Da qualche parte del tempo
in una strada chiamata Tragara
-sera d'estate piena di profumi -
portavi una bambina, addormentata, in braccio.
Ti fermasti un momento
-il tempo di togliere la penna dalla giacca-
perché la guancia non le si segnasse.
Chissà se lei aprì gli occhi
o forse sentì solo il gesto.
Sai qualche volta mi chiedo
se quella bambina ti manca
-il tenero peso, i suoi riccioli,
la gamba piena di graffi
che dondola al tuo passo
le palpebre chiuse
dietro le quali scorrono i sogni.
Sai qualche volta mi chiedo
se il tempo ce lo siamo inventato noi.
La tua giacca di tela,
l'odore di tabacco,
la cullante certezza del tuo passo
-noi tornavamo a casa.
Nel sogno la strada
si srotolava infinita...
e noi per sempre insieme...
Noi. Quel tempo che venne poi.
Noi così avari di tenerezza
troppo spesso nemici
noi terribili giudici
...dimmi,ti manca quella bambina?
Dimmi, ora che tu lo sai,
se il tempo ce lo siamo inventato noi.
Trent'anni di passi perduti
per ritrovare il suono di altri passi
la sera profumata, la strada di Tragara,
le nostre ombre
che in qualche sera d'estate
tu e io, avari di tenerezza,
dai lati opposti del tempo
contempliamo ancora.
Dimmi, ti manca quella bambina?