dare un "tono" un po' diverso al narrato, ma è un racconto e come tale va inteso. Però il finale non è triste secondo me, l'anziana se ne è andata di sua volontà, ricongiungendosi col suo amato marito e portando con se il suo caro gatto. E poi la morte non è detto sia peggio della vita, io non credo, e ho certezza che si vada in una dimensione migliore soprattutto quando la propria esistenza potrebbe essere manipolata e diretta dagli altri contro la nostra volontà. Un grazie ancora, ciao (farò attenzione ai "che"...).
Un lavoro Fantastico
Antologia di opere ispirate a lavori inventati e ai mestieri del passato riadattati al mondo attuale.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Gabriele Laghi, Alessandro Mazzi, Isabella Galeotti, Marco Bertoli, Carlo Ragonese, Stefania Paganelli, Elegant Stork, Selene Barblan, Domenico De Stefano, Andrea Teodorani, Eliana Farotto, Andrea Perina, Gabriella Pison, F. T. Leo, Ida Dainese, Lisa Striani, Umberto Pasqui, Lucia De Falco, Laura Traverso, Valentino Poppi, Francesca Paolucci, Gianluca Gemelli.
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Antologia visual-letteraria (Volume tre)
Questa antologia a tema libero è stata ispirata dalle importanti parole di Sam L. Basie:
Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello, che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che patiscono quell'arrogante formicolio che, dalle loro budella, striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani. A voi, astanti ed esteti dell'arte.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Iunio Marcello Clementi, Noemi Buiarelli, Marco Bertoli, Liliana Tuozzo, Alessandro Carnier, Martina Del Negro, Lodovico Ferrari, Francesca Gabriel, Pietro Rainero, Fausto Scatoli, Gianluigi Redaelli, Ilaria Motta, Laura Traverso, Pasquale Aversano, Giorgio Leone, Ida Dainese, Marino Maiorino.
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Carosello
antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura
Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone, Enrico Teodorani, Cristina Giuntini, Maria Rosaria Spirito, Francesco Zanni Bertelli, Serena Barsottelli, Alberto Tivoli, Laura Traverso, Enrico Arlandini, Francesca Rosaria Riso, Giovanni Teresi, Angela Catalini.
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La Gara 40 - La musica è letteratura
A cura di Antonella Pighin.
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La Gara 62 - La famiglia
A cura di Massimo Tivoli.
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La Gara 18 - Brividi a Natale
A cura di Mastronxo.
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