Non
appena mi fui ritrasformata corsi subito a prendere i vestiti e me li
infilai saltellando; continuavo a guardarmi intorno, nella speranza che
nessuno del branco mi avesse sentita o avesse fiutato il mio odore,
anche se nel profondo sapevo che fosse una magra consolazione.
Saltai la ringhiera traballante del supermercato e tornai correndo al
meglio delle mie capacità verso casa; non appena arrivai
impiegai un po' ad aprire la porta ma non appena entrai mi ci appoggiai
contro con tutto il peso tirando un sospiro di sollievo.
Tuttavia, la sensazione di sicurezza durò solamente qualche
secondo e lasciò quasi subito il posto all'ansia; lanciai
un'occhiata veloce verso l'orologio e sgranai gli occhi quando vidi che
erano già le quattro e mezza, non pensavo di essere rimasta
fuori così tanto!
Mi passai una mano sul viso, mi voltai e chiusi la porta a chiave con
più attenzione del solito, passai in tutte le stanze della casa
e, dopo essermi assicurata che tutte le finestre fossero chiuse,
iniziai a spogliarmi per farmi una doccia.
Avevo i capelli infangati e sapevo di bosco, non che mi dispiacesse ma
non era l'outfit migliore con cui andare a scuola, non vi pare?
Rimasi sotto il getto bollente d'acqua calda per un tempo che mi parve
eterno, sapevo che questo era il modo migliore per far andare via il
mio odore quindi rimasi sotto anche se la pelle bruciava, l'unica cosa
importante era rimanere nascosta.
Mettermi il profumo fu la prima cosa che feci appena uscii dal bagno;
ero decisa a comportarmi nel modo più normale possibile, anche
se per farlo non avrei potuto trasformarmi per un po'.
Dopo essermi vestita e aver sistemato le cose per scuola, mi buttai sul
divano in salotto appoggiandomi allo schienale e provando a convincermi
che sarebbe andato tutto bene.
A svegliarmi un'ora e mezza dopo fu la suoneria del mio cellulare,
scattai in piedi buttando per terra la coperta e afferrai il telefonino
prima che quell'odiosa canzoncina ricominciasse da capo.
-Pronto?
-Che bella voce! Ti ho svegliata?
Allontanai un po' il telefono dall'orecchio quando sentii la squillante
esclamazione di Sarah all'altro capo del telefono.
-In un certo senso...- commentai camminando verso la cucina e aprendo
il frigorifero in cerca di qualcosa di dolce.
I licantropi avevano bisogno di mangiare più degli esseri umani,
la trasformazione richiedeva un dispendio energetico maggiore e quindi
era necessario mangiare di più; fortunatamente però era
anche molto difficile ingrassare, un'altra delle poche note positive
dell'essere un licantropo.
-Dovresti ringraziarmi pupa! Sono in macchina e posso darti uno
strappo, dammi l'indirizzo e ti passo a prendere.
Quasi mi strozzai con il biscotto che stavo mangiando -Non devi Sarah
posso...
-Non cominciare, il 'no' non è accettabile come risposta-
m'interruppe -dammi l'indirizzo.
Sospirai e l'accontentai, sapevo che Sarah poteva diventare parecchio
insistente e sarebbe stata capace di chiamarmi a ripetizione
finchè non avessi accettato.
Inoltre, se proprio volevo integrarmi e passare inosservata era il caso
di cominciare.
-Va Bene, va bene! Vai su Holmes Street, la seconda villetta sulla
destra.
-Ottimo! Sono vicinissima! Un minuto e sono li!
Alzai le spalle e m'infilai il cellulare in tasca masticando un altro
biscotto.
Puntuale come un'orologio Sarah suonò il clacson poco dopo, io
ero già pronta e uscii subito vedendo la mia amica alla guida di
una piccola Chevrolet marrone sbiadito.
Alzai lo sguardo e notai con piacere che il cielo in quelle ore si era
rannuvolato e capii che da li a poco avrebbe sicuramente piovuto, tirai
un sospiro di sollievo pensando che la pioggia avrebbe portato via,
almeno in parte la mia scia.
Mi guardai intorno furtivamente ma venni interrotta da Sarah che,
impaziente, suonò il clacson ancora una volta -Poi smettere di
fare la mistica e sbrigarti? Siamo in ritardo!
Affrettai il passo chiudendomi il cancello alle spalle e aprendo la
portiera del passeggero; la prima cosa che sentii appena mi sedetti sui
sedili cigolanti della macchina fu un fortissimo odore di menta e
caffè.
