Il germe
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Sei passata come una schiacciasassi sul vissuto di qualcuno, perché trattare una storia d'amore come hai fatto tu, parlando del germe, è da schiacciasassi: spiacevole, crudele, freddo, quello che resta dopo la terapia.
E niente, io lo so che un germe così esiste, ma non gliela do vinta: in questo campo il mestiere di ciascuno di noi è quello del giardiniere. Il giardiniere toglie le erbacce, rigira il terreno e lo ripulisce, dà acqua e fertilizzanti quando sono necessari, aggiunge terra, toglie le foglie secche, pota i rami sofferenti, cambia persino di vaso la pianta, la protegge dal sole, dal vento o dalla pioggia troppo forti...
Questo perché la pianta è più importante del germe.
Capisco che tu non abbia voluto usare il discorso diretto: ti ha permesso di passare da una scena all'altra senza far sentire i salti temporali, ma il racconto ne ha perso in vitalità. Quelle parole ci sono, non sono un "Lui ha detto" e "Lei ha risposto", ma vengono accompagnate da emozioni e sentimenti. Io riapproprierei al racconto quelle parole.
E stavo per scendere in qualcosa che ha a che vedere col mio punto di vista, ma questo racconto è il tuo punto di vista, devo ricordarlo e rispettarlo.
Nondimeno... (racconto di vita vissuta) nel 2012 mi trasferii dalla Spagna all'Olanda. Ci portammo dietro quello che avevamo, anche una piccola pianta di limone. Ad aprile arrivò un freddo pazzesco, la notte si scendeva a -20°C, e così fu per almeno un paio di settimane. Il limone, nel giardino, morì. Mia moglie l'avrebbe buttato ma non le prestai ascolto: un vaso con un ramo secco non avrebbe reso quel giardino più lugubre. I rami seccarono quasi tutti, fin quasi al suolo, tranne un paio, e li potai perché avrebbero tolto alla pianta quella poca energia che le rimaneva, se le rimaneva. Alla fine di luglio, il miracolo: piccole foglioline e sottili rametti verdi alla base del tronco. La pianta è stata in Italia dal 2014 al 2018, e questa primavera ha finalmente prodotto fiori, profumatissimi!
Poteva andare male, certo! Ma in ogni caso avrei saputo di aver fatto quanto in mio potere.
Racconti alla Luce della Luna
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Il testo è così coinvolgente, che l'assenza dei nomi non pregiudica lo sviluppo della storia, non lascia il lettore spaesato.
Voto 5
- Alberto Marcolli
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commento Il germe
torna a lavoro --- torna al lavoro
Lei pensa a se stessa --- . Lei pensa a sé stessa
Questo racconto è ambientato in un periodo indefinito della storia dell’umanità. --- per i miei gusti le due preposizioni articolate: della … della … appesantiscono la frase e non servono. Io scriverei --- Questo racconto è ambientato in un periodo indefinito.
Noto una “nevicata” di “che” in alcuni paragrafi --- sarà anche un mio pallino, ma “il troppo storpia”!
lontano dal posto di lavoro di Lui. Da lì a qualche giorno Lui scoprirà di doverla chiamare per motivi di lavoro. --- lavoro … lavoro e un terzo “lavoro” tre righe sotto.
di giorni. Lei si tratterà qualche giorno --- giorno … giorni
ala telefono -- al telefono
Commento alla storia
L’idea è originale, o meglio, l’idea del germe lo è.
Lo svolgimento, sicuramente non facile da scrivere, mi ha convinto solo a metà. A tratti il testo perde ritmo e vitalità (ho copiato da Maiorino). Non ti so dire se copiando la tua idea sarei capace di fare meglio, anzi, temo proprio che sarei un disastro.
Secondo me dovresti lavorarci su con passione, ma non è semplice e soprattutto faticoso. Ne varrebbe la pena? Per me sì.
Per ora il mio voto sarebbe un 3, ma come diceva la mia professoressa di italiano salgo a 4 per incoraggiarti a non mollare.
Battuta scherzosa:
“I due protagonisti potrebbero chiamarsi Adamo ed Eva. Come oggi, anche in quel tempo le distrazioni non mancavano.” Vuoi dire che nel paradiso terrestre, oltre ad Adamo, Eva e il serpente, c’erano già gli amanti nascosti negli armadi?
Kriminal.e
Kriminal.e è una raccolta di testi gialli "evoluti", che contengono cioè elementi tecnologici legati all'elettronica moderna.
Copertina di Diego Capani.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Tullio Aragona, Nunzio Campanelli, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Emanuele Finardi, Concita Imperatrice, Angelo Manarola, Francesca Paolucci, Umberto Pasqui, Antonella Pighin, Alessandro Renna, Enrico Teodorani.
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L'arca di Noel
Da decenni proviamo a metterci al riparo dagli impatti meteoritici di livello estintivo, ma cosa accadrebbe se invece scoprissimo che è addirittura un altro mondo a venirci addosso? Come ci comporteremmo in attesa della catastrofe? Potremmo scappare sulla Luna? Su Marte? Oppure dove?
E chi? E come?
L'avventura post-apocalittica ad alta tensione qui narrata proverà a rispondere a questi interrogativi.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
A Quattro mani
antologia di opere scritte a più mani
Una collaborazione, di qualunque natura essa sia, diventa uno stimolo, la fusione di peculiarità ben definite, la concretizzazione di un'intesa, la meraviglia di scoprire quel qualcosa che individualmente non si sarebbe mai potuta fare. È una prova, una necessità di miglioramento, il superamento dei propri limiti stilistici o di quei blocchi creativi che sovente ci pongono di fronte a un disarmante "foglio bianco". Gli autori di questa antologia ci hanno voluto provare.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Antonio Abbruzzese.
Contiene opere di: Chiara Masiero, Mauro Cancian, Stefania Fiorin, Anna Rita Foschini, Ida Dainese, Alberto Tivoli, Marina Paolucci, Maria Rosaria Spirito, Marina Den Lille Havfrue, Cristina Giuntini, David Bergamaschi, Giuseppe Gallato, Maria Elena Lorefice.
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La Gara 62 - La famiglia
A cura di Massimo Tivoli.
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La Gara 70 - Troppo tardi
A cura di Lodovico Ferrari.
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La Gara 22 - Un'estate al mare.
A cura di Licetti.
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