-Era ora!- esclamò la mia amica abbracciandomi velocemente e
scompigliandomi i capelli. Sbuffai cercando di risistemarmeli con le
dita, fortunatamente il fatto che fossero lunghi fino alle spalle e un
po' mossi aiutava.
Alzai gli occhi al cielo e la fissai mentre si allungava sotto il
sedile tirando fuori un sacchetto traballante e fumante; non appena lo
aprii l'odore del caffè aumentò, riempiendomi le narici,
afferrai il bicchiere caldo e sorrisi a Sarah.
-Non dovevi...
Lei alzò le spalle accendendo il motore e iniziando a guidare
lungo la via. -Non è nulla di che, come stai?
-Va tutto bene, tu? - le risposi sorseggiando la bevanda.
-Non c'è male, pronta al secondo giorno?
Sbuffai appoggiandomi al finestrino -Non ho proprio voglia, io non mi
ricordavo delle lezioni così noiose. Oggi sarà perfino
peggio di ieri, alla prima ora ho matematica.
-Sono sempre state così noiose, Ju! Solo che Nathan non ce l'ha
mai detto!
La voce le morì in gola quando si rese conto di aver nominato
mio fratello; sentii una fitta al cuore e mi staccai dal finestrino,
guardando la mia amica che era diventata improvvisamente pallida.
Mi allungai verso di lei e le passai una mano sulla spalla e
sorridendole per tentare di rassicurarla; erano passati due anni ormai
e se nei primi mesi dall'incidente bastava sentire il nome dei miei
famigliari per scoppiare in una crisi, dopo tutto quel tempo avevo
imparato a controllarmi.
-Stai tranquilla Sarah, è tutto okay.
Lei annuì, abbozzò un sorriso mesto e tornò a
concentrarsi sulla strada. Quella mattina avevo intenzione di chiederle
come mai si stesse comportando come se non fosse successo nulla e non
fosse arrabbiata ma adesso non mi sembrava proprio il caso di sollevare
questo argomento.
Non avevo intenzione di passare i minuti successivi in un silenzio
tombale e così iniziai a farle domande sul ragazzo biondo che
avevo visto ieri.
-Ryan l'ho conosciuto un anno fa- iniziò Sarah svoltando nel
parcheggio della scuola e parcheggiando sotto un pino - si è
trasferito qui con suo padre e il suo migliore amico Josh, il ragazzo
moro.
Si.. ho presente chi sia... Certo sul carattere potrebbe
anche migliorare...
Mi rimproverai mentalmente per quel pensiero e tornai ad ascoltare la
mia amica.
-... mi ha chiesto di uscire e ci siamo messi insieme ufficialmente da
quattro mesi! Mi piace tantissimo Ju! Mi è piaciuto fin dal
primo giorno in cui ci siamo visti!
Sobbalzammo entrambe quando, all'improvviso, sentimmo un bussare
prepotente al vetro posteriore; ci voltammo e attraverso il vetro
brinato riuscii ad intravedere la figura del ragazzo di Sarah.
La mia amica aprì la portiera di scatto e io la imitai, non
appena uscii scrollai le spalle sentendo il freddo della mattina
scorrermi lungo la schiena; infilai le mani nelle tasche e raggiunsi
Sarah appoggiandomi vicino a lei contro al baule.
Ryan troneggiava davanti a noi con un'espressione di rabbia mista ad
apprensione dipinta in volto.
- A che ora sei uscita?- esordì lui senza nemmeno salutare e con
un tono impaziente.
Io corrugai le sopracciglia, scattando immediatamente sull'attenti.
-Al solito orario Ry, sono passata a prendere June e sono venuta qui
subito.
Un momento.. Sarah si sta giustificando?
-Perché non mi hai avvisato?- continuò lui alzando la
voce e attirando l'attenzione di diversi ragazzi nel parcheggio.
Guardai Sarah e vidi che aveva abbassato lo sguardo e che si stava
arrotolando una ciocca di capelli sul dito; la conoscevo abbastanza da
sapere che quel gesto lo faceva ogni volta che si sentiva a disagio o
spaventata e non mi piaceva che si sentisse cosi.
-Scusa
ma tu chi ti credi di essere esattamente?- m'intromisi spostandomi
davanti a Ryan -non mi sembra il caso di fare una tragedia per questa
cosa.
Lui, che fino a quel momento aveva ignorato la mia presenza,
spostò lo sguardo sul mio viso e mi puntò gli occhi
addosso.
- Tu non ti intromettere- mi rispose duro.
Okay, lo so cosa avevo detto sul mantenere il controllo e tenere un
profilo basso, ma era più forte di me.
-Sei tu quello che non deve intromettersi. Sarah è grande e
vaccinata quindi può fare tutto quello che vuole, e tu non
dovresti permetterti di parlare così.
Mossi un passo avanti tentando di tenere sotto controllo il nervosismo
che si stava lentamente diffondendo perchè sapevo cosa sarebbe
successo se non mi fossi trattenuta.
-Ju, non c'è bisogno- tentò di dire Sarah afferrandomi
per un polso. Io la ignorai sostenendo lo sguardo di quell'umano
impertinente.
Ryan assottigliò lo sguardo e indurì la mascella, cosa
che mi fece indispettire ancora di più; sentii che la pelle
iniziava a pizzicare e gli occhi premevano per cambiare, un ringhio
iniziò a salire prepotentemente lungo la mia gola e mi sforzai
di renderlo inudibile alle orecchie umane, anche se lui se lo sarebbe
meritato un bello spavento.
Prima che lui potesse rispondermi, una mano si posò sulla sua
spalla e alla sua sinistra comparve Josh, il ragazzo moro che avevo
visto ieri in classe.
-Che sta succedendo?- chiese con voce tranquilla facendo scorrere lo
sguardo da me al suo amico.
Eh si... era carino. Non si poteva dire niente, era alto anche
più del suo amico e aveva gli occhi ambrati, il genere di colore
che ti inchioda al muro insomma.
Sebbene ci fossero due gradi, portava la giacca aperta.
Un netto gesto di narcisismo volto a farsi osservare i
muscoli pensai alzando un sopracciglio.
Per un secondo, ma solo un secondo, mi dimenticai del fatto che il
giorno prima si fosse comportato da maleducato e lo osservai con
interesse.
Dopo poco mi accorsi che la situazione era diventata estremamente
imbarazzante e avevo troppi occhi puntati addosso, iniziai a sentirmi a
disagio e il mio corpo se ne accorse.
Abbassai lo sguardo per terra e vidi che l'asfalto iniziò ad
assumere colori diversi, stavo iniziando a cambiare.
Strinsi le spalline dello zaino in una mano e superai Ryan, ignorando
Sarah che mi chiamava e lasciando indietro il gruppetto.
Sapevo che questa mia mossa non avrebbe fatto altro che attirare ancora
di più l'attenzione su di me ma dovevo andarmene assolutamente e
calmarmi prima di poter affrontare la giornata.
Attraversai di corsa il parcheggio e salii velocemente i gradini senza
guardarmi troppo intorno e puntando direttamente al bagno che sapevo
essere a pochi metri di distanza.
-Ehi! Aspetta!
Una mano estranea si posò sulla mia spalla trattenendomi.
Okay, se è Ryan gli stacco la testa davanti a tutti.
'Fanculo al basso profilo.
Ma quando mi voltai il mio sguardo non incrociò gli occhi neri
del ragazzo di Sarah ma due occhi castani.
Corrugai le sopracciglia e fissai interrogativa quel ragazzo, cercando
di capire il motivo per il quale mi avesse fermata.
-Io non voglio disturbarti- iniziò a dire -ma...sei June, vero?
Ero sulla difensiva. Annuii cercando di capire che tipo di reazione
potesse avere, sinceramente speravo che non si mettesse a fare battute
sulla mia reputazione di "pazza psicopatica" perchè non ero
proprio dell'umore per sopportarle.
-Siamo nello stesso corso di francese.- affermò sorridendomi.
-Okay, e tu sei?- indagai circospetta
-Sono Adam. Io volevo chiederti se per caso avessi gli appunti della
lezione di ieri.
Ah menomale, io che mi stavo già preoccupando!
-Sì, dovrei averli.- risposi togliendomi lo zaino dalle spalle e
cercando il quaderno di lingua.
-No tranquilla, in realtà speravo me li potessi dare magari nel
pomeriggio. Potremmo andare a bere qualcosa e me li passi li, che dici?
Alzai lo sguardo verso di lui con un'espressione di pura sorpresa
dipinta in volto, sentii le guance arrossarsi e la temperatura del mio
corpo aumentare; non ero più nervosa come qualche minuto prima,
non c'era nessuna imminente trasformazione eppure mi sentivo inquieta.
Basso profilo. Uscire con i compagni di scuola è una
cosa normale.
Proprio mentre stavo pensando di essermi calmata e stavo per rispondere
allo sconosciuto davanti a me, lo sguardo scappò per un momento
alle spalle di Adam e il cuore perse un battito.
Fuori da scuola, appena oltre il parcheggio e nascosto tra i cespugli
mi era sembrato di vedere un lupo.